L'angolo dello sfogo

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    CITAZIONE (Mrs. @ 9/4/2019, 16:56) 
    Sono davvero tentata di mollare gli studi e trovarmi un lavoro qualsiasi, in una vita qualsiasi.
    Non ne posso più di combattere, non ne posso più dei ritardi, sono stufa di lottare per fare un tirocinio che dovrebbe spettarmi ed essere obbligatorio ma che in realtà non ha posti. Stufa delle lezioni che saltano, del tempo perso, degli appelli annunciati il giorno prima. Dell'arroganza, del menefreghismo di chi dovrebbe insegnare e invece pensa a falsificare dati, a prendere mazzette, ad arricchirsi. Stufa che la vita mi scorra di fianco e io resti sempre ferma. Sono esausta. Frustrata. Esasperata.
    È il mio sogno, ma sta diventando il mio incubo. Ho raggiunto il limite.

    CITAZIONE
    Ecco questo è il momento in cui Asintoto, come in un libro fantasy di Terry Brooks, si trasforma nel Re del Fiume Argento che va in soccorso delle anime in preda alla disperazione per offrire la luce!!
    P.s.: Asi però non si trasforma in un vecchio canuto, ma resta normale ed è solito molestare le belle pulzelle :asd:

    Scherzi a parte ti comprendo benissimo, e so come ci si sente in quella situazione. Ci sono passato e quando pensi che non riesci più a sopportare, a ingoiare tutta la merda che ti offrono e con cui ti vogliono sotterrare, devi essere ancora più forte stringere i denti e pensare solo ed esclusivamente alla meta. La cosa migliore da fare è non pensare a quanto schifo fa tutto il mondo accademico, io ero arrivato a pensare di gambizzare dei professori :killer: . Vivere quell'esperienza è stato dannatamente duro, poiché sai di essere come una bambola di pezza alla mercé e ai capricci di gente stronza, irresponsabile, fancazzista e spesso ladra, che con estrema volubilità incide sulla vita dei ragazzi senza rendersi conto di quanto possono distruggere intere esistenze future.
    Perciò la cosa migliore da fare è chinare la testa, pensare unicamente all'obiettivo, e andare avanti fino alla morte, pensando che appena avrai finito potrai urlargli contro il più grande e sonoro VAFFANCULOOOOOOOOOO di tutta la tua vita. :rock:
     
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    CITAZIONE (Asintoto @ 10/4/2019, 16:24) 
    CITAZIONE (Mrs. @ 9/4/2019, 16:56) 
    Sono davvero tentata di mollare gli studi e trovarmi un lavoro qualsiasi, in una vita qualsiasi.
    Non ne posso più di combattere, non ne posso più dei ritardi, sono stufa di lottare per fare un tirocinio che dovrebbe spettarmi ed essere obbligatorio ma che in realtà non ha posti. Stufa delle lezioni che saltano, del tempo perso, degli appelli annunciati il giorno prima. Dell'arroganza, del menefreghismo di chi dovrebbe insegnare e invece pensa a falsificare dati, a prendere mazzette, ad arricchirsi. Stufa che la vita mi scorra di fianco e io resti sempre ferma. Sono esausta. Frustrata. Esasperata.
    È il mio sogno, ma sta diventando il mio incubo. Ho raggiunto il limite.

    CITAZIONE
    Ecco questo è il momento in cui Asintoto, come in un libro fantasy di Terry Brooks, si trasforma nel Re del Fiume Argento che va in soccorso delle anime in preda alla disperazione per offrire la luce!!
    P.s.: Asi però non si trasforma in un vecchio canuto, ma resta normale ed è solito molestare le belle pulzelle :asd:

    Scherzi a parte ti comprendo benissimo, e so come ci si sente in quella situazione. Ci sono passato e quando pensi che non riesci più a sopportare, a ingoiare tutta la merda che ti offrono e con cui ti vogliono sotterrare, devi essere ancora più forte stringere i denti e pensare solo ed esclusivamente alla meta. La cosa migliore da fare è non pensare a quanto schifo fa tutto il mondo accademico, io ero arrivato a pensare di gambizzare dei professori :killer: . Vivere quell'esperienza è stato dannatamente duro, poiché sai di essere come una bambola di pezza alla mercé e ai capricci di gente stronza, irresponsabile, fancazzista e spesso ladra, che con estrema volubilità incide sulla vita dei ragazzi senza rendersi conto di quanto possono distruggere intere esistenze future.
    Perciò la cosa migliore da fare è chinare la testa, pensare unicamente all'obiettivo, e andare avanti fino alla morte, pensando che appena avrai finito potrai urlargli contro il più grande e sonoro VAFFANCULOOOOOOOOOO di tutta la tua vita. :rock:

