Dite

x Hina

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    Nella speranza che Niniel avesse fatto tutto il necessario per non lasciarsi alle spalle nulla, il portale venne spalancato, attraversato prima in assoluto dal demone, che a metà tra un mondo e l'altro allungò la mano verso la ragazza, invitandola ad entrare. Il viaggio però non sarebbe stato dei più confortevoli, questo perché il tunnel infernale somigliava più all'esperienza di essere ingoiati da una gigantesca bestia, più che passare per un comodo ascensore. Un tunnel di sangue che finì improvvisamente con un lampo. La stanza buia venne irradiata per qualche istante dal rapido trasporto, per poi tornare ad essere illuminata solo da delle candele. Alexander teneva ancora la mano di Niniel e rimaneva immobile al centro di quella grande stanza oscura, con lo sguardo rivolto verso l'estremità. Sembrava un tempio, un grande tempio circondato da colonne e composto da 3 navate scandite appunto da queste imponenti colonne di pietra. Decorate con candele molto fioche, illuminavano a stento la navata centrale che portava verso una sorta di altare. Forse sarebbe più corretto definirla tomba, dato che aveva le fattezze di un sarcofago. Sopra a quella bara oscura se ne stava seduta con le gambe conserte e i palmi aperti sulla superficie una figura femminile dai capelli corvini e lo sguardo simile a quello di Alexander. L'illuminazione non bastava però, e Niniel l'avrebbe riconosciuta solamente perché l'aveva già vista in quella grande presentazione della Zoimina. Era la madre di Alexander, che non appena la vide accompagnare suo figlio distolse lo sguardo, sollevandolo e sospirando irritata.
    Non volevo crederci fino all'ultimo... è per questo che mi hai lasciata qui prima di andare a Roma?
    Zora non sembrava molto entusiasta della presenza di Niniel, ma Alexander non la degnò di una risposta negativa. Il demone lasciò la sua mano alla ragazza in modo da poterla assistere, poi assieme si avvicinarono al sarcofago, lasciando che i contorni di quel tempio prendessero forma. Solamente qualche piccolo foro faceva da "finestra" in quel luogo, e non si intravedeva nessun cielo. Era come se si trovassero all'interno di un vulcano: un'immensa distesa di roccia che copriva perfino il cielo, attraversato da solcature incandescenti, fiamme e sangue rovente. Non il suono del vento, ma i sussurri dei dannati. Ecco l'Inferno.
    Sono rimasto molto vago sul principio così hai tutto lo spazio necessario per dare la tua introduzione.
     
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    Si sentiva un pochino in colpa. Avrebbe voluto parlare con Eloy a quattrocchi, ma tra i suoi impegni e la depressione dopo la morte di Zaphira non se l'era sentita di parlargli francamente della sua decisione presa. Sicuramente sarebbe stato contrario, sicuramente glie l'avrebbe impedito con tutti i suoi mezzi. Così non gli disse nulla e non gli fece capire nulla. Gli lasciò una lettera in cui gli chiedeva di stare tranquillo e che sarebbe andata in un posto per riflettere su ciò che voleva davvero dalla sua vita. In un certo senso non aveva mentito, aveva solo omesso delle informazioni. Non voleva dargli un'altro dolore. Così gli parlò di un "amico" che per aiutarla a togliersi dai guai e non far trovare le tracce ai tipi della umbrella, l'avrebbe fatta rimanere in un posto sicuro fin quando non si sarebbero calmate le acque. Era ironico che "l'amico" in questione in realtà era un nemico, e che il "posto sicuro" probabilmente non lo era affatto. Tuttavia non aveva resistito alla tentazione di visitare un posto che per molti anni era stato ritenuto immaginario.
    Chiunque doveva essere spaventato all'idea di andare all'inferno, non come insulto ma nel vero senso della parola. Non che Niniel non avesse dei dubbi. Prima di andare aveva titubato, ma le bastò vedere la mano di Alexander tesa verso di lui per trovare la forza di varcare quella soglia.
    Alexander l'avrebbe sicuramente protetta, e poi era viva, non poteva finire fra le anime dannate no?
    Quando furono risucchiati dalla strana gola, non riuscì a fare a meno di strillare spaventata. Perse la concentrazione su Pandora con cui non scambiò più energia e atterrò all'inferno con il suo aspetto da adolescente, con i vestiti che gli venivano troppo grandi.
    Non si aspettò di trovarci la madre di Alexander, se la ricordava bene e chissà perché arrossì vistosamente quando si ricordò che aveva tentato di sedurla, non poteva dimenticare lo sguardo lascivo che le aveva lanciato alla festa della Rotten House. Chissà se si ricordava di lei? O meglio chissà se la riconosceva? Non volle intromettersi nel battibecco fra madre e figlio così si guardò attorno meravigliata, dapprima timorosa. Poi lo sguardo cambiò in sorpreso e poi entusiasta. Si portò le mani alla bocca che si era aperta per lo stupore.

