Avventura all'estero

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    Videogiocatore vecchio stampo!

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    Avventura all'estero

    Cap.1 Partenza------------------------------------------------------------------------------------

    -Nino, ehi Nino, svegliati!-
    -Mmmh-
    -Nino, svegliati!-
    -Mmmh-
    -Vuoi alzarti? Alle 10 devi prendere il volo!-

    A queste parole spalancai gli occhi, svegliandomi completamente, e mi rizzai a sedere sul letto.
    Mia mamma borbottò ancora qualcosa, che mi risultò incomprensibile, poi si voltò e uscì dalla
    stanza.
    Guardando l'orario mi accorsi che effettivamente erano le 7.30, e dovevo ancora prepararmi e
    raggiungere l'aereoporto, abbastanza distante da casa.
    Come uno scalmanato feci tutto l'occorrente in neanche 10 minuti, riuscendo così anche a fare
    colazione; poi, dopo i vari saluti alla famiglia, mi fiondai in macchina con la valigia e subito
    mi misi in strada.
    Il viaggio durò poco e più mi avvicinavo alla meta più diventavo nervoso.
    Quel giorno sarei partito finalmente per l'estero, più precisamente per la Germania, conseguenza
    scontata per un ragazzo di 20 anni che non trova lavoro nel propio Paese.
    Arrivato alle porte automatiche dell'aereoporto, aperte praticamente ogni momento per tutta la
    folla che c'era, il cuore mi batteva forte.
    Raggiunsi l'atrio principale facendomi coraggio e notai subito Veronica, che sarebbe stata la mia
    unica compagna in quella nuova avventura.
    Ma fermiamoci qua per una sua veloce presentazione.

    Io sono cresciuto sempre nella stessa città, sempre negli stessi quartieri e sempre con la stessa
    compagnia.
    Veronica si unì a noi più tardi, quando più o meno tutti avevamo 15 anni e lei 17, e fin da quel
    momento fu chiaro che non mi sopportava, quando io invece ebbi subito una cotta per lei; era una
    ragazza già bellissima allora, e ogni suo modo di fare mi faceva impazzire, ma non ci fu mai
    verso di entrare nelle sue simpatie.
    Vi starete chiedendo come sono finito a fare un viaggio da solo con lei; siamo diventati
    finalmente amici? La risposta è no.
    Arrivati noi tutti della compagnia a terminare gli studi, ci rendemmo conto della reale
    situazione che regnava nel nostro Paese e che trovare un lavoro era davvero un'ardua impresa.
    Ovviamente qualcuno ce la fece con spintarelle più o meno pronunciate; raggiunti i vent'anni
    senza aver trovato alcuna occupazione, noi cominciammo a discutere di altre strade, tra cui
    appunto l'estero.
    Ad un certo punto mi sembrò propio di aver convinto gli altri, che parvero eccitati all'idea
    di andare via; ma alla fine, chi per un motivo chi per l'altro, mi dettero buca tutti ad
    eccezione di Veronica.
    La cosa mi sorprese davvero molto perchè ancora non mi sopportava, e lo dimostrava anche
    apertamente.
    Seguì tutta una serie di passaparola tra me e lei, tramite i nostri amici, poiche ella non mi
    voleva parlare direttamente, e alla fine organizzammo il tutto.

    Quando mi vide, distolse quasi subito lo sguarda con la solita espressione infastidita, e questo
    mi impensierì e innervosì maggiormente.
    Attendemmo il volo ognuno per i fatti suoi e alla fine ci imbarcammo sul mezzo, che non attese
    molto a decollare.

    Cap.2 Situazione da convivenza, atto primo--------------------------------------------------------

    I primi giorni dopo il nostro arrivo passarono incredibilmente rapidi.
    Il viaggio era andato bene e trovammo quasi subito un appartamento in condivisione,con un ragazzo
    inglese; lui era davvero uno strano tipo, trascorreva la maggior parte del tempo fuori casa e
    quando c'era non ci si accorgeva quasi della sua presenza.
    Per quanto riguarda l'alloggio: Era formato da una cucina e da un bagno parecchio stretti,
    con solo il minimo indispensabile; c'era poi un soggiorno modesto che fungeva anche da sala da
    pranzo, un minuscolo ripostiglio e due camere da letto, una per Veronica e l'altra in
    condivisione tra me e l'altro conquilino; per fortuna mi ero assicurato la parte migliore della
    stanza.
    A posto con la residenza, io riuscii a farmi assumere come lavapiatti in un ristorante italiano,
    mentre la mia "amica" venne assunta come cameriera in un bar; sfortunatamente entrambi facevamo
    più o meno gli stessi orari, quindi trascorrevamo il tempo a casa negli stessi momenti.
    Il primo avvenimento degno di nota si presentò dopo circa un mese dal nostro arrivo:
    Era un pomeriggio piovoso ed ero appena tornato stanco dal mio turno lavorativo, così decisi di
    farmi una rilassante doccia calda; dopo due minuti ero già sotto l'acqua che mi scrosciava
    piacevolmente sulle spalle.
    Stavo quasi pensando di aggiungerci anche una bella masturbata quando la porta del bagno si aprì.
    All'inizio non me ne preoccupai molto, mi era già successo di dover condividere anche il bagno
    con il conquilino John dato che esso era uno solo per tutti, ma poi iniziai a sospettare che non
    fosse il ragazzo quando, attraverso il vetro offuscato della doccia, vidi una figura seduta sulla
    toilette e non in piedi.

    -Are you, John?- Chiesi, senza ottenere risposta.

    Aprii un poco la doccia per sbirciare fuori, e trovai niente meno che Veronica che stava
    pisciando; ammetto che quella sua posizione, con le cosce semi nude e la parte visibile del suo
    inguine, me lo fece rizzare, ma lei fece finta di niente; la ragazza finì la sua necessità
    poi si pulì e si alzò, in modo tale da non mostrarmi niente di più, si sistemo e poi uscì.
    Io ero rimasto impietrito tutto il tempo e solo quando rimasi solo, mi riscossi.
    Avevo sempre sentito di scuole con i bagni in comune, tra maschi e femmine, ma non solo in quel
    momento compresi cosa ciò significasse veramente; comunque preferì chiudere un occhio e
    dimenticarmi l'accaduto, per quanto mi fosse possibile.

    Cap.3 Situazione da convivenza, atto secondo------------------------------------------------------

    Una cosa che non ho detto su Veronica è che in lei vive anche un lato da maschiaccio; dalla
    prima volta che la vidi, questo suo aspetto lo mostrò solamente 2 volte in totale, e in entrambe
    era accaduto perchè si era infuriata seriamente.
    Fatto sta che purtroppo la terza volta capitò lì in Germania: era una delle tante serate da fine
    settimana, piatte e noiose; io e Veronica eravamo in soggiorno insieme, io a leggere un libro al
    tavolo e lei sul divano a guardare la televisione, sempre ignorandoci ovviamente.
    Ad un tratto la porta di ingresso si aprì e John, visibilmente ubriaco, entrò barcollando; finì
    a terra in cucina, si rialzò con sguardo confuso, inquadrò Veronica e si diresse da lei.
    I due non avevano mai avuto una conversazione più lunga di un saluto, ma questo non impedì al
    ragazzo di prendersi troppe libertà; si lasciò cadere di peso accanto a lei e le cinse le spalle
    con un braccio e, quando lei si voltò per scacciarlo, le diede un bacio a tradimento sulla bocca.
    Io mi drizzai subito dalla sedia, pronto a intervenire, ma la ragazza si pulì subito la zona
    violata e con un mega spintone fece piroettare John giù dal sofà.
    Quest'ultimo, dopo qualche istante, si rialzò confuso ma non tardò a riprovarci, riavvicinandosi
    a lei.

    -I want you, girl!- Esclamò con uno strano timbro di voce.

    Poi si abbassò i pantaloni mostrando i suoi boxer, che lasciavano poca immaginazione sul suo pene
    ritto, e fece per avventarsi sulla ragazza; ella caricò la gamba e mollò un calcio nei bassifondi
    dell'assalitore, il quale si piegò in due a terra.
    Ma questo non bastò a Veronica, che si accanì nuovamente sul disgraziato menando pugni e calci in
    ogni dove.
    Io, pur avendo timore di quella furia, mi intromisi riuscendo a fermare il massacro; la ragazza,
    con il fiatone, si voltò e corse in camera dove si chiuse a chiave.
    Per mio conto le davo pienamente ragione, ma comunque mi rimaneva il dubbio di come comportarmi
    con il poveraccio tremante ai miei piedi.
    Alla fine controllai che non avesse niente di rotto, lo trasportai sul suo letto, presi coperte e
    cuscino, uscii e lo chiusi dentro nella camera; passai davanti alla porta di Veronica, dicendole
    cosa avevo fatto e chiedendole se stava bene e se aveva bisogno di qualcosa, ma non ottenni
    risposta.
    Mi sistemai sul divano per la notte, anche se dormii male per il recente accaduto.
    Il giorno seguente spiegai ad un sempre più scosso John quello che aveva fatto, e alla fine lui
    fece i bagagli, si scusò con voce sottile e imbarazzato con Veronica e se ne andò.
    Fu così che rimanemmo in due nell'appartamento, con una parte maggiore di soldi da sostenere.

