Venite bambini..

Per Chibino <3

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  1. Chibi kira.
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    Ognuno di noi ha un limite, superato il quale semplicemente non può che arrendersi, lasciarsi sprofondare nel nero baratro della rassegnazione: Ebbene, anche Alphonse ne aveva uno e anche se fino ad adesso era riuscito a mantenersi sul bordo dell'abisso, dando soltanto qualche veloce occhiata al suo oscuro fondo e lasciando, dunque, -parafrasando Nietzsche- che anche quest'ultimo desse un'occhiata alla sua piccola e spaventata anima, ora era sul punto di cadere e solo uno sforzo sovrumano di volontà lo avrebbe potuto salvare.
    No! I-io... I-io n-non... N-non s-sono u-un b-bugiardo! S-sei t-tu c-che... Ah... M-mhh... O-oddio...>>
    ...Beh, almeno ci ha provato. In ogni caso, pur cercando di trattenersi sul bordo dello strapiombo l'abisso l'aveva chiamato a sé e lui non si era sentito di resistere oltre a quel dolce richiamo, più ammaliante del canto delle sirene, al punto che la sua mente confusa, non aveva pi pregato se stesso come faceva sempre nei momenti di difficoltà, ma aveva cercato l'aiuto delle sue "colleghe" Divinità, purtroppo invano: Gli Dei non aiutano mai nessuno e non importa quanto li si possa pregare, rimangono sempre sordi a ogni invocazione d'aiuto e lui questo lo avrebbe dovuto saperlo meglio di ogni altro.
    Comunque il bel corpicino di Alphonse, sotto quelle abilissime carezze che stimolavano il suo grosso quanto bello sesso turgido si contorse e fremette come quello di una Baccante invasata dal dio Dioniso impersona, mentre le sue dolci manine invano cercavano di coprire il suo grazioso visetto reso porpora dal desiderio e contratto in imbarazzanti quanto dolci smorfie di piacere, così intense e lussuriose che avrebbero eccitato anche la donna più frigida e pudica del mondo. Categoria in cui di certo non rientrava la sua splendida aguzzina, quindi il piccolo Alphonse avrebbe dovuto il percepire il pericolo in cui tutta quella situazione lo stava catapultando: La sua sequestratrice, infatti, era già pericolosissima quando lui, per niente eccitato, aveva fatto e detto di tutto pur di farla desistere dai suoi lussuriosi propositi, ma adesso che anche una piccola(?) parte di se stesso voleva quelle stesse cose a cui fino a pochi minuti prima si era opposto tanto fieramente, chi mai avrebbe potuto fermare quella pazza?
    Alphonse pensò confusamente a tutto ciò mentre i brividi di piacere diventavano sempre più intensi e fremiti incontrollabili sconquassavano il suo bel corpicino da Efebo Rinascimentale, con gemiti acuti come cinguettii di dolci uccellini scappavano dalla sua bella boccuccia di rosa voluttuosamente dischiusa e la sua stessa razionalità arrancava inseguita ferocemente dall'istinto e dal desiderio in esso contenuto.
    Il suo bel membro eretto, dalle più che lodevoli dimensioni, intanto, fremeva dal piacere e dalla voglia di liberarsi il più presto possibile nella dolce bocca della donna che, con un'abilità a dir poco straordinaria lo stava portando a un passo dall'orgasmo. A un passo, poiché quando il nostro dolce Alphonse gemette forte, delicato come un pulcino implume che cade nella ciotola del latte di una gatta molto, molto affamata, pronto a rilasciare il suo caldo seme nella gola della donna, questa si staccò crudelmente dal suo sesso turgido, lasciandolo così, insoddisfatto e tremante dal desiderio ad aspettare che, pian piano, il suo membro perdesse l'acuto sensibilità che aveva appena acquisito e tornasse alla tranquillità di prima delle abilissime e perfide stimolazioni della donna.
    Ah, n-no... T-ti p-prego, non l-lasciarmi c-così, n-non... N-non l-lasciarmi c-così, t-te ne s-supplico...>>
    Pigolò il piccolo Dio non sapendo più cosa fare per soddisfare il suo crescente desiderio, per avere il tanto sospirato orgasmo, per provare il piacere che la malvagia donna gli aveva soltanto lasciato intravedere senza raggiungerlo davvero. Probabilmente, quando tutto sarebbe finalmente finito, il suo orgoglio si sarebbe indignato profondamente per questa sua arrendevolezza, per questa sua imperdonabile mancanza di dignità, ma per adesso il suo orgoglio era andato in frantumi da molto tempo e per ricrearlo la dolce Anima del piccolo Alphonse avrebbe dovuto raccogliere ogni frammento uno per uno stando ben attenta a non tagliarsi con i bordi affilati, quindi il problema non esisteva.