    Non ci posso credere.... iniziò a vagare per il tempio girando attorno alla figura di Zoe, senza allontanarsi troppo dal gruppo.
    Sono davvero negli inferi....negli inferi! non riuscì a resistere saltellò in giro toccando una colonna per poter sentire il marmo. La sua indole da scienziata non vedeva l'ora di fare prelievi e analizzare tutto quanto. Da una tasca tirò fuori un taccuino annotando i primi appunti di quel viaggio straordinario.
     
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    Devi aver confuso: Zora, non Zoe.


    Quella non era esattamente la reazione che Alexander e sua madre si aspettavano. Si scambiarono uno sguardo perplesso, per poi tornare a fissar quella ragazzina con i vestiti troppo grossi intenta a prendere appunti riguardo l'inferno. Il demone sospirò guardandosi intorno, mentre la madre la indicò con fare giudizioso.
    E' intelligente più di ogni altro essere umano, eppure si comporta davvero come una bambina. Sarà diverso quando uscirà da qui.
    Non conto di farla uscire molto. Non è una gita scolastica: è qui per nascondersi.
    Alexander sembrava sapere bene cosa fare, ma la risposta di Zora fu una risata divertita e anche poco celata, non si sforzò nemmeno di trattenersi.
    Nascondersi? All'inferno? Amore mio, sei diventato stupido anche tu allora. Qui potrà solo nascondersi da te... lo sai che non puoi mantenere la forma umana in un posto del genere, se ci riesci è solo per l'energia che possiamo scambiarci, ma presto io la esaurirò... e lei ti vedrà.
    Ridacchiò ancora, mentre Alexander stringeva i pugni. Afferrò sua madre per un braccio, facendola scendere dal sarcofago per poi indicarglielo con lo sguardo.
    E' per questo che ho portato quella bara qui.
    Zora lo guardò con un volto estremamente stranito, perplesso, anzi come se stesse fissando un folle.
    Vuoi... chiuderti in una bara solo per non far vedere il tuo reale aspetto?
    E proteggerla anche. Tu sei più uno spettro, la tua energia diabolica è pochissima, lei invece non ne emana affatto. Dentro quella bara la mia forza sarà limitata, quindi non attirerò demoni potenti che vogliono la mia testa. E' perfetto.
    Stava già per andare vicino a Niniel, quando la madre lo fermò, afferrandolo rapidamente per una spalla.
    E io cosa dovrei fare? Restare con lei a farle da balia? Puoi scordartelo, non ho cambiato pannolini neanche ai miei figli e non inizierò con lei! Se vuoi tenerla qui dovrà cavarsela da sola!
    I due sembravano aver raggiunto un punto di disaccordo che sarebbe stato difficile sbrogliare...
     
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    Sì ricordavo male il nome e non ho controllato XD


    Non poteva farci nulla. Niniel si entusiasmava molto con le novità, e le scoperte. E ciò la portava ad avere un atteggiamento strano, che era anche in linea con il suo aspetto attuale. Sentì i due demoni parlare tra di loro. Non osò intromettersi anche se non le andava a genio il doversi nascondere senza mai uscire e che Alexander avrebbe dovuto rinchiudersi in un sarcofago come una sorta di Vampiro da vecchi film. La situazione stava peggiornado e le ultime parole di Zora la offesero. Si avvicinò a loro guardandoli entrambi con una punta di severità.
    Ehi! Guardate che sono qui e vi sento. Non sono una bambina.... anche se lo sembro. attivò Pandora per scambiare energia e riprendere il suo aspetto adulto, giusto per far capire che non era poi così indifesa come sembrasse. Trasformò Pandora in un bel gatling.
    Penso di riuscire a difendermi benissimo da sola, ho Pandora con me non mi succederà niente. E comunque... si girò verso Alexander perplessa.
    Che significa che ti rinchiudi in un sarcofago? Non ti vedrò più fino a quando non riesci a riprendere il tuo aspetto umano? Ma poi che ha di così sbagliato il tuo vero aspetto? Anche se diventi brutto come la fame questo non cambia niente. Ricordati che sono una scienziata non mi fanno schifo le cose strane, anzi.... Ha ragione tua madre, non puoi rinchiuderti lì dentro. Sei un demone non un banale vampiro o una mummia. aveva parlato tenendo un tono perplesso e sospettoso, come se volesse avere una spiegazione plausibile. eEra sicura che vedendolo nel suo aspetto reale gli avrebbe chiesto di poterlo studiare. Stava diventando anche curiosa, e quando uno scienziato lo diventava era difficile dissuaderla dal non indagare. Non riusciva proprio a immaginarselo terrificante o mostruosamente brutto. Sì è vero lei era umana, ed era giusto che a lei piacessero gli umani, quindi non era strano che Alexander pensasse che vedendolo nel suo reale aspetto qualcosa potesse cambiare. Ma in fondo avrebbe dovuto odiarlo no? Alcuni modi di agire non li condivideva eppure i suoi sentimenti non erano cambiati. Insomma era una cavolo di Nerd, aveva visto di tutto e non la spaventava vederlo con otto zampe e tanti occhietti. Sarebbe stato strano ma non così tanto da farla scappare a gambe levate.
     
