L'angolo dello sfogo

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    Era da un po' che non mi incazzavo. Mi sembrava tutto così strano. Così bello. Invece io sono ancora io.

    Come se studiare medicina non mi stesse già rovinando la salute a sufficienza, oggi ho scoperto che da quest'anno ci aggiungono un esame al quarto anno. Giusto perché sei anni di studi, 360 crediti e la mia voglia di vivere non sono un prezzo sufficiente da pagare per avere quella cazzo di corona d'alloro in testa. Bene, sapete che esame in più hanno deciso di farci fare?
    Matematica.
    MATEMATICA.
    AL FOTTUTO QUARTO ANNO DI MEDICINA.
    IL PROGRAMMA DEL LICEO FINO ALLE DERIVATE.
    Allora. Partiamo dal presupposto che il fatto che al liceo io non abbia mai preso il debito in matematica è un chiaro segno del fatto che lassù qualcuno mi ama (nonostante io non creda ad alcun "lassù", il che lo rende ancor più miracoloso). Con il mio 6 stiracchiato in pagella sono sempre riuscita a cavarmela, salvo poi ritrovarmi a uscire con un voto del cazzo in maturità per colpa del fatto che alla prova di matematica ho fatto un casino che se avessero messo un pollo a fare il mio esame, tra un coccodè e l'altro, probabilmente avrebbe fatto un compito migliore del mio. Finalmente, dopo aver superato il test d'ingresso di medicina e aver dovuto rispondere a quei quesiti di merda, mi ero consolata: questa è L'ULTIMA VOLTA che ho a che fare con la matematica. Fine, basta, sciò. Uscita da quell'aula ho premuto il pulsante rosso con scritto "reset" che ho dietro la nuca e tutto ciò che sapevo (quel poco che sapevo) si è cancellato. Nel frattempo gli anni passano e tutto va bene. Fino a oggi. Oggi va in pensione il vecchio professore di informatica. Cosa utile, l'informatica a medicina, soprattutto se ti insegna a gestire quei programmi di diagnostica che negli altri moduli ti insegnano a decifrare ma non a usare. Beh, nulla, avremo un nuovo professore. Da dove arriva? Dal dipartimento di fisica. Ok, però aspetta. Sa usare quei programmi di diagnostica? No. E allora che cosa spera di insegnarci?
    Matematica.
    Allora capisco che non è vero che qualcuno lassù mi ama. Questa è una di quelle cose che, gratuitamente, possono trasformare una giornata normale in una giornata di merda. E allora, se è vero che le vie del Signore sono infinite, pigliatene una e andate tutti a fanculo.
     
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    Era un po' che non scrivevo qua.
    Ero indeciso se questo post o quello dell'angolo della felicità, perchè le emozioni sono contrastanti a pensarci. E oltretutto negli ultimi mesi mi sono spronato ad essere sempre positivo e non abbattermi mai, a cercare di vedere il lato positivo, la soluzione più che il problema.

    Parte tutto da ieri, la festa del papà, e da oggi, che ho ricevuto la definitiva conferma di acquisto della casa, e da un po' tutto il contorno.

    Dovrei essere felice, del fatto che ho ancora un padre, che è in salute, cosa che molti non hanno. E anche mia madre, mica solo il padre.
    Del fatto che ho un lavoro che mi fa alzare con il sorriso, che posso comprarmi una casa da solo, che sto bene fisicamente, un po' meno mentalmente ma neanche troppo.
    Dovrei, sì.

    Ma non riesco a fare a meno di pensare che ho due genitori con cui non parlo. E sebbene una sia andata via e non la veda o senta da hopersoilconto, il che giustifica il fatto che non ci parli. L'altro invece non me lo spiego. Perchè ho un padre ed è come non averlo, pur vivendo sotto lo stesso tetto? Perchè Cribbio!
    Questo inizia a intaccare la felicità.

    Poi penso alla casa, sono felice. Guardo i conti dell'agenzia immobiliare, le tasse catastali, il notaio, i preventivi per la ristrutturazione, l'arredamento e infine il mio conto in banca. Non sono più così felice, ma mi faccio forza e so di potercela fare.
    Poi sento di ragazzi che se ne vanno via di casa con tranquillità, i genitori gli danno dei soldi o una casa che era seconda o in affitto in attesa di essere data all'erede o anche solo fanno da garanti per il mutuo.
    E allora sale la rabbia, la frustrazione, l'invidia.

