Wanted

x Hina

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    Rachel avanzava fiduciosa di trovare vittime che l'avrebbero divertita. Sentiva nell'aria diverse energie che si avvicinavano. Non riusciva ancora a capire quanti fossero, o se fossero in gruppo. Si sentì come una bambina che andava in un parco giochi. E quando arrivarono i loro avversari chiudendo loro ogni via di fuga, iniziò una piccola risata che crebbe di intensità.
    Non conoscevano il potere di Rachel, non potevano sapere che chiudendola in un posto sarebbe stata in vantaggio. Allargò le sue fibre inondando tutto lo spazio che avevano delimitato, risalendo sulle pareti magiche, oscurando la visuale a chi stava fuori dal campo di battaglia. Non disse nulla, Vladimir aveva già detto le parole perfette per le loro vittime. Lasciò che i suoi serpenti nuotassero nelle fibre nere, apparendo e sparendo sulla superficie. In realtà stava visionando la posizione di ogni sciocco mercenario e di cosa erano armati. Di sicuro le prime vittime non avevano calibri sufficienti per le due cacciatrici. Avrebbe potuto materializzare le sue creature e iniziare il pasto macabro. Facendo in quel modo però, avrebbe tolto ogni divertimento a Vladimir e non si sarebbe potuta godere la disfatta dei suoi nemici.

    Animiamo il posto, facciamoli arrabbiare. disse a bassa voce rivolgendosi a Vladimir. Alle spalle di uno dei guerriglieri che la puntavano, arrivò uno dei suoi serpenti. Spalancando le fauci lo agganciò al collo bucando la gola con la lingua del suo serpente. Un fiotto di sangue colò dal corpo dell'uomo colando sulle fibre, mentre in rantoli soffocati spirò quasi subito. Il serpente lo trascinò verso le due ragazze, mentre i mercenari tra di loro urlavano di stare calmi. Alcuni imprecavano pronunciando il nome della loro prima vittima.
    Hai fame Vladimir? Che ne dici di questo antipasto? Lo disse ad alta voce, provocando la rabbia nei suoi nemici. Partì il primo colpo di fucile che Rachel fermò afferrandolo fra le dita. Alcuni di loro guardarono sbigottiti il proiettile fumante fra le dita di Rachel. Calò uno strano silenzio, probabilmente iniziavano a rendersi conto di cosa stavano affrontando. Un urlò disperato si sollevò e partirono altri colpi, che si propagarono come una onda. Spararono tutti insieme, scaricando una pioggia di proiettili sulle due donne. Un corpo gigantesco nero, dalle mille zampe affilate le circondò proteggendole dai proiettili. Il corpo di Skolopendra era abbastanza resistente da far rimbalzare la maggior parte dei proiettili, solo i calibri più grandi graffiarono la sua carapace, oppure la bucavano senza riuscire a creare danni sufficienti per ferirla gravemente.
    Trasformiamo la loro rabbia in terrore. questo lo disse ad un volume normale, per farlo sentire solo a Vladimir. Quando affrontava i nemici più ostici amava creare un rito particolare. Li provocava per farli arrabbiare, poi mostrava le sue zanne incutendo in loro la paura, poi li sopraffaceva rendendoli disperati, quando poi si rassegnavano con parole affilate alimentava il loro odio e la loro disperata consapevolezza di essere inferiori. Infine si prendeva la loro vita mentre la fissavano negli occhi.

    mi sento come una bimbetta con un giocattolo nuovo: tocca a te *__*
     
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    Pazzi. Semplicemente dei pazzi. Avevano chiuso due predatrici fenomenali nella stessa gabbia in cui si trovavano loro, sembrava quasi che la gente ci prendesse gusto a farsi massacrare con facilità crescente. Ad aprire le danze fu Rachel che li intrappolò, li spiò tutti e si fece un'idea di chi avevano davanti. Non ci volle molto prima che una vita fosse spezzata per mano della sua padrona, e mentre tutti entravano nel panico la preziosa Skolopendra si preparava a proteggere le due compagne, mentre Vladimir ascoltava le grida di disperazione delle loro malaugurate vittime. Rachel non doveva esagerare, se quei tipi avessero realizzato l'entità della loro brutta idea probabilmente avrebbero sciolto il juinjutsu, ma la verità era che si trovavano già in un colossale guaio quindi... perché esitavano ancora? Ecco una piccola svolta per le loro vittime.
    Non indietreggiate, usate l'artiglieria!
    Una potentissima esplosione aprì un varco tra le spire di Skolopendra proprio davanti a Vladimir, rendendola una facile preda per il loro seguente attacco. Fu un istante, e mentre l'unica mente osservava i suoi aggressori, ecco che il suo occhio destro venne impalato violentemente da quello che sembrava un arpione. Ne arrivarono altri, moltissimi: al cuore, al fianco, alle ginocchia, al petto, al ventre, in pochissimi istanti Vladimir si era trasformata in un puntaspilli e l'arpione più lungo che l'aveva trapassata al petto la teneva in piedi dato che la sua schiena era completamente piegata all'indietro, verso Rachel. Era posizionata così, a peso morto, con un'espressione vuota e coperta del suo stesso sangue. Spacciata? A giudicare dal sorriso che lentamente si dipinse sul suo volto... la verità era molto distante da questa.
    Che peccato... volevo trattenermi per il gran finale ma... a quanto pare dovrò mostrarti il mio vero potere proprio ora...
    Lentamente il corpo di Vladimir iniziò a sciogliersi in una densa pozza di sangue verde scuro, lasciando sospeso in aria e circondato da arpioni (che però non lo toccavano) un globo di densissimo sangue colorato di un rosso intenso. Il globo venne circondato da quel sangue formando una sorta di piedistallo, un trono per così dire, e mentre quella densa melma si mescolava alle fibre nere di Rachel ecco Vladimir mostrare la sua vera forma.
    Il mondo è animato unicamente dal sangue... non è cenere, non è polvere, ma solo sangue.. e il sangue ci farà tornare una cosa soltanto. Ora voi tutti... rendeteci UNO.
    Dall'oscurità che copriva completamente i piedi dei mercenari iniziarono a materializzarsi tante altre figure di Vladimir, un numero immenso di creature identiche a lei ma dagli occhi vacui e le mani munite di artigli colossali. Spuntavano come funghi in prossimità dei guerriglieri più vicini, alcuni se ne ritrovavano di fianco una sola, altri venivano circondati da due, anche tre figure femminili che lentamente davano loro la caccia. I più lucidi rispondevano col fuoco, altri scappavano cercando di mettere in mezzo potenziali ostacoli, ma tutti ottenevano lo stesso risultato: quelle figure tenebrose si scioglievano e continuavano ad avanzare verso di loro, molto, molto lentamente, come se Vlad volesse lasciarli nel terrore della fuga, accendere un barlume di speranza per dare tempo al terrore di fare il suo meraviglioso corso. Improvvisamente Rachel sentì le languide mani di Vladimir circondarle le spalle, fino ad accarezzarle il ventre e il petto, lasciando che le labbra di una di quelle figure scivolassero sul suo collo, iniziando a sussurrarle nuovamente tutta la sua malizia.
    Il lato migliore di me... è che ci sono molte me...
    Poi finalmente il massacro. Le dita di quelle creature si infilarono nelle ossa delle loro vittime, fracassando legamenti e muscoli e facendosi strada tra gli organi. Non era un semplice massacro però, Vladimir trapassava i loro corpi ma non li uccideva, li contaminava col suo sangue trasformandoli in mosaici scuri, e li teneva in vita il più possibile per poter osservare i loro occhi.. e assaggiarne il terrore. Le copie di Vladimir cercarono le loro labbra, donne e uomini, baciandoli ansiosamente con tutta la lussuria che aveva in corpo. I loro vestiti venivano disintegrati, e gli organi sessuali consumati. Vladimir li stava divorando con i loro stessi corpi, si lasciava violare dai membri degli uomini corrotti e violentava le donne soggiogate con i suoi costrutti maschili, che oramai padroneggiava senza problemi. Altri provavano a fermare quell'invasione ma ogni colpo non faceva che creare altre creature, e molto presto non sarebbe rimasto niente.
    Accaparrati le prede migliori o non ti rimarrà niente mia signora...
    E mentre il massacro avveniva e pronunciava quelle parole, Vladimir assaporava la carne di Rachel sfiorandole i seni con le sue dita artigliate, senza farle del male ma stimolandola come meglio poteva. Di fronte a quello spettacolo era certa che Rachel sarebbe rimasta estremamente compiaciuta.
     