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    Neanche nella più rosea delle possibilità Niniel poteva intimorire quei due, figurarsi alzare la voce mentre era in quella forma. Gli sguardi perplessi di Alexander e sue madre si incrociarono prima su di lei, poi tra di loro con un minimo di sufficienza. Probabilmente dalle labbra di Zora sarebbe uscito qualche altro insulto se solo Niniel non si fosse fatta avanti con quelle grossa canne rotanti, provocando istintivamente nel demone qualche grado all'indietro con la schiena. Prima che lui potesse rispondere, Zora portò l'indice su quella grossa arma, portandola via dalla loro traiettoria.
    Calma bambolina, in questo momento sei un cagnolino nella foresta amazzonica, i denti ce li hai certo ma i tuoi non sono i più lunghi, né i più affilati qui in mezzo. A questo proposito come ti è venuto in mente che questo fosse un buon punto dove nasconderla.
    Alexander si sentì chiuso tra due fuochi, e il suo sguardo saettava da una donna all'altra diventando sempre più perplesso e vagamente spaventato. Ora iniziava a capire molte delle tipiche battute umane sulle donne.
    Time out ok? Calmatevi tutte e due. Tex caccia le persone per divertimento e con caparbietà, ci inseguirebbe fino in capo al mondo. Qui non è meno pericoloso ma almeno se non facciamo idiozie evitiamo di essere braccati, d'accordo?
    E con questo aveva liquidato Zora, che quasi indispettita mise le braccia conserte, distogliendo lo sguardo e facendo un passo indietro. Poi gli occhi del demone si spostarono su Niniel, portando le mani sulle sue spalle nella speranza che togliesse di mezzo quel gatling.
    Non è solo una questione estetica: la forma demoniaca libera tutti i miei poteri, da queste parti è esattamente come lanciare un razzo segnalatore in cielo. Sii comprensiva e tieni a freno la tua curiosità, in cambio potrai esaminare mia madre.
    Zora sussultò, sgranando gli occhi. Non arrossì, non era imbarazzata, ma istintivamente si portò le mani sui seni: oramai associava "scienziato" a Tex, e non erano mai rassicuranti gli "esami" che le faceva fare, specialmente per quei macchinari strani che usavano alla Umbrella.
     
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    Niniel non fece alcuna piega quando Zora le spostò le canne con la mano. Non voleva mica minacciarli con la sua arma, ma poco dopo arrossì leggermente mentre osservava la donna che le parlava con il suo fare sicuro di sé e autoritario. Ma perché la trovava così figa? Avrebbe dovuto vederla come una donna molto più grande e saggia di lei, e invece la vedeva come una sorta di diva famosa. C'era qualcosa di profondamente sbagliato in lei.
    Tuttavia Zora non aveva tutti i torti, rifugiarsi in un posto dove avrebbero braccato Alexander non sembrava una scelta molto saggia. Ancora una volta quel demone aveva dato prova tangibile di quanto ci tenesse a lei e di quanto sia stato coraggioso e colmo d'onore. Rischiava la sua incolumità per proteggerla e dare fede alle sue parole.
    La spiegazione di Alexander sembrò calmare Zora e anche qualche dubbio di Niniel, non c'era molto altro da fare se era vero che lì all'inferno era ricercato, la bara sembrava la soluzione migliore. Sbuffò arrendendosi mentre Pandora riprese la sua forma di valigia. Subito dopo si illuminò di nuovo di entusiasmo alle ultime parole di Alexander. Come faceva a sapere già il suo punto debole e come giostrarsela? La proposta era troppo allettante. E la distrazione parecchio efficace. Sorrise estasiata verso Alexander.

    Davvero posso?! fece per poi voltarsi verso Zora con una luce abbastanza inquietante negli occhi, guardandola come se fosse già stata messa in provetta. Pensava già a quali campioni prendere per prima e come usare Pandora per permetterle di esaminare Zora. Per quello però c'era tempo, intanto doveva capire come poteva muoversi e fin dove.
    Ok ehm... vivremo qui? Voi demoni di cosa vi cibate? Usate i bagni come gli umani? Io posso sistemarmi da qualche parte? Dormirò vicino a te Alex? Uh e posso curiosare fuori di qui? era partita, se non la fermavano li avrebbe travolti in una valanga di domande, stupide e non.
     