    Fremette sensibile quando la donna diede un leggero colpetto al suo membro eccitato e un gemito appena soffocato uscì dalla sua dolce boccuccia appena dischiusa quando sfregò il suo enorme membro sul suo più piccolo: A quel punto non riuscì più a resistere oltre e fu letteralmente travolto dall'orgasmo, che lo fece venire copiosamente sul ventre della sua aguzzina mentre tutto il suo bel corpicino veniva travolto da spasmi sempre più forti e intensi. Quando i fiotti di caldo e vischioso seme finirono, lui era appoggiato al muro stravolto, con il volto rossissimo per l'imbarazzo mentre calde lacrime che proprio non riusciva a trattenere gli rigavano il bel visetto roseo.
    C-che v-vergogna... I-io... I-io, s-scusami, n-non... N-non v-volevo...
    Singhiozzò a dir poco imbarazzatissimo mentre il suo bel membro perdeva il turgore che lo aveva caratterizzato fino ad allora e tornava alle sue solite dimensioni: Prima era venuto poiché era troppo sensibile e l'eccitazione di Alphonse troppo forte, ma adesso che stava letteralmente piangendo dalla vergogna di quell'orgasmo quasi rubato era tornato ad assopirsi nel suo solito sonno.
    Alphonse in lacrime era una scena dalla dolcezza semplicemente infinita, chissà se la bella Tyrann si fosse ricordata di avere un cuore e si fosse sciolta di fronte a quei cristallini diamanti che scorrevano sulle gote del nostro Dio preferito...
     
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    Tyrann sgranò appena gli occhi nell'abbassare lo sguardo, sorpreso. Quell'adorabile, piccolo bugiardo non solo l'aveva supplicato senza troppa premura, ma aveva alla fine sporcato la sottoveste azzurra (che copriva malapena il bel corpo di Kainé) e parte del suo ventre con quel caldo nettare bianco che a quanto pareva non era proprio riuscito a trattenere.
    Sorrise, quasi con tenerezza, nel vedere la sua reazione a quel ''pasticcio'': il tenero agnellino aveva smesso di fare il grand'uomo, e riversava imbarazzato un mare di lacrime date probabilmente dalla vergogna per l'essersi abbandonato con tale facilità al piacere. Tyrann, d'altra parte, non poté fare a meno di ridacchiare lieve, mentre portava due dita alla veste sporca e raccoglieva un po' di quel dolce liquido denso, solo per portarlo soddisfatto alle labbra e assaggiarlo risucchiandolo sonoramente, così che anche il piccolo Alphonse lo sentisse. Fatto quello, portò la stessa mano con cui aveva raccolto il suo meritato premio alla guancia del ragazzino, carezzandola quasi con tenerezza, avvicinando al contempo il viso al suo, abbassandosi in modo che potesse guardarlo più facilmente nelle iridi gialle, unica cosa di Kainé che si rispecchiava anche nella forma vera del demone.
    Di cosa ti scusi, piccolo amore? Non c'è niente di cui vergognarsi nel provare piacere...
    Avvicinò le labbra alle sue guance umide e le schiuse, prendendo a baciare e leccare quelle lacrime salate, sino ad arrivare agli occhi e baciare anche quelli, dove poteva. Era un gesto incredibilmente lento, durante il quale aveva portato anche l'altra mano a carezzare il piccolo Dio, cingendogli i lati del viso con le mani delicate e carezzandolo con i pollici là dove la bocca non arrivava ad asciugare la sua vergogna. Ma poteva forse essere così dolce e comprensivo, un demone come lui? No, ovviamente non poteva. E ben presto, dopo aver leccato via tutte quelle lacrime, la sua lingua ancora affamata scivolò sotto il mento, lungo il collo, per in fine risalire all'orecchio di Alphonse.