    Cap.4 Situazione da convivenza, atto terzo--------------------------------------------------------

    Trascorse tre settimane dalla perdita del conquilino, io e Veronica eravamo alla disperata
    ricerca di un sostituto; non che l'essere in due fosse del tutto negativo, come ad esempio il
    fatto che avevo la camera tutta per me, però le spese in più ci permettevano solamente il
    minimo indispensabile per vivere.
    Una serata non di turno, mi ritrovai sul letto senza sapere cosa fare, quando mi ricordai
    improvvisamente del portatile che mi ero portato dietro; lo collegai alla corrente e lo accesi
    con la triste premessa di non potermi collegare ad Internet.
    Per fortuna scoprii con piacere che uno dei vicini aveva una rete senza protezioni, così
    subito ne approffittai.
    Come feci a dimenticarmi di tale computer fino a quel momento me lo sto domandando ancora ora.
    Di certo la prima cosa che avrei dovuto fare sarebbe dovuta essere il contattare amici o
    parenti con Skype, ma la mia astinenza da seghe aveva raggiunto livelli critici e quindi la
    mia prima meta fu un sito porno.
    Con i fazzoletti a portata di mano e l'audio abbassato quasi al minimo, iniziai subito a
    masturbarmi davanti al video hard di una scopata esagerata di una coppia amatoriale.
    Ad un tratto la donna lanciò un grido troppo acuto che nel silenzio dell'appartamento di sicuro
    si sarebbe sentito, se non era per il fatto che per il momento ero ancora da solo, o almeno così
    credevo.
    Dopo un breve attimo di tensione, abbassai ancora di più il volume e ripresi a segarmi; il video
    finì e subito ne feci partire un altro.
    Ad un tratto la porta della camera si aprì e comparve Veronica che si immobilizzò fissandomi con
    un'indecifrabile esrpessione; io ero rimasto di sasso, con il membro in mano e di sottofondo una
    coppia lesbica che si dava al tribadismo.
    Dopo un istante di nulla, che parve durare un'eternità, la ragazza si riprese e venne verso di
    me, andosi a mettere dietro di me; poi con una mano mi comprì gli occhi.
    Io ero troppo pietrificato per fare qualsiasi cosa e rimasi inerme in attesa finche non sentii
    l'altra mano di Veronica che mi liberò il cazzo dalla mia, e poi iniziò lei stessa a segarmi.
    Purtroppo io ero così imbarazzato e leggermente stordito che la mia eccitazione stava scemando.
    Vedendo che il mio membro si stava ritraendo, la ragazza smise subito e tolse la presa da esso;
    una parte di me temeva che stesse per andarsene ma poi lei afferrò una mia mano e se la portò
    lentamente sotto la sua gonna, precisemente nelle sue mutandine, dove appoggiai le dita sulla
    sua vagina.
    Bastò quello perchè la magia tornasse, infatti mi si rizzò ancora ed ella riprese a masturbarmi
    quasi dolcemente, mentre io iniziai a sondare l'interno della sua intimità.
    La mente si sblocchò del tutto dallo stato catatonico e presi ad immaginare che la coppia del
    video porno precedente fossimo noi due, aumentando di gran lunga il mio libido.
    Tale fantasia fu decisiva, portandomi al culmine vero e propio, e venni con un primo schizzo,
    seguito dalle seguenti fuoriuscite che colarono sulla mano di Veronica.
    Prima ancora che finissero gli spasmi ella era già uscita dalla stanza.
    Il giorno seguente, appena sveglio, mi ritrovai perso in un turbinio di pensieri che girava
    attorno al pensiero della ragazza; ancora non riuscivo a credere che fosse successo davvero,
    ma cosa ancora più sconcertante che Veronica, da sempre astiosa verso di me, tutto d'un tratto
    si fosse avvicinata così tanto, e in quel contesto poi.
    Quel dì avrei avuto il turno serale, come Veronica del resto, e spesi tutto il tempo libero
    in tensione, guardandola di soppiatto e cercando di scovare un dettaglio che tradisse il suo
    consueto ignorarmi, come prova di quanto accaduto la sera prima; fu tutto inutile.
    Nei giorni seguenti cercai di convicermi che era stato tutto un sogno o una fantasia, anche se
    la mia parte logica non ci sarebbe mai riuscita.

    Cap.5 La nuova conquilina-------------------------------------------------------------------------

    Trascorso qualche altro giorno, girovagando sulla Rete, scovai un sito per l'offerta e ricerca
    di convivenza; speranzoso mi iscrissi e postai il mio annuncio per la richiesta di conquilini.
    Dopo una settimana, senza nessuna risposta, ero pronto a gettare la spugna quando ecco che
    si candidò una ragazza francese.
    Dopo solo cinque giorni, ella si presentò alla nostra porta con la valigia in mano; era una
    bomba.
    Candice, il nome con cui iniziò la sua presentazione, era una ragazza non troppo alta e forse
    un po' troppo snella, ma aveva un corpo da paura, con tutte le curve al punto giusto; aveva
    lunghi capelli biondi a boccoli, occhi ambrati, un bel nasino e una bocca sensuale.
    La diciotenne ci disse, nel suo inglese francese, di essere venuta in Germania per studio e che
    aveva avuto fortuna a trovare l'offerta nella nostra stessa città.
    Dopo i primi tempi, in cui io finii ad occupare la stanza singola per lasciare l'altra alle
    ragazze, Candice si ambientò più che bene e, cosa assai strana, riuscì ad entrare nelle
    simpatie di Veronica.
    Io invece avevo qualche difficoltà poiche la francesina girava in casa quasi sempre mezza nuda,
    nonostante il freddo, ed io ero sempre arrapato e dovevo nascondere il gonfiore nei bassi fondi.
    Nel tempo libero, ad esempio, aveva l'abitudine di praticare esercizi fisici in salotto vestita
    con pantaloni attillatissimi, tanto da mostrare la sua intimità, e reggiseno; oppure, quando
    studiava, indossava un maglioncino che non abbastanza lungo da coprire il suo bel sedere coperto
    solo dalle mutandine e le sue meravigliose gambe, poiche si sdraiava sulla pancia sul divano.
    Ma il vero infarto lo rischiai un giorno, mentre ero sotto la doccia:
    Dopo un'ennesima sezione di lavoro massacrante, rilassarsi sotto l'acqua calda era quasi
    d'obbligo.
    Dopo la prima volta che Veronica era entrata nel bagno con me dentro, avevo preso
    l'abitudine di accendere della musica a volume medio alto, in modo tale da non sentire se
    la ragazza entrava per i fatti suoi; quindi quando quella volta fu Candice a farlo, io
    non mi accorsi di nulla.
    Ad ella evidentemente non serviva la toilette perchè all'improvviso aprì la doccia ed entrò anche
    lei; all'inizio continuai ad essere ignaro, dato che ero girato verso il muro con lo shampoo sulla
    testa ma, quando sentii la pioggia d'acqua scemare dietro di me, mi girai con le mani ad
    artiglio per afferrare i rubinetti trovandomi però a stringere una coppia di bei seni morbidi.
    Rimasi così per qualche istante intuendo cosa fossero, grazie anche ai capezzoli che sentivo sui
    palmi, poi scostai subito le mani facendo l'errore di aprire gli occhi, rimanendo temporaneamente
    accecato con un bruciore tremendo.

    -Chi sei?- Riuscii comunque a chiedere in inglese, mentre mi strofinavo gli occhi.
    -Candice- Mi rispose la ragazza che evidentemente stava ridacchiando.
    -Cosa fai qui?- Domandai allora quasi balbettando.
    -Ho bisogno di una doccia- Rispose lei ancora ridacchiando.

    Stavo quasi iniziando a pensare che la ragazza volesse davvero solo lavarsi, quando ella mi afferrò
    il cazzo, ormai rizzato e duro.

    -Ehi!- Esclamai cercando di scansarmi.
    -Lasciami fare, è un rimedio per il male- Disse lei tranquillamente.

    Anche se non avessi voluto, cercare di scappare da quel posto ristretto senza vedere niente era
    davvero pericoloso; così rimasi fermo in balia dela ragazza.
    Candice si mise in ginocchio ed iniziò a masturbarmi con una mano, mentre con l'altra mi
    massaggiava le palle, mentre io aprii nuovamente i rubinetti facendo scorrere l'acqua su di noi.
    Non passò molto tempo, quando la ragazza prese anche a leccarmi la cappella e passò ancora meno
    quando prese il mio cazzo in bocca ed iniziò una serie di pompini incredibili.
    All'approssimarsi del culmine, le scostai i suoi bei capelli da attorno al viso, tenendoglieli poi
    fissati all'indietro, ma la cosa non servì perchè ella non si schiodò dal mio membro, neanche
    quando alla fine venni lasciandomi sfuggire un gemito; quando gli spasmi finirono mi staccai dai
    lei, percependo un filo di sperma che da me era ancora ancorato alle sue labbra.
    Candice lo spezzò e poi sono ancora sicuro tutt'ora che ingoiò il tutto.
    Poi ella si lavò, mentre io ero in un angolo mezzo sconvolto e ancora accecato e dolorante, poi
    la sentii uscire.
    Quando infine riacquistai la vista, l'unico segno rimasto del passaggio della ragazza fu il mio
    pene appiccicoso.
    Nei giorni seguenti, Candice mi lanciò di nascosto svariate occhiate provocanti, facendomi ogni
    volta arrossire.

    Cap.6 Situazione da convivenza, atto quarto-------------------------------------------------------

    Successivamente le cose iniziarono ad andare meglio, almeno economicamente parlando, ma così non
    fu per la mia altra situazione: Candice.
    Non voglio essere frainteso, lei mi arrapava immensamente, ma dall'episodio della doccia si era
    svegliata una parte di me che mi faceva sentire in colpa nei confronti di Veronica.
    Quest'ultima ovviamente continuava ad ignorarmi però, da quell'accaduto in camera, un'altra parte
    di me mi diceva che era lei che volevo; quindi immaginatevi la confusione che avevo in testa.
    Comunque, una sera in cui me ne stavo spaparanzato sul letto a leggere, sentii un dialogo tra le
    mie due conquiline, nella stanza accanto grazie alle pareti sottili, che mi lasciò sconcertato:

    -Cosa c'è li sotto?- Chiese Candice.
    -Niente- Rispose Veronica.
    -Avanti, fammi vedere!- Esclamò la prima, evidentemente eccitata.
    -No! No! lascia stare!- Ribatte la seconda, indubbiamente imbarazzata.

    Seguirono rumori concitati, come di una zuffa.