    Sottoscrivo ogni singola parola, pure io ci sono passato, non è stato facile, non è stato bello, ho anche di fatto mollato a un certo punto, ma pochi cazzi, la questione andava portata a termine.
    Aggiungerei pure che, è brutto da dire, purtroppo in questo momento il mondo del lavoro non è detto che fornisca grandi sicurezze, specie per chi si accinge ad affrontarlo seriamente per la prima volta, quindi se si ha un obbiettivo meglio pensare a quello e non mollarlo, perché è già un punto di partenza... ed è pure una grossa risorsa, avere un obbiettivo preciso, in un certo senso.
     
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    Mi piacerebbe che i miei genitori fossero più contenti per me.
    Sembra che il fatto che abbia 26 anni implichi non ricevere entusiasmo per gli obiettivi che raggiungo.
    Quelle parole dietro le quali si nasconde un "era ora".
    So bene che i miei non sono fieri di me perchè io di fato non ho combinato niente di esaltante.
    Mi sono diplomata ho cercato lavoro, preso i calci nel culo, forse ho smesso di riceverne e mi dico: "Ma davvero, davvero ho smesso? Davvero ce l'h fatta?"
    Ci sono dei documenti che dovrò portare compilati riguardo a cose che non capisco, la gestione del TFR, della responsabilità delle detrazioni di imposta e un mucchio di ltre cose che boh..
    E mia madre "Perchè c'è qualcosa che non comprendi?"
    Ma vedi tu cazzo, in tutta la vita mi hai insegnato come pulire bene e cucinare decentemente, del resto un cazzo proprio.
    Difatti tu sei ridotta a dire: "Io però pur lavorando poco ho sempre contribuito in casa" perchè certo noi donne questo dobbiamo fare, ma guarda un po' a me piace spaccarmi di lavoro e fare pure le cose di casa, sono un individuo pericolosissimo!!!
    E mio padre: "Ma io non ci capisco di queste cose" Ok sono passati tipo 35 anni da quando hai firmato certi documenti, le leggi sono cambiate ma aiutarmi facendomi parlare con qualcuno? I parenti ex contabili, l'amico ex commercialista? Perchè io ho piacere a parlare con parenti che vedo due volte l'anno e gente che non conosco? No!

    Sapete, i miei non hanno mai letto niente di ciò che scrivo.
    E vi dirò... Se mai scriverò un libro, saranno gli ultimi a saperlo quando lo pubblicherò, tiè!
     
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    Domare una giornata che va contro le proprie volontà non è roba facile, mantenere la calma e la ragione è obbligatorio. Altrettanto mantenere un buon rapporto con chi mi circonda senza voler strafare o desiderare troppo. Finché le mie fantasie rimangono tali non corro rischi, soprattutto se in qualche modo riuscirò a sfogarle. Con Regina di cuori (la tutor universitaria, non faccio il suo nome per privacy) sto così bene ma non posso dirglielo, non vorrei provocare un caso Occhi Bassi bis, altro che inferno di Dante. Con le altre ragazze non ho quasi rapporti, spesso per scelta, talvolta per paura. Paura di socializzare e di essere evitato principalmente. Le vedo quasi tutti i giorni, mi piacciono quasi allo stesso modo ma non sono pronto. Mi fa un po' rabbia avere un garage pieno di auto d’epoca che prendono polvere perché ho paura di guidarle. Non sono pronto ad avere relazioni normali con l’altro sesso, mi ritrovo in un limbo che non mi permette di avere ciò che vorrei dal punto di vista sociale. Vivo dando l’impressione che tutto sta andando bene, ma in realtà i problemi ci sono, ci saranno sempre e mi accompagneranno fino alla fine, la vita è fonte anche di questo. Non interessa a nessuno se ho questi problemi e mi sento patetico quando li espongo in un ambiente che non sia medico. Dovrò trovare una soluzione se vorrò amare qualcuno o qualcuna, se vorrò arrivare ad amarla o amarlo in tutto, anche carnalmente. Ricorrere ai classici rimedi è l’unica cosa che posso fare aspettando che succeda qualcosa che metta fine a questa sofferenza interna. Il desiderio di avere rapporti sessuali è altissimo, non ho mai espresso la mia sessualità e le mie fantasie con nessuno e farlo non può ancora essere la mia priorità principale, almeno per diversi anni. Sto gettando la spugna? Probabilmente. Mi vergogno soltanto di non avere le esperienze e le informazioni necessarie per passare al prossimo livello e non so neanche che quest affrontare per poter livellare. "Ruolese" a parte, è tangibile quella sensazione di essere un ostaggio della mia continua e camuffata infelicità. Spesso non trovo neanche il senso di sfogarmi, mi lascio inghiottire dal ciclone per poi ritornare a galla, a volte senza neanche sapere il perché.
    L’unica cosa che so è che di cicloni ne ho affrontati tanti, in un modo o in un altro questa barchetta è sempre sopravvissuta.