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    Lo sguardo di Zora a quel punto, a metà tra l'annoiato e il sufficiente, fu più che esaustivo. Ma mentre dava le spalle ai due piccioncini si sentì in dovere di commentare.
    E' una scimmia, e quando capirà che per un pò mangerà solo banane non avrò intenzione di esserci. Quindi per ora nel sarcofago ci vado io.
    E senza concedere loro ulteriori commenti si infilò sul serio nel sarcofago, chiudendosi dentro e lasciando Alexander in balia della curiosità di Niniel. La prima cosa che fece il demone oltre a temporeggiare fu sviare leggermente il discorso.
    E' che può avere un corpo suo solo in questo mondo, non è abituata ha bisogno di riposo...
    Dopodiché un sospiro, le braccia saldamente intorno al petto e lo sguardo che saltò in giro per la stanza proprio come la madre. Da dove iniziare? Niniel sembrava così entusiasta man on sarebbe stato affatto facile: da quelle parti non cresceva verdura o frutta, i più golosi si mangiavano tra di loro ma i demoni come Alexander non avevano bisogno di nutrimento, solo di emozioni.
    Qui è dove hanno deposto mia madre dopo averla uccisa la prima volta, era un tempio dedicato ai sacrifici che non usa più nessuno da moltissimo tempo. E' un luogo sicuro perché l'energia non passa facilmente oltre queste mura.
    A quel punto si avvicinò ad una delle colonne, cercando con le mani quella che sembrava una grossa torcia che prese fuoco nel momento in cui la portò in prossimità delle luci più fioche.
    I demoni come me non si nutrono di cibo, o per lo meno non è indispensabile, se non mangio non ho bisogno di andare in bagno quindi io sono a posto. Qui intorno c'è una fitta boscaglia, se non ti avventuri troppo dovrebbe essere sicuro.
    Nel mentre stava portando la torcia all'estremità del tempio, le sue mura: lì una lunga ramificazione di liquido simile ad olio sembrava attraversarlo completamente, come se fosse stato messo lì in precedenza proprio da Alexander.
    Questo è il nostro allarme: se accendiamo troppe luci ci vedranno, ma se qualcuno arriva è necessario essere ben illuminati per combattere. Inoltre il fuoco alzerà la temperatura e potrò svegliarmi dal sarcofago per aiutarti.
    A quel punto tornò vicino a Niniel, abbassando leggermente il tono della voce e soprattutto avvicinando il volto a quello della ragazza, come a volerla baciare. Con una mano stringeva la torcia, mentre con l'altra la avvicinò a sé con una mano sulla spalla.
    Come ti ho già detto... io mi nutro di emozioni. Dormire con te avrebbe conseguenze prevedibili per uno spirito estremamente perverso come me, e dubito francamente che sarai in grado di pormi freno...
    Nelle sue parole c'era un pò di boria, come se volesse lasciar intendere che Niniel era stata totalmente conquistata dal suo fascino e anche lei non gli avrebbe resistito. Ma solo un pizzico.
    Se mangio troppo la mia energia cresce e diventiamo prede facili, anche più pericoloso che accendere troppe luci. Quindi per il momento dovremo... astenerci. D'accordo?
    Sembravano regole facili da seguire, le aveva lasciato intendere che poteva allontanarsi ma non troppo, per il suo bene, e avrebbe fatto meglio a restare nella boscaglia. Era stato molto chiaro, si capiva che era preoccupato per lei e per l'occasione aveva provveduto a tutto. Le lasciò un rapido bacio sulle labbra, per poi darle le spalle e avvicinarsi alla tomba.
    Per un pò dovrai accontentarti della carne... ti va bene?
     
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    La valanga di informazioni data da Alexander zittì una volta per tutte Niniel. No, la sua curiosità non era di certo soddisfatta, c'erano alcune informazioni che avevano fatto sorgere mille altre domande. Anche se le cose sembravano assurde. Ormai aveva capito che Zora l'avrebbe odiata, quindi era inutile chiederle informazioni, se ad ogni domanda rispondeva a quel modo era meglio evitare.
    Puntò un dito verso l'alto con fare perplesso.