    Ciò di cui dovresti vergognarti e invece avermi mentito in modo tanto spudorato, dolcetto mio... Sembravi disprezzare tanto il mio sesso ambiguo ma mi è bastato sfiorarti con esso per portarti al piacere. Non che ciò mi dispiaccia, anzi... che ne dici di approfondire il divertimento?
    Mentre parlava gli aveva lasciato le guance, tenendolo ancorato a quella parete solamente sporgendosi verso il suo orecchio, quasi bastassero le parole a incatenarlo lì... e mentre gli parlava, le sue mani avevano velocemente spogliato il corpo di Kainé, aprendo la sottoveste che di rimando cadde a terra, mostrando in tutto il loro splendore i seni procaci della ragazza, così come il resto del corpo ''rovinato'' soltanto da quell'enorme presenza che ancora si ergeva in tutta la sua maestosa virilità. Quando si staccò da lui, era già ''nuda'', e tornò a sorridergli... un sorriso per nulla dolce.
    Guarda un po' che hai combinato... Sono tutto sporco qui...
    Indicò il ''qui'' a cui si riferiva con gli occhi, abbassando lo sguardo e tornando a fissarlo scuotendo la testa come se lo stesse rimproverando silenziosamente.
    Dovrai proprio farti perdonare, non credi? Prima però, leviamo questi vestiti... Si sono sporcati anche loro.
    E dal momento che il corpo di Kainé era già nudo, era ovvio che i vestiti a cui si riferiva fossero quelli del malcapitato dio, con i quali avrebbe preso subito ad armeggiare, salvo ritorsioni da parte del loro proprietario. Sperava che l'orgasmo e la vergogna lo rendessero più mansueto, da quel momento in poi, ma in fondo non sarebbe stato poi così divertente se fosse diventato troppo mansueto.
    Come immaginavo... hai proprio un bel corpicino, qui sotto.
    Se fosse riuscito nel suo intento, il demone a quel punto avrebbe sorriso soddisfatto, squadrando il ragazzo da capo a piedi, con occhi estremamente maliziosi e ben felici di ciò che avevano il piacere di ammirare.
    Sicuramente il nostro Alphonse avrebbe avuto qualcosa da dire a quel punto, ma qualunque cosa fosse Tyrann avrebbe spezzato ogni possibilità di dialogo avvicinandosi a lui per prendere a strusciarglisi addosso con ogni parte del corpo... che nel suo caso, visto quanto fosse dotato in più di un senso, sarebbero stati soprattutto i seni morbidi e pieni e il sesso turgido e imponente, pulsante e percorso da spessi nervi che lo rendevano solo più maestoso e inquietante in una situazione del genere. Insieme al corpo, la bocca del demone, ora sotto forma di succose labbra femminili, avrebbe cercato quelle del ragazzo per costringere nuovamente a schiudersi, stimolandole con la lingua da prima all'esterno e poi sino in gola, senza trattenere una sola tecnica amatoria imparata nel suo secolo abbondante di vita. Mentre questo accadeva, i loro corpi ormai nudi si sarebbero sporcati a vicenda, e ben presto anche Aplhonse avrebbe cominciato a sentirsi ''sporco'' nelle parti su cui il membro del demone si strusciava senza ritegno.
    Forse avevano bisogno entrambi di una bella doccia, ma Tyrann già fantasticava su modi ben più divertenti e soddisfacenti per pulire entrambi.
    La giornata era appena cominciata, per il nostro piccolo e sfortunato Dio.
     
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    Calde lacrime rigavano il bel visetto niveo di Alphonse mentre singhiozzi sempre più forti e irrefrenabili scuotevano il suo bel corpicino minuto e delicato come quello di una graziosa bambolina: La sola idea, infatti, di star piangendo davanti a una sconosciuta, alla sua crudele aguzzina, gli riempiva il cuore di vergogna e tristezza che non facevano altro che sgorgare nuove lacrime dai suoi bei occhioni di zaffiro, resi rossi dal pianto disperato a cui si erano dati. Era una sorta di circolo vizioso in cui più aveva la consapevolezza di essersi messo a piangere di fronte a quella strana quanto bella donna, più gli veniva voglia di piangere e così via fino, potenzialmente, all'infinito.
