Verso il nuovo mondo

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    Alexander riemerse dalla scura acqua che costeggiava il tempio, tenendosi per l'estremità rocciosa con le mani in modo da mantenere sollevato il busto nudo e scolpito. Davanti a lui, in piedi e a braccia conserte, sua madre che mostrava uno sguardo meno entusiasta del solito. A quanto pare la loro conversazione poteva dirsi appena finita.
    Tu sei assolutamente certo che sia una buona idea?
    Alexander uscì completamente dall'acqua, lasciando che questa gli scivolasse sul corpo mentre si concedeva qualche istante per meditare. Chiuse gli occhi e si passò le mani tra i capelli, così da togliere il grosso dell'acqua che li permeava.
    Tex può raggiungerci ovunque, ma non in America. Inoltre quel tipo mi deve un grosso favore, non può rifiutarsi. Non abbiamo molte altre opzioni.
    Il demone fece per allontanarsi dalla madre, ma mentre lei lo seguiva con lo sguardo, decise anche di lanciargli un monito.
    Non possiamo scappare per sempre Armaros, lo sai.
    Alexander si fermò per un istante, lasciandosi coinvolgere dai dubbi della madre. Lei si che sapeva come farlo mediare lucidamente. Troppo lucidamente.
    Non lo faremo madre.
    A quel punto tornò nel tempio, non prima di essersi vestito, lì dove lo attendeva Niniel. La ragazza sapeva solo di dover riordinare le sue cose e prepararsi a partire, lui e sua madre avrebbero deciso il da farsi. Una pulita e un bagno era esattamente quello che ci voleva per esaminare le opzioni lucidamente e alla fine, Alexander aveva elaborato un nuovo itinerario per guadagnare qualche altro giorno in più. Forse non era l'idea migliore, ma in fondo l'unica cosa che importava era la salvezza di Niniel. La cercò con lo sguardo e pur non trovandola, Alexander alzò la voce mentre la cercava così da spiegare cosa avrebbero fatto.
    Niniel, sei pronta? Dobbiamo andare. Quando siamo venuti qui ho aperto due portali di fuga: uno per tornare a Roma e uno per Londra, ma sono sicuro che quello a Roma Tex lo abbia già trovato. Una volta a Londra ti dirò cosa faremo, per il momento però dobbiamo andarcene il prima possibile.
    Sapeva che oramai Niniel si fidava ciecamente di lui, e questo per Alexander era ancora peggio... perché la responsabilità su di lei si stava aggravando ogni giorno di più. Perfino un demone come lui doveva ammettere che a quel punto non si trattava più semplicemente di proteggerla.
     
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    Era stata una sciocca, si era completamente lasciata andare quando aveva visto Alexander combattere e rischiare la vita. Aveva guadagnato una nuova temibile spada. Iniziava a dubitare che Iceringer potesse ancora tenergli testa. Era parecchio forte, mentre Iceringer ha dovuto viaggiare molto per la sua misteriosa fidanzata e altre faccende che avrebbe dovuto spiegarle prima o poi. Lei che lo aveva visto combattere ormai aveva imparato a conoscere la natura del suo potere, ma non sarebbe mai riuscita a combattere contro di lui. Ormai aveva capito che lo amava incondizionatamente. Più rimaneva al suo fianco più il suo cuore cedeva al fascino di quel demone. Come se non bastasse si ci era messo anche il destino di mezzo, facendo in modo che per salvarsi la vita l'unico modo più sicuro era proprio farsi proteggere da lui. Già come mai aveva deciso di proteggerla? Anche lui provava qualcosa glielo fece capire, ma in qualche modo era convinto che non potevano di certo amarsi come qualsiasi altra coppia al mondo. Lui lo sapeva, e riusciva a convincerci serenamente, o almeno così sembrava da fuori. Lei invece continuava a tormentarsi, più ci pensava più si sentiva il cuore pesante, tanto che le veniva pure difficile respirare. Era totalmente immersa nei suoi pensieri quando sentì la voce di Alexander chiamarla e chiederle se fosse pronta. Per un solo attimo sorrise: sembrava quasi diventata una abitudine quella di convivere lì all'inferno. Chiuse la sua piccola valigia, afferrandola per poi volarsi verso il ragazzo.
    Sì, eccomi sono pronta. disse avvicinandosi al demone pronta a seguire le direttive per uscire nel mondo umano. Iniziava a mancarle molto il cielo azzurro. Aveva il suo aspetto adulto, per una misteriosa ragione, quel posto alimentava così tanto Pandora che riusciva a tenerla costantemente al suo aspetto vero. Indossava una camicia bianca e un paio di pantaloncini neri. Sulle spalle aveva Pandora trasformata per l'occasione in una sorta di cappotto grigio metallico che la teneva calda per la rigida temperatura Londinese. Non disse altro, non aveva molta voglia di conversare, sopratutto con Zora che non aveva mai cambiato l'espressione scocciata.
     