    Ma che sono il figlio della merda io?
    Ho ucciso qualcuno nella mia vita precedente per aver avuto questi genitori?
    Non ho nulla, niente, un cazzo, nada. Manco il calcio in culo.
    Ho un termine di affitto nella casa dove siamo adesso e poi "cazzi tuoi"
    Potrei finire sotto un ponte e ai miei genitori non fregherebbe una cippa di un cazzo di nulla.

    Ma che cribbio di genitori di merda sono quelli così egoisti da non pensare ad un cazzo di piano futuro per i figli. Egocentrici del cazzo che pensano solo a quanto la vita è stata ingiusta con loro.
    E chi pensa alla sorella maggiore? Laureata da poco e senza un lavoro, senza esperienza, nel vortice dei neolaureati disoccupati, destinati a chiedere elemosina.
    Come dite? Il fratello? Ah.
    E io?
    Posso alzare anche io la mano al cielo elemosinando una spalla su cui piangere o un abbraccio che da forza? E a chi lo chiedo? Chi mi guarda le spalle?

    Vi meritate davvero tutto il dolore che avete, credetemi. Forse è ancora poco in confronto a quello che date ai figli.

    E potrei andare avanti ore a parlare delle paranoie che mi faccio. Se è colpa mia, se mi sono comportato male, se dovrei accettarli così, se ne vale la pena, se i genitori sono davvero persone diverse dalle altre o alla fine sono gente comune, se dovrei provare ancora a stabilire un contatto, se mi farebbero ancora male di rimando, se sarei disposto ad accettarlo pur di avere un rapporto con loro, se posso farcela nella vita anche senza genitori, se un giorno si presenteranno alla porta di casa, se sarò pronto a perdonarli, se sarò pronto a perdonarmi, se devo ringraziare perchè sarò più forte.



    Per adesso, però, sono orfano.
    Con tutto il dolore che ne consegue.
     
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    io non sono leggenda...sono realtà!

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    Finalmente sono vero lavoratore non più uno schiavo tirocinante, dovrei esserne contento certo e lo sono ma cazzo appena entrato mi riempi di responsabilità e mi paghi il minimo , sei un po'stronzolo, colleghi fantastici e tutto ma io ho il triplo ruolo loro 1 e prendono giustamente il triplo del mio stipendio... Mi spostano anche di sede tanto internet non mi serve per i clienti o per cercare i fornitori bah
     
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    Oggi mi sfogo anche io. :ahse:

    A chi di voi non è mai stato detto di dover lavorare solo per il volerlo fare? Almeno una volta è capitato a tutti.
    Ora, trovare un lavoro che ti piaccia è come vincere al lotto; uno su mille ce la fa.
    Sono poche le persone che davvero possono vantare un lavoro che le appassiona. Come certamente avrete notato, io non sono tra questi. Sì, ho un lavoro. E vi dico ECCHEPPALLE. Ogni santissimo giorno sveglia alle 6, per andare a litigare per strada con altri poveri diavoli che, come me, vanno a raschiare il fondo del barile per non morire di stenti. Veder passare i mesi prima di ricevere ciò che mi spetta, e quando arriva, prendere atto che è meno di quanto dovrebbe essere e ringraziare, anzi no, venerare quel porco di un datore di lavoro che mi ha dato quelle briciole perché, (testuali parole) dove lo trovi un altro lavoro che ti da 500€ e ti fa tornare a casa pulito? Ogni giorno sperare che il furgone funzioni e non si sfasci, o peggio, che tutti non andiamo a impattare contro qualche muro, a mo' di manichini da crash test.
    È questo quello di cui dover essere grato? Raschiare 500€ e ponderare ogni acquisto e fare sacrifici perché c'è roba da pagare?
    Sopravvivere per lavorare. Non lavorare per vivere.

    Io non ho voglia di lavorare. Io lavoro perché voglio i soldi. Se vedo una roba che mi piace DEVO poterla acquistare. Invece no, la bramo ma DEVO passare avanti perché sono un poveraccio di merda e non me lo posso permettere.