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    L'esplosione che colpì skolopendra distrusse una sua parte del corpo, strappando un ruggito di dolore alla creatura che comunque non si dissolse, il suo punto di nascita era illeso. Rachel si voltò per poter fronteggiare l'apertura ma ciò che vide la scosse nel profondo. Vide Vladimir impalata e ferita a morte. Una figura che fece cadere Rachel nella follia più totale. Le fibre vibrarono di una forza spaventosa, quasi come se stessero ruggendo. Delle bocche si formarono sul campo moltiplicandosi per coprire tutta la superficie delle fibre nere. Li avrebbe divorati tutti, colma di rabbia folle per la sua adorata creatura danneggiata.
    Poi la vide sorridere, sentì le sue parole, e si calmò anche se solo parzialmente. Si sentì sollevata e grata come una madre apprensiva. Ormai era scivolata nel limbo della follia, era come se fosse in un sogno simbolico e confuso. Skolopendra si dissolse per dare modo a Rachel di guardare lo spettacolo che Vladimir le stava mostrando. Sentì odore di sangue, si voltò in uno scatto come un animale spaventato, osservando le vittime di Vladimir che impotenti non riuscivano più a reagire: era accaduto, avevano trasformato la loro rabbia in terrore. Voleva vedere meglio, non le bastava quell'angolazione da misera umana. Dalle fibre e dalle bocche sul campo, si innalzarono vari serpenti che ai piedi delle copie di Vladimir si arrampicavano sul corpo, strusciandosi come gatti in cerca di attenzioni, per poi affiancarsi a loro e vedere da vicino lo sguardo terrorizzato delle loro vittime.
    Rachel si eccitò, senza rendersene conto si leccò le labbra vogliosa.
    Sentì le mani di Vladimir sul proprio corpo, tornò in sé e pose la sua attenzione sul proprio corpo. Afferrò le sue mani con decisione premendoli contro i seni come una amante impaziente, per poi voltarsi verso di lei. Le sorrideva avida, guardandola negli occhi.

    Annientali. anche se sembrava un ordine, Vladimir avrebbe capito che era ciò che serviva per soddisfarla. Altri serpenti apparirono tra i capelli di Rachel, si allungarono verso Vladimir circondandola per poi spingerla contro Rachel, in un abbraccio mostruoso.
    Rachel vedeva le sue vittime e vedeva Vladimir, aveva tutto il quadro al completo sotto i suoi occhi. Vedeva le vittime e il loro carnefice in una volta sola. Si eccitò, anche se non capiva cosa stesse provando: troppe emozioni si accavallavano confuse e intense. Era felice che lei stesse bene, era furiosa verso i suoi nemici che avevano osato farle del male, ed era vogliosa di qualcosa che avrebbe soddisfatto quello strano prurito sulle labbra. I serpenti che seguivano il suo istinto erano più diretti di lei, uno di loro passò fra le loro cosce, sfregandosi contro i due sessi ancora coperti dalla carapace.

    Dammeli. voleva le loro vite, voleva vederli mentre morivano. Si avvicinò a lei e la baciò sulle labbra, languida e persa mentre vedeva e sentiva tutto quanto. I corpi eccitate delle copie, il calore di Vladimir contro il proprio corpo. Il respiro affannato e disperato dei loro nemici. Perfino l'odore dei propri umori che iniziavano a colare, ma che venivano trattenuti dalla carapace di fibre nere.
    E mentre la baciava cercando la sua lingua in modo goffo ma affamato, Gomorrah sarebbe apparsa davanti al leader di quel gruppo di mercenari, pronto a inseguirla e sbranarla al minimo movimento della donna.
     