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    Alexander osservò Niniel finire i preparativi, in qualche modo riuscì a mantenere la concentrazione alta per poter organizzare al meglio il loro spostamento, questo però lo penalizzò nella ricezione dei sentimenti contrastanti che sua madre e Niniel gli mandavano. Se ne accorse solo quando iniziò a preparare il portale per il trasporto, sollevando la testa come fa un cane quando rizza le orecchie. Le due ragazze erano dietro di lui, e non incrociavano lo sguardo per nessuna ragione.
    Per favore... se avete qualcosa da dirvi, fatelo ora, così che potremo davvero dire "i problemi se ne vadano all'inferno".
    Al di fuori della freddura che andò giù solo per il caldo infernale, Zora socchiuse gli occhi e sospirò, cercando di non sembrare troppo sterile mentre teneva le braccia conserte. Ciondolò un pò prima di voltarsi verso Niniel, poi cercò di incrociare il suo sguardo ma con immane sforzo.
    Siamo due demoni, uno più potente dell'altro, abbiamo in progetto di riprenderci e liberare l'inferno. E invece siamo bloccati a colpa di questa ragazza che ci costringe a scappare e nasconderci. Senza contare che, tecnicamente, le persone a cui vogliamo riportarla in realtà potrebbero ucciderci perché sono nostri nemici. Puoi chiedermi di assecondarti, ma non chiedermi di farlo felicemente.
    Zora sembrava ancora ferma nella sua idea che aiutare Niniel non avrebbe portato nulla di buono, ma era anche rassegnata al fatto che Alexander non avrebbe mai cambiato opinione: gli aveva salvato la vita e in effetti questo lo capiva alla perfezione. Collaborazione, ma nessun appoggio morale insomma, degno di un demone. Rassegnato, Alexander spalancò il portale, pronto ad attraversarlo. Indipendentemente dalla risposta di Niniel, Alexander avrebbe allungato la mano verso di lei per poterla accompagnare verso il portale. Lui indossava una maglietta nera con un giubbotto corto di pelle scura, opaco. Intorno al collo aveva una folta pelliccia bianca, mentre i pantaloni erano scuri, vagamente eleganti ma conditi con una cintura dalla fibbia a forma di teschio d'argento. Ai piedi, un paio di anfibi pesanti. Zora invece si vestiva come al suo solito, con pantaloni scuri attillati, stivaletti con tacco e camicia rossa con le maniche alzate. Entrambi i demoni indossavano guanti neri di pelle, e sulla cintura Alexander aveva le due spade oramai al suo servizio.
     
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    Niniel rimase in silenzio tutto il tempo in cui Zora parlò. Stringeva le braccia che erano messa conserte e si rifiutava di guardarla negli occhi, non perché non volesse collaborare ma perché non sopportava l'ipocrisia di quella donna. Si atteggiava come se la odiasse, non la voleva fra i piedi, ma se le capitava di avvicinarsi troppo sentiva la sua aura perversa e il suo sguardo lascivo su di lei. Non la sopportava ma ci sbavava su di lei, se c'era qualcuno che doveva fare i conti con se stessa era proprio lei. Tuttavia non volle dirglielo, non voleva aizzare altri risentimenti in un periodo così delicato. Era un pensiero suo personale non serviva che anche gli altri lo sapessero. Tuttavia quando Zora parlò di "ucciderli" scoppiò a ridere. Una risata di scherno, di chi pensava stesse parlando con una sciocca. La guardò poi negli occhi risoluta.
    Il mondo non è bianco e nero come pensi tu. Non preoccuparti, ho già affrontato un problema del genere, non rimarrò a lungo con voi. Devo solo far calmare le acque e far capire alla umbrella che non sto più indagando sulla zoimina, anche perché ho capito benissimo come funziona. E per quanto riguarda i miei amici, puoi metterci la mano sul fuoco che non vi uccideranno, sopratutto se sanno che mi avete salvato la vita. Non siamo dei bastardi meschini senza scrupoli come... bah. Eloy adesso deve un favore ad Alexander, non potrebbe mai alzare la sua mano su di lui. In un certo senso vi ho parato il culo dalle mie parti. Come vedi aiutarmi non è poi una perdita di tempo inutile. l'ultima frase la disse con più risentimento del normale. Se non voleva accettare i sentimenti di Niniel verso Alexander e viceversa, doveva accettare che infondo Alexander si stava assicurando una sorta di armistizio contro alcuni dei nemici. Sfoltire la fila di gente che voleva ucciderlo doveva per forza essere una buona cosa, questo non poteva di certo negarlo. Per quanto riguardava la zoimina adesso che aveva capito qual'era l'origine, doveva trovare qualcuno che fosse immune al potere di Zora. E la prospettiva di trovarlo si faceva sempre più difficile, se anche il figlio sangue del suo sangue subiva gli stessi influssi degli altri il numero di probabilità di trovare una soluzione si riduceva all'osso.
    Era arrivato il momento di uscire da quel posto, quindi afferrò fiduciosa la mano di Alexander.
     
