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role per Yhei

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  1. Pitou
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    Pitou
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    Erano quasi le nove di sera quando Pitou usci dalla sua palestra dove sporadicamente si allenava, e mentre la stanchezza si faceva sentire sia sul suo corpo che sulla sua mente, gli balzò davanti all'occhi un piccolo locale, un normalissimo baretto. La vista esterna era molto curata e ciò unito ad una estrema sete fece venire voglia alla ragazza di un bicchiere d'acqua e un buon caffè. si avvicinò alla porta e l'orario di chiusura (22:00) era ben visibile, aveva dunque abbastanza tempo per ciò di cui aveva bisogno. Con una leggera pressione apri la porta del locale e l'ambiente che gli si parò davanti non era niente male. Luci calde e un ambiente pulito insomma.
    Barista: buona sera signorina, si metta pure comoda arriverò subito per il suo ordine.
    La ragazza con un sorrisone e un cenno con la testa si mise su un divanetto con un buon tavolino davanti.
    Questo posto davvero non lo conoscevo...penso proprio che ci tornerò..
    Nel frattempo, armata di blocco note per l'ordine, la barista arrivò al tavolo di Pitou.
    Barista: dunque signorina cosa desidera?
    Gradirei un bicchiere d'acqua e un caffe! grazie!
    La barista sorrise e subito dopo aver preso l'ordine tornò al suo banco. le cose ordinate ci miserò pochi minuti ad arrivare,successivamente dopo aver di nuovo ringraziato la barista, Pitou iniziò a consumare le sue ordinazioni. Cominciò con il bicchiere d'acqua che fece scomparire in un secondo, dopo prese a girare il suo caffè con fare pensieroso.
    Diavolo che sonno..dovrei alleggerire i miei allenaenti....nono macche..dovrei aumentarli..non sto facendo molti progressi ultimamente..
    Questi semplici pensieri affollavano nella testa della ragazza mentre continuava a girare quel caffè,piano piano, alternando qualche sbadiglio qua e la. Improvvisamente la testa iniziò a pesare, e Pitou penso bene di reggerla poggiando il gomito sul tavolino. Tirò fuori il suo pacchetto di sigarette, pensando gia a quando se la sarebbe accesa una appena uscita di li,ma il sonno aumentò senza che lei potesse accorgersene e la sua testa scivolo dolcemente sul tavolino addormentandosi.
    Barista: su sighorina si svegli! sono le dieci e venti! è ora di chiusura!
    Pitou sobbalzo stordita, buttò giu quel caffè ormai freddo e si diresse al banco per pagare,ma le sigarette? Le sigarette erano sparite.
    Mannaggia, questa non ci voleva
    Pagò velocemente e ancora stordita usci senza nemmeno chiedersi dove stesse andando. Pitou si era innervosita e le sorprese non erano ancora finite, mentre dormiva nel cielo si erano addensati dei nuvoloni pronti a scaricare molta acqua. successe dunque l'inevitabile, un temporale prese in pieno la ragazza.
    No! No! Questa no! Poi cosa altro deve succedere sta sera?!
    Era completamente fradicia quando riusci a trovare riparo sotto una tettoia abbastanza sporgente.
    Pitou adesso era li, con le lacrime agli occhi che grondava acqua, completamente bagnata e infreddolita.
    Ora doveva solo aspettare che smettesse di piovere.
     
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    Edward era ancora scombussolato, la morte del padre, il comportamento di Tex, l'inaspettato aiuto di Luppi sempre se di aiuto si potesse parlare; sbuffò camminando per le strade con la mano destra in tasca mentre la mancina reggeva l'ombrello. Quanto amava il rumore delle gocce che cadevano pesanti sul terreno, provocando una serie di rumori differenti che si trasformavano in un unico frastuono indistinto rotto soltanto dal rumore delle gocce che battevano sulla tela dell'ombrello. Accanto a lui poche persone scappavano correndo vorticosamente nelle proprie abitazioni o nelle macchine, colte alla sprovvista da quel cambiamento climatico, filavano sorridenti apparentemente felici e spensierate come delle persone normali muovendo l'invidia del mezzo demone. Già persone normali, cosa che Edward da tempo non era più e da possibile eroe si scoprì un fragile ragazzino pieno di sogni irrealizzabili che si era scontrato con la dure realtà, ogni tanto alzava lo sguardo osservava le coppiette e quelle persone ignare di ciò che stava accadendo a questo mondo ormai corrotto fino all'osso, correvano senza esser consci che sotto di loro vi era un continente pieno di creature pronti a farli a pezzi. Allora perchè era così invidioso? Lo era proprio perchè lui sapeva tutte quelle cose mentre fino a poco tempo fa viveva come quelle persone una vita felice e spensierata. Poi una voce destò la sua curiosità costringendolo ad alzare nuovamente lo sguardo, proprio in un vicolo dove non c'era tutto quel traffico di persone vide qualche metro più avanti una figura girata di schiena rispetto a lui, grazie alle caratteristiche demoniache riuscì a inquadrarla nonostante l'oscurità, sembrava bagnata fradicia e sicuramente si stava lamentando del tempo, notò anche una coda simile a quella di un gatto ed allora le congetture di Edward si trasformarono in certezze, quella ragazza temeva quella pioggia. Colto subito da compassione pensò di donargli l'ombrello, dopotutto a lui la pioggia non lo infastidiva il problema era un altro, doveva andare a Roma senza perdere tempo e sopratutto non poteva aver contatti fisici con nessuno, chissà poteva essere una spia della Umbrella messa li da Tex per controllare i suoi movimenti e allora come fare? Si avvicinò lentamente senza farsi notare, una volta giunto abbastanza vicino allungò il braccio sinistro sopra la testa della piccoletta aprendo poi la mano e lasciando cascare l'ombrello sulla nuca di quest'ultima.
    Prendilo a me non serve
    Detto questo Edward avrebbe proseguito il suo cammino verso casa
     