    -Ecco cos'è! Quanto è grosso!- Riprese Candice, che probabilmente aveva vinto lo scontro.
    -Abbassa la voce, cretina!- La sgridò Veronica, che pareva propio ancora più imbarazzata di prima.
    -Ma di che ti preoccupi? Ti prego, fammelo provare!- Disse la prima.
    -Pr... pr... provarlo? Ma è mio, lo uso io!- Ribatte la seconda, balbettando.
    -Dai! Basta lavarlo bene!- Non demorse Candice.
    -Lo vuoi usare qui, ora?- Chiede Veronica.
    -Sì! Ne ho davvero voglia, anzi bisogno!- Ribadì la prima, ancora più eccitata.

    Seguì un lungo momento di silenzio, come se Veronica stesse riflettendo su tale richiesta.

    -Ok, però non attivarlo al massimo, altrimenti si scaricano le batterie subito- Disse infine
    sconsolata.

    Dopodiche sentii una delle due uscire dalla camera per andare in bagno, lo scroscio dell'acqua del
    rubinetto per qualche istante, e il ritorno; poi, accostando l'orecchio alla parete divisoria,
    potei sentire dei sospiri sommessi, e l'avvio di un qualcosa che pareva vibrare.

    -Così è troppo alto, lascialo a me, ti aiuto io- Disse Veronica.

    Il rumore vibrante si abbassò e poi sentii gemiti e sospiri sommessi per parecchio tempo, fino a
    quando non udii un lamento di piacere più lungo e forte degli altri, che infine si spense.

    -Uao! E' stato stupendo!- Esclamò Candice con un leggero ansimare. -Però ho bagnato le lenzuola,
    ora devo cambiarle- Disse poi, infastidita.

    L'idea che mi ero fatto sull'accaduto era abbastanza chiara, le ragazze avevano condiviso una
    masturbazione con un vibratore, che era di Veronica tra l'altro.
    Quella notte feci fatica ad addormentarmi, ero veramente arrapato.
    In ogni caso un'idea malvagia si era fatta strada tra i miei pensieri, un'idea che la ragione mi
    urlava di dimenticare, ma che alla fine seguì.
    Nei giorni seguenti, il primo momento in cui rimasi da solo a casa partii con la fase iniziale,
    che ovviamente fallì subito;
    Entrai nella camera delle ragazze, che era abbastanza incasinata, e studiai velocemente il loro
    lato di parete del muro divisorio, per cercare un punto nascosto che offrisse una buona visuale
    dall'altro lato, dove poter creare un foro; alla fini scoprì che sarei stato scoperto in ogni
    caso.
    Comunque l'idea era ancora lì, impossibile da rimuovere.

    Cap.7 Situazione da convivenza, atto quinto-------------------------------------------------------

    Dopo aver sgobbato come un mulo da soma per qualche giorno, con vari straordinari, riuscii
    finalmente ad acquistare lo strumento cruciale per il mio piano, ovviamente tenendolo nascosto
    alle conquiline.
    Così, in un altra occasione in cui rimasi a casa da solo, ritornai nella stanza delle ragazze e
    finalmente trovai il nascondiglio perfetto: La scrivania presente nella stanza era fornita di
    un portaoggetti sotto-banco, uno spazio non illuminato e mai utilizzato.
    Con cura, vi posizionai la mia nuova mini videocamera, in posizione tale da fornire la giusta
    visuale, ovvero inidirizzata sopra ai due letti, messi contro la parete opposta.
    Quell'aggeggio era perfetto, funzionante senza fili, e collegandolo al computer nella mia
    stanza notai anche che aveva un buon dettaglio d'acquisizione.
    Fu solo alla sera però che riuscii a testarlo seriamente, anche se non accadde niente di
    sconcertante; Veronica e Candice si cambiarono per la notte, mostrandomi le loro grazie
    seminude e facendomelo rizzare, ma poi si misero a letto e dopo poco constatai che non sarebbe
    accaduto nulla di più.
    Comunque notai che le due avevano dei bei corpi; Veronica aveva un sedere da urlo, con due
    natiche desiderose di essere sculacciate, mentre Candice era distinta per un seno da paura,
    che il reggiseno non riusciva a nascondere, e per le sue belle gambe.
    Alla fine considerai quella sera come prova zero, soffocando i sensi di colpa.
    Per poter assistere a qualcosa di piccante, dovetti attendere qualche giorno.
    Un pomeriggio mi trovavo a casa con Candice, che per una volta era attenta a studiare invece
    provocarmi; ad un certo punto la ragazza si alzò dal divano, mi passò accanto così vicina da
    sfiorarmi e si ritirò nella sua stanza.
    Dopo qualche secondo ero in camera mia, davanti al portatile acceso.
    Quando infine mi connessi alla videocamera trovai la ragazza sdraiata sul suo letto, che
    pareva in attesa di qualcosa ma anche un po' annoiata.
    Dopo qualche istante, scrollò le spalle e tirò fuori da sotto il letto la sua valigia, la
    aprì e frugandoci dentro ne tirò fuori una rivista, che pareva propio essere spinta; si
    sistemò comodamente sul letto, quasi sdraiata con le gambe piegate e semidivaricate, prese
    a sfogliarla e poco dopo iniziò a massaggiarsi le mutandine, che ben presto si bagnarono in
    zona vagina.
    Vedendo ciò io ero già con il cazzo fuori e in mano, ed iniziai a masturbarmi quando Candice
    si tolse lentamente l'indumento intimo, lasciandoselo attorcigliato su una coscia, e passò
    a tastarsi direttamente il suo fiore con tutte e cinque le dita di una mano; la ragazza
    l'aveva propio come piaceva a me: Rasata, con le labbra non troppo sporgenti e il clitoride
    visibile.
    Sfogliando l'ennesima pagina, Candice si soffermò su qualcosa che evidentemente aveva
    catturato la sua attenzione, mentre aumentava il ritmo nelle zone inferiori, inziando ogni
    tanto anche a infilarsi due dita nella vagina, mentre con l'altra mano si palpava il seno,
    coperto dal maglioncino.
    Dopo poco, all'improvviso, con quest'ultima si aggrappò alle lenzuola mentre innarcava la
    schiena godendo come una porca, con una lacrima di liquido lubrificante che le colava
    nell'interno coscia.
    Quando si fu ripresa dal piacere si alzò, nascose la rivista, si prese il cambio vestiti e
    uscì dalla stanza chiaramente diretta in bagno; io che non ero ancora venuto ed ero più
    arrapato che mai, decisi infine di prendermi la stessa libertà che la ragazza si era presa
    in passato.
    Presi l'occorrente e raggiunsi il luogo dov'era Candice, la quale era già sotto l'acqua, mi
    spogliai e aprii la doccia; l'altra era ovviamente nuda, pur essendo girata di spalle, e si
    voltò solo con il volto notandomi lì, nudo e con il cazzo rizzato e duro.
    Candice reagì come non mi sarei mai aspettato: Si coprì le parti intime con braccia e mani,
    ed iniziò a brontolare in francese, lasciandomi comunque intendere che dovevo sloggiare.
    Non potei far altro che uscire, rivestirmi e abbandonare la stanza, trovandomi davanti
    Veronica, appena tornata dal lavoro e palesemente arrabbiata, che poi si spostò in cucina
    dandomi il tempo di andare nella mia stanza, meditando su quanto siano strane le donne.

    Cap.8 Cambio di lavoro----------------------------------------------------------------------------

    Seguì un periodo morto, in cui non accadde niente che fosse degno di nota, solo lavoro e
    lavoro; poi, in un giorno di sole che parve accompagnare l'evento, Veronica annuncio a noi
    o per meglio dire a Candice, di aver trovato un altro lavoro: Segretaria per un centro di
    bellezza, accomodante per più Paesi tra cui l'Italia.
    Quest'ultima non sembrò molto colpita pur congratulandosi, ma io ero rimasto veramente
    stupito che in così poco tempo fosse riuscita a trovare un vero lavoro a tempo
    indeterminato.
    Veronica si provò l'uniforme da lavoro e, quando uscì da camera sua, non potei fare a meno
    di pensare che così vestita rispecchiava di gran lunga una delle mie fantasie erotiche più
    frequenti: Indossava scarpe nere e lucide con il mezzo tacco, collant scuri, una gonna
    grigio scuro al ginocchio, una camicetta bianca e sopra una giacchetta elegante.
    Insomma, avrei voluto spalancarle la camicetta, prenderla da dietro e sbattermela fino allo
    sfinimento; turbato da quei pensieri violenti, mi ritirai in camera per cercare di placare
    i bollenti spiriti, notando che forse Candice si era accorta di qualcosa.
    Era vero che non mi masturbavo da parecchi giorni, però erano comunque pensieri troppo
    forti, che non avevo mai provato così intensi.
    Passata una settimana, Veronica tornò a casa con una uniforme in più; da quanto potei
    capire, era accaduto un disastro con una sua collega, quindi le avevano fornito il cambio
    e aveva potuto tenersi quella vecchia, che sistemò nell'armadio con l'aria di chi non
    l'avrebbe tirata fuori mai più.
    Invece io rividi quei vestiti molto prima di quanto pensassi.
    Un giorno rincasai stanco dal lavoro, aspettandomi di trovare solamente Candice nel suo
    finto studiare, lunga tirata sul divano.
    Ma quando entrai in casa, trovai il salotto desolatamente vuoto, e così anche la cucina e il
    bagno, come potei constatare poco dopo; magari la conquilina era uscita una buona volta a
    farsi una passeggiata, fatto sta che era finalmente arrivato il momento di farsi una bella
    sega, anche solo per sollevarmi un po' il morale.
    Per sicurezza sbirciai anche nella stanza delle ragazze, che aveva la porta aperta, ma
    confermò solo il fatto che ero da solo in casa.
    La mia intenzione era di andarmene in doccia, e rilassarmi in tutti i sensi sotto l'acqua
    calda, quindi raggiunsi la mia camera, che invece aveva la porta chiusa.
    Al momento non me ne curai, quasi non mi ricordavo cosa avevo mangiato a colazione nello
    stesso giorno, quindi entrai; accesi la luce e, girandomi verso il letto, rimasi bloccato
    sulla soglia perchè su di esso c'era Candice, vestita in tutto e per tutto con la vecchia
    divisa di Veronica, che presentava una bruciatura sulla camicetta.
    La ragazza sogghignò maliziosa, come se non aspettasse altro, con gli occhi evidentemente
    desiderosi di una sola cosa.