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    Zora spalancò la bocca sollevando le braccia in segno di estremo diniego, sarebbe più giusto dire che la mascella le crollò e non cadde a terra solo grazie alle guance. Spostò lo sguardo su Niniel e poi su Alexander fissandolo come per dirgli "ma senti questa, non le dici niente?", ma purtroppo per lei il demone era di parte in quella situazione e principalmente non aveva la minima intenzione di continuare una discussione ampiamente finita. Quindi si decisero ad attraversare il portale, ritrovandosi ben presto tra le fredde strade di Londra, in un luogo isolato ma molto vicino al porto. Era evidente che Alexander aveva previsto che nella peggiore delle ipotesi sarebbero dovuti fuggire in America per chiedere asilo politico, nel suo piano non c'erano falle. L'unico imprevisto era l'incredibile odio che le due ragazze si stavano reciprocamente gettando addosso, sperava solo che ai fini dell'operazione non le avrebbe influenzate troppo. Erano fortunati tra l'altro, la nave da crociera che interessava a loro era già in porto, non dovevano fare altro che organizzarsi per poi procedere verso la destinazione ultima. Alexander si voltò verso le due, con sguardo risoluto stavolta: non avrebbe accettato repliche acide.
    Da ora in avanti, specialmente quando arriveremo in America, farete esattamente quello che vi dico d'accordo? Sono io a coordinare la cosa e non accetterò repliche. Quindi mettete da parte i vostri battibecchi per almeno un paio di giorni, d'accordo? E parlo con entrambe.
    Le ultime frasi le scandì indicando entrambe le donne, facendo rimbalzare gli occhi su ognuna di esse. Poi tirò i capelli all'indietro, riprendendo fiato e concentrandosi al meglio.
    Non possiamo prendere aerei o mezzi di trasporto simili, ci rintraccerebbero subito. Per questo abbiamo a disposizione una crociera vacanze con pochi documenti necessari. Ci basterà infiltrarci all'interno con l'inganno e so già come, ma ci servono alcune piccolezze: Niniel, devi trasformarti in bambina. Zora invece farà finta di essere mia moglie, e tu sarai nostra figlia. Ci maschereremo così in modo da non dare nell'occhio.
    A quel punto, Zora non ce la fece più. Era rimasta in silenzio fino a quel momento, in qualche modo attratta dall'autorità che aveva sfoggiato suo figlio, ma quello era davvero troppo. Esplose in una risata che cercò di nascondere girandosi e portandosi il dorso della mano davanti alla bocca. Non riusciva a smettere di ridere.
    Pffff... sul serio? Marito e moglie identici per tratti somatici e capelli... con una figlia pallida e con i capelli bianchi? Ottima idea davvero.
    Alexander assottigliò le palpebre come se fossero il filo di una lama, digrignando i denti ma tenendo le labbra serrate. Odiava quando lo prendeva in giro così, specialmente quando non aveva tutti i torti. ma dovevano comunque provarci, anche perché un maschio aitante e giovane circondato da due belle ragazze dava decisamente troppo a vedere in una crociera per le vacanze.
     
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    Alexander non reagendo aveva fatto capire che sapeva benissimo di come fosse fatta Niniel. Era brutalmente sincera, e di certo non avrebbe detto delle falsità alla presunta "suocera" per farla star buona. Con ciò che le disse voleva farle capire che non aveva poi tutto quel diritto di lamentarsi. Non quando ci stava guadagnando anche lei, e non parlava solo di "favori" dai pezzi grossi di Roma. Finito di parlare incrociò le braccia, non aveva altro da aggiungere. Quindi quando Alexander le ammonì entrambe, sostenne il suo sguardo tranquillamente, cercando di fargli capire con lo sguardo che si sentiva a posto.
    Non sono io che mi sto lamentando della compagnia e dell'itinerario. disse di nuovo brutalmente sincera. Lei non aveva problemi a tollerare la presenza di Zora, ma lei aveva molto da ridire su ciò che stavano facendo. Non capiva perché Zora li stesse seguendo, se non voleva fare tutto quel viaggio e sopportarla perché continuava a seguirli? Perché non andava dalle sue altre figlie? Glie l'avrebbe chiesto prima o poi, anche se in quel momento non sembrava adatto, sopratutto quando Alexander assumeva quello sguardo risoluto. Il piano di Alexander sembrava ottimo, anche se detestava l'idea di vedere Zora tubare con il figlio davanti alle altre persone. Le avrebbe fatto senso, anche dopo aver visto quei due unirsi nella carne. Tuttavia capiva la necessità di quel piano così annuì convinta.
    Ha ragione lui, daremo meno nell'occhio. Stanno cercando una donna adulta no? Non sospetteranno mai di una ragazzina in vacanza con i suoi genitori. Oppure se preferisci ti chiamerò "zietta". disse rivolgendosi a Zora frenando una piccola risatina. Lasciò che Pandora diminuisse l'afflusso di energia, facendola tornare al suo aspetto infantile. Pandora di diminuì le dimensioni del cappotto, la camicia la sistemò meglio sotto i pantaloncini. Era pronta.
     
