Resta sempre uguale a come sei

Per Demi

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  1. †_†yun yun †_†
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    Il rollio della nave era rilassante. Misaki si sentiva ondeggiare di qua e di là a secondo dell'onda. Dopo avergli voltato le spalle aveva socchiuso gli occhi, abbassando lo sguardo. Avvertì subito le dita di Daniel che le sfioravano la schiena per poter assecondare il suo capriccio di aprirle la cerniera. Avrebbe potuto benissimo farlo da sé: vivendo in un piccolo appartamento da sola, con i pesci nell'acquario come unici compagni, era diventata brava di farsi ogni cosa senza chiedere l'aiuto di nessuno. Compreso quello per le intricate chiusure di vestiti e simili. Eppure aveva voluto cercare oltre. Ed ora era lì, ferma immobile e farsi svestire. Non che fosse stato un desiderio del biondino, ma una sua esplicita richiesta. Eppure lui non si era tirato indietro. Il calore del suo corpo le arrivò lo stesso, oltre l'abito bagnato. Sentì la cerniera aprirsi, e scendere lentamente verso il basso. Era come se il tempo si fosse fermato, come se l'atto stesso di mostrare la schiena nuda fosse un preludio al piacere. Ed effettivamente poteva essere così. Sentì la cerniera fermarsi, poco sopra le sue natiche, segno che era impossibile proseguire. Avvertì un respiro profondo e un cuore in tumulto dietro di sé. Lei invece manteneva la calma e la sua solita compostezza. Non perché fosse indifferente alla situazione, ma perché si stava gustando quelle tenere attenzioni sulla propria pelle. Le mani di Daniel non si fermarono: lentamente le sentì risalire sulle spalle e con la stessa calma scivolarono giù per le sue braccia, portandosi con sé le maniche a bomberino. Trovarono un po' di resistenza con la pelle, cui il tessuto bagnato faceva attrito. Misaki ciondolò il capo, muovendolo verso destra. Percepì l'abito che scendeva lentamente verso il basso, scoprendo ogni secondo che passava qualche centimetro di pelle in più. Era candida, quasi di ceramica. Eppure quando passava le estati al mare si dorava facilmente, donandole un colore irresistibile. In quel momento era chiara, e la differenza di temperatura le aveva provocato una leggera pelle d'oca. Tuttavia poteva essere benissimo scambiata per un brivido di piacere. Infine, il vestito cadde a terra, troppo pesante per scivolare dolcemente fino al pavimento. Misaki rimase così con un completino intimo bianco, dalle rifiniture in pizzo. Non era niente di particolarmente provocante, ma le dava un'aria sensuale e rispettabile al tempo stesso. Si girò a quel punto verso Daniel, che ancora indossava i vestiti zuppi. Le sue guance erano rosse, ma alla debole luce della cabina non era facile vedere il colore con certezza. Le uniche due cose che spiccavano erano gli occhi scuri e le cicatrici traslucide. In un primo momento non riuscì ad alzare lo sguardo per guardarlo. Così lo mantenne basso di fronte a sé. Fece un passo, scavalcando il vestito per terra e fu a contatto con lui. "Adesso è il mio turno di spogliarti." Gli disse con autorevolezza. In realtà la sua voce era bassa, quasi intimidita, con una lieve punta di malizia. Se il biondino non l'avesse fermata, lei avrebbe iniziato a togliergli la giacca, facendo scorrere le mani lentamente sul suo busto. Si sarebbe accorta per la prima volta del suo fisico, lineare e asciutto, ma non per questo non delineato. Pian piano gli avrebbe preso i baveri e li avrebbe spinti verso il basso, lasciandolo con la maglietta gialla. Avrebbe poi afferrato il bordo di quest'ultima e lo avrebbe fatto alzare, scorrendo dall'addome fino alla sua testa con le mani. Si sarebbe anche alzata in punta di piedi per aiutarlo a togliersi le maniche della maglia. Per farlo i loro corpi si sarebbero avvicinati ulteriormente e per la prima volta sarebbero entrati in contatto. Pelle contro pelle. Misaki era sempre sulle mezze-punte. Ora era alta qualche centimetro meno di Daniel e poteva guardarlo negli occhi. La sua guancia si sfiorò con quella del giovane e i loro sguardi si incrociarono per la prima volta da quando era iniziato quel rito di 'svestizione'. Era inquieta: le sue iridi ballavano a destra e a sinistra, per cercare di dare un senso a quel momento. Di dare una spiegazione logica al suo comportamento. Poteva capire cosa frullava nella testa del canarino, ma non riusciva a spiegare il proprio modo di fare. Eppure in quel momento era tutto ciò che desiderava, tutto ciò di cui sentiva di avere bisogno. Spostò leggermente la testa, portandola dritta, di fronte a quella di chi poco prima aveva bonariamente soprannominato 'fratellino'. Ormai i loro nasi potevano sfiorarsi. Lentamente anche il suo cuore aveva preso a battere più forte, così come il suo respiro. Da qualche parte a scuola aveva letto una frase: "To await a pleasure, is itself a pleasure" Non si aveva mai compreso bene il significato fino a quel momento. Adesso invece lo percepiva. Si sentiva come appesa ad un filo di ragnatela, che avrebbe potuto spezzarsi in qualsiasi momento. Oppure avrebbe potuto accorciarsi. Se Daniel si fosse allontanato, niente di niente sarebbe accaduto. Misaki gli aveva lasciato una possibilità per rimanere stabili, per non doversi addentrare in chissà quali luoghi peccaminosi. Ma lo stava anche invitando seducente verso di sé. Che cosa avrebbe deciso?
     
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79 replies since 20/1/2015, 16:04   876 views
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