    -Ciao Nino!- Mi disse senza smettere di sorridere, in quel suo inglese francese.
    -Alla fine ho scoperto cosa ti piace- Aggiunse poi, dato che io rimanevo muto.
    -Vieni qua e chiudi la porta!- Esclamò poi, come fosse un ordine.

    Io ovviamente obbedì, chidendomi la porta alle spalle, un po' perchè ero arrapato e un po'
    perchè quella ragazza mi metteva soggezione; lei mi prese per un braccio e, senza troppi
    complimenti, mi tirò a sedere sul letto accanto a lei.
    La Monella, come presi a chiamarla di nascosto successivamente, mi spinse all'indietro
    facendomi sdraiare e subito mi saltò a dosso, come in una prematura versione del posizione
    cowgirl; si tolse con tutta calma la giacchetta e ancora più tranquillamente si sbottonò la
    camicetta per poi scoprire del tutto il suo reggiseno e tutto il buono che vi era dentro.
    Dopo di che, Candice si sporse verso di me, mi strappò letteralmente la camicia che
    indossavo, facendo schizzare via alcuni bottoni e poi prese a strusciare il suo davanzale
    ipnotico sul mio torso nudo, mentre la mia bandiera era già al massimo dell'asta, se capite
    la metafora.
    Incerto, io portai le mani sulle sue cosce lisce e morbide ai lati della mia vita, ma lei
    me le prese tra le sue, si portò maggiormente avanti su di me e me le mise sul suo didietro
    coperto dalla gonna, che presi subito a massaggiare mentre lei si strusciava ormai sulla
    mia faccia.

    -Io ti ho già assaggiato, ora tocca a te!- Esclamò all'improvviso, con voce accaldata.

    Non so se si fosse spiegata male in inglese, ma comunque afferrai il concetto intuendo cosa
    ne sarebbe coseguito.
    La ragazza proseguì la sua avanzata e alla fine mi ritrovai con la testa tra le sue cosce,
    riuscendo a vedere cosa portava sotto la gonna; Ella si tirò su l'indumento, fino a che non
    le rimase arrotolato attorno alla vita, rimanendo in mutandine coperte dal collant che senza
    problemi afferrò e strappò, liberando la zona pubica.
    Subito iniziò a strofinarsi sulla mia faccia, e potei constatare che era già bagnata, dunque
    si fermò giusto il tempo di levarsi l'indumento intimo, mostrandomi la sua già vista vagina
    e stavolta me la portò dritta sulla bocca, senza possibilità d'equivoci.
    Non avevo mai avuto un rapporto orale, quindi iniziai impacciato a leccagliela un po' dove
    capitava, mentre lei partiva a palparsi le tette che aveva appena liberato al vento; in un
    brevissimo attimo di lucidità riuscii ad indirizzarmi al suo clitoride, che presi a succhiare
    in alternanza con le leccate.
    Dovevo aver pensato giusto perchè mancò poco che ella prese ad ansimare di piacere, ed io
    aggiunsi un paio di dita all'opera penetrandola, mentre con l'altra mano mi sbottonai i jeans
    e tolsi il guinzaglio al mio cazzo, che sventolò felice e ritto.
    Quando Candice se ne accorse, mi immobilizzò subito il tutto, si mi se a gattoni ed
    indietreggiò fino a portarsi nella posizione iniziale, ovvero propio sopra la mia asta, mentre
    io rimasi immobile con un po' di liquido vagina sparso attorno alla bocca.
    La ragazza si abbassò più lentamente possibile e la prima penetrata sembrò durare in eterno,
    mentre il mio cazzo spariva quasi a rallentatore nella sua intimità, e quando infine le fui
    dentro del tutto, si lasciò scappare un lieve gemito.
    Io però non volevo una scopata tradizionale, volevo invece strarle più attaccato possibile,
    come per sentire di più la nostra unione; così mi aiutai con le bracci e mi sedetti,
    trovandomi le sue tette spiacciccate al mio petto.
    Candice allora si avvinghiò si aggrappò con le braccia a me, e mi circondò la vita con le
    gambe chidendole dietro ad anello, una delle posizioni che più mi faceva eccitare, poi
    entrambi ci aiutammo a vicenda nel procedere delle penetrazioni ritmiche.
    Tra quella cavalcata, il suo seno dai capezzoli turgidi che strusciava contro di me e il
    profumo indefinito ma buono dei suoi capelli, io ero totalmente in estasi; ad ogni accesso
    delle sua intimità assaporavo la ripassata calda del suo interno sul mio membro.

    -Andiamo in doccia!- Esclamò all'improvviso Candice ansimante ed eccitata.

    Senza rifletterci sopra, l'afferrai per le natiche e la sollevai mentre ella si stringeva
    con maggiore forza a me; quasi strisciando i piedi la portai in bagno, mantenendo sempre il
    mio cazzo dentro di lei, la quale liberò un braccio da me per chiudere la porta,
    mi aiutò ed io aiutai lei a togliere i rimanenti vestiti, aprì lo sportello della doccia e
    infine per aprì l'acqua che subito piovve su di noi.
    Ci appoggiammo al muro e riprendemmo a scopare, questa volta con più vigore mentre partivamo
    anche a slinguazzarci.
    Il culmine mi raggiunse troppo velocemente, senza darmi il tempo di pensare, e con una goduria
    immensa le venni dentro mentre continuavo a penetrarla senguendo i miei impulsi.
    Il piacere si affievolì poco a poco, e quando mi staccai da lei ci univa ancora un filo di
    sperma che alla fine si spezzò allontanandoci.
    Candice, dopo essersi ripresa un poco, mi si portò davanti e mentre mi ripuliva il cazzo con
    delle leccate paurose, divaricò le gambe e spingendo si aiutò a far colare i residui del mio
    seme a terra, dove seguirono il flusso dell'acqua fino allo scarico.
    Infine ci lavammo, un po' da soli un po' a vicenda, ci asciugammo e nudi riuscimmo fortunatamente
    a raggiungere le rispettive camere, non avendo portato dietro i vestiti per ovvi motivi, prima
    che Veronica tornasse.
    Ripensando successivamente all'accaduto, a mente lucida, ebbi il terrore di averla messa incinta,
    ma Candice mi rivelò poi che aveva preso la pillola; aveva calcolato tutto la Monella.

    Cap.9 Situazione da convivenza, atto sesto--------------------------------------------------------