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    L'ennesimo commento pungente di Niniel indispettì nuovamente Zora che iniziò a fissarla proprio come un gatto fissa il dannato insetto che gli sta dando fastidio: non con la volontà di ucciderla, ma con il preciso scopo di ricambiare il favore e con gusto anche. Non disse nulla però, cercando di non far ulteriormente alterare Alexander, aveva chiesto un minimo di serenità e collaborazione, quindi si limitò a lanciare uno sguardo da "prima o poi ti uccido" a Niniel mettendo poi le braccia conserte, mostrandosi particolarmente collaborativa e pronta a partire. Una volta assicuratosi che quelle due non si sarebbero uccise a metà strada, Alexander si avvicinò a Niniel appoggiandole una mano sulla testa come ad incoraggiarla, poi nuovamente allungò la mano verso di lei per farsela stringere e così facendo sarebbero andati verso la nave. In quello stato, Niniel gli faceva decisamente uno strano effetto e per non darlo a vedere, si mise un paio di occhiali da sole così da sembrare molto naturale. C'erano diverse file per l'entrata nella nave, tutte più o meno sfoltite. Alexander sapeva bene che c'è sempre qualche rinunciatario dell'ultimo minuto, non avrebbero avuto problemi a trovare qualche stanza libera per loro, dovevano solo entrare e Alexander sapeva come fare. Scelse la fila dove c'era un controllore donna, avvicinandosi con naturalezza osservato da Zora che si domandava come avrebbe fatto a farli entrare. Il controllore era una ragazza molto giovane con i capelli ordinatamente legati in una coda dietro la nuca, bionda e occhi azzurri, decisamente il tipico stereotipo della ragazza perfetta. Tenne lo sguardo basso sulla lista degli iscritti per tutto il tempo, perfino quando chiese il nome degli ultimi arrivati rimase seria e impassibile sui suoi fogli. Alexander invece, una volta davanti a lei, si schiarì la voce, cercando di essere il più naturale possibile e sfoggiando un sorriso molto malizioso.
    Mi scusi signorina, ho il timore che non siamo registrati lì sopra, ma sono sicuro che per una ragazza come lei non sarà difficile sistemarci un qualche stanza libera, non è vero?
    La ragazza alzò lo sguardo subita a mostrare un grande disappunto, ma in quel preciso istante Alexander abbassò gli occhiali da sole, mostrandole le sue iridi scarlatte che si illuminarono di un'energia tetra. Quello spettacolo parve compiacere non poco Zora, a quanto pare il giovane demone stava sfoggiando le sue nuovissime abilità di seduzione, ancora più potenti di quelle che aveva prima. La ragazza sobbalzò, letteralmente, un'esperta di chimica e molto sveglia come Niniel avrebbe dovuto capire subito che Alexander l'aveva fatta eccitare.
    C-come... scusi?
    Doveva lavorarla ancora un pochino, così Alexander giocò al meglio le sue carte.
    Ci servirebbero due stanze... sa, io e mia moglie non andiamo più molto d'accordo come una volta, ma affiderò volentieri a lei la nostra bambina se ci farà questo favore. Così magari potrà fare visita alla mia stanza quando vorrà. Che ne pensa signorina?
    La sua voce era così sensuale che avrebbe fatto effetto perfino su Niniel, senza ombra di dubbio. Zora lo fissò compiaciuta per due motivi principali: primo perché Alexander non si era rammollito ed era disposto a sfruttare qualsiasi mezzo pur di raggiungere i suoi scopi. Secondo, a giudicare dal rossore sulla faccia della ragazza e dai suoi respiri affannosi, Alexander le aveva fatto un effetto non da poco e chissà che quel gesto non indispettisse Niniel.
    M-ma certo... ci sono un paio di stanze vuote nella prima classe... p-prego...
    La ragazza concesse subito i permessi ai tre passeggeri furtivi, Alexander li afferrò facendole un occhiolino che per poco non la fece svenire, dopodiché iniziarono a camminare verso le scale con Alexander davanti, Zora dietro e Niniel in mezzo, saldamente stretta dalla mano di Alexander in modo da non perderla.
     
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    Sospirò esausta allo sguardo omicida di Zora: quella donna avrebbe sicuramente continuato a tormentarla, oppure a tormentare Alexander. Eppure avrebbe dovuto capire per quale motivo Alexander si stava tenendo stretta Niniel no? Sopratutto nella loro sessione saffica all'inferno. O forse era proprio per quel motivo se Zora gli stava addosso. Fortuna che l'autorità di Alexander la mise a tacere. Così avrebbe potuto starsene tranquilla durante il viaggio e tornare a riflettere, per capire cosa avrebbe potuto fare, come muoversi e a cosa dare la priorità. Quindi seguì Alexander in assoluto silenzio e in tranquillità. Fin quando non andarono davanti ad una delle hostess della nave. Avvertì subito qualcosa di strano nella voce e nell'odore di Alexander. Si voltò a guardarlo sorpresa, per poi guardare la ragazza che si stava praticamente sbrodolando nel guardare Alexander. Certo l'effetto funzionava pure su Niniel, arrossì vistosamente e capì cosa aveva appena fatto il demone. Si indispettì al tal punto che mentre parlava andò a pizzicarlo sul sedere girando la carne con le dita nervosa. In una situazione normale non avrebbe battuto ciglio, avrebbe assecondato il gioco, ma si sentì follemente gelosa. Anche perché era convintissima che Alexander ci provasse gusto a far ansare quella ragazza in quel modo. Rimase tuttavia in silenzio fin quando non arrivarono sulle scale della nave.
    Se quella ti viene a trovare in camera giuro che la butto in mare! commentò con i denti stretti come se volesse farlo sentire solo al ragazzo davanti a lei.
    Il primo ostacolo era stato superato senza brutte sorprese. Anche se nel modo più subdolo possibile erano riusciti a infiltrarsi. Odiava ammettere che aveva fatto un buon lavoro.
     