    Aspetta un attimo... fece cercando di raccogliere mentalmente le nozioni appena ricevute.
    Mi stai dicendo che tua madre non è qui! Cioè è un fantasma perché è stata uccisa. E ok ha senso, anche se un paio di cose non mi risultano. Inoltre mi stai dicendo che in pratica tutte le volte che abbiamo fatto sesso ti sei ... cibato di me? era così astratto quel concetto che non riusciva a comprenderlo alla perfezione. Tuttavia quei maledetti demoni a quanto pare si nutrivano di emozioni facendo sesso. Furbo e malefico da parte loro. Pensava che fosse normale sentirsi esausti dopo aver fatto sesso. Non poteva sapere che con Alexander si sarebbe sentita molto più esausta di un amplesso normale. Si sentì in un certo senso violata, insomma poteva dirglielo no?: "tesoro oltre la tua gnocca mi faccio uno spuntino". Aaah demoni, doveva aspettarselo no? Fece un cenno con la mano ad Alexander per fargli capire che non serviva rispondere. Una delle notizie che la sconvolse fu che non avrebbero fatto sesso in quel posto. Avrebbe voluto urlare: "che cosaaa?!" ma si vergognò troppo per farlo, così abbassò lo sguardo sentendosi una pervertita irrecuperabile. Insomma che andava a pensare? Mica erano in luna di miele. Lo guardò poi di sottecchi sollevando una mano con indice e pollice stretti come se stesse tenendo qualcosa di invisibile.
    Nemmeno un pochino? lo guardò arrossendo visibilmente, poi agitò le mani in aria.
    Dicevo per te, cioè se ti cibi solo di emozioni, potresti indebolirti troppo. Giusto per non morire di fame? Rise nervosamente, grattandosi la nuca cercò di concentrarsi sulle cose più pratiche. Alexander non mangiava, e immaginava che nemmeno la madre lo facesse, insomma l'unica ad aver bisogno di cibo era lei. Storse il naso pensando che avrebbe dovuto concimare il terreno attorno a quel posto. Sarebbe stato parecchio scomodo per lei, ma doveva sforzarsi di adattarsi, infondo era la sua pellaccia che stava salvando no? Guardò scettica Pandora, chiedendosi se poteva trasformarlo occasionalmente anche in un water. La doccia funzionava con Pandora, il problema era dove sarebbero finite le scorie. Sarebbe stato imbarazzante sparare proiettili morbidi e puzzolenti. A quel pensiero le venne da ridere ma si trattenne ancora. Non poteva viaggiare mentalmente mentre parlava con Alexander.
    Sì credo che la carne vada bene anche se..... le spuntò un sorriso malefico sul viso e trafficò fra le sue tasche prendendo una piccola ampolla con dei semi.
    Hai detto che c'è un bosco qui attorno, posso provare a coltivare qualcosa? non sapeva se i semi terreni attecchivano su quello degli inferi, sarebbe stato interessante scoprirlo. Se on avessero attecchito avrebbe modificato i semi o il terreno. Aveva una marea di cose da vedere e analizzare, non poteva poi essere così terribile la sua permanenza lì no?
    Le venne spontaneo guardare verso la bara: doveva trovare il modo di farsi trovare simpatica da Zora. Iniziò a chiedersi se per caso fosse gelosa del figlio. In quel caso niente avrebbe potuto farle cambiare idea su di lei.
     
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    "tesoro oltre la tua gnocca mi faccio uno spuntino"
    Sono morto sulla tastiera.


    Andiamo, Niniel era una tipa sveglia, davvero si aspettava che fare sesso con un demone non comportava conseguenze? Tra l'altro la loro prima volta era riuscito a sopravvivere proprio grazie alle sue emozioni, che altro doveva spiegarle? Inutile perdere tempo con quel discorso, a quanto pare Niniel aveva compreso che non poteva imparare tutto ciò che riguarda un demone in un giorno solo, figurarsi poi concetti alla quale non era affatto abituata. Il discorso però prese presto una piega interessante, non si espresse troppo ma Alexander vide chiaramente negli occhi di Niniel della delusione nel comprendere che non ci sarebbero state molte effusioni tra di loro, e nel senso più lussurioso della frase. Un pò lo divertì, ma non si concesse nulla più di un ghigno malizioso, rispondendole rapidamente e con una certa naturalezza, lui non era di sicuro a disagio con quei discorsi.
    Non si tratta della mia sopravvivenza, ma della tua. Assopendomi conserverò le energie, il sarcofago serve anche a quello, proprio come sta facendo mia madre: non è esattamente uno spettro, è viva e quasi in carne ed ossa, solo che avendo reciso il suo legame con i vivi ha bisogno di nutrirsi molto per recuperare... magari potresti aiutare lei se hai tanta voglia.
    E solo a quel punto il sorriso si allagò in una leggera risata. La provocò giusto un pò, ma per lui non era normale provare gelosia per sua madre o per la sua donna, facevano entrambi parte del suo cerchio, impossibile insegnare regole umane come la monogamia o l'incesto ad un demone. Se Avesse trovato Niniel e sua madre nude e intente a scambiarsi piaceri sessuali l'unica reazione che avrebbe avuto sarebbe stato un dispiacere nel non potersi unire a loro. Non subito per lo meno. Ad ogni modo, dopo averla provocata a dovere, Alexander passò una mano sulla sua ampolla, abbassandogliela proprio come si fa con una pessima idea. Socchiuse gli occhi, sospirando.
    Niniel... siamo all'inferno, tutto quello che succede ha uno scopo ben preciso. Se crescerà un albero sarà perché dentro c'è un peccatore che deve essere punito in quel modo. Se pianterai qui i semi nella migliore delle ipotesi semplicemente marciranno, nella peggiore delle ipotesi si trasformeranno in qualcosa in grado di farti del male. Dammi retta, lascia perdere.
    Per quanto lei fosse curiosa, Alexander non poteva fare a meno di bruciarle buona parte del divertimenti, ma solamente per il suo bene e per evitarle azioni all'apparenza innocue ma in verità molto rischiose.
     