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    Finalmente ce l'aveva fatta, era riuscita a spingere Rachel oltre il punto critico lì dove le loro menti si incrociavano perfettamente e la violenza diventa follia, la crudeltà diventa passione e i corpi non sono altro che un mezzo per soddisfare i propri piaceri. Fu Rachel stessa a darle l'iniziativa, non dovette forzarla nemmeno: una carezza si era trasformata in una richiesta di piacere, ciò che Vlad voleva solo stimolare venne stretto dalla sua padrona in persona, spingendo i palmi aperti sul seno e il resto del corpo. Non aveva mai provato la sensazione di starle così vicino, di sentirla così unita a sé, perfino Vlad nella sua fredda mente calcolatrice iniziò a sciogliersi abbandonandosi al dono che le stava facendo Rachel. Era così felice che regredì istantaneamente ad uno stato infantile, alla pari di Shyvana se non ancora più instabile, al punto che gli occhi si spalancarono in un ghigno languido, placato unicamente dalle labbra di Rachel che si unirono a lei. I serpenti della sua padrona divennero presto curiosi e vogliosi di quella meravigliosa creatura atta a servirla insinuando le loro spire tra le ascelle, le cosce, i fianchi, stimolandola nei punti strategici. Ora che Vladimir era diventata una cosa sola col suo potere ogni sensazione era amplificata, come se ogni centimetro della sua pelle fosse la parte più profonda della propria intimità, il punto di piacere assoluto e Rachel la stava sfiorando con tutto il suo corpo. Le loro labbra sfociarono in un bacio spaventoso, si Vladimir ne ebbe paura e tremò nel preciso istante in cui si unirono: Rachel era terrificante, le faceva paura e per questo la rispettava, per questo la venerava: lei era l'unica a farla tremare. Ma il terrore venne ben presto surclassato dal piacere e mentre le dita di Vladimir le stringevano il volto il suo bacio si fece più intenso e perverso. La lingua di Vladimir si allungò andando ad avvolgere completamente quella di Rachel, stimolandola come se fosse un membro maschile e assaggiandola del tutto. Assaggiò ogni centimetro delle sue labbra, leccandole anche da fuori, violandole ancora e rimpeindo la gola della sua padrona con tutta la sua passione. La sentiva, la sentiva chiaramente e istintivamente portò una mano sulla propria intimità, iniziando a stimolarsi da sola con le dita, lasciando che un serpente si avvicinasse in quelle direzioni, sfregandosi proprio lì mentre dalle sue fauci Vlad tirava fuori la temibile lingua di quella bestia in modo che potesse farne un uso più creativo. Non era invadente, era calda e piacevole, come se stesse cercando di diventare un tutt'uno col corpo di Rachel. Voleva unirsi a lei, ancora, per sempre, sentiva che senza quella dea della morte Vlad non sarebbe mai stata completa. Quindi le disse qualcosa che non poteva dire a qualcun altro, principalmente perché non era un sentimento che poteva capire una creatura come lei, né tanto meno potesse assumere un significato vagamente vicino a quello umano. Ma Rachel, e tutto quello che rappresentava, valeva la pena essere onorato di tanta passione.
    Noi ti amiamo Rachel... saremo per sempre al tuo servizio...
    Non era amore sincero e puro, era amore morboso, era necessità di starle vicino, era l'indispensabile aria che solamente lei provocava e solamente di essa poteva vivere Vlad. Non è il sentimento che un uomo confessa alla sua donna, è la malattia più perversa che una creatura come lei poteva donare a qualcuno o qualcosa che meritasse disperatamente il suo voto. Vladimir non aveva bisogna di altro se non di Rachel, e il massacro che la sua compagnia avrebbe provocato.
    Maledetta sbadata! Così ingenuamente persa nelle sue passioni che per poco non dimenticava lo spettacolo che stava offrendo alla sua padrona. No, no... non andava bene. Non poteva rivendicare il suo premio prima della fine dello spettacolo, decisamente poco onorevole! Così, conscia che Rachel potesse vederla attraverso le sue creature, mentre loro si baciavano appassionatamente scambiandosi tutto il loro "amore", Vladimir riprendeva la lenta tortura. Le persone che stava violentando in molteplici modi, in un'orgia di perversa carne che si univa e si corrompeva, non gridavano di piacere: ma di terrore. Perché la loro esistenza gli aveva insegnato che "unirsi" poteva provocare solo piacere, ma "unirsi" con l'Unica Mente significava far parte di qualcosa di più grande insostenibile. I loro copri diventavano mosaici di venature nere, mentre le pupille svanivano, la pelle diventava grigia e i capelli sbiancavano gradualmente più peri l terrore che per chissà quale mutazione. Scopavano, scopavano in maniera perversa, ogni copia di Vladimir scivolava con i fianchi su quei corpi, creava erezioni surrogate per impalare le giovani carne delle incantatrici, e delle tiratrici scelte. Prendeva tra le dita i serpenti di Rahcel e li accarezzava, trascinando lui sui propri seni, lasciando che li leccassero mentre loro saltavano e giocavano con i fianchi sull'erezione malata delle loro vittime. I guerrieri più forti venivano soffocati intorno al collo dai serpenti di Rachel e intorno al cazzo dalle carni di Vladimir, diventando sempre più pallidi e sofferenti. Un massacro, un perverso omicidio, un carnoso cimitero di specchi puntati verso una cosa sola: la paura.

    Non siamo mai stati così eccitati in vita nostra... è la cosa più bella che abbiamo mai fatto... non esiste nessuno che può farci provare una cosa del genere come te Rachel! Ti amiamo!
    Era impazzita, semplicemente impazzita per la perversione, la passione, la paura. Tutto era perfetto, tutto era andato esattamente come aveva programmato, e ora non restava che passare alla scena madre, l'ultimo atto... che Rachel aveva già puntato con il suo violento Gomorrah. Ma Vlad non esitò un solo istante a farle capire che quello era un piatto che non dovevano consumare avidamente.
    Pazienza Rachel... ti ricordi dell'innocente? Se vuoi gustarlo a pieno non possiamo prenderla subito... devi essere paziente.
    Ovviamente non si trattava proprio di LEI, ma di un segreto molto più interessante. Ma non glielo disse subito, doveva incuriosirla, affamarla e renderla impaziente. Questo avrebbe reso il tutto molto, molto più piacevole... mancava solo una domanda...

    Scusa se mi sono lasciata andare ma questo post mi ha veramente presa, sono veramente esaltata ma me lo sentivo davvero...
     
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    Le labbra di Vladimir avevano il sapore del sangue, erano lisce, calde e morbidissime. Non pensava che baciare potesse diventare così piacevole. Rachel tuttavia non baciava Vladimir per un desiderio carnale tipico da lussuria. Rachel aveva seguito il suo istinto, era un gesto con cui avrebbe voluto comunicarle la sua brama, come se tramite il bacio potesse darle la carica giusta per mettere fine alle vite dei nemici. Era impaziente, desiderosa di qualcosa che in quel momento le poteva donare solo Vladimir. Quindi scambiò quel languido bacio con lei, il loro primo bacio. Qualsiasi bacio avrebbe ricevuto in futuro non sarebbe mai stato come quello, perché rappresentava la loro perversa follia omicida che donava loro sensazioni di onnipotenza, ed era quello che eccitava più di ogni altra cosa Rachel. Sentiva attraverso i serpenti l'energia delle copie, l'influsso sul corpo delle vittime. Era tutto così meravigliosamente perfetto che quando Vladimir nel suo delirio le disse che l'amava, e che sarebbe stata per sempre al suo servizio Rachel si sentì bagnare ancora. Avere quel terrificante potere tutto per sé la inebriava, la rendeva euforica. Dopo quelle parole la strinse con più forza nel suo abbraccio, ma questa volta non si limitò a stringerla con i serpenti, la afferrò con entrambe le braccia poggiando le mani contro le sue natiche e contro la sua schiena.
    Mia...per sempre... sussurrò per poi baciarla ancora, esplorando con le mani il suo corpo. Sentendo sotto le dita la sua bellissima creatura, la sua amata Vladimir. Non voleva privarsi di lei, quando Vladimir staccava le labbra per parlarle, lei le leccava il viso. Felice di sapere che Vladimir voleva stare con lei, che non fosse stata solo una scusa per fuggire dalla sua prigionia. Insieme avrebbero banchettato sui loro nemici, si sentiva impaziente, Vladimir esitava, stava per dirle di nuovo di ucciderli ma Vladimir le ricordò della vittima speciale. Si fermò: aveva ragione lei, non dovevano lasciarsi andare così presto. SI voltò lentamente verso la donna che rimase immobile davanti a Gomorrah. Non si era mossa, probabilmente aveva capito che la sua creatura non aspettava altro.
    E' lei? Perché non annienti i suoi compagni davanti ai suoi occhi? chiese con il tono tipico di una bambina che impaziente voleva giocare, di chi stava facendo i capricci.
    Che cos'hai in mente? un'altra lappata sul suo viso, mentre i serpenti che si erano avvolti attorno al collo delle vittime si stringevano di più soffocandoli, e osservando da vicino come le cellule del loro corpo morivano.
    Innaffiala di sangue. aggiunse in fine allargando gli occhi colmi di follia, come se avesse appena avuto una idea brillante e divertente, con l'aria di una innocente che stesse giocando con la sua amica.
     