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  3. Pitou
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    Le lacrime iniziarono a sgorgare, cercando di trattenerle, proprio come un bambina. Non era un periodo felice e tutto ciò si rifletteva sul questo momento che riusciva come una lama a penetrare le emozioni della ragazza. La faccia era rivolta verso il muro per non dare modo a nessuno di poterla vedere in quello stato, sarebbe stato per certi versi umiliante e imbarazzante. La pioggia cadeva, senza accennare a smettere. Ogni piccolo rumore che sentiva nitido nella pioggia era in grado di riportarla a momenti della sua vita ancora piu bui che aveva cercato di dimenticare e quasi come per uno scherzo troppo cattivo, le si presentavano tutti insieme. Balzava dalla paura quando i fulmini si abbattevano fragorosamente sul terreno poco distante da lei, creando dei potenti suoni come spari, come quelli che udì quella notte. Le braccia erano conserte e le mani stringevano la giacchetta, come a volersi proteggere e rigorosamente a testa bassa. Ormai il freddo gli era entrato nelle ossa e da li a pochi minuti si sarebbe sicuramente lasciata cadere per terra per trovare un po di sollievo, ma ancora le sorprese non erano finite. Come strano era stato il repentino cambiamento climatico ugualmente strano sarebbe stato quello che successo subito dopo. Pitou non si accorse nemmeno dei passi alle sue spalle, forse per la pioggia o il suo stato emotivo attuale, ma qualcuno si avvicinò, e lasciò cadere un ombrello sulla nuca della ragazza.L'ombrello inizialmente, dopo aver toccato la ragazza di schiena, cadde per terra e in quell'istante un brivido ne positivo ne negativo percorse la schiena della ragazza. In un solo secondo mille pensieri percorserò la testa di Pitou. Neanche aveva capito che cosa gli fosse cascato sulla nuca quando udì delle semplici parole.
    Si girò fulminea, l'ombrello era caduto e quella sagoma che gentilmente gli aveva donato il suo "salvavita" era gia nell'intento di girarsi e proseguire per la sua strada. In un primo momento la parola mancò a Pitou e tutto ciò che poteva fare era osservare quella figura che lentamente si allontanava. Ma alla ragazza non tornava, non poteva essere, per quale motivo lei era stata scelta per questo gesto di altruismo? un breve pensierò marcò la mente della ragazza, il clima era cambiato velocemnte, possibile che lei era stata l'unica persona a essere stata sorpresa dalla tempesta senza ombrello? Perchè proprio lei? subito dopo tentò di parlare con quella figura mentre la sua voce era ancora rotta dalle lacrime.
    N..NO! N..Non puoi farlo..
    Cerco di asciugarsi le lacrime velocemente e successivamente riprese a parlare.
    Spiegami solo il perchè.. Prima di andartene..
    La voce era ancora turbata ma il tono era serio e molto profondo, quell'episodio ancora non gli tornava, non gli sembrava essersi meritata quel gesto, che se pur semplice, era carico di gentilezza e nessuno glie ne aveva mai dimostrata o almeno senza ottenere niente in cambio. In piedi con sguardo fermo fissava la figura che ancora non era riuscita a distinguere e attendeva impazziente una risposta. Le sue orecchie oramai erano inidirizzate solo e soltanto su quell'ombra nella notte, come se improvvisamente non piovesse piu. L'ombrello era ancora per terra davanti ai piedi della ragazza, lei lo sapeva bene, non se ne era dimenticata ma ancora non voleva raccoglierlo. Come il tempo la situazione si era evoluta in fretta ma ciò non la turbava in senso negativo, tutt'altro. nonostante la negativita del momento prima non l'avesse ancora abbandonata adesso la curiosità, come quella di un gatto oppure di una bambina, riusciva a dominare completamente la ragazza.
    Voleva solo una risposta che non l'avrebbe fatta sprofondare nuovamente.
     