    Ritornando al discorso di Occhi bassi. Le cose tra noi stanno prendendo una buona piega, non ho più paura di rovinare tutto. Lei limita le iterazioni al minimo indispensabile, io faccio esattamente lo stesso. Copiare le sue strategie ha dato i suoi frutti, tant’è che potrebbe scrollarsi il suo soprannome di occhi bassi. Non ho neanche più rimpianti con lei, nessuno ha sbagliato, sono semplicemente così ed a lei non va bene, punto. Ma il motivo per cui riprendo questo discorso è che dopo questa storia non ho più la benché minima idea di come comportarmi con le ragazze che m’interessano. Con Regina di cuori va tutto bene perché si tratta di un rapporto obbligato e che non può avere altri fini che non sia una collaborazione. Ma con le altre persone con cui posso avere rapporti diversi mi sento a corto di idee. Questa storia con Occhi bassi mi ha svuotato completamente, anche se ormai il peggio è passato. Faccio un gran fatica a descrivere quello che provo ma con un esempio forse ci riuscirò. Mi sento come una casa appena svuotata a causa di un trasloco. Sono rimaste solo le mura bianche e nude ed un annuncio di vendita.

    Quel baldo giovane del prof di filologia rimane il sogno di tutte, anche il mio. Ennesima conferma della mia presunta (ma sempre più certa) bisessualità. Ma ovviamente resterò tra le mie mura, se interessa a Regina di cuori mi farebbe solo piacere perché è assolutamente fuori dalla mia portata oltre che docente della mia stessa università.
     
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    CITAZIONE (Ocelot24 @ 15/5/2019, 20:12) 
    Con le altre ragazze non ho quasi rapporti, spesso per scelta, talvolta per paura. Paura di socializzare e di essere evitato principalmente. Le vedo quasi tutti i giorni, mi piacciono quasi allo stesso modo ma non sono pronto. Mi fa un po' rabbia avere un garage pieno di auto d’epoca che prendono polvere perché ho paura di guidarle. Non sono pronto ad avere relazioni normali con l’altro sesso, mi ritrovo in un limbo che non mi permette di avere ciò che vorrei dal punto di vista sociale. Vivo dando l’impressione che tutto sta andando bene, ma in realtà i problemi ci sono, ci saranno sempre e mi accompagneranno fino alla fine, la vita è fonte anche di questo. Non interessa a nessuno se ho questi problemi e mi sento patetico quando li espongo in un ambiente che non sia medico. Dovrò trovare una soluzione se vorrò amare qualcuno o qualcuna, se vorrò arrivare ad amarla o amarlo in tutto, anche carnalmente.