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    Rachel stava diventando impaziente, lo capiva dalle sue lappate e dalla frequenza con cui si sfregava contro Vladimir, ma come darle torto? Era tutto pronto: quell'orgia di carne si era oramai trasformata in un gigantesco cimitero composto interamente di sangue: i loro corpi finivano in pezzi, si scioglievano, si gonfiavano fino ad esplodere, e Vlad seguiva il consiglio della sua padrona. Mentre la ragazza rimaneva stretta all'angolo da Gomorrah, tutti i cadaveri vicini a lei si contorcevano orribilmente, lasciando che le ossa scricchiolassero fino a frantumarsi. E quando questo avveniva spuntavano tutte fuori, facendo capolino da quella massa di carne, bucandola e facendo uscire tutto quello che avevano dentro. Non è forse perverso? Quei cadaveri erano come colossali erezioni create da Vladimir, e lei tenuta saldamente alle strette dalle fauci di una belva furiosa era costretta a subirne il frutto, il sangue nero corrotto da Vladimir schizzava contro di lei come nelle migliori scene di bukkake orientale... quel pensiero non solo eccitò immensamente l'Unica Mente, ma la divertì: si la divertì sul serio, iniziò a ridacchiare compiaciuta, sinceramente colta dall'ilarità della situazione. C?era tutto e niente di sessuale in quella situazione, ma quel paragone la faceva sbellicare dalle risate. E trasmise il suo entusiasmo a Rachel, mentre la ragazza terrorizzata batteva i denti, immobile come una statua subendo quegli umilianti schizzi di sangue addosso al suo corpo. Più rideva, più Vladimir accarezzava la sua padrona stimolandole ogni centimetro di pelle con le dita, tornando presto a leccare il volto e i capelli, origine delle fibre nere. Quanto diavolo era eccitata...
    Hai avuto un'idea meravigliosa... ci stiamo divertendo da matti... ma ora dobbiamo lasciarla andare... fidati di noi...
    Ridacchiando divertita e continuando ad assaggiare la sua padrona. Vladimir iniziò a scivolare lentamente verso il terreno, aspettando che Rachel la ascoltasse. Se le avesse dato credito fidandosi di Vlad, la padrona delle fibre nere avrebbe concesso la fuga alla prigioniera che di sicuro non avrebbe atteso un avviso scritto. Volatilizzata esattamente così come i suoi compagni erano apparsi... completamente sola in quella foresta oscura diventata un gigantesco cimitero. E mentre correva a perdifiato, con le lacrime agli occhi e i muscoli completamente tesi, Vladimir iniziò a raccontare alla sua padrona perché gli occhi di quella guerriera erano persi nel terrore...
    Lei è... sola al mondo. Una guerriera addestrata ad uccidere che è scappata poco prima che gli avversari del suo clan potessero violentarla una volta sterminati gli altri studenti. Scappò, fino a trovare questa squadra di mercenari... e innamorarsi del loro leader. Il suo frutto rimase illibato perché mentre si guadagnava il rispetto degli altri il loro leader veniva ucciso dalla Mafia... e ora che le abbiamo strappato di nuovo tutto è ancora una volta persa nelle tenebre. Per questo ho seminato nella foresta tanta altra morte...
    Perché scappando come Vladimir le aveva concesso, l ragazza si ritrovò a rivivere la fine dei suoi compagni, prima osservando le statue morte dei mafiosi, poi i due cacciatori orribilmente straziati. Le immagini dei suoi compagni che morivano davanti a lei, risucchiati dalla violenza e dalla lussuria di una bestia perversa, le tormentala la mente e la faceva impazzire. Mentre la loro vittima fuggiva inutilmente, Vladimir guidava Rachel nelle tenebre, per poter raggiungere il loro più alto banchetto. E quando la videro in ginocchio di fronte al primo cacciatore impalato sull'albero completamente coperto di sangue, seppero che il loro compito era stato compiuto a dovere. Il suo corpo tremava in maniera convulsiva, sembrava quasi che dovesse esplodere da un momento all'altro. Le sue braccia erano strette intorno alle spalle, e gli occhi erano sgranati all'inverosimile. Si sentiva... impotente. Aveva imparato a contare sulla sua forza, ma un fisico per quanto allenato non poteva tenere testa a quei mostri. Aveva imparato a contare sui suoi compagni, ma questi oramai l'avevano abbandonata. Cosa le restava? Niente... niente. Solo una cosa: la più sincera e affezionata, qualcosa che non ti abbandona mai: la PAURA.
    E' tutto finito... è tutto finito... ehehehe...
    Si avvicinò a lei, ingonocchiandosi per poterla abbracciare da dietro le spalle, cingendola tra il seno e le spalle in modo da darle calore... calore che quel corpo composto unicamente da sangue corrotto non poteva darle. E prese a ridere. Ridere.
    Ahahahaha...
    Rideva sempre più forte, partendo da un lento e placido apprezzamento dell'ironia, passando per un largo sorriso colmo di soddisfazione, per poi esplodere in maniera perversa e malvagia. Ecco come gustava la paura lei, semplicemente abbandonandosi alla follia. E Rachel? Avrebbe apprezzato quello spettacolo quanto lei? Mentre le lacrime di quella donna cadevano sempre più copiose verso il pavimento, e le labbra con un filo di voce invocavano una morte rapida e indolore, supplicando...
    Suppliche che non sarebbero state ascoltate...