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    Una voce singhiozzante di chi sta piangendo interruppe Edward che si fermò sotto la pioggia, evidentemente per lui fare il cattivo era qualcosa di estremamente difficile e per l'ennesima volta si chiese se la strada scelta fosse quella giusta, purtroppo non aveva risposta a quella domanda solo col viaggio a Roma l'avrebbe scoperto, però ora si trovava ancora in Giappone senza risposte e col cuore ancora troppo puro per Tex.
    "Perchè è così difficile?"
    Sapeva d'aver commesso un errore tradendo la fiducia di chi gli aveva dato un consiglio con l'unico appunto di non toccare nessuno fino a quando non avesse incontrato L'Unica Mente, ma in fin dei conti che male potrebbe fargli una ragazzina indifesa? Ancora una volta uscì l'ingenuità e il cuore buono del ragazzo, quello che all'Umbrella cercavano di correggerli, e se fosse stata una nemica o un agente della Umbrella sotto copertura? Non ci pensò neanche non riusciva a resistere a chi vedeva in difficoltà. Rimase fermo qualche secondo respirando l'aria carica di umidità a pieni polmoni assaggiando l'odore pungente della pioggia, mentre l'acqua inzuppava completamente i suoi abiti.
    "Ti fai sempre fregare! Possibile che non impari mai? Avevi promesso a Luppi che saresti andato subito a Roma e invece vai a ingabolarti con la prima che incontri!"
    Il mezzo demone se ne fece una colpa, eppure non riusciva a non essere altruista e sentirla piangere non fece altro che stringergli il cuore mentre si poneva domande sulla reazione eccessiva della ragazza, ipotizzando che potesse sentirsi estremamente sola e disabituata a gesti affettuosi.
    Beh...Perchè eri tutta bagnata e rischiavi di prenderti un malanno, io abito qui vicino quindi non ho problemi a prendere due gocce..."
    Due gocce? la fuori c'era il diluvio universale! Che altro avrebbe potuto dirgli? Niente, quella era la verità gli dispiaceva vederla sotto la pioggia e lui aveva rinunciato tranquillamente all'ombrello; cercò tuttavia di mantenere un alone di mistero senza voltarsi, sapeva che vedendola piangere non avrebbe potuto ignorarla
     
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  5. Pitou
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    Una risposta semplice e coincisa, una risposta logica ad una domanda stupida. Questo è ciò che passò in un baleno nella confusa mente di Pitou.
    Allora è così che si comportano le persone buone, con semplicità.. Non dovrei stupirmi..
    L'animo della ragazza andò lentamente verso un miglioramento, accennando un sorriso. Chinò la testa e vide l'ombrello che ancora non era stato raccolto. A quel punto sarebbe stato veramente scortese rifiutarlo, l'uomo misterioso aveva esaudito la richiesta di Pitou senza problemi, di conseguenza la ragazza si abbassò e prese l'ombrello, facendolo raschiare per terra, in modo da far capire al suo misterioso benefattore di averlo raccolto e accettato, eppure ancora non lo aprì. Se lo spostò davanti, con la puntata piantata per terra reggendolo con entrambe le mani, e successivamente provò ad esclamare qualcosa.
    Grazie..sei stato molto gentile..
    Lo sguardo di Pitou era basso e ormai la pioggia che gli scorrevva su tutto il corpo non gli faceva ne caldo ne freddo. Aveva raggiunto un piccolo equilibrio emotivo che la faceva rilassare, come ad esempio la coda, che pochi istanti prima era sotto le gambe adesso era bella lunga tesa quasi fino alla testa. Gran parte delle emozioni che sentiva di aver provato prima di questo avvenimento erano in realtà tutto quello che aveva preso sottoforma di "cibo" durante la stessa creazione. La ragazza aveva passato i suoi pochi anni di vita scappando o in un esilio auto-forzato per allenare corpo e mente. Ma la sua parte umana, le sue emozioni, erano in grado di annientare questo suo allenamento, provocandogli sensazioni del tutto nuove,inesplorate, che prendevano la ragazza alla sprovvista. Era come provarle per la prima volta, ma ciò lo conosceva solo lei, non poteva lasciarsi andare per ogni cosa nuova oppure non sarebbe andata molto lontano. Riprese con il suo solito sorriso, fece un piccolo passo in avanti verso l'uomo girato di schiena.
    M..Mi chiamo Neferpitou.. Piacere di conoscerti..
    Allungò la sua mando destra per stringere quella dell'uomo. Non sapeva se si sarebbe girato per stringere la sua. Ma non gli importava, o quantomeno non voleva pensarci. La scena adesso si presentava ambigua, quante persone sarebbero disposte a fare conoscenza sotto un temporale? Ma come gia detto la situazione era strana, e forse proprio ciò aveva attirato l'uomo qui. Poteva davvero solo essere uno stupido gioco di banali casualità? la risposta adesso risiedeva nell'uomo misterioso.
     