    Hai mai pensato, non so, che le donne siano semplicemente esseri umani e non vagine ambulanti? Non lo dico perché tu sia stato irrispettoso, anzi, ma perché secondo me tu guardi le ragazze immaginando una sola cosa. Da donna, posso dirti con assoluta certezza che questo ti rema contro.
    Primo: le ragazze non sono diverse dai ragazzi. Con loro puoi parlare e avere un rapporto superficiale in cui ci si saluta, anche senza volere altro. Non guardarle come si guarda una dea, o un'amata, o un cosciotto di pollo. Parti con l'idea di socializzare, di dire "ciao" a quelle che sono nel tuo corso e che quindi incontri sempre. Chiedi loro qualche informazione, per esempio su come stanno preparando un esame, o su dove reperire un certo materiale, o anche banalmente "Hai già dato questo esame? Che domande ti hanno fatto? Com'è il prof, ti è sembrato tranquillo o mette ansia?". Cose così. Loro ti rispondono, tu cerca di essere sorridente e non insistere a voler cercare di più. I contatti si creano così, partendo con una conversazione a caso. Poi magari con qualcuna diventerai amico, e magari qualcuna di queste inizierà a piacerti. Ma. Una. Cosa. Per. Volta. Non puoi iniziare il tuo percorso guardandole da lontano, già pensando che vorresti approcciarle in maniera sentimentale. Se questo è il tuo chiodo fisso, ciò non fa che bloccarti e portarti altri rifiuti. Quelle tizie non le conosci, loro non conoscono te, quindi se ti avvicini a loro con quell'intento lo capiranno (non sono sceme) e scapperanno via. Incomincia dal principio. Con calma. Sono sicura che puoi farcela, tutti ne sono capaci, con un po' di allenamento e pazienza. :ahse:
    Secondo: lavora molto su te stesso e sulle cose che ti fanno stare a tuo agio. Uscire dalla zona di comfort è difficile, quindi ogni volta che ci provi datti una ricompensa. Ogni giorno ti poni un obiettivo: "oggi devo parlare con X per chiedere Y". Lo fai, ti fermi, e per prima cosa fai un bel sorriso perché quella cosa lì l'hai portata a termine. Poi ti concedi un qualche sfizio, e lo sfizio te lo dai SOLO quando hai compiuto il tuo obiettivo giornaliero. Una cosa ti mette a disagio - la fai - ti concedi una cosa che ti mette a tuo agio. E così via. Ricetta garantita del buonumore. Ti sentirai forte, e pian piano saprai fare passi sempre più grandi.
     
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    Attualmente la mia massima aspirazione di vita è diventare un buon collezionista di Zippo.
     
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    Oggi ho tanta voglia di torturare a sangue certe persone, fino a quando non mi imploreranno di ucciderle per far cessare quel dolore lancinante...
     
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    Premetto che questo non vuole essere un vero e proprio sfogo, più che altro è da intendere come una riflessione diversa da quelle che scrivo qui.
    Non sono un tipo da social, ma manco per sbaglio, non ho interesse a farmi selfie ne tantomeno scrivere delle story, eppure vedo che questa mancanza al giorno d'oggi può essere un grave handicap. Per farvela breve, non trovo alcun utilità nei social network, ma al tempo stesso so che per tantissime altre persone è una ragion di vita e di esssere che io non riesco a capire. Mi sento vecchio quando penso a queste cose, le trovo inultimente complicate, m'immagino come fossero andate le cose se fossi nato 10 anni prima ad esempio, ma poi finisco col cestinare tutto consapevole di ritrovarmi disperso nei miei pensieri. Mi sento in parte isolato da ciò che mi accade, eppure mi sento soddisfatto con alcuni episodi in cui soffro questo mio atteggiamento. Avevo pure pensato di farmi un profilo Instagram perché ormai Facebook lo vedo sempre più da cinquantenni buongiornissimi kaffè, ma ho cestinato tutto perché so già che sarebbe vuoto, al massimo giusto qualcosa che condivido ed una foto di profilo vecchia di qualche annetto. Non ho problemi di autostima, mi piaccio e mi ritengo nella media, non riesco però a capire come fa la gente a vivere così, li vedo stressati, si sparano pose, manca poco che si mettono a fare foto anche quando portano il cane a cagare per strada. Boh, non riesco a capirli ma sento che rispeto a loro ho delle mancanze che ancora devo identificare per bene, mancanze che mi portano ad essere diverso in senso particolarmente negativo.
     
