No under the Umbrella no please

x Baco da Sega

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    Un viaggio di affari, ecco cosa aveva portato Rachel lì a Kurayami, accompagnata da Shyvana e Iwan. Solitamente venivano ospitati dalla Umbrella nei loro alloggi speciali per i clienti più facoltosi. Shyvana non amava stare in quel posto, si sentiva soffocare e aveva una gran paura di attirare l'attenzione di Tex o di qualche altro scienziato sciroccato lì dentro. Rachel le aveva detto che era nata nel laboratorio della Umbrella e che Tex fosse curiosa di vederla. Infondo non aveva mai potuto vedere il suo sviluppo da xenomorfo selvatico a ciò che era diventata. Il pensiero di un incontro del genere che l'avrebbe costretta a farsi visitare da marchingegni strani e freddi non le andava a genio. Per quel motivo aveva parlato a lungo con Rachel convincendola in fine a darle il permesso di alloggiare fuori da quel posto. Le aveva dato dei soldi per scegliersi un Hotel, le aveva dato anche una lista fra cui scegliere e delle solite e noiose raccomandazioni. Non ne aveva scelto nessuno, non ancora per lo meno, preferì prima trovare un posto dove poter mangiare qualcosa di buono. Ovviamente il cibo umano non la soddisfaceva, e le avevano proibito di "cacciare" esseri umani in città. Doveva quindi accontentarsi di un pasto molto più "genuino" e "rustico". Era pieno giorno quando si addentrò nella profondità del parco di città finendo per oltrepassare i limiti del parco e finire nel bosco adiacente. La vegetazione nel bosco era molto più fitta e selvaggia, ciò la costrinse a prendere vie diverse. Trasformandosi in un grosso vermone che la inglobò totalmente nel suo aspetto tipico da xenomorfo, decise di usare una via poco usata e che solo lei e pochissimi altri esemplari potevano percorrere. Avanzò sotto la terra cercando di evitare quante più radici possibili, scavando lunghe gallerie in profondità, ma che non bastavano per nascondere le scie concave sulla superficie del terreno. Avanzo con difficoltà fin quando la vegetazione le diede modo di muoversi più liberamente e fu lì che avvistò una succulenta preda. Un cerbiatto dalla succulenta carne che pascolava beato, ignaro del pericolo. Shyvana sentì lo stomaco gorgogliare, sentiva l'acquolina in bocca. Certo non era gustoso quanto un essere umano e più difficile da digerire per via del manto peloso, ma quando si aveva fame la digestione era l'ultimo dei pensieri. Così scavò ad una velocità mostruosa verso quella creatura, risalendo sulla superficie come se fosse stato un delfino. La grossa bocca del vermone uscì fuori dal terreno per qualche metro abbondante afferrando fra le fauci la preda che si dimenò e cercò di liberarsi ma invano poiché i denti si serrarono attorno al suo corpo togliendogli le forze e il respiro. La bocca del vermone si aprì più volte per far passare la carcassa del cerbiatto nella bocca, ma prima che potesse riscendere sotto la superficie qualcosa, o forse qualcuno attirò la sua attenzione. Rimase immobile e cercò con i suoi occhi e quindi la sua vista termica qualche presenza che non aveva notato prima per quanto era distratta dalla sua preda.
    Merda! le scappò. Se c'erano qualcuno avrebbe potuto sentire quella voce provenire dal vermone.
     