    Al vero, per un attimo, i suoi disperati singhiozzi si fermarono quando il nostro piccolo dio si accorse che Tyrannn aveva preso parte del bianco e vischioso seme che il dolce Alphonse aveva fatto finire nei suoi vestiti con due dita che poi si era portato alla bocca, per gustare il dolce sapore del piacere del nostro dio preferito. La sola idea che quella donna avesse potuto fare qualcosa di così perverso e lussurioso stupì profondamente il giovane Alphonse che, per un attimo arrestò i suoi disperati singhiozzi mentre le lacrime, ormai in maniera del tutto automatica, continuavano a scorrergli incessantemente sulle gote vellutate. Gote che divennero rosse come pomodori maturi quando Tyrann portò la sua bella mano, dopo averla ripulita dal seme di Alphonse, su di esse, carezzandole non senza una certa dolcezza che fece letteralmente sciogliere il nostro piccolo dio, al punto che quest'ultimo strusciò istintivamente le belle guoncitte vellutate sulla mano di Tyrann proprio come se fosse un gattino desideroso di coccole.
    D-davvero?
    Domandò stupidamente il bel piccino alle parole della giovane donna che, non senza una sorta di perversa dolcezza, aveva preso a leccare le lacrime salate che sgorgavano senza posa dai suoi grandi occhioni blu, cosa che fece imbarazzare tantissimo il nostro giovane Alphonse e che pure lo faceva rabbrividire di piacere e stringersi, in maniera del tutto involontaria al corpo caldo e morbido della bella donna.
    A-ah... N-no, n-non... N-non t-ti m-mai m-mentito e-e... N.non s-sono i-il t-tuo d-dolcetto...
    Pigolò il bel piccino gemendo incontrollabilmente per l'abile bocca della donna che era andata a stimolare il suo collo sensibile e il suo piccolo orecchio, facendolo fremere di piacere mentre finalmente le lacrime presero a scorrere sempre di meno finché arrestarono totalmente il loro corso.
    Comunque, i grandi occhi di Alphonse si sgranarono stupiti quando la bella Tyrann si denudò completamente davanti al suo sguardo confuso e imbarazzato assieme: In un primo momento si richiusero subito, imbarazzatissimi nel vedere per la prima volta e dal vivo le procaci e belle forme di una fanciulla nel fiore degli anni, per poi riaprirsi qualche attimo dopo tentati e curiosi, in questo modo scivolarono colmi di desiderio e di dolce ammirazione su quel corpo bellissimo, mentre le gote vellutate si colorarono velocemente di rosso dall'eccitazione, persino il suo membro che si era assopito subito dopo aver rilasciato il suo piacere, adesso si stava velocemente risvegliando e inturgidendosi sempre di più.
    I-io... S-scusami, m-ma... No! N-non t-toccarmi, n-non p-puoi f-farlo!
    La supplicò mentre cercava di divincolarsi per evitare di venir spogliato anch'esso, ma le sue proteste erano deboli e le mani della bella donna erano forti, quindi presto si ritrovò totalmente denudato, con il suo bel corpicino esposto allo sguardo a dir poco famelico della sua sequestratrice: Al vero Alphonse cercava di coprirsi il più possibile con le braccia, ma era un gesto del tutto inutile visto che le sue piccole manine non riusciva a coprire neppure il suo grosso membro già eretto, pensiamo il suo petto magro o il bel culetto sodo.
    Mugolò di piacere e di protesta assieme quando le labbra della donna si congiunsero con impeto alle sue, con la sua abile lingua che stimolava con abilità quella di Alphonse e il suo corpo si strusciava con sempre maggior ardore con quello minuto del piccolo dio. Quando finalmente il bacio s'interruppe, Alphonse si sentì per qualche attimo leggero e confuso, come se si fosse svegliato in quel momento da uno splendido sogno o avesse bevuto un dolce e inebriante vino.
    Mh... T-tyrann, i-io... V-voglio d-donarti un p-po' d-di p-piacere...
    Balbettò tutto rosso in viso il bel piccino mentre la sua mano destra scendeva per stringersi delicatamente attorno alla lunga e possente asta della sua bella sequestratrice, e la sinistra andava a stringersi attorno al seno prosperoso della donna.