    A distanza di qualche settimana l'accaduto con la francesina mi tornava ancora spesso in mente,
    più lucidamente di quanto fosse stato in quel giorno; eppure una parte di me si sentiva per la
    seconda volta in colpa, nei confronti dell'altra mia conquilina.
    Comunque una cosa positiva, o negativa a senconda dei punti di vista, la recente scopata aveva un
    poco calmato i bollenti spiriti a Candice, la quale non si esibiva quasi più per me in pose e
    abbigliamento provocanti; da un lato, questo mi dispiacque perchè tornando a casa dal lavoro non
    vedevo più la solita divina visione, distesa sul divano; ma comunque ero tornato ai cari vecchi
    porno, almeno fino a che sbadatamente non feci cadere il portatile che si ruppe irrimediabilmente.
    Certo potevo ancora contattare la famiglia con il cellulare, ma comunque ogni giorno che passava
    ero sempre più arrapato.
    I sensi di colpa verso Veronica ormai ero riuscito a seppellirli e la voglia di possedere ancora
    Candice era sempre più forte, anche se ella sembrava aver perso ogni attrazione verso di me;
    eppure io mi ero fissato con l'idea che se ti fanno provare il paradiso per poi non offrirtelo
    più, te lo devi conquistare da solo.
    Una mattina in cui ero a casa da solo con la ragazza, decisi di tentare il tutto per tutto,
    voglioso di sesso com'ero; mi alzai dal letto con l'uccello già ritto, e invece di vestirmi mi
    spogliai completamente.
    Uscii dalla mia stanza e feci un rapido giro della casa, notando però che Candice era ancora a
    dormire, probabilmente; così, in silenzio raggiunsi la sua porta, la aprii piano e nella
    semioscurità mi avvicinai al suo letto.
    La porcella dormiva pacificamente con un po' di bavetta su un angolo della bocca, che al momento
    mi eccitò maggiormente; dormiva su un fianco non del tutto coperta dalle coperte, lasciando
    esposto il suo bel fondoschiena e le sua gambe lisce illuminate dall'alone di luce che entrava
    dall'esterno della camera; la cosa che mi fece eccitare di più fu però che indossava una camicia
    da notte con evidentemente niente sotto di essa.
    Tutti i rimorsi che avrebbero potuto fermarmi, erano stati totalmente sconfitti dalla mia
    eccitazione crescente, quindi mi porsi su di lei e lentamente le sollevai la veste, confermando
    quello che senza di essa, la ragazza era nuda.
    Pensando che forse ella avesse il sonno pesante, le afferrai delicatamente la natica più in alto
    sollevandola e scoprendo la sua figa stretta che però non celava del tutto le sue labbra
    vaginali; feci scorrere due dita su tutta la sua lunghezza e poi, come se esse cercassero con
    volontà propia il calore, gliele infilai dentro nella sua umidità.
    Ad un tratto mi staccai da lei, quando la ragazza ancora addormentata si mosse nel sonno e dal
    fianco si girò fino a posizionarsi a pancia in giù; nello spostamento le coperte si erano
    disfatte, e finirono per coprirle solo la schiena.
    Purtroppo tale posizione non era adatta per penetrarla furtivamente, così mi portai su di lei, a
    livello del suo fondoschiena con le gambe ai lati delle sue coscie, le scostai un poco le
    natiche e vi ci misi il mio cazzo in mezzo, poi iniziai a masturbarmi piano; continuai per
    poco prima di capire che non mi bastava, volevo penetrarla di nuovo.
    All'improvviso la ragazza borbottò qualcosa e si mosse nuovamente, facendomi sollevare, per
    rigirarsi tra le mie gambe e per portarsi dritta dritta di fronte a me, liberata finalmente dalle
    coperte.
    La tentazione di provare ad entrarle dentro era quasi irresistibile; però notai poi che una
    spallina della camicia da notte le era scivolata su una spalla lasciando scoperta una delle
    sue tette stupende, che mi attirò maggiormente della sua vagina depilata.
    Mi allungai allora su di lei, e mentre con una mano presi a segarmi, portai la bocca su un suo
    capezzolo e presi a succhiarglielo prima dolcemente e poi sempre più prepotente.
    Ad un certo punto mi accorsi che Candice, incredibilmente ancora addormentata, si portava la mano
    alla sua fica e iniziava a massaggiarla sospirando, come se stesse sognando, mentre con il braccio
    mi strusciava leggermente le palle.
    Sentendo il piacere avvicinarsi al culmine, le scostai delicatamente il braccio dalla sua intimità
    ora un po' bagnata, mi issai fino a portarmi al livello poco più sotto del suo seno, glielo snudai
    completamente, ci infilai il mio uccello in mezzo alla bella e buona e, stringendo con le mani le
    sue tette su di esso, continuai a masturbarmi.
    Ero ormai prossimo a venire quando, per la sfiga più nera, la ragazza aprì gli occhi svegliandosi;
    scorsi vagamente la sua sorpresa perchè dopo due secondi il mio cazzo esplose schizzandola in piena
    faccia, poi sul collo ed infine scemando un poco più giù.
    Rimasi ansante ed immobile a fissare quel faccino tutto sborrato, fino a che Candice non si riebbe
    ed iniziò ad assestarmi della manate ovunque riuscisse a beccarmi; io mi allontanai frettolosamente
    con il cazzo sbattacchiante che schizzava un po' ovunque, poi indietreggiai fino al muro quando
    ella si ripulì la faccia con una mano, recuperò il vibratore di Veronica e poi venne verso di me
    incazzata nera.
    Fui convinto che mi avrebbe assestato un calcio nei cosiddetti fino a che non mi fu davanti e,
    afferratomi il mio uccello con la mano sporca, mi trascinò in bagno; mi costrinse ad entrare nella
    doccia e mi fece sedere, mollando solo poi il mio uccello.
    Candice si levò la camicia da notte che gettò sul lavandino rimanendo splendidamente nuda, chiuse
    lo sportello, si puntò con una gamba a terrà mentre sollevò l'altra appoggiandosi ad una parete e
    iniziò a masturbarsi con il giocattolo erotico.
    Io rimasi immobile, osservando la scena e notando che la ragazza si penetrava un po' troppo
    animatamente e che ogni tanto faceva una breve pausa; non capii cosa volesse fare fino alla fine.
    Tutto d'un tratto ella ebbe un fremito, si estrasse di colpo il vibratore lasciandolo cadere su di
    me, poi frese a sfregarsi con foga la zona clitoride e di colpo dalla sua vagina partirono dei veri
    e propi getti di liquido caldo, che accommpagnò con dei gridoletti di piacere misto dolore;
    ovviamente si indirizzò verso di me, ed io ne fui presto ricoperto.
    La maiala però non aveva ancora finito di punirmi, difatti si portò sopra di me, mi spiattellò la
    sua figa direttamente sulla mia faccia bagnata dei suoi liquidi, e si appoggiò con mani e braccia
    alla parete dietro di me; era chiaro quello che dovevo fare.
    Anche se in parte controvoglia, presi a leccarle la sua intimità, dal sopra al sotto, facendola
    rabbrividire dal piacere; aggiunsi anche in alteranza delle penetrate lingue che non le
    dispiacquero.
    Poi, non ancora soddisfatta, si staccò da me e si voltò, divaricò le gambe e si appoggiò alla
    parete opposta, e a me non rimase altro da fare che riprendere a compiacerla; dopo alcuni istanti
    Candice si portò una mano sull'ano e prese a massaggiarselo inizialmente e a penetrarsi con un
    dito poi.
    Nel frattempo mi ero un poco ripreso dalla precedente venuta, e il mio cazzo si rimise pian piano
    sull'attenti; quando poi mi eccitai nuovamente, mi alzai da terra e nonostante le proteste della
    ragazza, mi aggrappai al suo sederino e notando che l'ano era si era un po' allargato lo presi di
    mira.
    Candice lanciò un urlo quando mi feci strada con il mio cazzo nel suo buchetto e alla fine riuscii
    a penetrarla per buona parte; rimasi lì fermo un poco, assaporando la mia rivalsa, poi la costrinsi
    a piegarsi a novanta anche se lei non oppose una vera resistenza.
    Si lasciò scappare un altro urlo, questa volta più dolce, mentre mi tiravo indietro; mi appoggiai
    sulla sua schiena, cingendole la vita con le braccia, e in quella posizione tentai più volte di
    rinserirmi in lei, e quando ci riuscii ripresi la monta.
    Rispetto alla vagina, l'interno del suo didietro era un bel po' più stretto ma l'idea di venirle
    dentro senza timori, mi spinse a continuare da quell'accesso; aumentai il ritmo mentre entrambi
    ansimavamo dallo sforzo.
    Raggiunsi per la seconda volta il culmine ma, a differenza della precedente, le venni dentro
    tra svariati spasmi.
    Rimasi appoggiato su di lei con il fiatone e quando mi fui ripreso mi staccai da lei, mentre un
    po' di sperma le colava dall'ano.
    Quando anche Candice si raddrizzò, si girò verso di me, mi spinse di lato e prese a lavarsi e
    a liberarsi della mia sostanza; finito il tutto la ragazza mi diede un bacio sulla guancia e subito
    dopo un schiaffo sull'altra e se ne andò.

    Cap.10 Alle terme---------------------------------------------------------------------------------

    Un lunedì mattina mi svegliai per metà, molto presto e senza un apparente motivo; le uniche cose
    di cui mi accorsi remotamente furono il mio cazzo eretto ed un peso sulla zona dell'inguine.
    Sulle prima non ci badai, intontito com'ero, ma passato qualche minuto presi coscienza anche
    di un qualcosa che mi serrava il membro alla base mentre qualcos'altro di morbido e bagnato mi
    lambiva la cappella, sotto le coperte.
    Non mi mossi e lentamente arrivai a capire che tra le mie gambe vi era prona una persona, la quale
    pareva davvero vogliosa; senza fretta, intuendo chi fosse, portai le mani nella zona incriminata
    e tastai il volto di Candice.

    -Ssht- Mi zittì la ragazza.

    Ella poi si arrampicò su di me fino a che non mi si trovò interamente sopra, nuda; mi baciò sulla
    bocca e poi prese a baciarmi il collo, coi i suoi capelli profumati che mi coprirono il volto,
    mentre con una mano mi afferrò il cazzo e con esso si penetrò poi la sua intimità.
    Pur essendo sveglio del tutto, rimasi immobile lasciandole fare; Candice prese a cavalcarmi
    dolcemente, con le sue tette che mi strusciavano su e giù il petto, per poi aumentare gradualmente
    il ritmo.
    All'improvviso rizzò la schiena, scoperchiandoci delle coperte, prendendo a palparsi il seno e a
    strizzarsi i capezzoli, mentre la penetrazione diveniva quasi selvaggia; entrambi inziammo ad
    ansimare per la foga dell'atto e come per assecondarci le molle del letto presero a cigolare,
    accompagnandoci.
    Durai quasi un quarto d'ora prima di avvicinarmi al culmine, probabilmente per il fatto che mi ero
    appena svegliato, e a quel punto mi aggrappai alle sue coscie poco prima di venirle dentro
    più volte.
    Candice continuò comunque a masturbarsi sul mio membro, facendo colare vari rivoli di sperma su
    di me; provai piacere ancora per qualche attimo, almeno fino alla fine degli spasmi, ma poi
    l'eccitazione scemò e esso tornò lentamente alla sua solita dimensione, uscendo da lei; la ragazza
    non soddisfatta si appoggiò di nuovo sul mio pene, con le labbra vaginali che me lo circondarono,
    ed iniziò a strusciarcisi sopra, spargendo il mio seme un po'ovunque.
    Dopo parecchio tempo anche Candice giunse al culmine del piacere; si mise una mano sulla bocca per
    soffocare evuntuali gridolini, quando un denso liquido caldo le sgorgò dalla sua vagina bagnando
    tutta la mia zona intima e le coperte attorno.
    La ragazzà si abbandonò poi su di me e io l'abbracciai poi, dopo chissà quanto tempo, mi baciò
    nuovamente e ritornò furtiva nella sua camera.
    Guardai la sveglia e notati che erano solo le 3 di mattina, ma un po' per il disastro sulle
    lenzuola e un po' perchè ormai avevo perso il sonno, decisi di alzarmi.
    Quel giorno andai al lavoro stanco ma per fortuna era il turno della prima metà della giornata e
    così alle 2 di pomeriggio ero già a casa.
    Veronica non c'era ma stranamente anche Candice mancava; entrando in cucina però notai un biglietto
    su cui, scritto in un inglese strano, c'era un messaggio di quest'ultima che mi diceva di
    raggiungerla al centro in cui lavorava la prima.
    Pur non essendo molto propenso a seguire quella strana richiesta, la curiosità mi vinse e quindi
    mi cambiai e ripartii per tale luogo.
    L'edificiò era enorme e ben tenuto, ma mi sorpresi maggiormente all'interno trovandomi in un atrio
    spettacolare e ben illuminato; mi guardai in giro alla ricerca di Candice ma di lei nessuna traccia.
    Decisi di attenderla in quel salone e nel frattempo mi misi a studiare l'ambiente, dopo aver
    spiegato il motivo della mia presenza alla donna dietro al bancone della receptionist.
    Ad un tratto il mio sguardo cadde su un cartello che presentava la lista dei servizi offerti, in
    tedesco ovviamente ma anche in inglese, e notai che erano presenti anche delle sorgenti termali;
    l'idea mi esaltò molto perchè un mio grande sogno era di provarle, specialmente se con una compagnia
    femminile.
    Dopo poco ero ancora intento a fissare il listino quando mi sentii chiamare dalla voce di Candice,
    e voltandomi la vidi sulla soglia di una porta, con indosso solo un accappatoio e delle ciabattine;
    ella mi fece segno di avvicinarmi ed io la raggiunsi, non potendo fare a meno di lanciare
    un'occhiata furtiva alla donna del bancone che però mi ignorò.
    Davanti a Candice scoprii che sotto l'indumento portava un costume da bagno, probabilmente a due
    pezzi; la mia conquilina mi afferrò per il giaccone e mi trascinò dietro alla porta, oltre la quale
    vi era un lungo corridoio intervallato da porte.