    Che schifo, signori. Che schifo.
    P.s. Sono più incazzato di quando ho iniziato a scrivere. :fpm: :fck:
     
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    CITAZIONE (Zaravash @ 28/3/2017, 10:04)
    Oggi mi sfogo anche io. :ahse:

    A chi di voi non è mai stato detto di dover lavorare solo per il volerlo fare? Almeno una volta è capitato a tutti.
    Ora, trovare un lavoro che ti piaccia è come vincere al lotto; uno su mille ce la fa.
    Sono poche le persone che davvero possono vantare un lavoro che le appassiona. Come certamente avrete notato, io non sono tra questi. Sì, ho un lavoro. E vi dico ECCHEPPALLE. Ogni santissimo giorno sveglia alle 6, per andare a litigare per strada con altri poveri diavoli che, come me, vanno a raschiare il fondo del barile per non morire di stenti. Veder passare i mesi prima di ricevere ciò che mi spetta, e quando arriva, prendere atto che è meno di quanto dovrebbe essere e ringraziare, anzi no, venerare quel porco di un datore di lavoro che mi ha dato quelle briciole perché, (testuali parole) dove lo trovi un altro lavoro che ti da 500€ e ti fa tornare a casa pulito? Ogni giorno sperare che il furgone funzioni e non si sfasci, o peggio, che tutti non andiamo a impattare contro qualche muro, a mo' di manichini da crash test.
    È questo quello di cui dover essere grato? Raschiare 500€ e ponderare ogni acquisto e fare sacrifici perché c'è roba da pagare?
    Sopravvivere per lavorare. Non lavorare per vivere.

    Io non ho voglia di lavorare. Io lavoro perché voglio i soldi. Se vedo una roba che mi piace DEVO poterla acquistare. Invece no, la bramo ma DEVO passare avanti perché sono un poveraccio di merda e non me lo posso permettere.

    Che schifo, signori. Che schifo.
    P.s. Sono più incazzato di quando ho iniziato a scrivere. :fpm: :fck:

    Almeno tu hai un lavoro e dei soldi,io lo sto cercando da quasi un anno ma qui a Napoli c'è una crisi spaventosa, gli unici colloqui che ho fatto erano praticamente tutti in provincia.
     
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    CITAZIONE (Zaravash @ 28/3/2017, 10:04) 
    Oggi mi sfogo anche io. :ahse:

    A chi di voi non è mai stato detto di dover lavorare solo per il volerlo fare? Almeno una volta è capitato a tutti.
    Ora, trovare un lavoro che ti piaccia è come vincere al lotto; uno su mille ce la fa.
    Sono poche le persone che davvero possono vantare un lavoro che le appassiona. Come certamente avrete notato, io non sono tra questi. Sì, ho un lavoro. E vi dico ECCHEPPALLE. Ogni santissimo giorno sveglia alle 6, per andare a litigare per strada con altri poveri diavoli che, come me, vanno a raschiare il fondo del barile per non morire di stenti. Veder passare i mesi prima di ricevere ciò che mi spetta, e quando arriva, prendere atto che è meno di quanto dovrebbe essere e ringraziare, anzi no, venerare quel porco di un datore di lavoro che mi ha dato quelle briciole perché, (testuali parole) dove lo trovi un altro lavoro che ti da 500€ e ti fa tornare a casa pulito? Ogni giorno sperare che il furgone funzioni e non si sfasci, o peggio, che tutti non andiamo a impattare contro qualche muro, a mo' di manichini da crash test.
    È questo quello di cui dover essere grato? Raschiare 500€ e ponderare ogni acquisto e fare sacrifici perché c'è roba da pagare?
    Sopravvivere per lavorare. Non lavorare per vivere.

    Io non ho voglia di lavorare. Io lavoro perché voglio i soldi. Se vedo una roba che mi piace DEVO poterla acquistare. Invece no, la bramo ma DEVO passare avanti perché sono un poveraccio di merda e non me lo posso permettere.

    Che schifo, signori. Che schifo.
    P.s. Sono più incazzato di quando ho iniziato a scrivere. :fpm: :fck:

    Purtroppo io sono della stessa idea: il lavoro nobilita l'uomo un cazzo. Per me lo imbestialisce. Inoltre giustamente, tu non puoi fare altro che maledire il tuo datore che per un full time ti da una paga misera. La cosa bella è il tuo datore di lavoro ha tutte le colpe? No, secondo me, ma ha imparato a marciarci su. Per ora da noi l'idea di un lavoro regolare(non in nero) è un'utopia, a meno che uno non trova lavoro in un supermercato.
    E anche in quel caso la storia è: full time, magari 6 giorni su 7 e quasi la stessa paga di un part time ai tempi in cui io andavo alle medie.
    E dobbiamo ringraziare.
    Purtroppo la storia è tutta così per ora.
    Dall'altro lato, io bestemmio perché stiamo cercando al negozio un sostituto per me, avevamo trovato un soggetto fidato e capace, ma si è rifiutato di prendersi la responsabilità di diventare toelettatore, nonostante gli avremmo pagato il corso.
    Potrei capire se tu non abbia chissà quale affinità con gli animali e allora ti tiri indietro, ma lui tiene due cani che spesso si toeletta da solo più un pappagallo enorme. Cosa dovrei pensare se non "hai rifiutato un lavoro quando tutti non fanno che cercarlo?"
     