    Le piccole manine di Alphonse presero fin da subito a vezzeggiare quelle carni voluttuose, una così morbida e delicata, mentre l'altra dura e possente: Il nostro piccolo dio non aveva molta dimestichezza con la masturbazione poiché aveva sempre trovato tale pratica indegna di una Divinità come lui, quindi il suo tocco era inesperto e delicato, senza contare che la sua piccola manina aveva difficoltà a stringersi su tutta quella enormità, ma si era messo d'impegno e malgrado il suo imbarazzo avrebbe dovuto essere in grado di far provare un po' di piacere alla bella sequestratrice. Per quanto riguardava il seno, infatti, era la prima volta che Alphonse ne toccava uno e il suo tocco era molto gentile, quasi come se fosse spaventato di farle male, ma era -allo stesso tempo- anche molto curioso e presto oltre alla mano sinistra si unì anche la sua dolce boccuccia che prese a stuzzicare e vezzeggiare quella perfetta icona di morbidezza, succhiandone, leccandole e mordicchiandone ogni centimetro libero, per poi concentrarsi soprattutto sul piccolo capezzolo turgido e roseo, che presa a "torturare" in ogni modo, curioso di vedere la reazione della donna.
    Ti piace, sono abbastanza bravo? Spero che questo basti per farmi perdonare...
    Sorrise birichino staccandosi un attimo da quel bel bottoncino di carne turgida, mentre la sua bella mano destra aumentava la velocità e l'intensità con cui stimolava quella lunga e grossa asta pulsante. Alphonse si era fatto malizioso... Che la bella Tyrann dovesse iniziare a preoccuparsi? Lo scopriremo soltanto vivendo.
     
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    Vedere l'atteggiamento del piccolo Alphonse cambiare, fu un piacere e una sorpresa allo stesso tempo per Tyrann, che rispose alle sue parole con un sorriso malizioso quanto entusiasta, che scoprì i denti perfetti di Kainé in una mezzaluna brillante.
    Era tutto sporco del proprio seme almeno quanto lui, ormai, eppure ciò a cui riuscì a pensare fu solo ricambiare tanto piacere. A quanto pareva la perversione e la lascivia cominciavano a contagiare anche lui, e il nostro demone non poteva esserne più felice.
    Gemette delle attenzioni ai seni di Kainé, così come delle successive alla sua asta turgida e perfettamente calda. Sentiva il bisogno di sfogare la sua eccitazione, che ormai durava da fin troppo, ma ci voleva molto di più per far sì che godesse appieno...
    Non male, dolcezza... ma dovresti fare molto di più, per farti perdonare...
    Gli carezzò la testa e lo strinse ancora di più a sé, trascinando il suo viso a cozzare con i seni morbidi di Kainé. Successivamente, con la destra, portò il pollice a sfiorargli più volte le labbra, fissandole con intensità ipnotica.
    Che ne dici di usare questa? E magari potrei fare altrettanto... visto che quegli schizzi bianchi sul tuo corpicino mi stanno facendo venire l'acquolina in bocca.
    Era vero. I suoi occhi dorati cadevano là dove i loro corpi erano sporchi in continuazione, tanto che ormai sentiva il forte bisogno di leccare ogni centimetro di quel corpicino invitante... e l'avrebbe fatto presto. Staccando la mano dalla sua testa, allungò il braccio ad afferrare un manga sullo scaffale vicino a cui si trovavano entrambi, piegandolo in avanti. In breve tempo un meccanismo si attivò cambiando in parte l'arredamento del locale: lo scaffale si capovolse rilevando un lettone dalle lenzuola candide, in cui Tyrann avrebbe immediatamente tentato di spingere Alphonse a stendersi, salendogli sopra e continuando a strusciarglisi contro.
    Ecco qua... mettiamoci comodi, ti va?
    Non che gli desse molta scelta, visto che se anche non l'avesse assecondato, a gattoni, l'avrebbe costretto ad avanzare sul letto sino a stendersi totalmente sopra, e a quel punto, avrebbe iniziato a baciarlo su ogni centimetro del corpo: da prima in viso, sulle labbra, sulle orecchie - persino al loro interno - poi giùsul collo, sul torace, sull'addome, sul ventre... e da quel punto in poi avrebbe iniziato a leccare via ''lo sporco'', il dolce nettare che aveva tanto desiderato assaporare ancora... sinché non sarebbe tornato a lambire quella carne nuovamente turgida e desiderosa d'attenzione, ma solo per stuzzicarla e passare oltre, sulle cosce, al loro interno, e poi di nuovo sulle gonadi e persino sul dolce pertugio poco sotto esse. Non avrebbe risparmiato un singolo centimetro di carne, voleva assaporarlo tutto e non si sarebbe sentito sazio finché non l'avesse fatto.