    AHAHAHAHAHAHAHAHA

     
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    Vladimir accolse la sua idea con entusiasmo, non la fece attendere ancora e annientò i nemici come aveva desiderato. Osservò con maniacale attenzione le espressioni delle vittime, mentre venivano fatti a pezzi. Osservò come la vita abbandonava il loro corpo, il sangue corrotto che zampillava dalle viscere e spruzzavano sulla donna che inorridita e disperata osservava impotente ciò che stava succedendo.
    Rachel si irrigidì, sollevò il viso verso l'alto e sorrise estasiata, la presa sul corpo di Vladimir si allentò, le sua gambe tremarono e gemette di piacere. Sentiva le fibre che vibravano con potenza nel suo corpo e attorno a lei, risucchiando la morte di quelle persone. Sapeva che poteva sentirlo anche Vladimir che aveva imparato a pizzicarle e a entrarci in sintonia. Sentì chiaramente i capezzoli inturgidirsi, gli umori che iniziavano a colare oltre le fibre nere che la ricoprivano. Sembrava pronta per il suo amante. Divenne avida, strinse Vladimir a sé con fin troppa forza, mentre lei diceva in cosa consisteva la purezza di quella donna. Si riscoprì vogliosa di averla di annientarla in modo speciale. Tornò a guardare Vladimir complice e consapevole di ciò che potevano fare. Avrebbe dato ascolto al consiglio della sua amata complice, ritirò le fibre nel suo corpo, leccandosi le labbra mentre sentiva il sapore del sangue perfino nella sua bocca.
    La seguì come una sonnambula, e quando raggiunsero la loro vittima speciale, la osservò compiacendosi di ciò che vedeva. Il respiro divenne affannato, mentre guardava Vladimir che la cingeva e le incuteva la disperazione con le sue parole. Vide i suoi occhi limpidi e puri che le chiesero pietà. Le chiese di darle la morte, ma vide che non era un gesto dettato dalla paura. Desiderava davvero morire. La morte l'avrebbe resa libera e l'avrebbe resa pura per sempre. Rachel non poteva permetterlo, voleva corromperla, voleva portarla oltre la disperazione. Si avvicinò alle due donne, ma rimase in piedi. Un serpente si avvicinò alla loro vittima e le carezzò il mento costringendola a sollevare lo sguardo verso di lei.

    Saremo noi a decidere se morirai e quando. il tono era calmo e languido. La donna tremava visibilmente fra le braccia di Vladimir, strinse i denti e cercò ancora di supplicarli di toglierle la vita, perché per lei non aveva più alcun valore andare avanti. I suoi serpenti la morsero sulle braccia e sulle cosce, afferrandola per sollevarla da terra e farle sentire ancora più in profondità i denti delle sue creature. Le labbra erano dischiuse in un sorriso folle, mentre il corpo venne tenuto a mezz'aria davanti alle due carnefici.
    Non è certo la tua morte ciò che ci appagherà. Chi credi tu sia per noi? guardò Vladimir complice mentre i serpenti liberi tagliarono con la loro lingua gli abiti della soldatessa.
    Non sei solo un pezzo di carne. Noi vogliamo molto di più. I serpenti che avevano agganciato le cosce le allargarono con forza, spaventando la donna che intuiva cosa volessero fare. Rachel guardò di nuovo Vladimir, carezzandole il viso con una mano, come una madre affettuosa che voleva condividere con lei quel momento importante.
    La voglio viva fino alla fine, voglio che senta ogni cosa che le faremo, so che puoi farlo. Voglio che senta tutto, anche i vermi che banchetteranno con la sua carne morta. disse spostando lo sguardo sulla loro vittima, vide l'orrore negli occhi della donna che cercò di resistere, ma non ci riuscì e urlò disperata. Rachel rise crudele e spietata a sua volta.

    AHAHAHAHAHAHAHAHA

     
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    Quanto era malvagia Rachel? Non si accontentava di ucciderla e di assaporare la paura più profonda che aveva suscitato in lei, la voleva in vita il più a lungo possibile come se non potesse essere soddisfatta della morte stessa. Così istantanea e fugace, Rachel desiderava che durasse il più possibile. Vladimir la abbracciò mentre ridevano come delle pazze, togliendole dal contesto sembravano due amiche intente a divertirsi, invece erano due pazze che stavano godendo come non mai nel trucidare persone e farle disperare. Eccitate, entrambe, i loro seni a stretto contatto con i capezzoli turgidi che si sfregavano tra di loro. Eccitate da impazzire.
    Come desideri nostra padrona.
    La donna, sollevata a mezz'aria dai serpenti le le dilaniavano la carne, si lamentava profondamente: non riusciva a smettere di gridare perché quelle fauci maledette perforavano perfino le ossa, le e fibre nere di Rachel contaminavano quelle ferite in modo da farle soffrire ancora di più. Di questo passo sarebbe morta dal dolore, non per dissanguamento, così Vladimir si sbrigò il più rapidamente possibile a compiere il suo dovere. Si piazzò alle spalle della ragazza oramai completamente denudata, abbracciandola da dietro così da poter portare entrambe le mani sul ventre: la destra scese lentamente tra le sue gambe mentre la sinistra risaliva il corpo per poterle afferrare uno dei prosperosi seni.
    Saremo ancora uno...
    E dopo averle sussurrato queste parole gli occhi di Vladimir si illuminarono ,rossi come il sangue, dopodiché spalancò la bocca in maniera quasi deforme mostrando i suoi canini aguzzi, rossi come il sangue, che infilò nel collo della ragazza come un degno vampiro. Poi fecero lo stesso le sue mani: la sinistra infilò il dito medio nel capezzolo della donna, poi ogni altro dito penetrò quel prosperoso seno, infilzandola a dovere. Lo stesso successe per la sua intimità, in un primo momento solo stimolata, poi il medio di Vladimir trovò l'uretra di quella donna e la perforò, iniziando la contaminazione. Tramite i morsi e gli artigli, Vladimir stava contaminando col suo sangue quella meravigliosa carne, facendola sua. Più il sangue cambiava, più il dolore di quella donna si trasformava in spasmi, in gemiti, la pelle diveniva un mosaico di bianco pallido delineato da forme irregolari nere, mentre gli occhi si spegnevano e il volto si deformava in un misto tra dolore e piacere. Con le altre dita che circondavano quella calda intimità, Vladimir mostrò l'obbiettivo ultimo alla sua padrona. Sapeva che poteva farlo, Rachel era capace di ogni cosa, e loro si sarebbero unite tramite il terrore della loro vittima.
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    Rachel era profondamente malvagia, contorta e subdola. I suoi vecchi schiavi, di centinaia di anni prima, lo avevano capito fin da quando era piccola e indifesa. Ne avevano paura e la evitavano in tutti i modi possibili. Era cresciuta da sola, senza genitori o educatori. Aveva sempre ucciso e spaventato da sola le sue vittime. Ma dopo aver conosciuto Iwan la sua vita era cambiata. Non era più sola e finalmente aveva trovato dei compagni che "amavano" quel suo lato crudele e perverso. Aveva già condiviso con Iwan delle vittime. E in quel momento ne stava condividendo uno molto speciale con Vladimir. Quei gesti e le loro parole, le stava unendo più di un mero atto sessuale. Ciò che stavano facendo era molto più intimo e perverso dello strusciare i propri corpi uno all'altro. Quella notte Rachel si sentì più vicina che mai a Vladimir. Capì di non essere più sola al mondo e si sentì felice. La sua felicità però veniva tramutata in sete di sangue e brama di terrore. L'anima pura di quella ragazza era la sua festa, il suo sangue era il suo vino.
    Osservava i rivoli di sangue che colavano sulla pelle chiara della donna, ancora una volta si sentì fremere. Quando però Vladimir le mostrò le carni rosa e illibate della donna, non capì, quasi non voleva, ma gli occhi spaventati della loro vittima le fecero venire uno spasmo infondo allo stomaco.
    Lei non voleva, nonostante il dolore lancinante, gli occhi di quella donna la supplicavano di non farlo.
    Si rivide in lei, quella notte che le regalò numerosi incubi: sapeva cosa stava provando e ciò la devastò ancora più di prima. La follia lampeggiò nei suoi occhi: voleva farle provare quello stesso dolore che aveva provato lei. Le avrebbe strappato via la sua purezza, nel modo più crudele che conoscesse.
    Lasciò vagare un serpente che si strusciò sulle grandi labbra della donna. La sentì tremare di paura, la vide piangere, ciò rallegrò Rachel, perché non era più apatica come prima, alla ricerca della morte. In quel momento mentre la pelle nera del serpente toccava la sua carne, la donna tornò più viva che mai. La paura la colse di nuovo violenta e disperata.
    Rachel la guardò attentamente, mentre il serpente si ritirava e si posizionava davanti alla succulenta carne. La testa iniziò a premere contro le sue labbra, si assottigliò e la penetrò stracciando via l'imene.
    Il sangue colò fuori abbondante a causa della dimensione del serpente. La vittima strillò dal dolore, gli occhi si ribaltarono all'indietro, sembrava che stesse svenendo. Prima che potesse accadere la schiaffeggiò forte sul viso rompendole lo zigomo e qualche dente.