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    Alle parole provocatorie di Alexander, Niniel divenne paonazza, se prima aveva solo le gote rosa, adesso aveva tutto il viso arrossato. Che diavolo gli saltava in mente? oltretutto non riusciva a dimenticare le movenze di Zora quella volta che aveva tentato di sedurla, e lei solo alla fine aveva scoperto fosse la madre di Alexander.
    Sce-scemo! strillò guardando più volte la bara, non voleva che sentisse una cosa del genere a giudicare da come l'aveva guardata l'ultima volta e la sua natura di demone, non si sorprenderebbe se provasse a stuprarla.
    N-Non mi servono cose del genere, posso resistere benissimo senza. Mi basta avere qualcosa con cui passare il tempo. Tsè. incrociò le braccia al petto, girando il volto indispettita. Già passare il tempo, se non poteva sperimentare con gli elementi dell'inferno, che altro poteva fare? Se non poteva sperimentare con i suoi semi, allora poteva analizzare la terra per capire come la materia di quel posto venisse influenzata dalle anime e dalle emozioni. Se i demoni si cibavano di emozioni, doveva funzionare più o meno in quel modo anche il resto del posto. Non disse nulla quindi quando Alexander le fece capire che era meglio non "sperimentare" troppo con l'inferno. Sbuffò annoiata, forse faceva prima a trasformare Pandora in una console di videogame, e quando proprio il desiderio la attanagliava, poteva trasformare Pandora in un giocattolino molto più interessante.
    Ok, niente esperimenti. Intanto mi mostri i posti che posso usare e fin dove mi posso spingere? fece delusa da morire. Nascondersi era una noia mortale. Dov'era il rock?
     
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    Niniel sembrava aver perso l'entusiasmo di quel viaggio, come darle torto? Sembrava una bambina in punizione piuttosto che una donna in viaggio. Alexander girò gli occhi rendendosi conto di quanto in realtà Niniel fosse impaziente e curiosa, forse aveva bisogno di qualche contentino ed era giusto che lui in quanto guardiano improvvisato glielo desse.
    D'accordo, facciamo un tour veloce, vieni con me.
    Sollevò la torcia iniziando a fare strada, mentre inconsciamente ripeteva un gesto che stava diventando fin troppo normale: porgerle la mano per poterla guidare. Non gli era mai successo, con nessuno, non in maniera spontanea per lo meno. Si avvicinarono all'uscita del tempo, una scalinata molto ampia ma piuttosto corta che volgeva verso un terreno particolarmente sabbioso, sembrava quasi di stare in un deserto nero, anche se in diverse zone si potevano notare delle piccole superfici lisce e rotonde, simili a dei sassi atti a formare un sentiero. Intorno a loro era tutto molto luminoso eppure il cielo rimaneva tetro, come se ci fosse luce ma i loro occhi non riuscivano a percepirla. Immersi nel deserto c'erano degli alberi che sembravano fatti di vetro nero, ossidiana all'apparenza ma molto più fragile. Infine in lontananza si poteva vedere l'imponente città di Dite fare capolino da una massa di sabbia scura più grande delle altre. Maestosi palazzi, torri, anche castelli oltre che abitazioni e canne fumarie gigantesche. Solo a guardarla la città dei demoni incuteva timore.
    Molto chiamano quella Dite, anche se spesso si usa per indicare l'intero regno. Non importa in ogni caso, non ci sono limiti geografici qui. devo mostrarti una cosa, ma da qui non puoi notarla. Seguimi.
    Lasciò la torcia oramai inutile su un apposito aggancio, per poi avvicinarsi al muro esterno del tempio ed iniziare a salire una scalinata piuttosto pericolante. Alexander sarebbe rimasta sempre poco più avanti di Niniel per assicurarsi che non scivolasse, e afferrarla la volo in caso succedesse. Una volta sulla sommità del tempio, rivelatosi molto più alto di quanto non sembrava da dentro, Alexander poté mostrare alla ragazza qualcosa di spaventosamente maestoso. così grande da apparire meraviglioso, ma la sua semplice esistenza testimoniava una grande sofferenza.
    Questa è la ragione per cui i Demoni scappano nel vostro mondo...
    Il demone allungò una mano verso il cielo, mostrando le "mura" di Dite. Il cielo non era una massa rocciosa attraversata da fiumi di lava. Quello che sembrava fuoco liquido in realtà era sangue, e quella che appariva come roccia era carne. Il cielo non era circondato da una pietra sferica... nel cielo c'era un gigantesco occhio. Lo sguardo di un Dio furioso e vendicativo? Lo sguardo di un giudice imparziale e dotato di una sadica giustizia? O semplicemente la condanna di qualsiasi essere che mettesse piede lì per restarci, o nascerci per diritto...
     