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    Alexander sorrise tenendo stretti i denti a causa del doloroso pizzico lasciatogli sulla natica da Niniel, non la faceva così maledettamente gelosa, oppure era un effetto di rimando dell'essere tornata bambina? Mistero, sta di fatto che Zora continuò a sghignazzare sotto i baffi tenendo una mano vicina alle labbra in modo furbesco. Ecco un pò della sua stessa medicina, anche Alexander doveva sopportare le piccole sciocchezze di quell'essere umana.
    L'ultimo buco che ho violato nascondeva un demone indistruttibile, puoi credermi se ti dico che per il momento non farò niente di esplicito!
    Alexander rispose a sua volta a denti stretti, avanzando a passi lunghi sul ponte della nave, volgendo subito verso le camere così da potersi sistemare in tranquillità. Grazie alle sue doti aveva reperito stanze nel piano migliore della nave, super lusso quindi c'era tutto quello di cui avevano bisogno per non dare nell'occhio. Davanti all'entrata al corridoio principale, un addetto chiese di vedere i loro permessi e, ottenute tali informazioni da Alexander, consegnò al demone due paia di chiavi con due numeri molto diversi. Una volta davanti alla prima stanza disponibile, Alexander si voltò verso Zora, mostrandole l'altra chiave per una stanza dislocata diversi metri più avanti, quasi all'estremità del corridoio. La madre fissò la sua prole con le braccia conserte, confusa e vagamente indispettita.
    E questo cosa dovrebbe significare?
    Alexander la guardò con sufficienza, parlando come se ciò che stava per dire fosse immensamente ovvio.
    Sappiamo entrambi cosa succederà quando saremo qui dentro, ci saremo rilassati e assicurati che nessuno sia in giro. Quindi a meno che non vuoi unirti alla festa ti consiglio di prendere questa chiave e andare al casinò della nave il prima possibile. Così magari potrai assuefare qualche verginello in cerca di una storia matura.
    Un figlio che dice una cosa del genere alla propria madre sarebbe scandaloso per degli esseri umani, ma a quanto pare anche i demoni avevano il loro orgoglio e lo sguardo di Zora sembrava decisamente perplesso. Alexander aveva ragione ma negli occhi di Zora si leggeva chiaramente che non voleva ammetterlo. Si guardò attorno, ciondolando col bacino e le spalle a braccia conserte, poi allargò le mani e prese fiato come se stesse per replicare, puntando gli occhi verso il figlio. Esitò solo un istante, poi non disse nulla sbuffando e abbassando la testa. Gli strappò la chiave dalle mani e senza salutare andò verso "la sua camera". Alexander la vide sparire con un mezzo sorriso, non era contento di mandarla via così ma due donne che si punzecchiano a vicenda sono insopportabili. Meglio una sola da seviziare con calma. Alexander si voltò poi verso Niniel, sorridendo anche a lei come a volerle dire "a te non è andata meglio, non illuderti", poi infilò la chiave nella porta, spalancando la stanza e facendo cenno a Niniel di precederlo.

    Non ho descritto la stanza per lasciarti lo spazio per farlo in caso avessi qualche idea originale (qualcosa all'interno da sfruttare in maniera creativa). Se non è così, fermati a quando Niniel varca la soglia, lo farò io al prossimo post.
     
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    Non poteva fare altrimenti, da quando aveva passato più tempo con Alexander si era affezionata ancora di più, alimentando in quel modo la sua gelosia. Non ne era felice, sentirsi gelosa significava che in qualche modo nel suo inconscio lo considerava "suo". La mente invece le diceva l'esatto opposto, che non poteva averlo, non poteva sperare di vivere una relazione "normale" con un tipo come Alexander. Si disse che quello poteva essere il punto cruciale che l'avrebbe finalmente smossa e decidersi di lasciarlo andare, di pensare a lui come se fosse morto. Per quel motivo si morse il labbro sentendo la reazione di Alexander. Mentre continuavano il loro tragitto guardò le sue larghe spalle perdendosi nei pensieri, chiedendosi cosa invece stava pensando lui. Continuava a dirle che voleva proteggerla, che alla fine non era solo un dovere, ma che era diventato un suo desiderio. Fin quando però sarebbe andato avanti così? Zora cercava sempre di ricordargli qual'era il loro obbiettivo finale e in un certo senso lei era un ostacolo, probabilmente pensava che fosse solo un'ostacolo momentaneo, e che la situazione si sarebbe risolta da sola. Chi lo sa, magari arrivati in america l'avrebbe lasciata lì e sarebbe tornato alla sua solita routine di battaglie, stupri e sicuramente anche seduzione di qualche ragazza a caso a Kurayami. Era la soluzione migliore, eppure sentiva lo stomaco ritorcersi al pensiero di dirgli addio e di vederlo fra le braccia di qualcun'altra. La gelosia.... era un sentimento nuovo per Niniel, non lo era mai stata ne dei suoi oggetti e nemmeno dei suoi amici. Si sentiva di nuovo confusa e spaesata, come si faceva a controllare un impulso del genere? Si sentì improvvisamente stanca, sia fisicamente che psicologicamente. Quindi non seguì nemmeno il piccolo battibecco che Alexander ebbe con sua madre, sorprendendosi nel vederla allontanarsi. Si sentì vagamente sollevata, così non doveva affrontare per un po di tempo il suo sguardo colmo di disappunto. Non aveva sentito la sua allusione a cosa sarebbe successo in quella stanza e sul momento non ci stava pensando. La porta si aprì rivelando una stanza accogliente e fin troppo lussuosa per essere la cabina di una nave. C'era una sorta di anticamera, formata per lo più con la disposizione dei mobili che crearono un piccolo salottino con tanto di televisione e frigobar di fronte ad un comodo divanetto. Infondo alla cabina, sotto l'oblò vi era un enorme letto con piccole sponde ai lati per non farli cadere in caso di maree agitate. Agli angoli del letto si sollevavano delle sbarre di ferro che si attaccavano al tetto, probabilmente per fermare il mobile, per renderli meno asettici erano rivestiti da un fine tendaggio facendolo sembrare un letto a baldacchino. Una piccola porticina vicino al letto conduceva al bagno privato della stanza, piccolino ma confortevole con una doccia, lavandino e water di ceramica e non asettico metallo. Sul letto vi erano ripiegati degli asciugamani in modo tale che sembrassero dei cigni, accanto vi era una cesta con frutta, alcuni snack e una bottiglia di spumante. Un biglietto sulla cesta dava il benvenuto alla coppietta con ringraziamenti e raccomandazione del capitano della nave. Niniel entrò guardandosi attorno sorpresa e un tantino seccata: possibile che gli occhi dolci a quella tipa avessero dato un tale guadagno? Si avvicinò al letto osservando il cibo e prese il biglietto, arrossì vistosamente pensando che effettivamente quella era una camera fatta apposta per le coppie in viaggio di nozze. Di fatti accanto al letto un piccolo mobiletto conteneva giochini erotici, perfino dei vestitini succinti per i giochi di ruolo, lingerie sexy nuova di zecca, e ovviamente una cesta piena di preservativi. Accanto alla cesta vi era una sorta di contenitore per pillole, catalogate con tanto di bigliettino esplicativo. Niniel sapeva benissimo che non erano di certo analgesici. Sentì il cuore battere all'impazzata, rimase imbambolata a fissare il vuoto davanti a lei posando con movimenti lenti la valigia a terra.
     