    Non ti permetterò di imbrogliare. fece rabbiosa. Poi sorrise verso Vladimir consapevole che con i suoi poteri non avrebbe mai permesso una cosa del genere.
    Il serpente dentro la donna iniziò ad ingrossarsi per riprendere le normali forme. Si vide chiaramente il ventre della vittima gonfiarsi e muoversi in modo innaturale. Il sangue uscì ancora, sotto le strazianti urla della donna.
    L'avevano annientata completamente, avevano schiacciato la sua anima, e adesso si sarebbe presa anche il resto. La testa del serpente si sarebbe ingrandita ancora e avrebbe iniziato a fare forza verso l'alto. I denti del serpente la laceravano dall'interno. La carne si aprì completamente e il serpente uscì fuori cosparso di sangue e viscere. Rachel era totalmente persa mentalmente, tremò dal piacere e soffocò un gemito sul nascere. Si avvicinò a Vladimir e cercò le sue labbra per un bacio, il più affamato che avesse mai dato.

    Fermiamo il suo cuore insieme, voglio farlo insieme a te. sussurrò a fior di labbra. Raccolse dolcemente una mano di Vladimir e la guidò sul petto della donna. Intrecciò le dita alle sue, per poi puntare le unghie contro lo sterno della vittima.
    Era un gesto molto importante quello che stava facendo. Stava condividendo il piatto più ricco e succoso con lei. Voleva terminare la fragile vita della donna assieme a lei.
     
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    Mentre Rachel preparava la sua parte, anche Vladimir iniziava a desiderare la carne di quella ragazza. Come aveva già detto, lei sarebbe stato il tramite per la loro unione, non un semplice premio per Rachel.. .e di sicuro la sua padrona non voleva tenersi un piatto così succulento tutto per sé. All'altezza del clitoride di Vlad, un grumo di sangue nero andò a generare un membro maschile perfettamente eretto e funzionante, che trovò subito spazio tra le natiche della loro vittima, iniziando a violarla ma senza spingere a fondo. Questo perché il serpente di Rachel le fece tendere i muscoli e una penetrazione già molto complessa come quella anale, in quelle condizioni non poteva assolutamente verificarsi senza rompere quel meraviglioso corpo... che non aveva alcun motivo per rimanere in piedi. Rachel passò rapidamente al piatto forte, utilizzando uno dei suoi serpenti per poterla violentare, bagnando la testa di quell'essere con la sua verginità per poi gonfiarlo direttamente nel suo corpo in modo da distruggerla lentamente. VLadimir fece lo stesso, utilizzando il suo sangue per costringere la ragazza a dilatare i muscoli, facilitando la penetrazione posteriore in modo che il membro di Vlad e il serpente di Rachel fossero separati esclusivamente da un sottile strato di carne... strato destinato a venire meno a breve. L'Unica Mente iniziò a ridere di gusto, godendosi quella spietata penetrazione come in un vero e proprio amplesso, forse per Rachel non era lo stesso ma per una creatura lussuriosa come Vladimir le ora eccome. La loro vittima sbiancò lentamente fino a che i suoi occhi non divennero totalmente vuoti, nemmeno i colpi di Rachel potevano tenerla sveglia perché semplicemente la sua anima voleva cessare di vivere. E perché non accontentarla allora? Mentre la sua padrona faceva a pezzi la vittima da davanti. Vladimir agiva dall'interno, venendo copiosamente dentro di lei e rilasciando abbondanti quantità di sangue corrotto direttamente nel suo stomaco, per poi solidificarlo e trasformarlo in un'intricata rete di spine che la perforarono dall'interno, facendo a pezzi ciò che Rachel aveva risparmiato. Dulcis in Fundo Rachel decise di condividere con lei la gioia di spegnere la vita di quella ragazza, e negli occhi di Vladimir si accese qualcosa di sinceramente riconoscente: quegli occhi rossi e vuoti sembravano quasi commossi, entusiasti, come un bambino che riceva dalla madre la più grande delle gratifiche. Finalmente Rachel l'aveva accettata.
    Siamo così felici padrona... non lasciarci mai...
    E mentre le loro dita intrecciate avvolgevano il cuore della ragazza, Vladimir cercò con passione ardente le labbra della sua padrona, vogliosa di darle il bacio più sentito che avesse mai dato, più sincero di qualsiasi altra effusione che le avrebbe mai mostrato. Le fusa di un gatto fedele, eccola a cosa potremmo paragonare quel bacio, ma denso di voglia, di piacer e lussuria. Vladimir tornò di nuovo ad allungare quanta più lingua poteva nella gola di Rachel, come se volesse offrirle la sua carne in sacrificio, la baciava avidamente carpendo ogni goccia di quella saliva divina, mentre al culmine di quella danza perversa di sangue e carne ecco che le loro dita si strinsero in un solenne abbraccio, facendo a pezzi il cuore della ragazza. Nel preciso istante in cui avvertì quella vita spezzarsi Vladimir ebbe un sussulto, dalle sue gambe colarono quantità abbondanti di umori misti a sangue corrotto. Non aveva mai avuto un orgasmo così improvviso e potente i nvita sua... e solamente Rachel poteva darglielo. Che meravigliosa sensazione... ecco le forze scemare, e lentamente, L'Unica Mente, cadde a terra di peso trascinando con sé quel cadavere che lentamente sarebbe stato divorato dal suo sangue e dalle fibre di Rachel. Sdraita a terra in tutta la sua bellezza, con un ultimo gesto di fratellanza, Vlad allungò le mani verso Rachel, invitandola ad unirsi a lei.
    Abbiamo un dono per te nostra Regina...
     