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    Anche senza vederla capì che la ragazza si era risollevata Edward era molto empatico, oramai i capelli cadevano lungo il viso pregni d'acqua e quella sensazione non lo infastidiva minimamente. Subito venne incuriosito dal nome, gli parve un nome più adatto ai tempi dell'antico Egitto, facendogli pensare che non fosse originaria di queste parti, in effetti i gatti in Egitto erano considerati come animali sacri e al mezzo demone non sfuggirono le orecchie e la coda dalle fattezze feline, incrementando la curiosità del ragazzo che nonostante avesse già visto nella sua breve vita una miriade di esseri ibridi si ritrovò solleticato il suo interesse che tuttavia non poteva esser sfamato. Così si sarebbe allontanato se non fosse che un combattente come lui sentì anche chiaramente la ragazza avvicinarsi e tendergli la mano.
    "E ora che faccio?"
    Si sentì gelare, voleva girarsi e stringere la mano, fare conoscenza e accertarsi che stesse realmente bene ma non poteva aveva una missione da compiere Roma lo stava aspettando, la decisione fu ovvia! Si voltò sorridendo e incrociando per la prima volta lo sguardo di Neferpitou.
    Neferpitou?! Che non particolare, non sei di qui vero? Io mi chiamo Edward, piacere mio!
    Disse leggermente in imbarazzo con se stesso, ora c'era un ultimo ostacolo da passare cioè quella mano tesa verso di lui che non poteva toccare, alzò il braccio destro portandolo all'altezza della mano della ragazza per poi puntare con l'indice l'ombrello
    Non vorrei bagnarti la mano con la mia
    Disse ridendo nervosamente pensando che con quella pessima battuta potesse risultare simpatico ma almeno in quel modo non sembrò sgarbato per aver rifiutato la stretta di mano.
    Guarda che se non lo apri mi sono bagnato per niente...
    In effetti Edward non si spiegava perchè non aveva ancora aperto l'ombrello
     
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  7. Pitou
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    I grandi occhi di Pitou erano fermi, concentrati sull'uomo del mistero difronte a lei. Avrebbe tanto voluto conoscerlo, anche solo per ricambiare il piccolo favore in un futuro lontano, ma questi erano solo brevi pensieri nella testa della ragazza. In un attimo l'uomo si voltò lasciandosi finalmente osservare dagli occhi curiosi di Pitou. Aveva lunghi capelli castani e un corpo perfettamente snello e allenato, ma ciò che prese in pieno la ragazza era lo sguardo. Un potente sguardo in grado di dimostrare autorità e fermezza e due grandi occhi "ghiacciati" in grado di far venire i bollori a qualsiasi ragazza. Ma Pitou non era una ragazza, o quantomeno lo era ma in maniera differente. Di sicuro era affascinata e incuriosita da quel misterioso uomo. Lui esclamò subito qualcosa sul suo nome, poi si presentò e successivamente con una battuta evitò di stringere la mano a Pitou.
    La ragazza si guardò sbigottita la mano, come per vedere se avesse qualcosa di strano, forse la mancanza del mignolo lo aveva messo a disagio.
    Tecnicamente il mio nome, è un nome di un progetto! Uno strampalato progetto organizzato da topi di laboratorio... non ho idea su cosa volessero creare, ma sono saltata fuori io! Dopo ciò, ho deciso di tenermi quel nome!
    Allegò a tutto il discorso un enorme sorriso. Parlava della sua natura con estrema tranquillità, di solito con tutti quelli che glie la chiedevano, non aveva paura di nascondersi tantomeno con lui che solo dallo sguardo sembrava averne passate di peggiori. Ma adesso era il momento giusto per l'ombrello di entrare in scena, Pitou si avvicinò ulteriormente e con uno scatto felino tirò su l'oggetto e lo aprì, in modo che svolgesse il suo lavoro ma non solo su di lei,pensò anche a coprire il ragazzo, era il minimo che adesso potesse fare. La ragazza sorrise ancora.
    Non credi che cosi sia meglio? Almeno possiamo evitare di bagnarci entrambi. In fin dei conti quanto ancora potrà mai durare una tempesta cosi violenta?
    La coda adesso era ricurva a formare un semicerchio, forse sintomo della grande curiosità che "mangiava" la ragazza.
    E tu.. Tu sei di qui?
    finì appena di parlare quando gli balzò in mente che Edward pochi minuti prima aveva ripreso la propria strada e forse in quel momento lo stava solo disturbando.
    Ma non ti vorrei trattenere.. Se hai da fare vai pure..
    Abbozzò un'altro piccolo sorriso, forse un po dispiaciuto, ma ora sperava che lui si trattenesse ancora un po.
    Un pensiero egoista, ma quando una ragazza si mente in testa qualcosa...
     