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    Si sentì al settimo cielo, per lo meno non era costretta a rimanere in quel tempio tutto il tempo. Avrebbe voluto saltellare per la felicità, ma si trattenne. Non erano in un parco giochi e di sicuro non si trovavano in una città turistica, di solito chi arrivava all'inferno ci rimaneva. Non poteva comunque farci niente, nessun umano poteva visitare l'inferno in quel modo. Non sapeva se al mondo esisteva qualcuno che ci fosse riuscito, ma lei era all'inferno. Vedeva con i suoi occhi ciò che le credenze dicevano. Poteva vedere con i suoi stessi occhi cosa succedeva a chi finiva nell'inferno. Non era certo come andare in gita in un continente lontano. Così afferrò la mano di Alexander entusiasta e si lasciò guidare fuori dal tempio. Notò subito il deserto e la vegetazione cristallizzata, si guardò sotto i piedi e attorno per poi sollevare il capo in aria. Sembrava che qualcosa nel cielo coprisse la luce come una sorta di spessa nube che non la faceva filtrare. Era come se fosse stato fatto apposta: vi era la luce ma non era permesso esserne scaldati. Non disse una parola, troppo concentrata ad osservare ciò che la circondava, seguiva meccanicamente il demone fin quando non arrivarono alla sommità della scalinata. Vide la città, i suoi occhi si spalancarono sorpresi. Sembrava una normalissima città, con architetti molto grotteschi, ma comunque una città, enorme gigantesca anche più di Roma stessa. Sentiva in lontananza i lamenti delle anime dannate. Adesso che era fuori le sentiva più chiaramente. Erano suoni di pura sofferenza, sulla terra non aveva mai udito un suono simile. Istintivamente si avvicinò ad Alexander come se stando vicino a lui potesse trovare rifugio da quella strana sensazione di disagio che la stava contagiando. Poi seguì la mano di Alexander, inizialmente non capì cosa stesse vedendo, ma pian piano si delineò nella mente la terrificante creatura che faceva da appoggio, guardiano, sembrava la rappresentazione vivente dell'inferno. Alla vista dell'occhio si spaventò e si agganciò con le mani alla maglia di Alexander.
    Che cos'è quello? chiese con gli occhi spalancati verso quell'enorme occhio e la voce non troppo alta e timorosa come se temesse che quella strana creatura potesse sentirla. Non aveva mai sentito parlare di una entità simile. Si era sentito di demoni, di guardiani particolari e di satana in persona, ma quell'essere dalle dimensioni assurde era ignoto.
    Iniziò a pensare che non sarebbe uscita più fuori dal tempio per niente al mondo.
     
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    Alexander accolse tra le sue braccia Niniel, senza però scollare lo sguardo da quel cielo estremamente maligno.
    E' il deterrente. Tu sei umana, dovresti saperlo... immagina di avere un Dio che ti osserva, sempre, e puoi vederlo tranquillamente mentre lo fa. Tuttavia... quando succede una disgrazia, un'ingiustizia, una crudeltà... non succede niente. Eppure tu lo sai, sai benissimo che LUI l'ha visto. Ma non ha fatto niente. I demoni ci sono arrivati molto prima a questa conclusione, e da lì il caos...
    Quello che Alexander voleva farle capire era che il gigantesco occhio non aveva molte divergenze con il sole umano, forse era solo una malformazione, forse era vivo come sembrava, ma che importanza aveva? Nessuno si pose quella domanda, l'unica preoccupazione dall'alba del primo combattimento fu sottolineare una cosa: indipendentemente dall'esistenza o meno di Dio, l'unica cosa che conta è la forza. Questo ha portato i demoni dove sono ora, e questo è il motivo per cui i Demoni bramano un posto con il cielo sopra alla testa, non un osservatore sterile e senza compassione. Alexande riprese le mani della ragazza, cercando di convincerla ad abbassare lo sguardo.
    Ricordati che qui le leggi umane non significano niente. Il buonsenso, la morale, la legge, l'ordine costituito... rispondono tutte ad una sola autorità: la violenza. Non ti ho portata qui per salvarti, ma per darti qualche possibilità di sopravvivere... che non sono aumentate di molto, sappilo.
    Quel suo lato cinico non moriva mai, che parlasse di cose serie o scontate, scherzoso oppure drammatico come non mai. Alexander aveva scelto di proteggerla, ma poteva rivelarsi un compito molto più arduo di quanto non immaginasse.
     