    -Oggi c'è la prova delle terme, gratis!- Mi rivelò nel suo solito inglese francese.
    -Davvero?!- Le chiesi.
    -Sì, me l'ha detto Veronica- Rispose lei, tutta eccitata.
    -Ma io non ho il costume- Constatai rabbuiadomi.
    -Va bene anche senza, il resto è fornito dal centro- Mi rassicurò.

    Poi, senza tanti complimenti, Candice mi spinse lungo il corridoio fino in fondo,
    fermandosi prima a metà per indicarmi la porta di una vasca termale.
    La ragazza mi accompagnò fino all'ingresso dello spogliatoio maschile.

    -Spogliati e poi raggiungi la vasca, c'è una bella sorpresa per te!- Mi disse misteriosa prima di
    lasciarmi.

    Nella stanza trovai uno scaffale con accappatoi puliti e uno con calzature da mare; mi cambiai
    di fretta, ponendo le mie propietà in uno degli armadietti.
    Sentendomi vagamente a disagio per essere nudo, uscii dallo spogliatoio notanto però a quel punto
    che non c'era in giro nessuno.
    Raggiunsi la mia meta, notando che di vasche ce ne erano svariate, ed entrai.
    Mi ritrovai in una stanza non più grande dell'appartamento in cui alloggiavo, illuminata solamente
    dalla debole luce di alcune candele ( disposte negli angoli e protette da lastre di plastica), in
    cui aleggiava una nebbiolina densa.
    Dopo la porta c'era un piaoro abbastanza stretto che terminava con degli scalini che portavano
    direttamente nella vasca, una vera e propia piccola piscina d'acqua calda.
    Mi tolsi l'accappatoio, che appesi su uno degli appendini alla parete, e i sandali, poi entrai in
    acqua dopo essermi abituato alla temperatura quasi bollente.
    Raggiunsi il fondo e mi sedetti su una delle panche subacquee che delimitavano tre lati della
    vasca, e mi rilassai chiudendo gli occhi; su di essa il livello dell'acqua mi arrivava al collo.
    Dopo qualche minuto già ero mezzo assopito ma il rumore della porta che si apriva mi ridestò.
    Avevo sperato di poter rimanere in quella vasca da solo tutto il tempo, ma ovviamente un giorno
    di prova gratuita richiama sempre un alto numero di persone.
    Nella nebbia non vidì il nuovo arrivato, sempre che si trattasse di uno solo, però un dubbio si
    insinuò di sottofondo nella mia mente, ovvero che non avevo visto simboli divisori di maschi e
    femmine per le vasche; se non fossi stato già accaldato per il bagno, sarei sicuramente arrossito
    perchè ero totalmente nudo.
    Dopo poco sentii l'altro occupante, anche se per un attimo mi parvero due, entrare lentamente in
    acqua e poi avvicinarsi verso la mia posizione; ad un tratto nella foschia intravidi una sagoma
    sfocata, anche se mi accorsi imbarazzato che aveva forme e curve femminili.
    Poi, poco prima di diventare riconoscibile, si immerse nella vasca e non seppi più dov'era;
    rimasi in tensione per alcuni istanti finche una mano mi afferrò il membro.
    Subito scattai in piedi e la propietaria della mano infranse la superficie dell'acqua mollando
    la mia parte; con il cuore che batteva dallo spavento, mi ritrovai davanti niente meno che
    Candice, con il suo costume a due pezzi, la quale scoppiò a ridere.

    -Ca...Candice?! Mi hai fatto morire, cosa fai qui?- Balbettai un po' arrabbiato in italiano,
    traducendo poi in inglese per farmi capire.
    -Te l'ho fatta!- Riuscì a dire tra le risate.

    Non rimasi immusonito a lungo perchè la ragazza era mozzafiato anche in costume da bagno, e
    mi stavo eccitando con il cazzo già innalzato; dopo poco Candice riuscì a calmarsi e sedette
    accanto a me.

    -Scusa- Disse con un sorrisetto e baciandomi teneramente un labbro.
    -Ok. Era questa la sorpresa?- Chiesi staccandomi da lei.
    -In parte. Il resto ti piacerà!- Rispose lei con sguardo malizioso.

    Candice fischiò e sentii all'altro lato della vasca muoversi l'acqua: C'era qualcun'altro con
    noi.
    A breve un'altra sagoma apparve nella nebbia, sempre con linee femminili, ed infine divenne
    visibile; era un'altra ragazza, in costume da bagno azzurro con un corpo divino, anche lei con
    capelli biondi che portava lisci e raccolti in una coda.
    Ella si avvicinò studiandomi e si sedette sull'altro mio lato, abbastanza vicina da sfiorarmi
    la gamba con la sua.

    -Lei è Annette, una mia cugina che è venuta a trovarmi- Disse felice Candice.
    -Piacere- Disse la nuova arrivata anche lei in inglese, con una voce cristallina.
    -Piacere- Balbettai io, stringendole la mano mentra la fissavo.
    -Candice dice che tu sei un porcello- Disse poi Annette, senza tante cerimonie.
    -Co..Cosa?- Risposi io, sempre balbettando.
    -Non spaventarlo, Annette!- La rimproverò scherzosamente sua cugina.
    -Volevo solo stuzzicarlo, cuginetta- Si scusò la ragazza con finto dispiacere.
    -Cosa volete fare?- Riuscii a chiedere preoccupato, anche se ero molto eccitato con loro due
    così vicine.
    -Non ti preoccupare!- Dissero maliziosamente all'unisono le ragazze.
    -Però qua manca qualcosa, non ti pare Annette?- Chiese eccitata Candice.
    -Vado a prenderlo subito!- ripose sua cugina.

    La ragazza ci mise poco tempo prima di ricomparire dalla foschia; in mano stringeva una sorta
    di gioco erotico: La struttura principale era quella di un perizoma rigido con una specie di
    cintura e imbragature per essere indossato; dalla parte rigida spuntava un pene di gomma nero
    orizzontale e all'interno, sulla parte inferiore, un altro dildo era rivolto verticalmente.

    -Tocca a me stavolta!- Esclamò Candice!

    La ragazza si sfilò gli slip, lasciandoli affondare nell'acqua, poi strappò di mano l'oggetto
    alla cugina e so lo indossò, sospirando quando il dildo interno la penetrò.

    -Cosa avete intenzione di fare?- Chiesi spaventato, immaginando una delle più brutte
    possibilità.
    -Mia cugina vuole il piacere!- Rispose Candice come se quella frase spiegasse tutto, e come
    se fosse un ordine.

    Annette mi afferrò per un braccio e mi trascinò alla parte opposta della vasca, con la cugina
    al seguito, mi fece uscire dall'acqua e mi portò sul pianerottolo; mi lasciò andare e si tolse
    il costume, mostrandosi in tutta la sua bellezza naturale; rispetto a Candice, la cugina aveva
    delle labbra vaginali piuttosto sporgenti e le tette era di qualche taglia più grossa.
    Annette mi riafferrò e mi costrinse a sdraiarmi sulle mattonelle a mosaico, per fortuna calde,
    anche se io non opposi reistenza; poi si chinò e fece colare un po' di saliva sul mio membro
    prendendo poi a lubrificarlo massaggiandomelo.
    Quando fu soddisfatta la ragazza si sedette su di me, centrando con la sua vagina il mio cazzo
    che fu subito immerso nella sua profondità, e si chinò su di me cosicchè il suo ano fosse
    disponibile per Candice, la quale non si fece attendere e le entrò gradualmente, facendola
    gemere.
    Finalmente iniziò la cavalcata doppia; Annette ansimava con la bocca spalancata e la lingua
    fuori, propio come fosse una cagna, e il suo seno abbondante era schiacciato contro di me; io
    le slegai i capelli e quelli sembrarono piovere su di noi.
    Dopo alcune penetrate particolarmente spinte, le due ragazze si fermarono per poco e poi si
    staccarono da me; questa volta fu Candice a sdraiarsi e la cugina le fu subito sopra ma questa
    volta in style cowgilr, mentre le si appoggiava con le mani sul seno.
    Io non avevo intenzione di rimanere in disparte quindi mi portai davanti ad Annette, con i piedi
    attorno al collo della sdraiata, e prendendole la testa tra le mani le infilai a forza il mio
    cazzo in bocca.
    La scopata riprese; Annette me lo succhiava che era un piacere, andando fino in fondo come se
    fosse esperta, cosa da non escludere, e Candice ci diede dentro dando e provando un immenso
    piacere, viste le ansimate che entrambe facevano, massaggiandomi nel frattempo i testicoli con
    una mano.
    Sentendo poi l'avvicinarsi del culmine decisi non lucidamente di voler venire dentre Annette,
    quindi mi staccai da lei di colpo, e la feci alzare senza convenevoli ignorando il lamento di
    rimprovero di Candice; afferrai con le mani le sue tettone e la trascinai giù dal pianoro,
    nell'acqua fino alla panca più vicina, poi sedetti e me la feci sedere su di me ritrovandoci
    faccia a faccia.
    In quella posizione mi afferrai il membro sott'acqua e glielo infilai dentro così veloce che
    alcune bollicine salirono in superficie; poi feci segno a Candice di raggiungerci ed ella
    non tardò a farlo.
    Le strattonai il perizoma erotico per farglielo togliere e così fece, poi la feci salire in
    piedi sulla panca, in modo che si mettesse tra me e la cugina, le afferrai le natiche e la
    tirai verso la mia faccia, cosicchè la sua vagina fosse a portata di bocca; Annette prese
    riprese subito la cavalcata, che sott'acqua aveva uno strano effetto, mentre io iniziai a
    slinguazzare l'intimità di sua cugina, in zona clitoride, mentre palpavo il seno della
    prima; dopo poco Annette si aggiunse a me mettendosi a leccare la vagina della cugina
    dal dietro, la quale mi mise le mani nei capelli tirandoli dal piaceere che provava.
    Quel rapporto ad anello durò per un tempo indefinito e la prima a raggiungere il piacere
    supremo fu Candice che mi schizzò in faccia di nuovo in faccia il suo liquido vaginale,
    mentre per la foga del momento mi strusciava la sua figa su tutta la faccia; fu poi la volta
    di Annette, che spinse via Candice da in mezzo a noi, la quale con un gridolino si strinse a
    me mentre evidentemente godeva di piacere e altre bolle salirono in superficie; infine non
    ce la feci più neanche io e le venni dentro con vari spasmi, e poco dopo dei rivoli di sperma
    salirono in superficie attorno a noi.
    Dopo esserci ripresi un poco tutti, ci risistemammo e tornammo negli spogliatoi soddisfatti.
    Usciti infine dal centro, scoprii che era stata Candice a prenotare la vasca, e che non c'era
    nessuna giornata di prova.