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    Spalancò gli occhi e ritrasse la testa, perplesso dopo quello che aveva sentito sulla sua provenienza. Un laboratorio? un'esperimento? e se anche lei fosse un'esperimento di persone appartenenti alla stessa categoria di Tex? questo pensiero lo turbo nell'animo sentendosi quasi chiamato in causa a proteggere ulteriormente questa ragazzina. La guardò con maggior tenerezza come quando l'aveva vista sotto la pioggia in lacrime ora la vedeva ancor di più come un pulcino bagnato.
    Nonostante questo lei non sembrava essere turbata di essere nata come topo da laboratorio, anzi, sembrava parlarne con molto tranquillità così da far ricredere Edward sul suo primo pensiero avuto.
    Abbasso la testa, andando sotto l'ombrello, che le gentilmente gli aveva allungato, avvicinando il suo volto a quello di Pitou e le sorrise in modo caloroso per farle capire che non aveva nulla contro di lei. Edward aveva notato che la ragazza si era accorta della mancata stretta di mano, il suo sorriso servì per rassicurarla. A quel punto avrebbe preso l'ombrello nella sua mano per non stare tutto gobbo sotto di esso.
    Posso?!
    Passò una mano sulla fronte per aggiustarsi i capelli tirandoli indietro; nonostante la sua situazione che gli imponeva fretta decise di accompagnarla fino a casa.
    Non preoccuparti, casa tua è lontana? Nel caso potrei accompagnarti senza problemi. Io sono di qui, ho un appartamento a Kurayami
    Disse indicando il suo taglio degli occhi alla orientale, dono della madre.
    Tuttavia, il mezzo demone, continuava a pensare all'esperimento che lei incarnava. Doveva trovare un modo per saperne di più. Ma come fare senza essere troppo indiscreto?
    La guardò serio, fissandola negli occhi. anche la sua voce assunse un tono grave.
    E come è finito quel progetto?
    La guardò con fare interrogativo, cercando di nuovo una domanda poco invadente così da vedere la reazione della ragazza per capire quanto realmente ne sapeva lei, e fino a dove poteva spingersi con le sue domande.
    Che ci fosse lo zampino della Umbrella?
    Per un attimo la sua fretta di andare a Roma passò in secondo piano.
     
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  9. Pitou
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    La situazione era decisamente cambiata, adesso i due sembravano essere leggermente più in sintonia e ciò faceva molto piacere a Pitou. Ancora non era stata capace di capire quali fossero le intenzioni dell'uomo ma finalmente poteva chiaccherare in libertà con un altro essere umano e questo riempiva di felicità la ragazza. Lui chiese gentilmente di poter reggere l'ombrello per non dovere stare curvo e Pitou acconsentì senza alcun problema. In quel momento la pioggia era ancora in pieno vigore ma un sorriso esplose nel viso dell'uomo che rassicurò completamente la ragazza su tutto ciò che stava accadendo. Adesso i loro corpi erano a pochi centimetri di distanza e la cosa che stupiva Pitou era la totale assenza di ostilità tra i due. Cercando fra le sue memorie non riusciva a ricordare l'ultimo momento in cui era stata cosi vicina a qualcuno senza che costui fosse un nemico o qualcosa di simile.
    Bé..se devo essere sincera non ho una dimora fissa, almeno per ora. diciamo che oscillo tra un hotel e l'altro, ma prima o poi mi stabilirò da qualche parte.
    Pitou disse ciò con un tono scherzoso, cercardo di far trasparire una certa tranquillità, quando in realtà se ne vergognava profondamente di non avere un proprio appartamento.
    Ma comunque sia l'hotel di turno non è lontanissimo, e se non hai niente da fare... ecco.. accetterei volentieri la tua offerta.
    La ragazza arrossì, era la prima volta che accettava un "passaggio".
    La situazione cambiò nuovamente durante la successiva domanda dell'uomo. Pitou si era sicuramente accorta della curiosità nei suoi occhi durante il racconto dell'esperimento ma di certo non si aspettava così tanto. L'uomo fece la sua domanda e quasi divertita Pitou non ebbe problemi a rispondere.
    Il progetto dici?
    Si portò una mano al mento e con gli occhi rivolti verso il cielo iniziò a pensare.
    Il progetto è andato a finire bene per me e male per loro! Unì a questa risposta una risata poi riprese a parlare.
    Ero in un piccolo laboratorio in uno stabilimento fuori città, parliamo di 12 anni fa, ma ci dovrebbe ancora essere. In pratica sono "nata" prima del previsto e non avevano pensato al fatto che potesse nascere qualcosa di ostile. è stata la loro tomba, o quantomeno la tomba dei ricercatori presenti quella notte. Volevi sapere qualcosa in particolare? Sè è cosi chiedi pure!
    Finì appena di parlare quandò gli venne in mente un particolare che la ghiacciò completamente. Certo erano passati 12 anni da quando era fuggita, e 8 dalla sua presunta morte, ma se quell'uomo fosse uno dei ricercatori?
    Ormai la frittata era fatta. Rimase li, impassibile , a fissare quell'uomo con un po di timore. Sperando vivamente che non gli facesse del male. Aveva molto domande da fare ma in quell'istante l'unico pensiero era a riguardo a ciò che aveva detto.
     