    Poco importava che in realtà non stesse ricambiando alcun favore, ma piuttosto costringendo il piccolo a sentirsi nuovamente molto, molto, in debito.
    In fondo era un demone, e non sarebbe stato degno di considerarsi tale se non avesse trascinato Alphonse nella più perversa e meravigliosa lussuria, sino a fargliela amare.
     
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    Il buon Oscar Wilde diceva sempre che il sorriso di una donna è un fiore che va colto ancor prima della sua bellezza e il nostro piccolo Alphonse non poteva che essere assolutamente concorde con le parole del grande scrittore, soprattutto adesso che di fronte ai suoi occhi ammirati e quasi stupiti si stagliava la splendida immagine del sorriso di Tyrann, perfetto in ogni particolare: dal candore senza macchia di quelle perle in fila che erano i suoi denti, alle dolci e piene labbra rosee che circondavano quella mezzaluna argentea come i rossi petali di una splendida rosa, al sicuramente profumato alito che si spandeva da essa.
    Alphonse non poteva fare a meno di guardare rapito quello splendido sorriso che le labbra perfette della giovane avevano disegnato sull'ovale semplicemente splendido del suo viso e per un attimo provò il fortissimo desiderio di baciarlo mille e mille volte ancora, fino a perderne il conto come un novello Catullo, poiché sentiva di non poter esprimere in altro modo l'immensa felicità che era fiorita sul suo dolce cuoricino grazie a quel dolce sorriso che i suoi gesti erano stati capaci di far scaturire nel bellissimo volto della giovane donna. In effetti Alphonse non era molto pratico nelle relazioni interpersonali, senza parlare di quelle che avevano come oggetto le esponenti del gentil sesso in cui era un vero disastro, e trovava molto più facile far innervosire la gente piuttosto che metterla a proprio agio e instaurare con essa un rapporto di reciproca stima come del resto aveva ampiamente dimostrato durante la prima parte del suo "incontro" con la bella Tyrann, quindi la sola idea di esser riuscito a far sorridere qualcuno lo rendeva semplicemente colmo di felicità e andava a smuovere quell'entusiasmo, per certi versi ancora infantile e ingenuo, che lo animava quando faceva qualcosa che lo appassionava particolarmente. Era così contento di esser riuscito a provocare una reazione empatica nella sua interlocutrice che tralasciò di notare che, se era riuscito a far sorridere la bella donna, lo doveva soltanto al fatto di averla accontentata andando a stimolare quella grossa e lunga asta turgida che si stagliava fra di loro.
    Insomma, quel sorriso non indicava certo dolcezza o gratitudine, bensì soltanto un malsano quanto lascivo compiacimento, di cui Alphonse -nel suo disperato bisogno di affetto e comprensione- non si accorse (O di cui non si volle accorgere), anzi sembrò quasi spronarlo a rendere sempre più audaci e intense le sue inesperte quanto eccitanti carezze, che ben presto strapparono qualche gemito di piacere alla bella giovane. Gemito che lo mandò letteralmente in visibilio, al punto che arrossì come una succulenta fragola matura e le sue piccole quanto graziose manine, si fecero terribilmente maliziose e abili. Tanto che la destra iniziò a strizzare con dolce forza il morbido seno della giovane, divertendosi a tirare il piccolo capezzolo turgido, mentre la mancina stringeva con forza la lunga asta turgida e possente come un grosso bastone, muovendosi su di essa veloce, con sempre maggiore intensità, decisa a donarle quanto più piacere possibile.
    Non chiamarmi dolcezza... E chiarisci meglio questo "di più": Forse posso accontentarti.
    Soffiò malizioso sulla bocca di Tyrann, ridacchiando birichino e posando un leggero bacetto a stampo sulle belle e piene labbra della giovane, stringendo con forza la sua grossa virilità pulsante e stuzzicando con il polpastrello del pollice la punta del glande, in modo da farla gemere il più forte possibile, visto che i suoi leggeri versetti di piacere erano la più soave delle musiche e i più dolci dei cinguettii e il nostro piccolo Dio non vedeva l'ora di ascoltarli il prima possibile, più e più volte inebriandosi e perdendosi nel piacere che avrebbe donato alla sua bella e lussuriosa sequestratrice.
    Io... Non saprei, dipende da quello che saresti disposta a darmi in cambio.