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    Kurayami rispetto alle altre città era basata su uno stile di vita più verde e sano, con grandi parchi e fontane dove i bambini o anche intere famiglie potevano passarvi il tempo. La natura selvaggia non mancava di certo e in molte aree era persino incontrollata come al di fuori di Kurayami in cui si distendevano enormi boschi, fonte principale della cacciagione di ogni cacciatore che voglia trovare delle prede naturali e grosse. Damian invece non amava i boschi ne per un motivo ne per un'altro, erano semplicemente il suo luogo di riposo e come definirebbe lui "il suo nido" in cui si ritirava durante la notte o nei periodi in cui era estremamente stanco, come quello che sta passando adesso. E' da pochi mesi che si risvegliò dalla pietra e ancora non ha per nulla ne le sue vecchie energie ne i suoi vecchi poteri cosa che lo rende estremamente irascibile, persino un gruppo di poliziotti armati di una pistolina adesso potrebbero tenergli testa mentre un tempo riusciva a schiacciarli solamente col suo peso e questa cosa gli brucia molto, per colpa dei suoi fratelli e della paura che provavano verso di lui, o verso un popolo forte adesso non ha più il controllo totale sulle sue forze. Adesso girovaga per Kurayami alla ricerca di qualche preda o qualche nemico capace di allenarlo per ripristinare i suoi poteri o solamente per giocarci e rendere le sue eterne giornate più piacevoli cosa poco fattibile data la numerosa quantità di poliziotti per la strada che continuano a braccarlo ogni volta che prova a divorare qualcuno. Così proprio quella stessa giornata il destino volle che lui fosse ferito ad un braccio, lasciandolo stremato e senza forze, così buttato e trasformato su un ramo decise di farsi un sanissimo pisolino. La sua posizione in quella dormita non era di certo delle migliori : con il torso era incastrato tra due enormi rami dell'albero con un terzo più piccolo che passava trasversalmente sotto le sue zampe sorreggendolo in tutto il suo peso. Il sonno dei draghi è più pesante di quello delle normali creature, e lui era in quello stato da più di 16 ore, sembrando quasi morto a tal punto che degli uccellini lo avevano scambiato per una parte di albero costruendo un piccolo nido tra le sue corna. Il suo respiro era pesante e caldo, prova dell'enorme peso che schiacciava il suo petto poggiato tra quei rami, i suoi occhi erano serrati e l'unica caratteristica che lo facesse notare senza bisogno di guardare l'albero era la sua coda che penzolava arrivando alla metà dell'albero. In quello stato quasi tutto era troppo silenzioso per svegliarlo, eccetto una piccola vocina che si sentì.
    Una voce femminile arrivò alle orecchie di Damian facendolo borbottare nel sonno e facendogli emettere un lungo respiro pesante, come quello di un uomo che torna stanco la sera a casa, ancora non era sveglio, ma nemmeno nel pieno del suo sonno, quindi un'altro possibile rumore avrebbe potuto svegliarlo, destando la sua ira o la sua curiosità, tanto si sa, anche il più pericoloso dei cattivi dopo una bella dormita può diventare innocuo come un gattino. Groar...hmmm... Sospirò il possente drago godendosi la sua meritata pace.

    Edited by Baco da Sega - 2/4/2015, 19:11
     
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    Ciò che aveva visto con la sua vista termica la confuse, era troppo grosso per essere un umano e troppo caldo per essere un animale selvatico. Non aveva mai visto niente di simile prima di allora, così cercò di concentrarsi e usò di nuovo la vista normale per capire cosa fosse quel enorme grumo bollente in alto. Udì un gorgoglio molto gutturale e un verso animalesco e cavernoso. Tutti gli occhi del vermone puntarono la zona esatta e in lontananza lo videro. Shyvana non riusciva a credere ai suoi occhi, si diceva che non poteva essere vero, così la bocca del vermone si aprì lasciando uscire Shyvana, coperta solo della sua carapace chiara. Si avvicinò alla bestia e quando fu abbastanza vicina da capire finalmente che si trattava di un drago, si tappò la bocca per soffocare un piccolo gridolino di giubilo. Li aveva cercati a lungo, così a lungo che aveva pensato che non esistessero, e invece eccone uno in carne ed ossa appollaiato su dei rami c'era un drago dormiente. Quei rami sembravano piegarsi sotto il suo peso mastodontico ma non si spezzavano, aveva un non so che di fiabesco quella visione. Decise si guardarlo da vicino fin quando stesse dormendo, così cercò di arrampicarsi sull'albero usando i suoi artigli che perforavano la corteccia e il legno, ma che le davano un appiglio sicuro. Non prestò attenzione al drago mentre si arrampicava, quindi non aveva idea se il rumore dei suoi artigli l'avesse svegliato o meno. Cercò di fare il più in fretta possibile e si fermò all'altezza che le permetteva di vedere bene il muso del drago. Era abbarbicata sul tronco principale e non volle usare quelli secondari per paura di spezzare i rami più fragili così cercò di toccarlo allungando una mano verso la sua carapace. Purtroppo era troppo lontano, si accorse che non riusciva a toccarlo, eppure il suo fianco era lì a pochi centimetri di distanza. Fece un verso di stizza e cercò di allungarsi il più possibile per arrivarci. Non si accorse che nello sforzo stava stringendo con fin troppa forza il tronco, la coda dalle dentature dure e ispide così come la punta di essa avevano danneggiato parecchio il tronco principale. Il peso del drago fece il resto, i piccoli squarci sul legno si allargarono sempre di più fin quando si sentì un inquietante crack e l'albero iniziò a precipitare verso il terreno.
    Maledizione no, c'ero quasi! fece ad alta voce disperata, per poi prepararsi a saltare via al momento giusto per non finire schiacciata dal peso del tronco.
     