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    Finalmente Edward potè tornare ad una posizione più eretta e si accostò a Pitou facendo attenzione a non toccarla, ancora non sapeva nulla di lei e non voleva metterla in difficoltà, ricordando che la Umbrella ha molti occhi. La giovane ragazza gli disse che ancora non aveva un abitazione fissa e che viaggiava da un hotel all'altro, cosa che colpì il giovane demone che si chiese come fosse possibile fare una vita del genere vagando senza una fissa dimora. Poi accolse l'invito di Edward facendosi accompagnare al suo hotel che a quanto pare si trovava nelle vicinanze, cosa che allietò non poco il ragazzo già preso da un lieve senso di ansietà, dato che stava già perdendo troppo tempo e più rimaneva a Kurayami più vi erano possibilità che qualcuno lo incontrasse.
    Andiamo andiamo subito! Che con questo tempo da cani rischiamo di beccarci un accidente!
    Edward aveva una certa fretta che si sarebbe volatilizzata solo nel momento in cui avrebbe abbandonato la strada.
    Ora però si aggiunse un nuovo fattore che lo preoccupò, la naturalezza con la quale parlò della morte dei ricercatori nel laboratorio che gli aveva dato vita, ora doveva capire se Pitou potesse essere un individuo ostile. Edward si preoccupò, la ragazza aveva parlato della morte con una disinvoltura disarmante sicuramente, buona o cattiva che fosse era completamente in sintonia con questo mondo, sempre cercando di non essere troppo invadente, anche se Pitou sembrava motlo disponibile a sfamare la suo curiosità gli porse le successive domande.
    Ti avevano fatto del male? E ricordi per caso qualche simbolo o il nome di quel laboratorio?
    Come sempre dovette restare sul vago, evitando di aggiungere altre cose che facessero immaginare alla ragazza il modo di pensare e di agire di Edward, in pratica non voleva influenzarla per cercare di estrapolare la verità su quanto accaduto
     
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  11. Pitou
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    La fretta di Edward era più che comprensibile, chi mai vorrebbe stare sotto la pioggia. L'hotel non era lontano, pochi minuti di cammino e i loro destini si sarebbero divisi forse per sempre. Ciò agitava Pitou. Credeva davvero che non potesse esse solo frutto di coincidenze, una credenza sciocca ma comunque molto forte in lei.
    Si, hai ragione Edward, nessuno dei due vuole beccarsi un tremendo raffreddore o qualcosa di peggio. Vieni pure ti faccio strada.
    Inclinò leggermente la testa da un lato con un mite sorriso e con la mano destra gli indicava di seguirlo. Dal comportamento avuto dal ragazzo dopo la confessione della sua "nascita" era chiaro come l'acqua che lui con i suoi ricercatori non ci entrasse niente, e l'animo di Pitou si calmò.
    Bè allora non vuole farmi del male..
    Credeva che la curiosità maggiore fosse la sua, ma Edward gli stava dimostrando quanto si sbagliasse. Dopo avergli raccontato della tragica notte di 12 anni fa le domande da parte dell'uomo aumentarono e non finirono li.
    Tecnicamente non mi hanno fatto del male, o almeno non subito. Ma appena ho mostrato loro i "denti" si sono subito avventati. Tutto quello che è stato dopo è puro istinto di sopravvivenza. E poi.. Tu? Tu che avresti fatto nel momento in cui riesci a capire che il destino della tua vita è essere una cavia da laboratorio?
    Per quanto riguarda i simboli..

    Si fermò ancora una volta con gli occhi rivolti il cielo e lo sguardo pensieroso.
    Il mio ricordo è molto confuso, erano i miei primi istanti di vita. Sicuramente i ricercatori e le guardie di sicurezza avevano un simbolo sul camicie o sulla giacca...Ma proprio non ricordo come era. Se vuoi ti ci posso portare se ti interessa. Ma sappi che nel caso io rimarrei nascosta dietro di te
    Sorrise ancora.
    Sai praticamente le parti salienti della mia vita! Che ne dici di raccontarmi qualcosa di te ora?
    Le pupille ingrossarono fino al limite, adesso voleva saziare quella curiosità, e i grandi occhi di Pitou fissavano quelli di Edward senza timore.
     