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    Alexander si fece avanti nella stanza, preceduto da Niniel che andò subito a curiosare. Lui prima di tutto si tolse il giubbotto nero, appendendolo dietro la porta su uno degli appendiabiti che sporgevano dal muro vicino al soffitto. Poi accumulò un pò di energia sulle dita della mano destra, portandole poi sulle labbra e far pendere la punta della bocca. Una pastosa ragnatela nera sarebbe fuoriuscita. Un piccolo grumo per il buco della serratura, poi un grumo più lungo da infilare nelle fessure della porta, così da rendere più difficile uno sfondamento. La prudenza non è mai troppa. Avrebbe controllato ogni anfratto per assicurarsi che non ci fossero prese d'aria, punti deboli oppure altre zone facilmente accessibili, infine sarebbe arrivato nella camera, trovando Niniel intenta a curiosare tra le sfaccettature più piccanti della camera che avevano ottenuto, visibilmente destinata ad una coppietta innamorata.
    Con quell'aspetto non dovresti curiosare in cose come quella. Ma tu sei una scienziata, giusto?
    Ammiccò un sorrisetto malizioso, ridacchiando per poi affacciarsi nel bagno, un controllo rapido e poi spense la luce, tornando verso il letto per poi chinarsi di fianco a Niniel, ispezionando le pillole perfettamente ordinate. Lui ovviamente ne era un grande fruitore ed esperto delle loro combinazioni.
    Allora lascia che soddisfi la tua curiosità: sai che alcune di queste pillole si combinano tra di loro? Si ottengono effetti insperati. Per esempio... queste due.
    Ne afferrò un paio, di colorazioni diverse. Le strinse tra le dita, una tra l'indice e il medio e l'altra tra il medio e l'anulare, come un prestigiatore. Poi sfoggiò il suo sguardo da demone voglioso indirizzandolo verso Niniel.
    Una ti fa crescere il seno, l'altra lo rende fertile per donare deliziosi drink a base di latte materno al tuo amante. Messi insieme consentono una penetrazione del tutto nuova e fisicamente impossibile normalmente... chi l'ha provata la definisce un'esperienza... che ti riempie letteralmente.
    Stava facendo il misterioso, il vago, una richiesta forse? O una provocazione? La stava semplicemente mettendo alla prova, principalmente perché stava ancora inquadrando i suoi istinti sessuali, secondo perché metterla in imbarazzo era semplicemente uno spasso.
     