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    Il sonno ahimè era finito per il grosso drago che dormiva sereno su quei tronchi, crudele il destino fu nel far proprio quel giorno avvicinare una strana creatura bruchiforme al suo albero, che incuriosita si arrampicò vicino a lui facendo rompere il tronco dell'albero su cui dormiva per poi farlo cadere. Il Dragone non si accorse subito che il suo comodo letto stava per distruggersi ma se ne accorse quando fu troppo tardi, il tronco lentamente precipitò per terra come un sasso, quel povero albero seppur fosse stato verde, non aveva retto il peso delle due grosse creature spezzandosi irrimediabilmente. Così l'albero cadde e con esso tutti i sogni di Damian che venne svegliato dall'enorme tonfo del tronco per terra e dallo scossone provocato dai rami nei quali era incastrato, con questo brusco risveglio Damian spalancò gli occhi che prima da serrati e sereni, diventarono rossi e infuocati, aumentando esponenzialmente il calore delle sue scaglie per bruciare quelle stupide foglie che lo coprivano, il petto, la spina dorsale e le venature del collo diventarono di un arancione lucente bruciando le foglie con cui entravano a contatto. Dopo che le foglie furono in fiamme, non rimaneva che togliersi quei rami di sopra, cosa che fece aiutandosi con le grosse braccia draghesche e con le possenti ali, che seppur ancora inadatte al volo riuscivano ad esercitare abbastanza forza da rimuovere quei resti di albero. Una volta tolti quei rami si alzò in tutta la sua imponenza e fierezza draghesca nel cumulo di foglie brucianti intorno a se, usando gli occhi ancora presi dal sonno per scrutare l'ambiente intorno a se, vedeva tutto verde e brulicante tranne per una piccola figura umanoide che piano piano iniziava a mettersi a fuoco. Roooooooaaar...! Chi sei...?! Damian esclamò questa frase con un tono di arroganza e nervosismo vedendo quella piccola persona totalmente estranea svegliarlo dal suo meritato sonno in una maniera così brusca. Una volta messa a fuoco, si accorse che non era un semplice umano, ma una ragazza che di umano di certo non aveva proprio tutto, era una ragazza dai capelli lunghi e blu, molto sinuosa e praticamente mezza nuda, sul capo portava un piccolo teschio come un elmo mentre il resto del corpo (seno incluso) era ricoperto da una specie di carapace che lasciava scoperte solo alcune zone, le gambe e quell'escrescenza che sbucava fuori dal basso della schiena di lei erano la conferma che non era umana. I suoi occhi prima e dopo di esser stato imprigionato erano stati abituati alla vista di semplici umani, e per lui quella creatura era qualcosa di nuovo. Quindi, per intimorire l'invasore dalla forma alquanto strana spiegò totalmente le sue ali in tutta la loro apertura, emettendo un potente ruggito, più che di furia, di piacere causatogli dal calore del fogliame intorno a lui.

