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Hina-Poppezinga
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Sentire le labbra calde di Gil sul seno fu quasi un sollievo, il piacere iniziò a dipanarsi dal capezzolo ma arrivò subito il morso che la fece sussultare per il dolore inaspettato. Tuttavia anche quella sensazione le diede vagamente sollievo. Facevano male i seni rigonfi di latte, non avrebbe mai immaginato di provare una simile sensazione di sollievo per un morso, eppure fu quasi piacevole. Sentì chiaramente la sostanza del latte che da dentro di lei fluiva nella bocca del ragazzo. Una sensazione che normalmente avrebbe dovuto dare solo una sensazione di sollievo e di benessere, ma in quel frangente e con la droga in corpo fu fonte di piacere. Un piacere completamente diverso di quando si stuzzicavano i capezzoli per eccitare, era molto più intenso perché sentiva le vene del latte solleticarla anche da dentro. Quindi non si trattenne, non ne aveva ne il motivo ma nemmeno i freni inibitori per farlo: gemette liberamente portando una mano dietro la nuca del ragazzo per spingerlo contro il suo seno, come se non volesse che smettesse. Questo fin quando non sentì le dita del ragazzo esplorare il suo corpo e insinuarsi nel suo stretto anfratto, affamandola come non mai. Gli umori iniziarono a colare lungo le cosce, in sottili e lenti rivoli. Sentiva di voler essere posseduta, di godere di sentirsi riempire, sia davanti che dietro, non riuscì a resistere oltre. Una mano la portò sulle dita di Gil, invitandolo ad affondare di più, mentre l'altra mano prese a toccarsi da sola, per ricevere quel piacere che tanto bramava.
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