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    Scusa se ci ho messo un po'. Ma fra festicciole a casa e preparazioni di pranzi mastodontici, ho avuto poco tempo per il GDR.


    Quello era uno dei momenti più felici di Rachel. Essere assieme a qualcuno uguale a lei, che godeva nel fare a pezzi un corpo vivo. Sentire le strazianti urla di dolore. Bagnarsi alla sensazione di essere onnipotente. Ed era quel senso di comunione con Vladimir che la spinse a cercare le sue labbra, mentre le dita si stringevano attorno al cuore della loro vittima. Con i suoi serpenti si godette lo spettacolo della vita che veniva spezzata. Mentre le dita avvertirono l'organo farsi morbido e poi venir strizzato come una spugna. Fu tutto meravigliosamente perfetto: dopo aver corrotto la mente e il corpo della donna, ne avevano fatto a pezzi l'anima e poi si erano prese la sua vita, come se fossero state due Dee crudeli che giocavano con le vite di esseri inferiori. Per Rachel così come per Vladimir, la sua morte non era un atto insensato e privo di logica, o privo di importanza. Era esattamente l'opposto, e ciò portò anche Rachel all'orgasmo, gemendo nella bocca di Vladimir. La vide poi cadere, con quel bellissimo sorriso appagato che la rendeva irresistibile. I serpenti si attorcigliarono dietro Vladimir , accompagnandole a terra dolcemente.
    Rachel si sentì di nuovo strana, incapace di capire cosa stesse provando, si ritrovò a desiderare Vladimir. La voleva, anche se non sapeva esattamente come e perché. Vederla sporca di sangue, lucida e terrificante mentre la loro vittima veniva consumata, era di certo molto più seducente ai suoi occhi, molto di più che ad un uomo che vedeva una bella donna in abiti succinti o intimi. Non ci pensò nemmeno un istante. Si inginocchiò davanti a lei per poi incalzarla e baciarla con foga crescente. Carezzando la sua pelle macchiata di sangue, si sfregò contro di lei, mentre i serpenti le circondarono come in un comodo sacco a pelo, come se volessero proteggerle da qualsiasi fattore esterno.

    Ti voglio Vladimir. le disse leccandola lasciva sul collo, sulle spalle, assaporando il sangue, per poi tornare sulla bocca di Vladimir e condividere con lei il gusto ferroso. Le mani vagarono senza un metodo preciso. La toccava sui seni, rude e poco delicata, sul ventre, sulle natiche stringendole nelle mani. Non era abituata a toccare una donna in quel modo, seguiva solo il suo istinto. Sfregò il suo sesso coperto dalla carapace contro la sua coscia. Le piacque sentire il corpo caldo di Vladimir, il sapore delle sue labbra. Non voleva smettere, sentiva il bisogno di scendere ad una intimità ancora più profonda. La baciò ancora mugugnando impaziente.
     
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    Rachel raggiunse Vladimir distesa a terra come se le fibre fossero un giaciglio per loro due, avvolgendole in un bozzolo sicuro ed escludendole dal resto del mondo. C'erano solo loro, e nessun altro. L'esistenza stessa era diventata mera e inutile, perché in quel momento Vladimir e Rachel erano una cosa sola. Prima del corpo, della mente e del sangue, erano una cosa sola.
    Amaci... amaci...
    Ripeteva, stringendola a sé mentre con le mani carezzava tutto il suo corpo. Le gambe si avvinghiavano a lei e le estremità simili a quelle di un'aracnide deliziavano il suo corpo con leggeri gravi, richiusi istantaneamente dalle fibre nere. I loro corpi si sfregavano tra di loro come due appassionate amanti, Vladimir non aveva ancora ripreso una forma naturale quindi il corpo di Rachel stava stimolando il suo surrogato di organo maschile, provocandogli spasmi e pulsazioni intense direttamente sul suo ventre. Ma ciò che le dava più piacere erano le sue labbra... colme di sangue e di passione. Quel sapore ferroso, di carne e sangue irresistibile, era un banchetto di sapori e di sensazioni senza pari. Niente era come la lingua di Rachel, niente, e Vladimir ne divenne istantaneamente dipendente. La baciò come mai aveva fatto con nessuno, normalmente era la lussuria, la fame, la voglia a spingerla, con le invece era diverso, tutto così magnificamente... UNICO. Ne voleva ancora, ne voleva di più, ma non poteva più esitare, finalmente era giunto il momento di farle il suo dono più grande.
    Abbiamo un dono per te...
    L'unica cosa che disse dopo essersi staccata dalle sue labbra, poi sollevò leggermente le spalle di Rachel in modo che tra i loro petti ci fosse un minimo di spazio. A quel punto il petto di Vladimir si solcò in due, le prime ad uscire furono le costole che si aprirono come le dita di una mano, fracassandole il petto, per poi mostrare un agglomerato di sangue così denso da sembrare una strana serie di misteriosi organi, in ordine del tutto vario e sparso rispetto a quello umano. Ma tra tutti, quello che spiccava, era un cuore nero pulsante al centro del petto. Rachel avrebbe dovuto riconoscerlo subito... era il suo cuore, quello che le aveva donato la prima volta che si erano incontrare. Un simbolo, una promessa, un pegno. E ora tale impegno andava mantenuto.
    Queste siamo noi... è il nostro frutto. Ci hai fatto dono del tuo cuore e noi lo abbiamo coltivato, lo abbiamo cresciuto, lo abbiamo fatto nostro... questo cuore contiene i nostri poteri, uniti in una cosa sola. Finché vivremo, finché vivrà l'Unica Mente, questo cuore non potrà mai essere distrutto...
    Mentre le spiegava cosa rappresentava, Vladimir afferrava quell'organo, strappandolo lentamente dal suo petto. Lentamente lo portò sulla carapace di Rachel, come se volesse restituirglielo. In origine era un segno, un gesto di unione, un modo per rimanere molto vicine anche se erano distanti. Oramai Vladimir era con lei, ci sarebbe rimasta per sempre e poteva attingere al suo amore direttamente da quelle meravigliose e divine labbra. Non aveva più bisogno di quel cuore... non restava che restituirglielo con gli interessi. Un nuovo potere stava per unirsi al corpo di Rachel. Un potere semplicemente unico...
     