    Replicò arrossendo leggermente, cercando comunque di mostrarsi il più possibile audace e disinibito anche se in realtà era molto imbarazzato e il ruolo del ragazzo smaliziato non gli si addiceva particolarmente.
    In ogni caso fremette dolcemente alle carezze della bella Tyrann sulle sue labbra e dischiuse quest'ultime in un caldo invito a fare di lui quanto voleva, come il suo sguardo adorante e letteralmente perso nel piacere diceva in maniera del tutto eloquente e chiara.
    Oh, Tyrann sei davvero una pervertita senza speranza, te lo ha mai detto nessuno? Comunque mi sdraio con piacere ma non essere così impaziente!>>
    Rise dolcemente nel vedere quello che aveva ideato la sua sequestratrice pur di di catturarlo e passare qualche oretta di divertimento con lui. In realtà, naturalmente, non aveva fatto tutto questo per passare del tempo con lui, bensì per divertirsi con il primo cliente di suo gradimento che le fosse capitato il tiro, il fatto che quest'ultimo coincidesse con la sua persona era del tutto incidentale, ma vallo a spiegare a un Dio tanto egocentrico...
    Ad ogni modo, si distese comodamente sul morbido letto che era comparso al posto del bancone e, in men che non si dica, la giovane gli fu addosso, baciandolo in ogni parte del suo grazioso corpicino: Dal bel visetto graziosamente roseo per il piacere, fino al ventre sporco del suo stesso piacere, che presto venne ripulito dall'abile lingua della bella giovane, mentre il suo bel corpicino veniva travolto da spasmi di piacere sempre più incontrollabili e il suo grosso sesso prendeva a inturgidirsi un poco, diventando sempre più grosso e duro.
    Ah, T-tyrann... I-io... V-voglio d-donarti a-anch'io u-un p-po' d-di p-piacere...
    Pigolò dolcemente sollevandosi e facendo sradiare la giovane donna sotto di lui, mettendosi nella tipica posizione del sessantanove e cioè ognuno con il viso rivolto ai genitali dell'altro.
    Il nostro piccolo Dio, infatti, leccò timidamente la punta del grosso sesso della ragazza, per poi baciarlo in tutta la sua lunghezza, fino a raggiungere il sesso femminile che si trovava immediatamente sotto ad esso.
    Sei bellissima Tyrann...
    Soffiò in un pigolio appena udibile, mentre le sue piccole e sottili dita andavano a stimolare con curiosità e delicatezza quel fiore appena umido dal piacere e dall'eccitazione, poco prima che la sua piccola linguetta, con quasi timore, ne leccasse le grandi labbra e poi, con maggiore audacia, le piccole fino a raggiungere il dolce anfratto sede dei desideri di ogni uomo, umano o divino che fosse. Naturalmente il nostro piccolo Alphonse era impacciato e non molto abile, ma era desideroso d'imparare e ci stava mettendo tutto il suo impegno pur di farla godere come lei aveva fatto con lui fino ad allora. Chissà se ce l'avrebbe fatta...

    Spero che ti piaccia dolce Neko-san, purtroppo ho una brutta influenza e non so se il post sia bello come meriteresti. >w<
     
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    Tyrann era sempre più sorpreso del cambiamento d'atteggiamento del ragazzo. Non poteva dire gli dispiacesse, ma al contempo quei dolci rossori e il suo balbettare gli mancavano un po', doveva ammetterlo.
    Nonostante i pensieri, gli sorrise, non poté farne a meno e si dovette mordersi il labbro inferiore gemendo ancora quando le attenzioni ai seni di Kainé si unirono a quelle riservate al suo membro.
    Non usava spesso quella forma femminile ma doveva ammettere che non si sarebbe mai abituato all'intensità delle sensazioni che riusciva a fargli provare.
    In ogni caso, riuscì facilmente a far sdraiare il piccolo Alphonse e poté così al contempo ricoprirlo di baci e pulirlo a fondo da tutto quel delizioso nettare candido. Si stava giusto dedicando alle sue belle natiche (in modo che avrebbe dovuto non poco insospettire il nostro caro Dio) quando il piccolo lo invitò a mettersi in una posizione che avrebbe permesso a entrambi di donarsi reciprocamente piacere e riceverne al contempo. Sorpreso, Tyrann non se lo fece ripetere due volte, sdraiandosi e accogliendolo sopra di sé.
