L'amabile arte del sadismo

Per Byaku

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  1. MidoriNoBakeneko
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    Disperazione. Amarezza. Rassegnazione. Leben leggeva tutto questo nell'espressione di Lucia e continuava a masturbarsi al ritmo impartito dallo spettacolo che la piccola e l'uomo che la torturava le stavano offrendo. Era uno spasso. Quante volte se l'era ripetuto ormai? Era così presa da non commentare nemmeno, se non con qualche frecciatina ai danni della povera "vittima", del tipo "seh, come no" o "tutte balle".
    In realtà era anche un po' stupita. Più passava il tempo e più bramava di veder dipingersi negli occhi freddi del Capitano Kuchiki qualcosa che non fosse solo impassibilità o senso di dovere. Possibile che non provasse nessuna attrazione per la ragazza davanti a lui? Perché non si poteva certo dire che non fosse appetibile. Persino Leben riusciva a coglierne la bellezza. Il suo corpo non aveva niente di maschile, ancor meno con quella cintura contenitiva che lo faceva apparire in tutto e per tutto come una femmina. Il viso, le spalle, la schiena, le natiche e le gambe... era tutto modellato alla perfezione. Il suo didietro era addirittura più appetibile di quanto non fosse quello della zombie stessa, e anche lei non aveva certo da invidiare a nessuno (cicatrici a parte). Quindi cosa aveva di sbagliato quell'uomo per non notarlo? Era incredibile.
    N-non ho detto... che sia di origini... giapponesi. È solo... che è lì che si trova.
    Oh? Lucia si dimostrava più intelligente di quanto non l'avesse fatta Leben. Nonostante la situazione si era aggrappata a quell'unica -per quanto misera- possibilità di uscirne. Il fatto che non servisse a niente era un dettaglio non da poco, ma ammirava quella piccoletta per averci almeno provato con ogni forza. Chissà come avrebbe reagito l'uomo nel scoprire che in realtà non fosse affatto una dolce fanciulla, bensì un "lui". Altrettanto dolce e carino, certo, ma pur sempre un lui. Aveva tendenze omosessuali o omofobe? Forse ne sarebbe rimasto impassibile a propria volta? E quando allora avesse scoperto di lei? Della sua bugia? Quel piccolo giochetto portato avanti per capriccio (e fortuna) poteva costarle molto... ma non poteva importarle a quel punto. Non al suo terzo orgasmo in così breve tempo (ebbene sì, era molto facile venire per una pervertita come lei) e non quando ogni gesto di Byakuya le procurava un brivido e l'acquolina. Non vedeva l'ora di assaggiarlo...

    Proprio come aveva pensato Leben, Lucia era disperata... e rassegnata. Ma nonostante sapesse di non poter uscire da quella situazione tanto facilmente, tentò comunque di mantenere una parvenza di verità. Se doveva continuare a subire quelle "torture", allora preferiva che esse non peggiorassero. In fondo per il momento riusciva a sopportarle bene, anzi, forse anche troppo. Quando si era fermata, il suo anfratto aveva cominciato a fremere, facendole desiderare di continuare da sé a penetrarsi. Lei aveva combattuto per imporsi di stare ferma, e aveva ottenuto soltanto che fosse l'uomo a ordinarle di farlo. Voleva solo umiliarla, ma non riusciva a odiarlo. Dopotutto stava solo eseguendo degli ordini, esaudendo una richiesta che pensava fosse sincera. Colei che proprio non perdonava era la dannata non morta alle loro spalle, che probabilmente si stava masturbando con la sua disperazione come lubrificante. Sì, ce la vedeva a umidificarsi le labbra vaginali con le sue lacrime... Era proprio quel tipo di "persona". Eppure stare con lei era sempre meglio dell'Inferno... sì, lo era.
    I-io... n-non so altro.
    Perché aveva iniziato a muoversi proprio come lui le aveva ordinato? Perché sussultava e tremava sotto il suo tocco? Il suo corpo voleva tutto quello. Com'era stato in vita, com'era stato all'Inferno stesso. In tanti anni doveva essersi abituato al fatto di essere un dannato invertito, un pervertito della peggior specie che era fortunato soltanto del fatto che in quel secolo il suo status fosse pienamente accettato. Ma... non riusciva ad abituarcisi. Lui non voleva eseguire quegli ordini. Non voleva sottostare alle ingiustizie di quei due. Eppure...
    Ah... i-io... non riesco a continuare...
    Si era fermata ansante dopo cinque spinte, lo sfintere che pulsava contro le dita del capitano. Era strettissimo, per niente rilassato, eppure i suoi genitali, rinchiusi dentro quello strumento di tortura, fremevano e pregavano di potersi sfogare. Costretti com'erano, se fosse venuta avrebbero fatto un gran male. Voleva evitarlo. Perché aveva paura. Del dolore, dell'umiliazione... e di quello che le poteva fare quell'uomo se avesse continuato a non crederle e fosse arrivato anche a scoprire del suo sesso. Anche se in fondo, probabilmente, a un tipo come lui non sarebbe importato. Non sembrava interessato al suo corpo. Per niente. Forse quella era la parte più umiliante di tutte.
    Lo guardò di sbieco, cercando di implorarlo un'ennesima volta, mentre tentava maldestramente di sfuggire al suo tocco, inarcando la schiena e appoggiandosi alla colonna con tutto il corpo, proprio come se si stesse preparando a un'altra spinta... che però non venne mai.
    L-la prego...