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    11 Giugno. Ultimo giorno di scuola. 40 gradi all'ombra qui a Catania. Io ho la febbre. 39 meno 2 di febbre. Domani dovevo fare il mio primo giorno di mare dopo un anno che sto sveglio fino alle 11.
    Dio Fantasmagorico
     
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    L'uomo è partito per un viaggio di lavoro. Starà via tre settimane in totale. La prossima settimana farò un salto a trovarlo e ne approfitterò per una breve vacanza all'estero, fin qui tutto ok.
    MA.
    Mi manca già. Non sono più abituata alla distanza, e dire che ho passato degli anni assieme a una persona che abitava in un altro Stato. Ora no, il mio cervello di merda ha deciso che non va più bene. Ora lui se ne va e io son qui a fissare la zanzara che da due giorni non riesce più a uscire dall'intercapedine fra la finestra e la zanzariera. Si sentirà sola. Probabilmente starà anche morendo di fame, il che mi procura un malsano senso di appagamento, considerando che le zanzare sono figlie di una grandissima puttana inculata male mi stanno antipatiche. Ma soprattutto si sentirà sola. Come me.
    Niente, oggi sono stanca e melodrammatica. Vorrei spupazzarlo, ma non posso. Abbraccerò il cuscino.
     
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    Per quanto la situa sociale stia migliorando molto rimangono comunque alcuni impedimenti. Ho socializzato con alcuni ragazzi all'università (il caso vuole che nella facoltà dove studio io ci siano un botto di ragazze e anche alcuni ragazzi carini :zizi:) ma purtroppo il gruppetto dopo che ho dato l'orale di inglese non si fa più vedere, immagino sia perché faccia un caldo del signore. Socializzare mi viene più facile, ma come al solito appena inizio a migliorare un mio aspetto ecco che la mia anima vuole di più, di più e di più. Questo mese compierò 23 anni e purtroppo mai mi è capitato di riuscire ad intavolare una relazione con una persona che fosse tale da diventare qualcos'altro, non nascondo che me ne vergogno, soprattutto quando vedo le altre persone. Percepisco in me tanto potenziale oltre ad un briciolo di autostima riacquistata dopo anni. Mi sento molto più sicuro delle mie capacità e della mia parlatina ma la mancanza di qualcuna/o si sente ancora. Non mi sento ne compreso ne tantomeno amato, non mi sento minimamente soddisfatto dal lato sessuale pur cominciando a capire pian pianino quel che vorrei da una relazione. Vorrei tanto mettermi alla prova, capire quanto posso dare ad una persona, nel senso astratto e fisico. Vorrei mettere a disposizione tutta la mia generosità e porre rimedio alle mie evidenti carenze d'affetto.

    Ho scoperto da poco che la mia depressione risale al 2012, anno in cui persi mio padre con cui avevo un rapporto molto difficile. La combatto in modo diverso rispetto al passato, cerco di essere gentile con tutti e sfrutto la mia posizione in aula studio per usufruire della corrente elettrica (studio con un notebook). Mi spiego meglio: l'aula studio ha 16 tavoli, il tavolo dove siedo ha una cassa a muro che contiene gli interruttori generali ma anche due prese, ad una di queste viene collegata (ed incollata sopra alla cassa) una ciabatta che ha 5 prese shuko (le tedesche, quelle rotonde insomma) ed è l'unico posto per ricaricare lo smartphone in tutta l'aula. Molte ragazze fanno fatica ad inserire il caricatore perché tutto "l'accrocchio" è posto abbastanza in alto e quando ciò accade le aiuto. Dopo alcuni mesi con le solite facce che girano per la facoltà, le persone ormai mi conoscono (anche solo di vista) come "il tizio che sta vicino alle prese" e questo mi ha fruttato appunto il gruppetto di cui ho parlato sopra. Oltre a questo vedo una volta alla settimana un gruppo di tre psicologi che mi seguono da quasi un anno e che ormai conoscono la mia situazione abbastanza bene. Credo che la generosità sia una delle virtù che più mi è utile per combattere la depressione, mi piace aiutare e mi viene talmente spontaneo che lo faccio senza pensarci due volte. Eppure, come ho già scritto, non sono mai soddisfatto di come va la mia vita. Neanche la soddisfazione di aver preso il mio primo voto ad un esame (26, quello di inglese che ho già scritto qui) è riuscita a farmi stare meglio. Quella sensazione di essere diverso, un caso a parte, un vuoto a perdere come si dice dalle mie parti non mi se n'è mai andata definitivamente. Alle feste non mi diverto e cerco di compensare al mio malore bevendo tutto quello che è alcolico o meno, berrei anche l'acqua delle piante se fosse alcolica. Alle pizzate con alcuni miei vecchi amici non riesco a dire una parola e per cercare di non annoiarmi ho Netflix e gli auricolari sempre con me (anche perché da gennaio il microfono del mio smartphone è rotto e non ho al momento soldi per comprarne un altro e la garanzia è anche scaduta). Poi succede che torno a casa a volte approfitto del alcolico del caso che era avanzato da domenica per scolarmelo, compensando il liquido bevuto con l'acqua (rovinando uno squisito Martini bianco tra le altre cose :lacri:). Scusatemi se vi ho appesantito la giornata e per il flusso di coscienza che ne è venuto fuori ma questo è l'unico luogo dove riesco a sfogarmi per bene.
     