    Cap.11 Di nuovo in due----------------------------------------------------------------------------

    La cugina di Candice si fermò a dormire da noi per qualche notte, ed io da gentiluomo le
    lasciai il mio letto; sfortunatamente non ci furono eventi degni di nota nei giorni seguenti,
    come se l'accaduto delle terme ci avesse assorbito tutta la carica sessuale.
    Comunque mi sentii davvero bene in quel periodo: Avevo due belle francesine che giravano per
    casa seminude e il mio lavoro era divenuto più leggero, per via della momentanea diminuzione
    della clientela.
    Ma come per ogni cosa bella, ci deve essere sempre una fine, la quale non tardò a presentarsi.
    Una sera in cui eravamo tutti a casa, Candice fulminò me e Veronica con una notizia bomba:
    Annette era venuta in Germania allo scopo di convincere la cugina a tornare in Francia, e
    purtroppo alla fine c'era riuscita; ci disse di essere profondamente dispiaciuta ma che
    non poteva fare altro; era scappata in Germania per una lite con dei suoi parenti,
    riguardante il suo futuro, e non per studiare come ci aveva voluto far credere.
    Le due cugine sarebbero tornate in patria l'indomani.
    Io fui spaccato da due sentimenti rabbiosi, da un lato mi ero in qualche modo invaghito
    e abituato alla presenza di Candice, e non la volevo perdere, dall'altro il fatto che tale
    ragazza lasciava me e Veronica in due, a mantenere l'appartamento da soli; dopo qualche
    istante di incredulità e prima di dire qualcosa di cui pentirmi, mi alzai e mi ritirai in
    camera mia, sbattendo la porta.
    Poco dopo mi addormentai, tra le coperte che odoravano del profumo di Annette, fregandomene
    altamente se ella sarebbe rimasta sul divano; fui svegliato all'improvviso da una mano che mi
    scrollava dolcemente.
    Mi misi seduto e nella penombra della stanza riconobbi Candice, la quale pareva propio
    preoccupata e dispiaciuta.

    -Mi dispiace davvero tanto, Nino- Mi disse con voce tremante.
    -Ci hai mentito, mi hai mentito!- Esclamai io infuriato.
    -Lo so, ma tu mi piaci veramente, non ti ho preso in giro!- Rispose lei, piangendo.
    -Non mi interessa, vattene e lasciami stare!- La respinsi nuovamente.

    La ragazza non demorse e mi infilò senza preavviso una mano nei pantaloni, afferrandomi il
    membro, che aimè si rizzò duro.
    Io tentai di allontanarla ma ella salì sul letto e poi sopra di me, bloccandomi; poi me lo
    prese in bocca ed iniziò a succhiarmelo.
    L'eccitazione crescente comunque non bastò a frenare la mia rabbia; con uno scatto improvviso
    e uno spintone la feci staccare da me, ed ella si schiodò dal mio cazzo involontariamente e
    cadde in avanti.
    La rabbia crebbe e volli farle male, non seriamente ma abbastanza da punirla; mi alzai sulle
    ginocchia, l'afferrai per l'interno coscia e le spalancai le gambe; la porcella indossava
    solamente una camicia da notta, senza nulla sotto, e la sua vagina calda si parò davanti a me.
    Come un falco che si butta sulla preda, le pionbai dietro e con violenza la penetrai, facendola
    protestare con un piccolo gemito, poi iniziai a cavalcarla di forza, dimenticandomi di cosa
    significasse la dolcezza e la tenerezza.
    La scopai per parecchio tempo, così tanto velocemente che presto il mio cazzo iniziò a dolermi,
    ma continuai mentre la situazione si stava via via capovolgendo; ad un certo punto fu Candice a
    tentare di sgusciare via respingendomi, ma la sua era una posizione svantaggiata e non pote far
    altro che subire la mia rabbia; e quando poi le detti la prima sculacciata si dovette tappare
    la bocca con entrambe le mani, per non urlare e svegliare così le altre conquiline.
    La penetrai ancora per un po', sculacciandola altre tre volte, poi raggiungendo il limite mi
    aggrappai a lei stringendole forte le sue meravigliose tette, e le venni infine dentro con tanti
    spasmi dolorosi ma particolarmente piacevoli.
    Quando la ragazza sentì la mia presa sciogliersi si affrettò a staccarsi da me, con un fiotto di
    sperma che le fuoriuscì come una scia, poi senza degnarmi di uno sguardo se la filò via, ed io
    mi lasciai cadere sul letto, sfinito, e poco dopo mi riaddormentai.
    Il giorno seguente i saluti furono davvero strani:
    Candice camminava lentamente, ovviemente dolorante nelle parti intime, e salutò Veronica con un
    debole abbraccio, mentre a me salutò solo con un ciao, senza guardarmi negli occhi.
    Annette strinse la mano a Veronica e a me lanciò un'occhiataccia, probabilmente perchè aveva
    saputo come avevo trattato sua cugina.
    Dopo un breve attimo imbarazzante di silenzio, le due ragazze afferrarono le valigie ed uscirono.
    Non sapevo cosa fare quindi rimasi imbambolato per chissà quanto, poi riscosso da tale stato mi
    volsi verso Veronica ma ella non ricambiò lo sguardo; in preda alla rabbia allora me la presi con
    lei.

    -E tu? Si può sapere perchè cazzo ce l'hai con me? Che cosa diavolo ti ho
    fatto?- Le sbraitai contro.

    La ragazza si spaventò per l'improvviso frastuono, e per un attimo mi guardò dritto negli occhi
    con un'espressione di puro stupore, poi si girò e corse in camera sua.


    Cap.12 Le verità nascoste-------------------------------------------------------------------------

    Passarono parecchi giorni in cui la mia rabbia sbollì lentamente, lasciando il posto alla
    preoccupazione di dover cercare ancora un conquilino.
    La sfuriata contro Veronica mi tornava frequentemente in testa, alternando la vergogna alla
    rimonta della rabbia; giunsi infine alla conclusione che la ragazza se l'era meritato, anche se
    forse avrei dovuto parlargliene con più calma, invece di urlare.
    Nel frattempo venni contattato da mia cugina, la quale si mostrò interessata a raggiungermi,
    vista la situazione in Italia, ma solo dopo due settimane; fu un sollievo.
    Comunque la sfuriata con la mia conquilina aveva smosso qualcosa in me, forse aveva fatto
    crollare quel muro che avevo eretto io stesso intorno a lei; ora l'idea di affrontare Veronica
    si era impadronita di me, anche solo per chiarire le cose una volta per tutto; e pensandoci bene,
    ero stato propio uno stupido a non farlo prima.
    Eppure per una settimana il coraggio venne meno, visto che ormai la ragazza si dileguava ad ogni
    possibile occasione; alla fine decisi che avrei dovuto fronteggiarla prima dell'arrivo di mia
    cugina, in un modo o nell'altro.
    L'opportunità si presentò tre giorni prima del nuovo arrivo, quasi fosse il destino stesso ad
    averla permessa.
    Era un giovedì festivo, per un qualche avvenimento tedesco, quindi entrambi eravamo a casa; io
    ero in salotto ad ascoltare della musica, Veronica si era chiusa in camera sua.
    Respirai profondamente e mi feci coraggio, zittii il portatile e mi alzai dal divano, che
    sfortunatamente odorava ancora della francesina; mi arrestai davanti alla porta della stanza
    e alzai la mano per bussare, con il cuore che batteva, ma rimasi lì per chissà quanto senza
    fare nulla.
    Finalmente, dopo qualche minuto, riuscii a sopprimere tutte le paure e timori, e senza indugio
    bussai; rimasi in attesa per minuti ma non ricevetti risposta, allora afferrai la maniglia e
    spalancai l'uscio di colpo, e quasi mi venne un infarto; Veronica era in piedi davanti
    all'armadio aperto, ed era totalmente nuda.
    La ragazza si spaventò e si nascose dietro ad un anta del mobile, così che riuscii a vederla
    solamente dalle caviglie in giù.

    -Dobbiamo parlare, è arrivata l'ora- Le dissi forse un po' troppo rudemente.

    Lei si vestì in fretta e furia, apparentemente coi primi vestiti che le capitavano a tiro; io
    la lasciai fare, ed infine ella uscì dal suo nascondiglio in pantaloncini e maglioncino.
    La ragazza fu evidentemente indecisa su cosa fare, evitando il mio sguardo, poi cercò un modo
    per svignarsela dalla porta; peccato che io mi ci ero piazzato davanti e me la chiusi alle
    spalle.