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  8. Guru90
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    Sono un pirla, rimando sempre tutto finché non sono inevitabilmente in ritardo.
    Tutte le volte mi riprometto di cambiare e tutte le volte, puntualmente, ci ricasco e faccio esattamente come le precedenti.
    Ahhhhhhh maturerò mai???
     
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    CITAZIONE (Poly~ @ 28/3/2017, 11:58) 
    Purtroppo io sono della stessa idea: il lavoro nobilita l'uomo un cazzo. Per me lo imbestialisce. Inoltre giustamente, tu non puoi fare altro che maledire il tuo datore che per un full time ti da una paga misera. La cosa bella è il tuo datore di lavoro ha tutte le colpe? No, secondo me, ma ha imparato a marciarci su. Per ora da noi l'idea di un lavoro regolare(non in nero) è un'utopia, a meno che uno non trova lavoro in un supermercato.
    E anche in quel caso la storia è: full time, magari 6 giorni su 7 e quasi la stessa paga di un part time ai tempi in cui io andavo alle medie.
    E dobbiamo ringraziare.
    Purtroppo la storia è tutta così per ora.
    Dall'altro lato, io bestemmio perché stiamo cercando al negozio un sostituto per me, avevamo trovato un soggetto fidato e capace, ma si è rifiutato di prendersi la responsabilità di diventare toelettatore, nonostante gli avremmo pagato il corso.
    Potrei capire se tu non abbia chissà quale affinità con gli animali e allora ti tiri indietro, ma lui tiene due cani che spesso si toeletta da solo più un pappagallo enorme. Cosa dovrei pensare se non "hai rifiutato un lavoro quando tutti non fanno che cercarlo?"

    Ovviamente la gente ci marcia. Siamo in Italia, e peggio, in Sicilia. Gli italiani che non rubiamo siamo poveri come la merda. Chi lavora rubando sta ai piani alti e chi ruba per lavoro è pure protetto dalla legge. Davvero, non c'è altro modo per vivere se non rubare? Cazzo di paese. E cazzo di persone.
    Lascia stare che i supermercati sono solo pezzi di inferno portati in superficie. So di vicende legati ai supermercati che fanno perdere ogni speranza nel genere umano...
     
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    Sono l'unico che si farebbe un corso da termoidraulico solo per aggiustare gabinetti e lavandini? E' questa la mia ultima fissa. A parte che adesso ho cominciato ad aggiustare pc ed accessori vari con successo (che poi detto in parole povere è pure qualcosa di noioso?).
     
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    Devo mandare un pacco in Germania, un regalo di Pasqua alla famiglia che tanto calorosamente ha accettato di ospitarmi in futuro quando avrò bisogno di un alloggio lì in Germania.
    So già che, visto che ci sto pensando ora, non arriverà né ora né mai in tempo, ma "l'importante è il pensiero", mi ripeto.
    Però, cazzo, se voglio spedirlo domani 'sto pacco, devo ordinare la spedizione stasera.
    E così, alle dieci di sera, vado in banca, che ha il suo fottutissimo sportello automatico, a versare soldi. Li verso, torno a casa e ordino.
    E i soldi non li accreditano.
    E i fottutissimi soldi non li accreditano.
    Per quale minchia di motivo non dovete accreditarmeli ora?! Per usare la valuta di domani?! Vi stacco i coglioni a morsi, io ho i miei cazzi ai quali pensare!
     