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    Ho troppi progetti in mente, troppa voglia di realizzarli e non riesco a vivere serenamente l'attesa che mi separa da essi, troppa ansia
    Vorrei essere più calmo ma non ci riesco
    La spensieratezza tipica dei ragazzini è solo un lontano ricordo, va bene non prendere tutto alla leggera ed impegnarsi ma non va bene vivere tutto come fosse l'unica ragione di vita
    Non trovo un equilibrio e sono frustrato chi ne paga le conseguenze? Fegato e polmoni
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    Dopo il compleanno passato a casa senza festa ne torta ho compreso che nulla più mi entusiasma come una volta. Essere nati il 24 luglio ha i suoi pro ma specialmente i suoi contro nel mio caso. Potrei anche organizzare una semplice giornata al mare visto che i mezzi della mia città si collegano anche a zone balneari tutto sommato buone, ma sono troppo abituato a lasciare che siano gli altri ad organizzare qualcosa persino se volessi partire da solo. Rimango poi a casa il fine settimana a fare un cazzo per poi rimpiangerlo la notte e soffrendo d'insonnia cerco di studiare senza riuscirci. Confrontarsi con gli altri mi viene facile anche a causa dei social, non ci vuole nulla per accedere su Instagram e vedere gli altri. Ma succede ancora di vedere questa differenza tra me e loro. Ho scelto l'università perché mi vedevo ignorante, ma quest'anno non mi basta ancora per accorgermi di aver almeno ridotto il "gap" e ho paura che non basteranno nemmeno gli altri anni.

    Gli orari di sonno si sono completamente sballati. Ci sono giornate dove mi appisolo appena arrivato a casa dall'università che non mi permettono di dormire di notte rischiando il giorno dopo di non poter studiare decentemente. Ma anche altre dove dormo come un ghiro per quasi tutta la giornata senza sapere come diamine è possibile.

    Mi ero preso un periodo di riposo qualche settimana fa e da qual giorno non riesco quasi mai a riprendere decentemente lo studio neanche quando ho tutta la giornata libera. Mi viene da star male pensando che a settembre dovrò dare due esami ma al tempo stesso non mi sento motivato ed a causa del problema detto prima mi mancano le energie mentali e fisiche.

    Credo ormai di detestare l'estate per la mia impossibilità di realizzare una vacanza in campeggio come ho sempre voluto ma non ho mai potuto. La detesto per il caldo che non sopporto ma anche per la solitudine che m'assale in questi mesi e per le gioie che a detta degli altri dovrebbe darmi ma che in realtà mi fa solo bestemmiare.

    Forse tutte queste problematiche sono dovute alla mia depressione,forse l'estate per me è particolarmente deprimente. Ciò non toglie che alcune problematiche me le porto da diverso tempo e si sono ripresentate quanto meno me lo aspettavo. Come ho detto prima non riesco più a godermi nulla ne compleanni ne buoni voti agli esami. Mi sembra tutto normale, come se stessi facendo il mio dovere e neanche quando amici e parenti esprimono il loro entusiasmo nei miei confronti non mi rendo conto di quello che sto facendo. Di solito, la soluzione consisteva nel ricontrollare la mia cronologia, ricordandomi com'ero 5/10 anni fa e come sono adesso, ma questo metodo non da più i risultati sperati. Stesso discorso lo si può fare quando è un mio amico o un mio familiare ad avere una notizia importante. Non riesco neanche più ad enfatizzare per lui/lei e sentirmi felice, sento solo un motivo in più che giustifica la mia inadeguatezza qui sul mondo. Vorrei tanto lasciare la città dove vivo da sempre e trasferirmi un una località di poche anime ma già so che oltre a non essere possibile economicamente continuerei a cercare la strada che mi può riportare nel luogo che avevo lasciato.
     
