Il cuore più Nero

x Hina e Hyp

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    Il fuoco non purifica, annerisce.

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    Erano passati oramai diversi giorni da quando l'incubo con Gil era finito. Nessuna delle due streghe aveva più parlato di quanto successo, come se volessero dimenticarlo. Syndra sapeva che Nariko era preoccupata per lei, ma la giovane apprendista faceva di tutto pur di non darle pensieri, standole vicina e dicendole tutto quello che succedeva. In ogni caso, sembrava quasi avessero ritrovato la serenità, come se non fosse mai successo nulla, come se si fossero svegliate da un brutto sogno ed ora potevano godere della più serena realtà. Era tutto perfetto, per questo Syndra aveva deciso di godersi il più possibile quei momenti scambiando qualche altra esperienza intima con Nariko, sapeva anche come organizzarla al meglio. Stava da poco arrivando la notte, il sole si abbassava verso il tramonto e presto solamente le stelle avrebbero decorato il cielo. Syndra aveva riempito il bagno di piccole candele viola, cercando di illuminaro al meglio la zona senza però far diventare le luci invadenti. Sapeva bene che quell'atmosfera era perfetta per un incontro romantico e stimolante, sicuramente Nariko avrebbe apprezzato l'impegno che la sua allieva ci stava mettendo per imparare quante più cose da lei, non solo riguardanti la magia e la società ma anche la perversione che da tempo oramai le univa. Riempì la vasca di oli profumati, Nariko non sospettava niente ma col suo naso sopraffino di sicuro il bagno avrebbe iniziato a destarle qualche sospetto. Syndra si spogliò, infilandosi nell'acqua e godendo per qualche istante del suo tepore. Era tutto perfetto, non doveva fare altro che chiamare Nariko. Le sfuggì un colpo di tosse, l ocoprì educatamente con le mani per poi alzare la voce.
    Narikooo ♫ ... potresti venire un attimo?
    La porta non era chiusa a chiave di proposito, ed iniziò ad emozionarsi immensamente pensando alla faccia che avrebbe potuto fare la sua maestra una volta di fronte a quello spettacolo. Sorrise divertita, per poi sentire di nuovo l'istinto di tossire: sollevò entrambe le mani e le vide sporche di sangue. Tossì forte, più forte di quanto le era mai successo. Le fece davvero male la gola e i polmoni, al punto che si ritrovò a respirare male e disperatamente, come se stesse per soffocare. Un violento fiotto di sangue le uscì dalla bocca macchiando la profumata acqua con del denso sangue scuro. Dagli occhi iniziarono ad uscire lacrime, mentre anche dal naso comparve sangue. Le dita di Syndra si strinsero intorno alle estremità della vasca mentre le gambe si contorcevano per la paura. Gil le aveva davvero fatto qualcosa di terribile, e ignorando il sue invito a farsi vedere al più presto la giovane strega stava inevitabilmente subendo le conseguenze delle sue azioni.
    Nariko... Nariko!!!
    Syndra non aveva mai avuto tanta paura in vita sua.
     
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    Nariko teneva il cellulare in mano, indecisa fissava lo schermo con il contatto di Iceringer. Si morse il labbro, stranamente la buffa espressione della foto che ci aveva messo nel suo profilo non la tirò su di morale come invece succedeva di solito. Aveva bisogno di qualcuno molto bravo a maneggiare robe mediche, e si ricordava di quando le aveva parlato di uno dei membri della squadra molto brava in quel campo, l'aveva definita "scienziata pazza". Avrebbe potuto quindi chiedere aiuto esterno, in modo che Gil non ne venisse a sapere. Chiamare Iceringer però significava coinvolgerlo in quella assurda storia. Come poteva dire ad Iceringer che non era riuscita a proteggere la sua adorata Syndra? E sopratutto dirgli che era stata infettata con qualche misteriosa malattia? Non voleva essere un peso, si era sempre ripromessa che doveva mostrare al suo uomo che era perfettamente in grado di cavarsela da sola e che nessuno avrebbe potuto nuocerla, così lui era libero di fare "l'eroe" senza preoccupazioni. Sospirò ansiosa, poi premette il dito sulla cornetta rossa per uscire dalla rubrica. In quel esatto momento la voce di Syndra attirò la sua attenzione. Erano passati parecchi giorni e Syndra non aveva mostrato alcun sintomo strano, forse era davvero una menzogna per incastrarla e costringerla a stare ai giochi di Gil. Si alzò dal divano, dapprima curiosa: quando Syndra la chiamava in quel modo di solito era perché aveva fatto qualche bel incantesimo che voleva mostrarle, poi però il tono di voce di Syndra cambiò totalmente.
    Allarmata corse verso il bagno da dove proveniva la voce della ragazza e aprì bruscamente la porta. Rimase un attimo sorpresa vedendo la luce fioca e dolce delle candele, combinato al profumo dei sali da bagno. Si voltò verso Syndra per rimproverarla, non le sembrava il caso di fingere....
    Nariko inorridì nel vedere il viso di Syndra imbrattato di sangue. Accese la luce del bagno con un'altro movimento repentino, per poi inginocchiarsi vicino alla vasca vicino a Syndra. La afferrò per i polsi togliendole da davanti al suo viso per poter vedere bene. Non c'erano dubbi era sangue. Allungò una mano per prendere un'asciugamano.