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    Ultimamente la mia soglia di sopportazione verso i pareri di parenti e conoscenti si è ridotta drasticamente. In principio, venivo ripreso perché non avevo un lavoro. Adesso che un impiego lo possiedo (per quanto, solo il tempo potrà dirlo), vengo ripreso perché a detta di molti dovrei riprendere l'università o cercarmi una fidanzata. E ciò a cosa mi dovrebbe portare esattamente? Nuovi rimproveri perché perdo tempo dietro a libri e ragazze , quando dovrei lavorare? Sinceramente, faccio fatica a comprendere cosa gli altri voglian da me, se il mio bene o una violenta reazione per dimostrare il mio "bisogno" di relazionarmi col mondo. Quale mondo poi? Quello in cui 90% delle persone indossa una maschera e riesce ad essere onesta con se stessa e gli altri, dietro al monitor di un pc? Quella in cui non posso dire ai miei colleghi di smetterla di parlar bene di una certa persona, a me vicina, perché potrebbero offendersi e cacciarmi a pedate? A volte vorrei solo che la gente mi lasciasse in pace e si preoccupasse di più di ciò che avviene nel proprio "giardino" :fpm:
     
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    CITAZIONE (Violet Knight @ 15/4/2017, 13:01)
    Ultimamente la mia soglia di sopportazione verso i pareri di parenti e conoscenti si è ridotta drasticamente. In principio, venivo ripreso perché non avevo un lavoro. Adesso che un impiego lo possiedo (per quanto, solo il tempo potrà dirlo), vengo ripreso perché a detta di molti dovrei riprendere l'università o cercarmi una fidanzata. E ciò a cosa mi dovrebbe portare esattamente? Nuovi rimproveri perché perdo tempo dietro a libri e ragazze , quando dovrei lavorare? Sinceramente, faccio fatica a comprendere cosa gli altri voglian da me, se il mio bene o una violenta reazione per dimostrare il mio "bisogno" di relazionarmi col mondo. Quale mondo poi? Quello in cui 90% delle persone indossa una maschera e riesce ad essere onesta con se stessa e gli altri, dietro al monitor di un pc? Quella in cui non posso dire ai miei colleghi di smetterla di parlar bene di una certa persona, a me vicina, perché potrebbero offendersi e cacciarmi a pedate? A volte vorrei solo che la gente mi lasciasse in pace e si preoccupasse di più di ciò che avviene nel proprio "giardino" :fpm:

    Non pensare a quello che vogliono gli altri. Pensa a quello che tu vuoi nella tua vita,ignora i loro sterili rimproveri.
     
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    Focaccina, alle persone non andrà mai bene niente. Sembra brutto dirlo, ma FOTTITENE. La vita è la tua, sei tu che devi essere felice, infelice, soddisfatto oppure no. Un conto è accettare consigli costruttivi, un altro sono le critiche sterili di chi non vive nella tua testa e non sa come pensi e cosa fai. :ahse:
     
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    CITAZIONE (Violet Knight @ 15/4/2017, 13:01) 
    Ultimamente la mia soglia di sopportazione verso i pareri di parenti e conoscenti si è ridotta drasticamente. In principio, venivo ripreso perché non avevo un lavoro. Adesso che un impiego lo possiedo (per quanto, solo il tempo potrà dirlo), vengo ripreso perché a detta di molti dovrei riprendere l'università o cercarmi una fidanzata. E ciò a cosa mi dovrebbe portare esattamente? Nuovi rimproveri perché perdo tempo dietro a libri e ragazze , quando dovrei lavorare? Sinceramente, faccio fatica a comprendere cosa gli altri voglian da me, se il mio bene o una violenta reazione per dimostrare il mio "bisogno" di relazionarmi col mondo. Quale mondo poi? Quello in cui 90% delle persone indossa una maschera e riesce ad essere onesta con se stessa e gli altri, dietro al monitor di un pc? Quella in cui non posso dire ai miei colleghi di smetterla di parlar bene di una certa persona, a me vicina, perché potrebbero offendersi e cacciarmi a pedate? A volte vorrei solo che la gente mi lasciasse in pace e si preoccupasse di più di ciò che avviene nel proprio "giardino" :fpm:

    vissuto in passato una situazione simile. tutti a dare consigli, tutti arrivati, tutti esperti; per poi rivelarsi una manica di falliti frustrati che nella vita ha ottenuto aria fritta e insuccessi.

    dai tempo al tempo e distaccati da gente nociva, i fatti nostri e la nostra vita non sono per tutti e non tutti hanno il privilegio di poter parlare e di conoscere quello che ci accade.

    ad oggi uno ad uno stanno pagando il veleno che hanno sputato in passato; e avere il potere di dargli il perdono o la serenità che tanto anelano e negargliela volutamente "perchè tanto non avete nulla da offrire" è la più grande delle soddisfazioni.

    Come hanno scritto in molti, vivi la tua vita, sii felice e lascia la gentaglia a logorarsi nella propria merda.
     
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