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    La voce di Alexander la fece sobbalzare, perse la presa sul biglietto che le cadde a terra. Si girò verso Alexander pronta a difendersi dalle sue insinuazioni, erano soli no? A che serviva fingere di essere una bambina?
    Non stavo curiosando. fece cercando di sembrare il più naturale possibile. Insomma non era abituata a ritrovarsi in una camera che praticamente ti invitava a spassartela alla grande e ti aiutava in tutti i modi possibili. Ehi un attimo, quella ragazza! Era stata quella ad assegnargli una camera del genere, quindi contava di andarlo a trovare? Brutta maialona questa glie l'avrebbe pagata carissima. Stava già pensando ai vari modi per vendicarsi quando venne distratta da Alexander che si avvicinò e andò a curiosare anche lui fra le pillole sul mobile. Ne prese due spiegando che si potevano combinare, lo guardò con stizza: pensava forse che non conosceva i loro effetti e le sostanze che vi stavano? Ghignò divertita pronta ad elencare una per una i vari principi attivi, ma le morì tutto in gola quando Alexander andò a spiegare nel dettaglio cosa avrebbero potuto farci. Tette ancora più grandi? Pensò che già le sue normali erano uno stress, farle ancora più grandi e poi violarle?!? Istintivamente si portò le mani contro i suoi piccoli seni acerbi, come se avesse voluto proteggerli in qualche modo da quella sensazione strana quando si immaginò la scena. Divenne paonazza: che voleva dire con quello? Perché le teneva in mano? Iniziò ad andare in panico.
    N-non bisogna abusarne, possono dare effetti collaterali sai? optò per un cambio totale del discorso. Rivelando invece che si era interessata in passato alle pillole per sapere una cosa del genere. Alexander diceva giusto, era una scienziata, quindi era molto curiosa. Ecco perché era così imbarazzata, perché in fondo al suo cuore era curiosa di provare, ma non voleva assolutamente passare per una pervertita. Sentì caldo, troppo per aver passato così pochi minuti in un posto chiuso con il cappotto addosso. Non sapeva cosa dire o come si ci comportava in certe situazioni, non si sentiva preparata. Iniziò a sorridere come una scema grattandosi la nuca indietreggiando verso il bagno.
    Se non ti dispiace io andrei a farmi una doccia eh? A dopo. si fiondò in bagno richiudendo la porta dietro di lei frettolosamente. Tirò un piccolo sospiro di sollievo, per il momento era salva, non avrebbe ceduto alle lusinghe del demone. Non doveva copulare con lui così beatamente, non era giusto nei confronti di chi si stava preoccupando per lei, ma erano solo chiacchiere per auto convincersi, sapeva che se continuava a cedere non sarebbe più riuscita a separarsi da lui.
    Si guardò un attimo attorno sentendosi anche un tantino scema per come aveva risposto ad Alexander, doveva diventare più maliziosa e in qualche modo rispondere a tono quando faceva così, invece era scappata come una adolescente alla prima cotta.
    Avrebbe dovuto rispondergli a tono dandogli un bel 2 di picche, ma perché non ci riusciva? Sospirò esausta, tanto valeva farsela davvero la doccia. Cambiò la forma a Pandora per poter tornare adulta e non avere difficoltà nell'uso degli attrezzi. Si spogliò e si concesse una bella doccia ristoratrice, finalmente acqua limpida. Peccato che si era scordata di prendere gli asciugamani.
     
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    Alexander inarcò entrambe le sopracciglia, guardandole sorridendo in un'espressione di sufficienza, come se il tentativo di cambiare discorso fosse di per sé già abbastanza scontato, figurarsi poi il rivelargli che in realtà era molto preparata sull'argomento ma, conoscendola, si era sempre trattenuta per non lasciare che gli altri pensassero male di lei. Purtroppo però, il demone non ebbe modo di approfondire il discorso dato che Niniel scivolò via dai suoi maliziosi tentacoli della perversione come una saponetta, usando la scusa di una doccia tonificante. Avrebbe dovuto sapere che quello alle orecchie di Alexander sarebbe parso un tacito invito, che forse in cuor suo ci sperasse anche? Purtroppo per lei, Alexander aveva ben altro di cui preoccuparsi e per quanto non avessero più motivo per non darci dentro come animali non essendo più all'inferno, prima di ogni altra cosa doveva completare l'opera di sicurezza. Prese Kishingane dalle sue cose, nascondendola sotto il letto già sfoderata, pronto a qualsiasi evenienza. L'altra invece, la Nether Juglus, la nascose sotto il cuscino utilizzando una gemma alfa e riducendo la sua forma il più possibile. Qualsiasi altro elemento sarebbe stato superfluo, dato che in quanto demone poteva facilmente uccidere o sedurre qualsiasi potenziale intruso. Proprio mentre sistemava il tutto però, si rese conto che gli asciugamani che teoricamente dovevano essere in bagno, Niniel li aveva lasciati fuori. Quella sciocca per la fretta e l'imbarazzo se li era scordati, davvero una ragazza geniale non c'è che dire. Sospirò in malo modo, prendendo poi gli asciugamani per avvicinarsi al bagno. Mentre si avvicinava pensò che avrebbe potuto incantare quegli asciugamani per fare eccitare Niniel senza nemmeno toccarla, grazie all'arte tramandatagli da sua madre poteva fare questo ed altro. Poi però gli venne in mente di quanto stimolante sarebbe portarla a desiderarlo in maniera naturale, sempre più spontanea e senza forzature. Inevitabilmente iniziò ad eccitarsi. Non bussò, né si annunciò, sapeva benissimo che non ne aveva bisogno, e non voleva averne bisogno, semplicemente spalancò la porta del bagno, allungando verso Niniel gli asciugamani.
    Hai scordato questi, non vorrai allagare questa stanza senza nemmeno esserci rimasta per un ora, vero?
    Come al solito, poca serietà e una gran voglia id provocarla. Come avrebbe reagito a quel punto? Imbarazzata? Eccitata? Oppure una sorpresa del tutto inaspettata? Ecco i motivi per cui non aveva bussato. La sorpresa e la spontaneità.
     