    Cos'è successo? chiese preoccupata. Cercò di aiutare la ragazza a pulire il viso dal sangue con l'asciugamano. Sentiva il cuore martellarle nel petto impazzito, non aveva mai provato una angoscia così grande. Syndra non aveva mostrato alcun sintomo e improvvisamente esplodeva tutto insieme in quei inquietanti fiotti di sangue. Quindi non era una menzogna, Syndra era davvero stata infettata con qualche strano morbo. La rabbia tornò a farsi viva e prepotente, facendole serrare le mascelle. Se fosse successo qualcosa di grave a Syndra sarebbe andata ad ucciderlo. Gil aveva potenti mezzi per ricattarle, ma la vendetta di una strega era sempre terribile. Lo avrebbe fatto soffrire almeno per dieci volte quanto avevano sofferto loro prima di togliergli la vita.
     
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    Syndra si ritrovò davanti a Nariko con il volto pieno di sangue e lacrime, l'espressione deformata dalla paura e dal dolore. Provò subito a risponderle per cercare di comunicare, ma l'unica risultato che ottenne furono dei piccoli mugugni ostacolati dalla paura e dal sangue che le bloccava la gola. Sputò di nuovo nella vasca, oramai ridotta ad uno specchio scarlatto, poi afferrò l'asciugamano di Nariko per provare ad asciugarsi, ma il sangue dal naso non voleva fermarsi in alcun modo.
    Non lo so... non lo so... stavo bene... io stavo bene Nariko!
    Cercava di giustificarsi proprio come una bambina che ha appena subito una ferita senza nemmeno essersi resa conto di ciò che succedeva. Era davvero terrorizzata perché non riusciva a capire di cosa si trattasse, ma soprattutto perché il suo corpo la stava tradendo: il suo prezioso corpo magico stava cedendo, più forte di tutti gli altri e in grado di incanalare magia, ma non riusciva a controllarlo. Era disperata, terrorizzata, prese a tremare vistosamente per poi afferrare Nariko per le spalle e fissarla con tutto il terrore nei suoi occhi.
    Gil... dobbiamo... dobbiamo tornare da Gil...
    Non le era facile dire quelle cose, senza contare che a stento riusciva a parlare, figurarsi pronunciare qualcosa del genere. Avrebbe davvero voluto stargli alla larga il più possibile, e soprattutto tenere Nariko lontana da lui, ma in quel momento era troppo terrorizzata per pensare lucidamente e l'unico che poteva avere delle risposte era Gil.
     
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    Quello quindi era il primo sintomo in assoluto avuto fino a quel momento. Era preoccupata, ma doveva farsi forza per lei, se anche lei si lasciava andare allo sconforto e alle preoccupazioni non sarebbero arrivati a nulla. Le carezzò la testa cercando di farla calmare. Tuttavia non riusciva a smettere di pensare che fosse una cosa seria. Non un banale virus passeggero. Cercò di ricordare qualche incantesimo utile ma non le veniva in mente nulla. Non era nemmeno sicura che esistessero incantesimi che influivano sulla salute. Probabilmente avrebbero allungato la vita. Già la vita.... e se Syndra dovesse morire?
    Si sentì mancare l'aria al solo pensiero di non poterla rivedere mai più. In un impeto abbracciò stretta la ragazza, non poteva permetterlo, dovesse fare un patto con satana in persona non l'avrebbe lasciata andare via così e lasciarla di nuovo sola.