    Edited by Baco da Sega - 3/4/2015, 17:00
     
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    Riuscì solo all'ultimo minuto a evitare di finire schiacciata dal tronco, si spinse con le gambe su di esso atterrando a pochissima distanza da esso. Tant'è che la polvere sollevata dalla caduta la fecero tossire violentemente. Man mano che la polvere si diradava notò delle fiamme piccole che si innalzavano al cielo, accorgendosi solo in un secondo momento che erano le foglie che prendevano fuoco. Il drago si era svegliato e lei non riuscì a fare niente se non a fissare incredula e ammaliata l'enorme bestie che si dimenava e dava fuoco con il proprio corpo a tutto per liberarsi. I suoi occhi erano spalancati e la meraviglia nel suo cuore diveniva sempre più grande. Sussultò spaventata coprendosi con le braccia quando il drago si rivolse a lei, assordandola con il suo ruggito che sentì rimbombare nella cassa toracica. Sentì il sangue ribollirgli nelle vene. Si era spaventata, ma quella sensazione adrenalinica veniva schiacciata dalla sua felicità di aver finalmente trovato un drago. Abbassò poi le braccia per guardarlo, ma il drago spiegò le sue ali in tutta la sua maestosità per poi farle sentire il vero ruggito di un drago. A quel suono finì per cadere a terra, o meglio il sedere finì per poggiarsi a terra mentre di nuovo quel suono dirompente faceva vibrare tutto il suo corpo. Non si era mai sentita così, sorrise estasiata. Avrebbe dovuto urlare di paura, fuggire via più veloce di un razzo, oppure piangere disperata e impaurita, lei invece a dispetto di tutte le convenzioni comuni sorrideva, socchiudendo gli occhi come se si stesse godendo il sole primaverile. Quando finì si alzò in piedi fissando la creatura con gli occhi pieni di meraviglia. Allargò poi le braccia mostrando le mani al drago per mostrargli che era innocua.
    Non temere, non voglio farti del male. esordì, come se uno scricciolo come lei potesse realmente danneggiare una creatura tanto grande e maestosa. A dire la verità sarebbe stata perfettamente in grado di ucciderlo, ma non ne aveva alcuna intenzione, anzi. A giudicare dallo sguardo che aveva sembrava la ragazza più felice del mondo.
    Mi chiamo Shyvana, ed ero qui a caccia. disse cercando di rimanere il più ferma possibile, ma la punta della sua coda si muoveva a ritmi sempre più frenetici, sembrava quasi che scodinzolasse. Ed in effetti Shyvana aveva tanta voglia di saltellare attorno al drago e ridere felice ma si tratteneva, pur essendo infantile e ingenua, sapeva leggere perfettamente i segnali "selvatici".
     
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    Quella strana presenza alla fine si mostrò, era in tutto e per tutto una ragazza alta più o meno quando lui nella sua forma umana, la cosa curiosa non era il fatto che una ragazza così giri sola per un bosco, ma il perché lei non fosse spaventata da lui, cioè, abituato alle persone con cui parla sarebbe dovuta scappare via terrorizzata, così si avvicinò a lei camminando su quattro zampe, avvicinando il viso a lei Tu, non hai paura di me? Domandò curioso il drago che dopo essersi rilassato iniziava a raffreddarsi smettendo di dare fuoco al fogliame con cui entrava in contatto. Per lui era la prima volta che poteva parlare da trasformato con una persona senza che essa gli sparasse, una gran bella novità ma la sua curiosità si fece più profonda quando girandosi verso il tronco dell'albero su cui stava vide segni di artigli e graffi che di certo una persona normale non potesse causare. E sei stata tu a distruggere il mio albero?.. Per la prima volta Damian era curioso verso un'altra creatura, ma non per il suo bizzarro aspetto ma per la sua forza, come poteva una ragazza così semplice distruggere un albero robusto come quello? Per di più non era una ragazza tutta montata come poteva aspettarsi dal suo abbigliamento al contrario, era estremamente giocosa e allegra quasi come una bambina appena scarta l'uovo di Pasqua trovando la sorpresa tanto desiderata. Damian avvicinò il naso a quella ragazza annusandola, si poteva persino sentire l'adrenalina che le scorreva dentro solamente standole a pochi metri di distanza, questo non elettrizzava solamente lei ma anche lui, perché era talmente emozionata? Era la prima volta che vedeva un drago? Due gesti furono interpretati per gentilezza da Damian che anche lui come animale sapeva interpretare: le braccia aperte che mostravano le mani, e la coda scodinzolante degna di un cucciolo iper attivo. Scrocchiandosi il collo, decise di parlare ad un livello più pari con la ragazza, ritornando umano in una grossa vampata di calore e cenere. Appena tornato umano come poteva aspettarcisi era nudo come appena nato, corpo non estremamente muscoloso ma nemmeno grasso, massiccio e pieno, le cosce degne di un calciatore, la mascella pronunciata tipica del suo essere dragonico e i lunghi dread che ricadevano sulla sua schiena, era tornato tutto ricoperto di quella morbida pelle umana, eccetto per le mani che rimanevano comunque con artigli e scaglie impossibilitati al tornare normali.

    Edited by Baco da Sega - 3/4/2015, 20:53
     
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    Role annullata per archivio del personaggio.

     
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