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    Ho iniziato a percepire la mancanza di una persona, ma allo stesso tempo ho nulla da dirle, chiederle o proporle. :omg: Mi manca e basta. Solitamente qualcuno manca per un perché. Credo. Questa è la mia prima volta. :rossomg:

    Mi succede anche con il prossimo di avere nulla in particolare da dirgli (non per questo parlo poco, anzi, diverto perché narro un sacco di cose), ma in generale non sento la mancanza di qualcuno.
    Il prossimo a volte è utile, a volte è simpatico, a volte è fastidioso, oppure eliminabile. Se il prossimo c'è può farmi piacere, se non c'è mi è indifferente. Solitamente trovo più piacevole l'attesa di una persona amica che la sua effettiva presenza. E questa non è una cosa sana. :romgtfl: Paradossalmente, con questo atteggiamento, mai come in questo periodo ricevo inviti e mi trovo in compagnia di gente, spesso molta gente. :giromg:

    Tornando in tema.. :omg: Sento la mancanza, ma non ho soluzioni per risolvere la cosa, perciò lo racconto qui a gente che non conosco come semplice sfogo e per contribuire all'attività della Free Talk.
     
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    Ho scritto solo due volte in questo topic, quando ero parecchio seccato. Ora non so nemmeno io cosa provo.
    Inizio incollando un "poema" che ho mandato a un mio amico per spiegare la situazione:
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    Beh, casa mia era in Culolandia rispetto al centro. Abbiamo tentato di cercare al centro ma le case sono tutte un po' vecchie e/o costano non poco, quindi si dovrebbero pagare sia la casa che la ristrutturazione. La casa per cui stanno proponendo i miei è ancora più lontana dal centro ma è vicino il negozio di mio padre e anche vicino alla scuola dove andrà mia sorella quest'anno. Se dovessero accettare ritorneremmo alla routine di quando andavo alle medie, con mio padre che accompagna me a scuola e mia madre che accompagna mia sorella. Tralaltro, mentre dove stavamo prima c'era il capolinea di un autobus che scende fino al centro in poco tempo (quello dal quale posto nella community di MHA), se andassimo a vivere lì non avrò più collegamenti con il centro e, fino a quando non mi prenderò la macchina, dovrò farmi accompagnare dai miei genitori e quindi tenere conto dei loro impegni quando organizzo i miei. Fino a quando non avremo preso la nuova casa staremo in quella di mio nonno, che è al centro vicinissima a tutti i miei punti d'interesse. Facendo un passo sono alla fermata della metro, in 5 minuti arrivo ad Aikido, in 10 sono a scuola e in 2/3 raggiungo la fumetteria. Vorrei che i miei prendessero questa, dato che mio nonno è morto quest'anno (il giorno del mio compleanno...) e la casa è divisa tra mia mamma e i suoi fratelli e sorelle (2 zie e uno zio). I miei però non ci vogliono stare, la casa è un po' buia e da su una delle strade più trafficate, quindi ci sarebbe non poco rumore sia di notte che di giorno. Siamo abituati a stare a un quarto piano, in una strada relativamente poco trafficata, quindi un primo piano sulla Via Vincenzo Giuffrida non li convince molto. Ma quella casa sarebbe perfetta, io e mia sorella avremmo ognuno la propria stanza e potrei addirittura invitare amici a stare da noi per una notte, volendo.

    Tutto ciò l'ho scritto ieri, mentre ero con i miei in agenzia immobiliare e loro discutevano per fare una proposta per una casa, dato che quella in cui abitavamo l'abbiamo venduta e il 20 settembre dobbiamo lasciarla.
    Oggi il tipo della Sicil-Property ha detto a mio padre che la proprietaria ha accettato la proposta a scatola chiusa, nonostante fosse ben 35.000 euro in meno del prezzo che lei aveva fissato. L'idea di riuscire a convincere i miei a prendere la casa di mio nonno è andata del tutto.
    Stamattina quando l'ho saputo il mio cervello ha reagito con un "No..."
    Sento che dovrei essere felice, ma non ce la faccio.
    Per quest'anno dovrò stare molto più isolato del solito.
    Spero che fatti 16 anni mi possa prendere la macchinetta il prima possibile, per potermi muovere in relativa autonomia...
     
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2032 replies since 20/10/2013, 19:15   43173 views
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