    Ok calmati, dobbiamo farci dare il siero da Gil, hai ragione. disse per poi sfogarsi mentalmente in un turpiloquio in cui insultava quel ragazzo in tutte le lingue e i modi possibili. Allentò la presa da Syndra, aiutandola a pulirsi il viso con un'altro asciugamano.
    Doveva fare qualcosa, forse era meglio se andava da sola da quel ragazzo, in una vana speranza che magari non usasse di nuovo Syndra per ricattarla. Da sola poteva fuggire, e male che andava stare di nuovo ai suoi sporchi giochetti per ottenere ciò che voleva, senza mostrarsi a Syndra. Non aveva dimenticato lo sguardo disperato di Syndra quando la vide in quello stato pessimo.

    Tu prova a riposarti, andrò io a cercarlo. Va bene? si alzò e porse un accappatoio alla ragazza per poterla far uscire da quella vasca piena di sangue e sapone.
     
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    Syndra era terrorizzata e stanca, a stento riusciva a tenersi in piedi, concentrandosi però e cercando di ristabilire la calma riusciva a contenere il sangue dal naso in qualche modo, non voleva morire dissanguata, non in una maniera così stupida. Ma nonostante la preoccupazione per sé stessa Syndra non poteva ignorare le parole di Nariko e soprattutto i sentimenti che provava verso di lei. Quando Nariko le spiegò il piano, Syndra la prese per le estremità del vestito vicine al petto, cercando di avvicinare il suo volto a lei il più possibile.
    Non ti mando da Gil da sola Nariko... io ti amo... e tu mi ami... affronteremo questa cosa insieme. Affronteremo ogni cosa insieme. Non lasciarmi qui... non voglio lasciarti sola...
    In quel momento Syndra aveva messo da parte la preoccupazione egoistica che aveva nei suoi confronti, spostandola completamente su Nariko: non le avrebbe permesso di addossarsi completamente una sua croce. Entrambe erano vittime di Gil e Nariko più di lei perché proprio a causa dell'incapacità della sua allieva era finita in quel gioco crudele. Se dovevano affrontare la cosa lo avrebbero fatto assieme. Sarebbe morta volentieri pur di non costringere Nariko ad affrontarlo da sola, pur di liberare Nariko da quelle catene. I suoi occhi celavano desiderio e speranza, ma soprattutto la supplica di non separarsi di nuovo come quella volta che riuscivano a stento a percepirsi, e disperatamente cercavano di avvicinarsi il più possibile.

    Edited by Amaterasu Sakuya - 13/8/2014, 16:22
     
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    Non rispose subito. Rimase un attimo in silenzio, osservando il suo sguardo disperato. Non voleva che andasse da sola. Nariko però non voleva che Gil approfittasse della situazione. Se lei restava a casa poteva rimanere al sicuro. Tuttavia dovette pensare anche che il siero per Syndra serviva subito. Abbassò lo sguardo pensando che quasi sicuramente andandoci da sola avrebbe cercato di riempirlo di botte. Fallendo nel farsi dare il siero per Syndra.
    Se ci andiamo insieme.... stava per aggiungere che avrebbe potuto usare lei per ricattarla ancora. Cosa che comunque avrebbe potuto farlo con il siero, ormai Gil aveva il deterrente dalla sua parte. In ogni caso avrebbe potuto giocarsela come meglio credeva. Dopo le sue parole sospirò indecisa. Non sapeva cosa fare. Avere Syndra vicina l'avrebbe fatta sentire meglio, avrebbe potuto controllare la sua salute e intervenire in caso fosse peggiorata. Però riportarla da quel verme....
    Si portò una mano su una tempia, come se avesse un gran mal di testa. Perché doveva essere tutto così complicato? La magia non poteva risolvere problemi del genere, e ciò la faceva sentire piccola e indifesa.
    Cedette e annuì.

    Va bene, andiamo insieme. disse stringendo la mano di Syndra, lasciando che le dita si intrecciassero disperate e spaventate fra di loro. Forse insieme avrebbero potuto risolvere quella assurda situazione una volta per tutte.
     
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    Nariko sembrava indecisa, sicuramente stava di nuovo pensando solo a Syndra e non al suo bene. Odiava e amava al contempo quel suo modo di fare materno e protettivo, ma stavolta dovevano restare unite, dovevano lottare assieme oppure Gil avrebbe preso il sopravvento. Non poteva permettere che succedesse qualcosa di orribile alla sua maestra, non così come succedeva anche a lei. Si avvicinò alle sue labbra, baciandole delicatamente senza la volontà né la forza di sembrare lussuriosa.
    Grazie Nariko... ti Amo...
    Cercando di pesarle il meno possibile, Syndra si appoggiò al corpo di Nariko per proseguir,e vestita solo dell'asciugamano sporco di sangue che le aveva portato la maestra. Non c'era tempo da perdere, avevano bisogno di quel siero per farla stare meglio o sarebbe stato troppo tardi. Se Gil avesse chiesto in cambio i loro favori stavolta sarebbe stata lei a farsi avanti per poter tirare fuori Nariko il più possibile da tutto questo, o non sarebbe stata in pace col suo cuore. La magia non poteva aiutarla, ma il coraggio si, e Syndra ne aveva molto in corpo.