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    Sarebbe mai riuscita a tornare alla vita di prima? Single senza mai incrociare un uomo, chiusa nella sua stanza sfogando lo stress su videogame e altri hobby? Dopo aver conosciuto i piaceri della carne, la profondità di sentimenti veri e non artefatti come vedeva nei film. Tutto era cambiato, probabilmente perfino lei era un tantino cambiata. Adesso che si trovava sotto la doccia mentre l'acqua bollente accarezzava la sua pelle bianca, non pensava più a intricati problemi scientifici, o a qualche canzoncina da canticchiare. Pensava a lui, a ciò che avevano fatto assieme, e al fatto che aveva giaciuto con un demone nella sua vera forma. Non le aveva fatto schifo, non aveva avuto paura. Era stato così intenso che non riusciva a non pensarci. Chiuse gli occhi lasciandosi andare alle immagini mentali dell'uomo che amava. Si avvolse fra le proprie braccia immaginando che fossero quelle di Alexander, immaginò il suo odore, il suo calore. Iniziò a toccarsi i seni esattamente come avrebbe fatto lui, la sua mano scivolò fra le gambe. Dapprima le dita carezzarono la sua intimità glabra sulla superficie per poi scivolare fra le grandi labbra mentre il pollice andò a stuzzicare il clitoride per darsi piacere. L'altra mano la portò sul seno, per stuzzicare i capezzoli. Presto si sentì accaldare, il corpo si accendeva di voglia sotto i suoi tocchi delicati. Sussurrò il suo nome, era totalmente immersa nel suo mondo, dove nessuno poteva infierire. Ma interromperla sì, venne colta praticamente in flagrante con le mani sul suo corpo e il viso arrossato per il piacere. Sentì il cuore balzarle in gola, e la vergogna di essere stata scoperta esplose. Sussultò togliendo le mani da dove stavano per coprirsi la bocca. Poi vide gli asciugamani oltre il vetro della doccia. Sperò che non avesse notato nulla, anche se era rivolta verso i vetri doveva per forza aver visto qualcosa, magari poteva scambiarlo per semplice "pulizia". Si sforzò quindi di fingere che era tutto a posto.
    Grazie, poggiali pure lì. disse continuando a sforzarsi di sembrare naturale, anche se i suoi capezzoli turgidi tradivano il suo piccolo inganno. Non si imbarazzò perché ormai era abituata a far vedere il proprio corpo nudo a lui, avevano anche giaciuto insieme sarebbe stato strano se si vergognasse del suo corpo. Lo avevano già fatto diverse volte no? Anche se in circostanze strane. Quindi sarebbe stato normale se avessero ceduto alla tentazione di quella camera. Era eccitata non poteva negarlo e vedere lui in carne ed ossa le fece desiderare di giacere con lui ancora. Così prima che potesse andare via si sforzò.
    A-Alexander, potresti.... sentì le gambe tremare per ciò che stava dicendo.
    Potresti lavarmi la schiena? chiese per poi diventare di nuovo rossa come un peperone. Che diavolo le era saltato in testa? Perché proprio lavare la schiena? Non poteva semplicemente chiedergli se voleva unirsi a lei? Idiota, perché l'eccitazione e il nervosismo la rendeva così idiota?
     
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    Spalancò la porta e decise di fare finta di niente, ma questo non risultò affatto facile, specialmente perché Niniel aveva deciso la stessa cosa. Ma come pretendeva di essere credibile quando aveva a che fare con un demone, che non aveva bisogno di coglierla in flagrante per poter sentire l'odore della sua lussuria. Attraverso l'acqua, il calore, il vapore, attraverso il vetro e il suo imbarazzo. La sentiva chiaramente, eccitata come non mai. Eccitata per lui. Rimase impassibile, almeno per lo sguardo, ma i suoi occhi si illuminarono di un bagliore scarlatto impossibile da ignorare. Lasciò gli asciugamani per poi chiudere la porta alle sue spalle, temendo che il calore uscisse dalla stanza. Poi Niniel gli fece quella richiesta, e la porta da semplicemente chiusa divenne chiusa a chiave.
    Pensavo fossi una ragazza molto più intelligente...
    Pungente, ma non si riferiva al fatto che una ragazza furba poteva benissimo lavarsi la schiena da sola. Le sue parole alludevano a ben altro: se era così intelligente avrebbe potuto trovare un pretesto molto più convincente per avvicinarlo. Alexander si tolse la maglietta, restando a petto nudo, lanciandola letteralmente nel lavandino con noncuranza. Poi si avvicinò a lei allargando gradualmente un mezzo sorriso malizioso, avvicinandosi poi con le mani alla sua pelle, aspettando che si voltasse per mettergliele sulle spalle.
    Non siamo più all'inferno lo sai? Trattenersi è opzionale, non perderò di nuovo il controllo e non rischio di attirare nemici.
    Prese la spugna piena di sapone, per poi iniziare a passarla sulla schiena di Niniel con la mano destra, delicatamente, mentre con la sinistra si teneva alla sua spalla, dietro di lei e con molta calma. O almeno cercava di mantenerla, perché per quanto riguarda l'eccitazione quella era già partita da un bel pezzo, e il corpo nudo quanto eccitato di Niniel non aiutava affatto a calmarsi. Con la mano libera scivolò sul suo fianco, avvicinandosi sempre di più al ventre come se stesse lentamente delineando un percorso verso il suo prosperoso seno. Molto lentamente, come una disarmante tentazione. E proprio come lei lo affamava con la sua bellezza, lui la lasciava a digiuno con movimenti della spugna sempre più piacevoli ed intensi, ma nessuna soddisfazione personale. Quanto ancora potevano resistere?
     
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178 replies since 4/12/2014, 09:44   1215 views
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