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    Era così persa e vogliosa che quando Vladimir la interruppe, dicendole che aveva un dono per lei, quasi si arrabbiò. La guardò con stizza dapprima, poi si sorprese, più del solito. Perché riuscì a vedere dentro il corpo di Vladimir, che si aprì come un fiore che sbocciava. Si sollevò con la schiena, sedendosi a cavalcioni su di lei mentre osservava lo spettacolo degli organi di Vladimir. Era incredibile, Vladimir non sembrava provare dolore, vide tutto quanto, così lucido e vivo. Poi, il cuore nero che pulsava vistosamente anche fra le mani di Vladimir. Lo riconobbe subito, era il cuore che le aveva donato, quello che in un gesto istintivo e colmo di ammirazione, le aveva lasciato una parte di sé. Portò le mani attorno a quelle di Vladimir, sentì l'energia del cuore che pulsava. Avvertì chiaramente una scossa investirla quando le dita si incrociarono a quelle di Vladimir e toccarono il cuore. Non fermò il movimento di Vladimir che avvicinò il cuore contro il suo petto. Quando arrivò a destinazione, Rachel si illuminò di un colorito violaceo, la luce poi sembrò sparire come se fosse stata risucchiata con violenza nel corpo di Rachel. La carapace che copriva il suo corpo si ritirò, mostrando la pelle chiara e lattiginosa di Rachel. Rimase completamente nuda, solo i serpenti erano rimasti.
    Dal cuore si allungarono dei piccoli tentacoli che si aggrapparono alla sua pelle, tante piccole fibre che bucarono la carne senza farla sanguinare. Il petto si aprì lentamente, inglobando il cuore nel corpo di Rachel. Durante l'assimilazione del cuore, il volto di Rachel si arrossò, l'espressione sul viso cambiò, non era più sorpresa ma compiaciuta. Allargò la bocca, mentre inarcò la schiena, emise un forte gemito che si disperse nell'aria. Una sensazione devastante la colse, come un orgasmo, ma che coinvolgeva tutto il corpo, ogni fibra di cui era composta. Tremò sia lei che i serpenti che li cullavano. Piccole perle di sudore incorniciarono il viso pallido di Rachel che sorrideva estasiata. Avvertiva la potenza di Vladimir nel proprio corpo, sentiva la sua terrificante forza, la sua devozione. Gli umori bagnarono il membro di Valdimir incastrato sotto la carne di Rachel. Si piegò in avanti poggiando le mani vicino al viso di Vladimir, la guardò come se fosse stata stanca dopo un meraviglioso amplesso.

    Riesco a sentirti, avverto il tuo potere, la tua natura. E' una sensazione sublime. colma di affetto si abbassò ancora e la baciò, grata e molto più complice di prima. Adesso anche la parte lucida di Rachel voleva Vladimir. Sentì la carne calda del suo surrogato maschile, istintivamente si mosse con il bacino, come se volesse sentirlo meglio. Intanto la lingua si fece spazio nella bocca di Vladimir, gustandola con calma, mentre con la mente si concentrava sul battito del suo nuovo cuore.
     
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    Vedere la sua espressione soddisfatta ed esaltata, per poi scoprire il suo corpo in modo da accettare il dono fattole da Vladimir riempì di gioia l'Unica Mente che quasi commossa chiuse il suo petto e strinse tra le braccia la propria padrona, abbracciandola forte come se temesse che potesse sparire da un momento all'altro. Lentamente anche il corpo di Vladimir si denudò del tutto facendo in modo che i loro seni entrassero in perfetto contatto, lasciando che i capezzoli si sfiorassero tra di loro e le intimità anche. Rachel non sembrava più intenzionata a respingerla, anzi la desiderava, e quei fianchi vogliosi presero a danzare sul suo membro surrogato, facendola eccitare e gemere ancora di più.
    Tu ci hai accettati... tu ci hai capiti... rimani con noi per sempre Regina... compiaceremo ogni tuo desiderio, soddisferemmo ogni tua richiesta. Ogni desiderio sarà un ordine, ogni volontà sarà legge, ogni capriccio un dogma... sarai giudice giuria e boia e noi... noi che siamo UNO... saremo la tua lama, i tuoi occhi nel mondo, e la paura...
    Mentre parlava si sfregava contro di lei, con le labbra, le guance, il seno, il ventre, il membro, con ogni parte del suo corpo. Perfino i piedi presero a risalire le gambe della sua padrona mentre le mani massaggiavano la sua pelle liscia e perfetta, pallida come la morte più pura e semplicemente irresistibile. Più Rachel si muoveva, più Vladimir la desiderava, ma poteva davvero ambire a possedere la sua padrona?
    Regina... ci devi guidare... non faremo mai niente che tu non vorresti. Lasciati possedere, o possiedici, divoraci, facci a pezzi... siamo al tuo servizio, al tuo piacere... rispondiamo solo al tuo amore...
    Vladimir aveva cercato inutilmente di sensibilizzare Rachel alla sua perversione, forse c'era riuscita, ma nel mentre era finita inevitabilmente nella rete del fascino della sua padrona. Adesso non poteva più fare a meno di adorarla, desiderarla, e se Rachel non l'avesse soddisfatta ancora e ancora probabilmente sarebbe impazzita. Vlad ora era totalmente ossessionata da lei, e non c'era spazio per nient'altro nella sua mente... o nelle sue Menti.
     
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    Le sembrava di sentirsi più forte. Ad alimentare quella bella sensazione c'era Vladimir, che la osannava e la guardava con occhi così pieni di ammirazione e devozione, che Rachel si sentì onnipotente. Una creatura terrificante come Vladimir le stava giurando eterna fedeltà, le diceva di amarla e che l'avrebbe servita come arma, per sempre insieme. Le faceva battere i cuori tutti insieme e più forte. Non c'era niente di più eccitante delle parole di Vladimir, del suo corpo che si strusciava contro di lei vogliosa. Non si era mai sentita in quel modo, non aveva mai desiderato così tanto una donna.
    Le afferrò dolcemente il viso fra le mani per poterla vedere negli occhi, la trovò meravigliosa, la creatura più bella che avesse mai visto. La baciò con foga, insinuando la lingua nella sua bocca avida e prepotente. Di nuovo presa dai fumi della mente e delle sensazioni, si lasciò andare completamente. Per Rachel le sensazioni corporee erano sempre più potenti e diversi di quando era una semplice umana. Percepiva anche attraverso le fibre tutto ciò che le circondava, il terreno morbido e bagnato di sangue, il bel sedere sodo di Vladimir poggiato sui serpenti. I suoi sensi erano come aperti a nuove visioni e percezioni.

    Sì, con me per sempre.... Voglio dominare il mondo con te al mio fianco. si mosse ancora con il bacino contro la sua erezione, esplorando con le mani il corpo di Vladimir. Provando piacere nel sentire il morbido seno schiacciarsi contro il suo. Le piaceva baciare Vladimir, sentirla sotto le dita. La graffiò dolcemente sulla schiena, facendo apparire dei piccoli rivoli di sangue. Carezzandola avvertì la vischiosità sotto le dita e se le portò alla bocca, assaporandolo con estremo piacere. Quasi fosse stata un vampiro, lo trovò delizioso. Con la lingua sporca di sangue la baciò ancora, mentre con la mano andò a guidare il membro di Vladimir contro il suo sesso. Si lasciò penetrare lentamente, emettendo un flebile gemito nella bocca della sua amata Vladimir.
    Come uno solo, voglio provare piacere unendomi a te. Voglio sentirti in profondità. si fermò quando il membro di Vladimir era tutto dentro di lei. Si avvicinò di nuovo a lei come una belva affamata per leccarla sul collo, sul viso e poi di nuovo sulla bocca.
     
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