    Post corto d far schifo... ma è un momento di transizione scusami ^^ adesso lasciamo la parola ad Hyp, poi riprenderemo a postare nello stesso ordine.
     
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    Gil odiava tornare a casa, ammesso che ci fosse un luogo che potesse chiamare "casa". Nessuno lo reputava un vero Poltergeist a causa della mancanza di un potere visibile e utilizzabile e lui a causa di tale discriminazione si era sempre sentito inferiore, indipendentemente da quello che i suoi familiari avrebbero voluto fargli credere. Ma da quando aveva deciso di elevare le sue losche attività per il divertimento sfrenato, tornare a casa era diventato quasi d'obbligo. Sgattaiolò fuori dalla porta blindata, girando tra le dita le due fialette piene di liquido rosso molto denso poco prima di aprire la sua borsa per poterle mettere lì dentro. Quello era il suo biglietto di sola andata per il divertimento più sfrenato e se doveva rivedere quei maledetti familiari per prenderli allora andava più che bene. Il problema era che quelle fiale non dovevano stare tra le sue mani, e purtroppo per lui non filò tutto liscio.
    Gil!
    Una voce lo fulminò poco prima che potesse chiudere del tutto la borsa, poi la Red Frame si incagliò nel muro vicinissimo al suo orecchio, facendogli insaccare la testa fra le spalle e digrignare i denti, terrorizzato. La figura di sua sorella maggiore, Stige, sovrastò quella del minuto Gil, tenendo i gomiti larghi e le mani sui fianchi, con sguardo severo. Indossava una camicia da notte scura, indice che tornava ora da un lungo riposo. Il suo sguardo glaciale divenne rosso incandescente, mentre il ghigno spaventato di Gil si trasformò in qualcosa di infastidito.
    Cosa stai facendo nella stanza di ricerca del Lethe?
    Stige cercava di mantenere il controllo senza però lasciargli spazio per scappare, Gil non rispose, limitandosi a voltare la testa di lato per distogliere lo sguardo da lei, già basso a causa della sua bellezza. Gil la odiava anche perché era bellissima e irresistibile, motivo in più per disprezzare le due streghe. La sorella attirò l'attenzione del giovane poltergeist mettendogli la punta del fodero della sua spada sotto il mento, richiamando la sua attenzione aggrottando le sopracciglia.
    Non sono cazzi tuoi.
    La risposta di Gil come al solito fu impertinente e sprezzante, Stige fece molta fatica a non esplodere di rabbia, ma fece un lungo respiro chiudendo gli occhi, cercando di essere paziente. Teneva ad ogni familiare, tutti, anche Gil: aveva già perso Van e come se non bastasse a suo tempo venne obbligata a punire Gil con i suoi poteri estremamente dolorosi. Si ripromise che non lo avrebbe fatto mai più, ma lui non gli rendeva le cose facili...
    Gil... perché fai così? Tutti ti vogliono aiutare... devi ridarmi le fiale e uscire dai laboratori... questo non ti porterà a niente.
    Tirò su la testa, il piccoletto, esitando solo quando sentì di nuovo il freddo acciaio ella spada, ma il suo sguardo colmo di disprezzo si scagliò comunque contro sua sorella.
    Tsk... non vi importa di me, vi preoccupate solo che possa disonorare la famiglia. Ma non vi preoccupate, non ho la minima intenzione di sbandierare il mio sangue come se fosse un vessillo... potete tenervi tutto il rispetto...
    Fece per andarsene, ma Stige lo afferrò per una spalla, sbattendolo di nuovo contro il muro per poi scuoterlo con forza.
    Gil maledizione! Non è questo che vogliamo per te! Non devi essere un combattente per farti rispettare, non devi buttare così la tua vita!
    Il ragazzo tirò fuori le fiale da dentro la borsa, gettandole per terra con disprezzo, facendo così allontanare la sorella che schivò i vetri infranti, osservandoli con un minimo di stupore. Gil tirò sulla spalla la propria borsa, gridando verso di lei.
    E cos'è che volete da me? Rendermi un pupazzo pubblico? Io me ne sbatto i lcazzodi queste cose! Non valete niente per me!
    Quelle parole erano una spada nel petto di Stige, ma non gli diede né la soddisfazione di vedere le sue lacrime, né la sua ira. Stige chiuse gli occhi, ingoiando un rospo molto amaro, per poi riprendere la sua spada e rinfoderarla, volgendo le spalle a suo fratello come se stesse per andarsene.
    La tua famiglia ti ama Gil, nessuno ti renderà un pupazzo pubblico... vogliamo solo il bene per te.
    Gil si ritrovò con la schiena quasi piegata verso il basso, ancora livido di rabbia. Non se ne sarebbe andato a mani vuote. Allargò un sorriso colmo di disprezzo, per poi tornare a parlare alla sua sorellona a denti stretti.
    Ah no? E tu che mi dici...? Ti sei fatta scopare da uno che nemmeno conosci, ti sei fatta ingravidare per il bene della famiglia e succhi il cazzo al regno solo per far splendere il nome dei Poltergeist! Sei una puttana!
    A quelle parole la rabbia ebbe il sopravvento, e voltandosi con un occhio fulminò Gil con lo sguardo, scagliando verso di lui un dardo di ghiaccio rosso che lo avrebbe perforato all'altezza della spalla. Una grossa ferita, non grave ma grazie ai suoi poteri sarebbe stata molto dolorosa. Aveva promesso di non rifarlo ancora, ma Gil aveva esagerato. Il ragazzo si accasciò lentamente a terra scivolando con la schiena sulla parete, serrando i denti più che poteva per trattenere il dolore, anche se le lacrime iniziavano già a rigare il suo volto. Stige si voltò di nuovo, rifiutandosi di guardarlo non per disprezzo verso di lui ma verso se stessa... che aveva di nuovo ceduto alla rabbia.
    Non ti sarà mai più permesso di entrare qui dentro...
    A quel punto se ne andò davvero, non avrebbe sopportato altre parole da lui. Gil continuò ad ansimare sofferente per diversi minuti, fino a che non raccolse le forze per afferrare la stalattite di ghiaccio e tirarla fuori dalla spalla, osservandola con un ghigno perverso sul volto.
    Non importa... ho già tutto quello che mi serve...