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    Non riusciva a staccare lo sguardo da quel gigantesco occhio. Non riusciva a capire se era cosciente di ciò che osservava, o se era una sorta di creatura primitiva che veniva guidato solo dall'istinto. Le incuteva un timore profondo. Quando Alexander parlò lo osservò ansiosa. Effettivamente se Dio fosse visibile agli occhi degli umani avrebbero di sicuro maggior timore di lui e delle azioni che si facevano. Niniel non sapeva se esistesse, anche se molte cose portavano a pensare che ci fosse da qualche parte. Gli angeli si erano palesati e il suo nemico numero uno, Satana c'era e camminava sulla terra. Doveva esserci per forza. Eppure l'umanità continuava a fregarsene, vivendo per il proprio egoismo.
    Sì, capisco ciò che vuoi dire. Se Dio si vedesse così chiaramente chiunque ragionerebbe in modo diverso. Probabilmente incolperei l'entità di tutti i miei guai e mi ribellerei a lui perché lui di me se ne infischia. E avrei sicuramente detto che la regola del libero arbitrio sarebbe stata solo una comoda scusa per lui. Però se ci rifletti bene sono le nostre stesse azioni e scelte a portarci su strade tortuose.
    Sarebbe meglio un Dio che ti impedisce di fare ciò che vuoi? Che ti sorregge ogni volta che cadi?
    rise amaramente sollevando di nuovo lo sguardo verso l'occhio.
    Conoscendomi mi ribellerei comunque a lui, chiedendogli di lasciarmi sbagliare, di farmi provare. Non è un discorso facile da intraprendere. disse sorridendo come se si fosse messa il cuore in pace. Lei stessa aveva scelto di seguire Alexander di fidarsi di lui e in un certo senso affidargli la vita. La pensavano in modo opposto riguardo al mondo, ma lo apprezzava perché era cinico almeno quanto lei, forse anche di più. Ascoltarlo le stava insegnando a guardare anche attraverso ottiche diverse dalla sua.
    Non mi farò accoppare tanto facilmente. Ho troppe cose da vedere e scoprire ancora. E tante cose zozze da fare con te. Starò attenta. disse fiera di sé. Gli sorrise per poi cercare un bacio a fior di labbra fermandosi prima di poterle unire, guardò verso l'occhio sentendosi terribilmente osservata.
    Ehm, il tour continua? Iniziò a sentirmi a disagio qui fuori.
     
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    La considerazione di Niniel sulla sopravvivenza fece sorridere il demone, visibilmente intrigato dalla sua presa di confidenza, oramai più che chiara. C'era attrazione tra di loro e nemmeno la ragazza voleva più farne a meno. Tuttavia l'argomento Dio non era ancora chiuso e la risposta di Alexander fu quasi severa, lui aveva un'opinione molto precisa riguardo all'argomento e non esitò a dirla a Niniel.
    Un Dio che ignora semplicemente resta indifferente, non ti opprime né ti guida, non hai niente da fare se non scegliere: lasciarti sottomettere dai tuoi simili o combatterli. Questa è la legge del più forte. Ma un Dio che ti guida, secondo una strada oggettiva, può piacerti o meno, ma resta un punto di riferimento. Se un giorno tutti volessero scagliarsi contro qualcosa lui diventerebbe il nemico, e le barbarie come le carneficine sarebbero rivolte a lui, non a nemici che la tua stessa mente a creato. Meglio un nemico che un cieco osservatore...
    Detto questo le passò una mano tra i capelli, baciandole ancora una volta le labbra, per poi tornare verso la scala facendo di nuovo gli onori di casa passando per primo, così da poterla anticipare in caso di scala poco agibile.
    Ho ancora un pò di energie, vieni con me sul retro, voglio mostrarti una cosa.
    Una volta tornati a terra Alexander avrebbe iniziato a farle strada verso la parte posteriore del tempio, ma una volta con i piedi sulla sabbia il demone le avrebbe portato una mano davanti al corpo, come per bloccarla. Rimase in silenzio, indicandole con lo sguardo le scarpe: lui le sfilò subito, lasciando che i piedi affondassero nella sabbia scura. Era diversa da quella che si può trovare in un deserto o su una spiaggia, qualcosa molto sottile e fine, che non rimaneva attaccata alla pelle in nessun modo.
    Le scarpe sono rumorose in un posto dove non esiste la brezza naturale, perfino nel deserto. A meno che non ti puzzino i piedi, in quel caso tientele le scarpe...
    Ecco la sua risposta, non aveva ancora digerito la frecciatina di Niniel a proposito della sua trasformazione. Pan per focaccia. Tralasciando le loro smancerie, arrivarono facilmente sul retro del tempio dove c'era una sorta di vasca creata con delle scale, poche erano fuori dall'acqua, mentre altre invece erano sommerse. La scalinata circondava quello che sembrava un ramo artificiale di un fiume, un fiume molto denso e scuro, acqua nera, forse sporca di sangue coagulato o qualcosa del genere. In ogni caso non sembrava melmosa né sporca, al punto che Alexander si chinò per prenderne un sorso usando la propria mano come coppa.
     
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