Resta sempre uguale a come sei

Per Demi

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  1. †_†yun yun †_†
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    Il calore del sole del primo pomeriggio batteva sulle sue braccia nude, riscaldandole lievemente. L'aria sapeva di sano, di pulito e di puro. Era un odore che apriva i polmoni, come se volesse purificarli. Respirò a grandi boccate, in modo da fare il pieno di aria. Era una sensazione che rinfrescava lo spirito. Quanto le mancava il mare! Solo due cose rendevano imperfetto quel momento. Il casco che aveva creato, iniziava a darle un po' di noia: sentiva praticamente i lamenti dei dannati nella propria mente. Era un suono a cui ormai si era abituata e in certe occasioni, tipo quando era a caccia, le piaceva e le dava forza. Adesso quel suono la disturbava e metteva in confusione il suo abituale controllo. Quello era un grido disperato delle anime che aveva intrappolato per sempre, costrette a lamentarsi per l'eternità, prigionieri della sua lanterna. Chissà cosa avrebbe detto Daniel se solo lo avesse saputo. Quello non era certo il momento adatto per fare rivelazioni tanto particolari. La seconda cosa che le dava fastidio era il comportamento proprio del suo passeggero speciale: gli aveva detto di tenersi a lei e lui preferiva stare con le mani asserragliate ai ganci della moto, come se fosse un pappagallo sul proprio trespolo. Assolutamente disdicevole. Presto o tardi gli avrebbe fatto capire che "moto sua, regole sue" era il motto di quando lei era alla guida. Per il resto guidava tranquilla, mantenendo comunque una buona velocità per non arrivare al porto troppo tardi. Alla fine il ragazzo decise di farle qualche domanda, ma non erano affatto quelle che si era aspettata. Far comparire un casco dal nulla, che irradiava delle fiamme senza calore non era una cosa normale, e lei ci aveva messo un po' a non temerla, quando le aveva viste per la prima volta. Possibile che lui avesse tutto questo sangue freddo? Evidentemente sì, si rispose. "Sono nata in un paesino di mare. Ho imparato quasi prima a nuotare che camminare. So fare qualsiasi cosa si possa fare in acqua: nuoto, pesca, caccia, surf, esplorazioni, competizioni, windsurf... Te chiedi e io lo so fare." Gli rispose tranquilla. Non si vantava per boria, era la sua natura. Amava il mare e i suoi segreti e sentiva il tutto come se facesse parte di quel mondo. A volte si era sentita più un pesce che un essere umano. Quando il suo tetro amante l'aveva minacciata di renderla una sirena, attaccandole la pinna di uno squalo, si era scoperta entusiasta dell'idea. Da sempre aveva vissuto più nell'acqua che sulla terraferma, quando ancora abitava con i suoi. La sera dovevano praticamente tirarla fuori dal mare per portarla a casa. E quando loro dormivano lei scappava dalla finestra per andare a nuotare di notte, o semplicemente a sentire il rumore delle onde. Là aveva visto i tramonti e le albe più belle, di quelli che ti rimangono impressi nel cuore. "Qualche anno fa, mentre ero in giro, vidi una vecchia barca a vela. Era talmente mal messa che stavano per smontarla." Ricordava bene quel momento. Subito dopo era andata a cercare qualcuno, chiunque potesse aiutarla per fare da garante e comprasse la barca per lei. In quel momento non aveva un soldo, nemmeno i pochi che erano richiesti dal vecchio proprietario. Alla fine trovò Costa, un vecchio lupo di mare, scontroso e benevolo allo stesso tempo. Dopo averlo supplicato, Costa fece quanto richiesto e la barca divenne di Misaki. La chiamò Josephine. "Ho impiegato tre anni per rimetterla a posto. Mi sono rotta tre dita, per piallare delle assi, una gamba per essere scivolata sul ponte, e ho avuto un mal di testa per giorni a causa della vernice cui scoprii in ritardo di essere allergica. Eppure ce l'ho fatta." Gli parlava con orgoglio, perché quella barca era davvero il suo vanto maggiore. Era riuscita a dare vita ad un relitto. Ovviamente finiti i lavori aveva ceduto la custodia al buon Costa, che così si era ritrovato con un mezzo di trasporto nuovo e ad un costo veramente irrisorio. Mentre gli parlava, i chilometri trascorsero veloci sotto di loro e quasi senza rendersene conto erano già a Talamone. Per un attimo venne investita dai ricordi di quando era stata lì l'ultima volta. Oggi sarebbe stato tutto più divertente. "Andiamo Daniel! Voglio presentarti una persona e farti vedere Josephine!" Gli disse non appena ebbe parcheggiato la moto. Concentrandosi per un attimo, disattivò il potere e il suo casco scomparve, liberandole finalmente le orecchie da quelle urla strazianti. AL più presto sarebbe dovuta andare a caccia, per placare la sete che sentiva provenire dalla Lanterna. Afferrò una mano del giovane canarino, gli sorrise e lo condusse al molo, piena di gioia.
     
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79 replies since 20/1/2015, 16:04   876 views
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