    - Poche ore dopo -

    Ok, tenetelo fermo lì, mettetelo giù forza!
    Improvvisato a capo cantiere, Gil guidava i suoi fedeli Drake e Mike nella sistemazione di un nuovo elemento nel suo adorato angolo di inferno. Drake non sembrava tanto affaticato, ma Mike faceva una fatica assurda a sollevare quella grossa poltrona a forma di trono. Aveva una singolare forma a cuore oltre ad essere in credibilmente rosso. Era decisamente un trono femminile quello, magari da dominatrice, chissà Gil da dove l'aveva tirato fuori? I due lo piazzarono a terra con grande sforzo, poi Gil si lanciò contro la poltrona, rimbalzandoci sopra un paio di volte e mettendosi comodo. Aveva la schiena piegata perché troppo bassa rispetto allo schienale, mentre con le braccia stringeva i braccioli con fare trionfante.
    Si cazzo, adesso si che mi piace. Da qui posso osservare tutte le mie puttane e sentirmi il re di questo posto.
    Mike arrancava ai piedi del trono, come un mero giullare, cercando di riprendere fiato.
    Gil io non capisco... tu hai una casa che è più grande di un castello: perché cazzo stai organizzando questo buco di merda come un regno?
    Le parole di Mike suscitarono l'ira di Gil, che per fargli capire dove aveva sbagliato gli tirò un forte calcio sulla testa, con non poco disprezzo.
    Quello non è un castello idiota, quello è un cimitero, pieno di cadaveri che camminano. Questo regno dove noi mettiamo a nudo la vera essenza della vita... merita di essere chiamato castello.
    Drake ridacchiò scuotendo il capo, per lo meno lui la prendeva con ironia e questo a Gil bastava.
    Adesso voglio un bastone da sovrano. Mike vedi se in giro c'è qualche vibratore gigante, altrimenti dovrò staccarlo a Drake.
    Drake lanciò un'occhiata verso Mike, intimandolo di trovarlo sul serio quel vibratore... insospettabile pensare che quel giorno tanto pieno di soddisfazioni sarebbe stato condito dall'intervento delle due streghe, pronte a festeggiare un evento memorabile assieme a Gil...
     