    -Adesso basta ignorarmi, non sono un verme, ora stiamo qua fino a che non
    parliamo!- Esclamai, sedendomi con la schiena contro l'unica via di fuga della stanza.

    Lei rimase in piedi qualche istante, poi si sedette sul letto con gambe accavallate e
    braccia incrociate, e con lo sguardo al soffitto.
    Io attesi, con lo sguardo fisso sulle sue gambe, per minuti che poi si trasformarono in
    un'ora.
    Ad un certo punto non ce la feci più di attendere, così mi alzai e raggiunsi Veronica,
    posizionandomi di fronte e afferrandola per le spalle, sorprendendomi io stesso di quello
    che stavo facendo; lei rimase spiazzata per pochi secondi, poi cercò di liberarsi e alla
    fine finimmo non so come in una vera e propia lotta, lei per andarsene ed io per bloccarla.
    Anche se lei pareva cercare di non farmi del male, mi beccai parecchie botte, ma alla fine
    riuscii fermarla; mi ritrovai seduto sopra di lei, chinato per bloccarle le braccia.
    Veronica fece qualche altro debole tentativo di ribellarsi ma poi si arrese e rimase ferma
    con il fiatone.

    -Allora? Ti decidi a parlarmi o no? Dobbiamo rimanere così tutto il giorno?- Le dissi
    ansimando dalla fatica del trascorso confronto.

    -Ok- Rispose semplicemente lei, ed io rimasi quasi sorpreso che mi avesse risposto.

    -Spiegami tutto! Anzi, comincia col dirmi che cosa mai ti ho fatto io, e perchè
    mi odi- Esclamai.

    Seguirono alcuni istanti di silenzio, in cui io in attesa fissai la nuca della ragazza,
    e ad un certo punto pensai che non mi avrebbe più risposto.

    -Io non ti odio... Ti ho odiato in passato, ma ora non più- Riprese a parlare lei, con una
    voce piatta.

    -Perchè?- Le chiesi, tra la curiosità e il continuo stupore di stare parlando con lei.

    -Perchè tu sei mio fratellastro- Dichiarò lei come niente fosse.

    Di sicuro non mi sarei mai aspettato una risposta simile, e per l'incredulità drizzai la
    schiena, liberandole le braccia, ma Veronica non tentò di scappare.

    -Che...Che... Che stronzata è questa?- Balbettai io.

    -E' la verità. Tuo padre... Nostro padre... Si è messo insieme a mia madre, dopo il
    divorzio con la tua, e sono uscita io- Spiegò lei.

    Rimasi impalato ad assorbire quella notizia, incapace di fare qualunque cosa. Mio padre
    aveva lasciato la mia famiglia quando ero appena nato, perchè da tempo tradiva mia madre.
    E per quanto incredibile fosse quella scoperta, in fondo sapevo che poteva benissimo
    essere vera.

    -Quando ho scoperto la tua esistenza e dove abitavi, visto che non distavamo molto, mi
    sono unita al tuo gruppo di amici, anche se non ero sicura del motivo; ti ho odiato
    all'inizio, e volevo continuare a farlo, ma poi ho visto chi eri e ti ho conosciuto,
    seppure non direttamente- Riprese poi la ragazza. -Comunque ti ho sempre tenuto a
    distanza, ma quando hai deciso di partire per venire qua da solo, non ho potuto fare a
    meno di seguirti. Papà all'inizio era contrario, ed io ho odiato lui perchè ti ha
    abbandonato, ma poi gli ho fatto capire che dovevo farlo e lui ha ceduto- Concluse poi.

    Io continuai a rimanere in silenzio, assimilando il tutto.

    -E poi mi sono spaventata, perchè mi sono accorta di avere una cotta per te...- Dichiarò
    poi. -E penso che anche io ti piaccia, giusto?- Chiese dopo.

    -No- Mi lasciai scappare, preso alla sprovvista. - E' per quello che mi hai...
    Masturbato?- Chiesi poi arrossendo.

    -Cosa? Io non ti ho mai nemmeno sfiorato!- Esclamò lei. -Ti sei smentito,
    altrimenti non avresti fatto delle fantasie su di me- Disse poi.

    Veronica prese lentamente a strisciare da sotto le mie gambe e si liberò, poi si sedette
    di fronte a me, così vicina che quasi le nostre fronti si toccavano; poi mi pose una mano
    sulla guancia e mi baciò.
    Per un attimo mi lasciai trasportare, in fin dei conti la bramavo da tanto, ma subito dopo
    mi ripresi e la scansai, allontanandomi così di colpo che caddi all'indietro dall'orlo del
    letto.

    -Se come dici siamo fratelli, non possiamo...- Dissi, alzandomi da terra, senza terminare
    la frase come se fosse sporco solo dirlo a parole.

    -Siamo fratellastri!- Puntualizzò lei. -E se tra noi c'è attrazione, non vedo cosa ci sia
    di male a lasciarci andare ad essa- Prosegui poi.

    Di nuovo, Veronica mi si avvicinò e tentò di riprendere a baciarmi, mentre fece scivolare
    una mano nei miei pantaloni; io cercai di scostarla, con scarsa convinzione, e infine
    cedetti quando lei mi afferrò il cazzo già eretto e prese a masturbarmi.
    Le nostre effusioni ci portarono lentamente verso il letto, mentre i nostri vestiti
    caddero uno a uno intorno a noi; quindi finimmo uno sopra l'altra sul materasso morbido.
    Mi misi su un fianco e così lei, appoggiandosi di schiena a me, mentre teneva ancora
    stretto il mio membro in mano; a seguito lei alzò la gamba e con tutta calma la penetrai.
    Lei si mosse, rotolando su di me e facendomi girare sulla schiena, trovandomi così con lei
    sopra di me, sorregendosi con le mani sul mio petto, e coi piedi ai lati delle mie coscie.
    La afferrai per i fianchi e insieme iniziammo a scopare, e ogni tanto le afferravo uno
    dei suoi seni perfetti, palpandoli e facendola godere; ad un certo punto la ragazza mi
    fece fermare, si sporse con una mano sul limitare del letto, frugò sotto il materasso e
    ne estrasse il suo vibratore, che attivò e poi si infilò dritto nell'ano, poi
    riprendemmo.
    Presto ci ritrovammo madidi di sudore, ma questo ci eccitò di più, intanto che anche
    le nostre intimità si bagnavano e i nostri fluidi si mescolavano.
    Quando quella posizione divenne scomoda, Veronica si alzò da me, cambiando buco al suo
    giocattolo erotico accompagnata da un gemito, poi si portò in fondo al letto, tra i miei
    piedi, si chinò in avanti e prese a leccarmi sotto i testicoli, nel frattempo che con la
    mano riprendeva il lavoretto al mio cazzo.
    Dopo poco però si sollevò stringendo le gambe e palpandosi le tette, mentre tra gridolini
    di piacere si estrasse di colpo il vibratore, liberando schizzi di liquido vaginale che
    poi prese a colarle tra le coscie.
    Si lasciò cadere di lato soddisfatta, ma comunque quello non le impedì di circondare il
    mio membro coi suoi piedi caldi e di ricominciare a masturbarmi; ad un certo punto fui
    io a stancarmi di quella posizione, quindi la fermai e mi sollevai a sedere.
    Allora lei mi raggiunse e si sedette su di me, appoggiando i suoi seni sul mio petto
    e aiutando il mio membro ad entrare in lei, poi incrociò le gambe dietro di me, ed io
    partii a penetrarla, in quella posizione che era divenuta ormai la mia preferita, e che
    ci accompagnò fino al culmine; arrivato al finale, senza spazio alle preoccupazioni sulla
    mancanza di protezioni, liberari il mio sperma dentro di lei, godendo come non mai, mentre
    ci slinguazzavamo appassionatamente.
    Terminate le contrazioni del mio membro, mi lasciai cadere di schiena sul letto e Veronica
    sopra di me, con le nostre intimità ancora unite.
    Ci addormentammo così, stremati dalla scopate e da tutta la tensione che c'era stata
    prima.

    Cap.13 Io e Veronica-------------------------------------------------------------------------

    Nei restanti due giorni, prima dell'arrivo di mia cugina, sia io che Veronica ci prendemmo
    dei giorni di ferie dai rispettivi lavori, trascorrendoli quasi senza parlare, avvinghiati
    per quasi tutto il tempo, unendoci più volte al giorno.
    Agata, la mia cugina ventottenne, arrivò puntuale Domenica mattina; io e Veronica, come
    ci accordammo prima, ci spacciammo per fidanzati e condividemmo la stanza, mentre la mia
    vecchia venne data all'ultima arrivata.



    Sono trascorsi tre mesi d'allora; io e Veronica ormai siamo una cosa sola, ci amiamo come
    non mai. Viviamo ancora nello stesso appartamento, con mia cugina che per fortuna tollera
    i rumori che facciamo quando ci diamo dentro. Sinceramente qualche volta ci penso al
    futuro, chiedendomi cosa accadrebbe se venisse allo scoperto questa nostra relazione, e
    un poco mi preoccupa Veronica che ha cominciato ad avere la nausea, insieme ad una fame
    sempre crescente, ma qualunque cosa mi riservi il futuro, insieme a me ci sarà sempre
    colei di cui mi sono innamorato dalla prima vista.


    Fine.

    Edited by atbmatus - 4/5/2015, 21:00
     
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  2. Riemman
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    Ok attendiamo il seguito
     
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    Purtoppo devo sottostare ai vari impegni, comunque oggi sono riuscito a scrivere altri capitoli.
    Spero vi piacciano.
     
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    Altro capitolo, buona lettura.
     
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    Ecco il capitolo 10, buona lettura.
     
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    Capitolo 11 fatto.
     
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    Racconto terminato.
     
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    Grazie mille, è stato un parto lungo e difficile :asd:
    No scherzo, il problema è sempre la mancanza di tempo.
     
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