Resta sempre uguale a come sei

Per Demi

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  1. †_†yun yun †_†
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    Il fatto che fosse ancora lì la stupiva. Daniel rimase davanti a lei, muovendo appena alcune parti del corpo. Eppure non era scappato a gambe levate. Né l'aveva in qualche modo immobilizzata, in modo da sentirsi al sicuro. Ma il suo sguardo e le sue parole le fecero male. Credeva forse che lo aveva portato lontano dalla terraferma per nutrirsi di lui e sbarazzarsi del cadavere? Credeva che volesse farlo divertiti un'ultima volta prima di farlo scendere nei lamenti eterni. Due enormi lacrime cariche di risentimento si formarono ai lati degli occhi. Strinse le labbra e aggrottò la fronte. Non voleva mettersi a piangere così, di fronte ad uno più piccolo che le faceva la morale. Cercò di rallentare i respiri frenetici. Ma quella mano poggiata casualmente sulla sua testa fu troppo. Non appena il biondino ebbe finito di parlare, le due lacrime le rigarono silenziosamente il volto. Ma nei suoi occhi vi si poteva leggere solo risentimento. "Credi che sia così io? Credi che mi sia proposta di farti venire qui solo per vederti godere del dolore? Solo per osservare la bellezza del tuo viso mentre si trasforma in una maschera di terrore? Eh? Credi che io mirassi solo alla tua anima?" Ecco, era esplosa. I pugni serrati la mascella contratta e il petto che si alzava vistosamente sotto i respiri brevi e forti. La ginecologa le aveva detto di stare calma in gravidanza, altrimenti il bambino ne avrebbe sofferto. Beh era sicura che Loki era più forte e che potesse farcela. Qualcuno l'avrebbe giudicata indegna, ma lei ora si sentiva ribollire di rabbia. Avrebbe difeso se stessa fino alla fine. "Quello che ho fatto potrà esse giudicato abominevole da altri. Ma non mi importa. Se anche Thresh mi stesse solo usando per la sua di gloria o per avere un erede, non mi importerebbe. La mia anima è libera e decido io della mia vita." Sragionava quasi. Non avrebbe mai voluto perdere le staffe, ma tutta la situazione stava ormai fuggendo via dal suo controllo. Eppure lei voleva solo passare qualche ora in tranquillità, a godere del sole, del mare e di qualche chiacchera in compagnia. Ormai anche questo le era precluso? Quanto ancora di se stessa doveva sacrificare per un amore?
    Si allontanò da Daniel, come per fare chiarezza nella propria mente. Prese a respirare in maniera irregolare mentre si asciugava le lacrime con i polsi, visto che non aveva niente con cui farlo. Il suo petto venne scosso dai singhiozzi. Non appena fu lucida si diresse di nuovo al timone, fermò la sua adorata Josephine e gettò l'ancora in mare. Poi decise di affrontarlo, era inutile tergiversare. "Se vuoi andartene sei libero di farlo. Se resti, sappi che non ho intenzione di nutrirmi. Può sembrarti strano ma ho una mia morale. Ma se decidi di rimanere, vorrei che tu non mi giudicassi. Per me non è facile." Ovviamente si riferiva alla sua condizione psicologica. L'amore per il carceriere le faceva fare e dire delle cose, la faceva assomigliare a lui, rendendola una compagna adatta sotto molti punti di vista. Ma nella vita di tutti i giorni, lei si comportava per la maggior parte come una persona comune. E questo le causava spesso gravi crisi di identità. In fondo, lei chi era veramente?
     
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79 replies since 20/1/2015, 16:04   876 views
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