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    Accolse il bacio di Syndra, ricambiandolo distratta, o meglio preoccupata. Non era ancora abituata a sentirsi dire così tante volte "ti amo". Arrossì leggermente per l'imbarazzo, non riuscendo a trovare la forza di rispondere altrettanto. Si limitò quindi ad abbracciarla e aiutarla ad uscire dalla vasca. Nariko indossò la sua solita tuta di pelle decorata con motivi floreali scuri. Forse non era esattamente la scelta giusta per andare a cercare qualcuno come Gil, ma di sicuro era un abbigliamento difficile da strappare via in caso di violenze sessuali.
    Non sapeva esattamente dove trovarlo, la scuola era da escludere visto che era una domenica e i ragazzi erano tutti liberi. Non sapeva dove abitasse così optò per quel schifoso posto dove l'avevano invitata la prima volta che si erano visti.
    Rimase ferma davanti al portone, si sentì stranamente intimorita. Quel posto le riportava alla mente tutte le brutte sensazioni che aveva provato, e avvertì chiaramente il desiderio di andarsene. Tuttavia si voltò verso Syndra, e ritrovò il coraggio.
    Insomma era un moccioso arrogante e odioso, di cosa aveva paura? I tipi come lui di solito li schiacciava sotto il proprio tacco. Che diavolo le prendeva? Si sentì di nuovo colma di rabbia. Imprecò a bassa voce e afferrò la mano di Syndra aprendo bruscamente la porta di ingresso. Se era chiusa l'avrebbe forzata con la magia.

    Gil! lo chiamò imperiosa varcando la soglia sicura di sé. Non doveva vacillare per nessun motivo al mondo. Quel bastardo l'aveva infettata e doveva risolvere il problema se non voleva morire sotto le sue percosse.
     
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    Durante il tragitto Syndra riuscì a controllarsi un pochino, era così spaventata che sembrava passare in rassegna ogni minimo settore del suo corpo pur di non perdere il controllo. Cercava di trattenersi il più possibile dal tossire, non tirò fuori altro sangue se non davanti al portone, tuttavia la bocca sapeva di metallo e anche solo questo le faceva venire i conati. Cercava di rimanere il più vicino possibile a Nariko, se doveva morire voleva farlo assieme a lei questo era certo, ma sapeva bene che darle un simile dolore non l'avrebbe fatta stare meglio, pertanto anche per la sua maestra doveva resistere. Quei pensieri nella testa la quasi distrassero dal pensiero di doversi nuovamente incontrare con Gil che le ricadde in testa come un masso quando Nariko forzò la porta con la magia invocandolo a gran voce. Syndra tossì di nuovo rumorosamente portando le mani davanti alla bocca e riempiendole di sangue. Di nuovo gli occhi si fecero lucidi e il battito cardiaco aumentò a dismisura. Aveva paura, una paura tremenda.
    Gil!
    Anche lei gridò il suo nome, meno imperiosa della maestra e decisamente più supplichevole, purtroppo però non era abbastanza forte per andare contro a quel ragazzino viziato, figurarsi contro una morte imminente. Si appoggiò alla sua maestra, oramai la vista le dava un fastidio tremendo, avrebbe voluto chiudere gli occhi ma aveva paura di addormentarsi e non svegliarsi più, quindi dovette resistere aggrappandosi disperatamente alla speranza che in Gil ci fosse ancora qualcosa di buono, una minima punta di carità che lo spingesse a fare la cosa giusta, anche solo per quella volta.
     