    Vedendo quel goffo ed ennesimo tentativo di Lucia di resistere all'inesorabile scorrere degli eventi, Leben fermò le proprie dita. Era ovvio che quella tenera "piccoletta" non avesse alcuna intenzione di cedere, se si continuava con quei metodi quasi "morbidi", quindi la zombie decise che forse -in fin dei conti- poteva "correre" in soccorso di Byakuya. Perché in fondo da mera spettatrice aveva trovato modo di divertirsi, ma partecipare era di certo meglio per una come lei. Dunque, subito dopo le parole di Lucia, si alzò, cominciando ad avanzare verso i due con un sorriso sulle labbra estasiato che, giunta al fianco del capitano, venne camuffato da una linea retta, quasi arrabbiata.
    Adesso basta. disse, e riuscì persino a sembrare glaciale. Questa maledetta spia è più brava di quanto pensassimo. Dobbiamo usare le maniere forti. Dunque se me lo concede, signor Byakuya, vorrei dare il mio contributo.
    Mentre parlava si guardò intorno, alla ricerca di un'idea con cui iniziare, e posando gli occhi su una boccetta di olio profumato, una scena perfetta per invogliare entrambi i suoi "attori personali" a dare del loro meglio, si fece concreta nella sua mente.
    Posso suggerire... un metodo più incisivo?
    Si diresse verso la boccetta adocchiata e la raccolse, infine tornò al fianco dell'uomo e cercò il suo sguardo, in attesa di un consenso. Non aveva motivi per rifiutare, ovviamente, ma lei doveva pur fingersi rispettosa. Dunque avrebbe atteso, e una volta ottenuto ciò che voleva, avrebbe aperto la boccetta e versato parte del suo contenuto sulle natiche di Lucia e -probabilmente- sulla mano dell'uomo che stava al loro centro.
    Fatto questo, si chinò con il viso verso "la spia", afferrandole i capelli con la destra per costringerla ad alzare lo sguardo, mentre la sinistra eseguiva una sorta di inquietante massaggio ai danni delle sue natiche, spandendo tutto quell'olio per lubrificare al meglio il suo orifizio.
    Ora faremo un gioco, lurida spia. Il capitano Byakuya ti porrà le sue domande, e io conterò fino a dieci in attesa della risposta. Ad ogni risposta palesemente falsa o al termine del tempo, le dita dentro di te aumenteranno una ad una, e tu dovrai continuare a spingere questo sporco corpo contro di loro, partendo da ora.
    Una sonora sculacciata sancì quell'ordine, facendo sussultare il corpo di Lucia e strappandole un lamento. Tornò immediatamente a muoversi, sebbene lo facesse in modo estremamente lento. Dal suo respiro e dal tremore che le attraversava il corpicino, si capiva perfettamente quanto le costasse continuare.
    Molto brava. Ora, è chiaro che tutto ciò non farà che rivelarsi sempre più umiliante e doloroso per te, ma... c'è un metodo molto semplice per far sì che cessi subito. Dicci quello che sai e noi si fermeremo immediatamente.
    A quel punto Leben guardò Byakuya alla ricerca di un cenno d'assenso, attendendo pazientemente che facesse egli stesso la sua mossa. Sperava che i suoi "metodi" non sembrassero troppo perversi agli occhi del capitano. Si stava divertendo così tanto, in fondo, che aveva quasi paura di farsi scoprire...
    Uno... Due... Tre... Quattro...
    I-io... non so... nient'altro!
    Risposta sbagliata.

    Edited by ~ Midori ~ - 18/2/2015, 15:22
     
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