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    Edward iniziò a incamminarsi ascoltando le parole della sua nuova amica con molta attenzione e cercando di mascherare reazioni alle sue parole. Era un pò timoroso: ora la vedeva come una "pazza omicida" e aveva paura di quello che poteva fare vedendo le sue reazioni.
    Intanto la pioggia continuava a scendere pesante, questo avrebbe aiutato nel prossimo futuro Edward; ma torniamo a noi. Risuonava in strada solo il rumore dei loro passi bagnati e la voce sottile di Pitou che raccontava il resto della sua storia.
    La giudico un assassina, in fondo è stata lei ad aver mostrato per prima i "denti"; certo è, però, che la domanda che gli pose lo lasciò di stucco.
    Che ironia! Ancora non sapeva niente di Edward eppure l'aveva messo in scacco matto. Lui che per amore si era ritrovato preda di un esperimento e allora fu tutto chiaro.
    Immaginò il risveglio della ragazza con una moltitudine di occhi piantati su di lei, occhi sconosciuti, inquisitori, che la vedevano come un risultato di un esperimento e non come un l'essere umano che era; come poteva biasimarla di aver reagito con violenza? Per la prima volta Edward capì che il suo modo di vedere il mondo era troppo statico. Forse Tex non sbagliava a dargli dello stupido.
    Pitou si offrì di portarlo in quel laboratorio: la pioggia ritornò utile.
    "Un laboratorio nei pressi di Kuraiami, ha parlato di simboli ma non si ricorda come fossero e facevano esperimenti scientifici. E' troppo rischioso. Potrebbe essere un laboratorio della Umbrella"
    Alzò lo sguardo distratto portando la mano sinistra dietro la nuca, sorridendo nervosamente.
    Io non sono un ragazzo interessante venivo da un paesino sperduto tra i monti, purtroppo non sono frutto di esperimenti e come vedi sono umano al 100%. Mi spiace di non essere così interessante
    Ovviamente mentiva. Edward DOVEVA mentire. Per la parte razionale mentiva perchè ancora non la conosceva e poteva essere un nemico; ma queste erano tutte cazzate. La verità era che Edward non voleva esporla ulteriormente e così proseguì a seguirla nel più totale imbarazzo.
     
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  13. Pitou
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    Sembrava tutto così normale e fluido, tutto così improvvisamente facile. Non aveva problemi a parlare del suo passato ma il problema spesso e volentieri era che nessuno gli chiedeva di raccontarlo. Si trovò dunque a parlare della propria vita con quello strano personaggio, Edward, che tanto era riuscito ad affascinarla.
    L'uomo rispose senza problemi alla domanda della ragazza. Si rivelò allora tutta l'ingenuità di Pitou che credette a ogni singola parola. Perché mai avrebbe dovuto mentire, lei non lo aveva fatto, era stata sincera sotto tutti i punti di vista. Quindi anche il ragazzo avrebbe dovuto tenere lo stesso comportamento. Questi erano i pensieri di Pitou, i pensieri ingenui di una ragazzina. Non sapeva quanto avesse rischiato precedentemente, non immaginava neanche lontanamente la verità su Edward e quanto lui si fosse preoccupato di lei cercando di tenerla all'oscuro di tutto. Ma la risposta ricevuta era più che soddisfacente.
    Non sai quanto allora vorrei essere tu.
    Chinò leggermente la testa verso il basso, guardando per terra, poi riprese a parlare.
    Non che mi dispiaccia essere quella che sono, ma fa male sapere di essere solo un esperimento. E poi la vita tra i monti non deve essere per niente facile!
    Riesplose il sorriso sul viso di Pitou durante questa sua ultima affermazione. L'hotel non era lontano, ma voleva sapere di più, c'era ancora qualcosa che non tornava alla ragazza. Aveva nominato simboli e sembrava interessato al suo laboratorio, forse poteva sapere chi fosse a capo di tutto ciò.
    Scusa Edward, se posso chiedere, che simboli cerchi?
    Fissava Edward con i suoi due grandi occhi arancioni, ma ancora non aveva finito di parlare.
    E poi, credi che questo simbolo centri qualcosa su di me? Sul fatto di essere un esperimento dico.
    La sua voce era di una tonalità molto bassa e cauta, come se provasse quasi timore nel domandare certe cose.
     
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    io non sono leggenda...sono realtà!