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    Un tonfo sulla porta, quasi ignorato dai tre ragazzi inizialmente, poi la forzatura magica si fece sentire chiaramente e istintivamente Gil passò una giacca intrisa della sua essenza a Drake, pronto ad indossare quella sorta di armatura magica. Sia il grosso ragazzo che il suo compagno mingherlino notarono subito la soddisfazione di Gil sentendo quel forte rumore e quelle grida disperate, al punto che il viziato Poltergeist dovette nascondere un sorriso mordendosi il labbro inferiore, anche solo per mantenere alta la sua brutta facciata. Drake si piazzò davanti a Gil come se fosse una guardia del corpo, restando in attesa mentre le due streghe si facevano avanti: Nariko sembrava furiosa, mentre Syndra era a pezzi, coperta di sangue sul volto e sulle mani. Nemmeno Drake e Mike riuscivano a credere a ciò che stavano vedendo: Gil possedeva davvero un veleno in grado di fare a pezzi una strega in quel modo?
    Cavolo... fa paura...
    Mike non riuscì a finire la considerazione che subito Gil balzò in piedi dal suo trono, allargando le braccia visibilmente entusiasta.
    Ma guarda chi c'è! Le mie streghette preferite! La troia e la ritardata. Non posso proprio immaginare cosa vi porti qui... oh no aspetta, ora che vedo quel sangue qualcosa mi viene in mente.
    Lo sguardo di Gil scurì di colpo, puntando il dito destro verso Nariko come a volerle scaricare addosso tutta la colpa. Non gli importava di sfidarla anzi il suo desiderio era provocarla il più possibile così da potersi nutrire della rabbia nascosta in quella donna.
    Tu, maledetta troia, hai troppo cazzo in testa per ricordarti quello che ti dico? Allora non mi hai creduto fino alla fine! La tua amichetta è fottutamente morta senza di me, e hai aspettato che le esplodesse lo stomaco per riportarla a prendere la medicina. Stupida idiota, se creperà sarà solo colpa tua!
    Gil aveva la situazione in pugno ma restava il fatto che stava giocando col fuoco: anche se lui si sentiva estremamente invincibile, Drake e Mike non potevano fare a meno di essere preoccupati. Se Syndra moriva sul serio avrebbero perso inevitabilmente il deterrente con Nariko e a quel punto niente l'avrebbe fermata dalla vendetta.
     
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    Eccolo lì che si ergeva in tutta la sua arroganza. Non aveva mai provato un tale risentimento verso qualcuno. Quel ragazzo era abile nel farla andare fuori dai gangheri anche senza parlare. Era tentata di balzargli addosso e riempirlo di pugni, ma non poteva farlo se prima non otteneva ciò che voleva.
    Il suo sguardo si incupì, la pupilla si irradiò di una tetra luce violacea, che passò poi come una sorta di lampo. Strinse più forte la mano di Syndra, cercando di trarre da lei la calma che le serviva.

    Se tu te ne stavi al posto tuo, tutto questo non sarebbe successo. Se non vuoi morire dammi la dose di Syndra. Non sto scherzando. Sono abbastanza forte per uccidere i tuoi amichetti e poi staccarti la testa dal collo. Se succede qualcosa a Syndra non avrò più alcun motivo per trattenermi. parlò con tono fermo e deciso. Mostrandogli che non era per niente intimorita dal suo linguaggio scurrile e che non stava mentendo. Per lui poteva solo essere un giochetto di potere, un vizio per sentirsi migliore. Per Nariko però la faccenda si era spostata su tutto un'altro piano. C'era in ballo la vita di Syndra, la persona che più amava al mondo. Già una volta si era lasciata andare all'ira mietendo vittime innocenti, non sarebbe stato un problema scatenarsi contro il suo nemico.
    Aveva appositamente evitato di usare parolacce o un linguaggio aggressivo, come se volesse sentirsi superiore a lui.
     
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    Il fuoco non purifica, annerisce.

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    Gil come al solito sembrava aver organizzato tutto con precisione maniacale. Perché quel ragazzo trovava tanto divertente torturare e far soffrire gli altri? Syndra sentì chiaramente una fitta al cuore quando sentì i suoi insulti verso le streghe, in particolare per Nariko. Sapeva perfettamente che mai la sua maestra le avrebbe fatto del male, non era colpa sua e non lo sarebbe stato nemmeno se quel giorno Syndra fosse morta nella vasca, tuttavia il disprezzo di quell'uomo così piccolo riusciva a rendere il loro fardello così pesante.
    Smettila! Nariko mi vuole bene, non farebbe mai del male né a me né ai suoi studenti! E' tutta colpa tua, tu sei il mostro!
    Debole, morente e succube di quel mostro dai capelli bianchi, ma mai avrebbe permesso a qualcuno di insultare la bontà della sua maestra, non con accuse del genere. Era crudele, ingiusto, lei sapeva la verità, al conosceva meglio di chiunque altro e anche con un pugnale nel petto l'avrebbe difesa a spada tratta. Syndra la strinse a sé più forte che mai, sarebbero state unite qualsiasi fosse la risposta di Gil, forse non potevano combattere con la magia ma Nariko poteva farsi valere fisicamente. Sperava solo di non essere più un peso per lei. In quel momento aveva solo bisogno di quella maledettissima dose, anche solo per respirare ancora.
     
