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x Hina

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  1. Hina-Poppezinga
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    Dalla terza vita

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    Scusa se ci ho messo un po'. Ma fra festicciole a casa e preparazioni di pranzi mastodontici, ho avuto poco tempo per il GDR.


    Quello era uno dei momenti più felici di Rachel. Essere assieme a qualcuno uguale a lei, che godeva nel fare a pezzi un corpo vivo. Sentire le strazianti urla di dolore. Bagnarsi alla sensazione di essere onnipotente. Ed era quel senso di comunione con Vladimir che la spinse a cercare le sue labbra, mentre le dita si stringevano attorno al cuore della loro vittima. Con i suoi serpenti si godette lo spettacolo della vita che veniva spezzata. Mentre le dita avvertirono l'organo farsi morbido e poi venir strizzato come una spugna. Fu tutto meravigliosamente perfetto: dopo aver corrotto la mente e il corpo della donna, ne avevano fatto a pezzi l'anima e poi si erano prese la sua vita, come se fossero state due Dee crudeli che giocavano con le vite di esseri inferiori. Per Rachel così come per Vladimir, la sua morte non era un atto insensato e privo di logica, o privo di importanza. Era esattamente l'opposto, e ciò portò anche Rachel all'orgasmo, gemendo nella bocca di Vladimir. La vide poi cadere, con quel bellissimo sorriso appagato che la rendeva irresistibile. I serpenti si attorcigliarono dietro Vladimir , accompagnandole a terra dolcemente.
    Rachel si sentì di nuovo strana, incapace di capire cosa stesse provando, si ritrovò a desiderare Vladimir. La voleva, anche se non sapeva esattamente come e perché. Vederla sporca di sangue, lucida e terrificante mentre la loro vittima veniva consumata, era di certo molto più seducente ai suoi occhi, molto di più che ad un uomo che vedeva una bella donna in abiti succinti o intimi. Non ci pensò nemmeno un istante. Si inginocchiò davanti a lei per poi incalzarla e baciarla con foga crescente. Carezzando la sua pelle macchiata di sangue, si sfregò contro di lei, mentre i serpenti le circondarono come in un comodo sacco a pelo, come se volessero proteggerle da qualsiasi fattore esterno.

    Ti voglio Vladimir. le disse leccandola lasciva sul collo, sulle spalle, assaporando il sangue, per poi tornare sulla bocca di Vladimir e condividere con lei il gusto ferroso. Le mani vagarono senza un metodo preciso. La toccava sui seni, rude e poco delicata, sul ventre, sulle natiche stringendole nelle mani. Non era abituata a toccare una donna in quel modo, seguiva solo il suo istinto. Sfregò il suo sesso coperto dalla carapace contro la sua coscia. Le piacque sentire il corpo caldo di Vladimir, il sapore delle sue labbra. Non voleva smettere, sentiva il bisogno di scendere ad una intimità ancora più profonda. La baciò ancora mugugnando impaziente.
     
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36 replies since 8/4/2014, 08:23   354 views
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