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    Un sorriso con una vena di rammarico si disegnò sul volto del ragazzo nel sentire che Pitou avrebbe voluto essere come lui.
    "Oooh non ti conviene passare tutto ciò che ho passato io, se solo sapessi..."
    Già se solo la piccola amica avesse saputo del cambiamento della sua vita a causa di una donna, della perdita ti una grande amica, o quella del padre morto per mano sua e ancora la sua trasformazione in demone; quella di Edward era una lista troppo lunga per poter elencare ogni fatto accaduto.
    Cercò di farsi forza mutando quel surrogato in un vero sorriso andando avanti con la sua farsa.
    Ma sai che noia... Almeno la tua vita sarà stata interessante. Io tra i monti non facevo altro che coltivare i campi assieme a mio nonno che aveva bisogno di un mio aiuto. Poi mi sono trasferito qui da quasi due anni per finire gli studi e aprire una mia palestra, come puoi notare mi piace tenermi in forma anche se non sono molto portato per i veri combattimenti, credo di essere il primo maestro che arriva a prenderle dai propri allievi!
    Mostrò fiero i suoi bicipiti alla nuova amica, sorvolando sul fatto che in realtà fosse una macchina da guerra e fugando ogni sospetto disegnandosi quasi come un imbranato in fatto di lotta.
    ...Però adoro allenarmi mi fa mantenere un certo equilibrio... Hai mai provato ad iscriverti in una palestra?
    "Già che domanda stupida! Come poteva farlo con una vita del genere?"
    Si pentì subito di aver fatto quella domanda così stupida e ora come doveva affrontare il discorso dei "simboli"? A Pitou non era sfuggita quella strana domanda e in qualche modo aveva solleticato la sua curiosità; allora via di bugie per l'ennesima volta.
    Guarda mi intendo veramente poco di simboli o laboratori, volevo solo sapere se conoscevi l'identità dei ricercatori. Trovo la cosa estremamente crudele e irrispettosa, dev'essere bruttissimo non conoscere praticamente nulla delle proprie origini. Come fai a sopportarlo?
    A questo punto gli occhi di Edward si fecero più curiosi, desideroso di capire se quella poteva essere ancora una ferita aperta.
     
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  15. Pitou
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    Le bugie di Edward non destarono alcun sospetto nel cuore di Pitou. Credeva fermamente a quelle parole che con tutta la tranquillità del pianeta fuoriuscivano dalle labbra del ragazzo. Ma qualcosa era cambiato, nel volto e nei gesti del ragazzo, sembrava divenuto piu curioso. Ciò intrigava Pitou che non aveva nessuna intenzione di non rispondere alle sue domande.
    Sui monti per aiutare suo nonno, devi essere proprio una persona di cuore Edward.
    Lo ascoltava mentre sorrideva finche non gli parlò della propria palestra. Frequentava spesso palestre la giovane gatta, semplicemente per migliorarsi e mettersi alla prova, ma di certo allenarsi in un posto con facce conosciute sarebbe stato sicuramente meglio.
    Perchè non mi dici dove si trova la tua palestra? Almeno vedo di farci un salto.
    Cercò di rimanere sul vago per non sembrare patetica ma aveva molta voglia di visitare la sua palestra. Anche se il suo atteggiamento come detto era sul vago il sorriso non abbandonò il suo volto anche per cercare di trasmettere tranquillità e fiducia. ma cambiando completamente discorso il ragazzo sembrava non sapere niente dei simboli, era un peccato, poteva essere un buon inizio per iniziare a ripagare chi stava a capo del progetto che portava il nome della ragazza, "Neferpitou". Cercò nuovamente di ricordare i simboli, ma proprio non gli balzavano in mente. Una nuova domanda stuzzicò le corde vocali della ragazza.
    Tecnicamente non ci posso fare niente. Ma non è di certo una bella sensazione.
    Chinò un secondo lo sguardo per pensare, poi riprese a parlare.
    In realtà ci sono molte cose che potrei fare. Ho passato 12 anni a conoscere il mio corpo per raffinarlo. Diciamo che non mi va giu il fatto che abbiano usato altre persone per il mio nutrimento. mmmh..Tu come sceglieresti se una persona deve morire per me o no? Non so se comprendi, ma a me sembra una cosa solo tanto meschina.
    La ragazza prese fiato mentre stringeva con forza entrambi i pugni.
    Voglio solo trovare chi si è permesso di decidere ciò, porgli la stessa domanda e dopo ripagarlo come merita.
    Dopo quest'ultima frase del famoso sorriso della ragazza non vi era piu traccia e la sua voce si incupì leggermente.
    Si riprese velocemnte, portò gli occhi al cielo e sospirò.
    Credo che però, per riuscirci, dovrò migliorarmi ancora. E magari la tua palestra puo essere un ottimo modo!
    Il sorriso, anche se piu cauto, tornò sul volto di Pitou.
     
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