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    La minaccia di Nariko riuscì a terrorizzare profondamente Mike e Drake: non erano dei guerrieri, ma lo sguardo aggressivo di Nariko era così opprimente che riuscirono a percepirlo perfino loro due. Per Gil però, la cosa era diversa: lui era abituato a subire le angherie di persone molto, molto forti, specialmente sua sorella Stige che non solo era potente, ma poteva perfino torturare le persone fino a farle impazzire. In confronto Nariko non era niente. Per questo Gil non fece una piega, anzi sembrò quasi calmarsi facendole capire che non solo non la temeva, ma che ancora le era superiore.
    Oh si, se succederà non avrai più nessuna ragione per ubbidirmi, io morirò in maniera atroce ma ti posso assicurare che nessuna delle mie lacrime e neanche una goccia del mio sangue riporterà in vita la tua preziosa Syndra... riuscirai a vivere lo stesso col rimorso con solo la mia testa infilata su un palo? Io non credo...
    Forse stava giocando col fuoco, ma aveva lui il coltello dalla parte del manico. Il grido di Syndra lo fece in qualche modo smuovere: Gil lanciò un occhiata verso Drake, il grosso omone nero non sembrava intenzionato a volergli ubbidire ma il loro capo scurì il volto, come a volerlo minacciare. Drake aveva paura che dandole la dose, Nariko non avrebbe avuto motivo per trattenersi e li avrebbe uccisi lo stesso per quanto era arrabbiata. Ma mentre si avvicinava alla ragazza con la siringa, Gil ricadeva sul suo trono fatiscente, riprendendo a parlare con tutta la dovuta calma.
    Avete aspettato troppo, quella dose sarà sufficiente a calmare un pochino i sintomi ma entro 12 ore Syndra sarà di nuovo davanti al cesso a vomitare sangue. Devo andare a prendere una scorta personale dell'antidoto ma... non ho proprio voglia.
    Drake e Mike odiavano quella situazione, Gil stava giocando con le loro vite e per quanto potesse calcolare tutto si trattava di un'esperienza davvero stressante. Eccolo quindi sollevare lo sguardo, sorridente e maligno verso Nariko.
    Oh... ho un'idea! Perché non vieni con me Nariko? Non ti interessa sapere dove tengo quella roba? In cambio però dobbiamo stringere un patto...
    Un altro gioco, un altro ciclo di torture. Nariko non aveva molta scelta ma Gil giocò malignamente le sue carte, facendo leva sulla possibilità di scoprire una volta per tutte quale fosse l'antidoto. Ma era disposta a concedersi un'altra volta a Gil? Poteva assecondare quel sorriso maligno? La risposta l'avrebbe trovata nel volto sofferente di Syndra che probabilmente ora doveva sentirsi meglio grazie alla dose di Drake. Ma solo per poco.
     
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    Dalla terza vita

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    La sorella di Gil, in fondo al cuore gli voleva bene, era pur sempre suo fratello e nonostante fosse potente, e lo attaccava, lo sguardo di Nariko era profondamente diverso: lo odiava. Per lei era la rappresentazione del pericolo più grande per loro due, proprio perché era in grado di inibire la sua magia.
    Aveva osato fare del male a Syndra, a ricattarle. Era uno sciocco se pensava che non correva alcun pericolo. Non aveva mostrato alcun timore a risponderle, e continuava imperterrito a considerarsi il "master" della situazione sfoggiando anche quel ridicolo trono preso da chissà quale casa del piacere.

    Stai dimenticando una cosa fondamentale Gil. Noi siamo streghe, e io sono specializzata in maledizioni e vendette, credi forse che il dolore possa fermarmi? lo disse seriamente, nessun sorriso malizioso, nessuna intonazione particolare nella voce. Non lo stava minacciando, non serviva, qualsiasi cosa avesse detto non avrebbe sortito alcun effetto. Tuttavia lo informò che lo avrebbe fatto comunque se le cose dovessero precipitare.
    Quando Syndra cercò di difenderla con le parole Nariko passò una mano attorno ai suoi fianchi stringendola a sé. Come a volerla calmare e farle capire che non doveva preoccuparsi. Non erano di certo le parole di Gil a tormentarla. Infatti poco dopo Gil le propose un patto: le avrebbe fatto vedere dove teneva le scorte, e quindi di conseguenza capire anche come combattere il morbo, ma in cambio cosa avrebbe voluto? Non era difficile da immaginare. Era una ottima occasione, poteva scoprirne di più, anche se quella proposta aveva tutta l'aria di sembrare una trappola.

    Sarebbe? gli chiese quindi curiosa, ma diffidente.
     
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