    Pervertita io, eh? Eppure sembra improvvisamente che sia tu quello impaziente...
    Non me lo sarei mai aspettato, ad essere sincero. Il piacere è così bello che non puoi più farne a meno, o sono io a essere irresistibile e averti fatto cambiare atteggiamento?

    Dovette smettere di parlare solo per lasciarsi sfuggire un gemito profondo che risuonò con la voce femminile corrotta in sottofondo dalla sua, demoniaca e mascolina. A quel punto forse avrebbe dovuto avvisarlo di non essere proprio la bella donna che sembrava, ma prima di farlo si premurò di afferrare saldamente le tonde natiche del ragazzo trattenendole a sé in modo che non fuggisse.
    Sai, visto che ora sembro piacerti un po' di più, forse dovrei confessarti una cosa... non sono la dolce fanciulla che sembro.
    E nel pronunciare in un sussurrò roco quella verità il suo corpo si circondò di un lieve alone d'oscurità evanescente che presto si allungò in tante sottili estensioni simili a foulard di seta nera che ''abbracciarono'' il suo tenero amante facendo in modo che non potesse sfuggirgli se anche quella notizia lo avesse sconvolto tanto da fargli desiderare di farlo.
    Ma non è così importante... non è vero?
    Le sue labbra, lievemente schiuse in un sorriso che di tenero aveva ben poco, si aprirono a quel punto per accogliere nuovamente la graziosa eccitazione del ragazzo, saggiandone ancora una volta la consistenza vellutata e pulsante.
    Tyrann a quel punto mugolò con gusto, divertito dalle labbra di Alphonse che avevano cominciato a darsi da fare. Dovette però staccarsi a malincuore, per correggere in parte la performance del ragazzo.
    Da bravo, tesoro, concentrati di più su questo punto...
    Uno dei ''foulard'' d'oscurità, che nel frattempo era andato ad avvolgergli il collo (senza stringerlo) si premurò di ''guidarlo'' sul punto di cui il demone aveva parlato, ovvero: la sua verga pulsante.
    Era vero, forse l'intimità femminile gli concedeva sensazioni più intense, ma lo eccitava comunque di più l'idea che quel ragazzino si concentrasse su quell'unica parte che realmente gli apparteneva, anche nella forma originale, piuttosto che al corpo della bella Kainé. Una sorta di contorta e insensata possessività e gelosia demoniaca? Forse, ma in quel momento che poteva importare? L'unica cosa che voleva era portare quel bel corpicino a godere come mai aveva fatto prima, e per giungere il prima possibile a quell'ambito traguardo, subito le sue labbra tornarono a concentrarsi sul suo corpo, leccando il glande pulsante, così come l'asta turgida, le gonadi... per poi umettare ancora un po' quel dolce pertugio poco più in alto (dalla sua posizione, perlomeno). Solo una volta lubrificato per bene, la sua bocca sarebbe tornata a leccare e succhiare il sesso del ragazzo per poi, con le dita, stimolare anche quel pertugio vergine e innocente, andando a cercare con dolcezza (per evitargli qualsivoglia sensazione che non fosse piacere) il punto più sensibile al suo interno e stimolare con abilità anche quello.
     
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    Il piccolo Alphonse ridacchiò dolcemente divertito nel leggere nei bei occhi dorati della sua avvenente sequestratrice lo stupore per l'audacia insita nella sua proposta di donarsi piacere in modo vicendevole. "Non c'è niente di cui stupirsi, è tutto merito tuo se io sono così" sembrava dire il suo sguardo birichino e in un certo qual senso era vero, perché il piccolo Dio aveva finalmente preso in simpatia la giovane Tyrann e stava iniziando lentamente a fidarsi di lei, senza però ben sapere il perché stesse germogliando nel suo povero cuoricino reso arido dal dolore e gelido dalla paura di venir ferito ancora questo sentimento. Che fossero le prime avvisaglie di una sindrome di Stoccolma in piena regola? Molto probabilmente no, poiché era trascorso relativamente poco tempo da quando era stato rinchiuso contro la sua volontà dentro quel negozietto da maniaci patentati e più sicuramente questo dolce sentimento stava sbocciando poiché, malgrado tutto, la bella Tyrann non gli aveva fatto del male e sembrava anche a essere incline a vezzeggiarlo e a coccolarlo anche un po', situazione che il piccolo Alphonse non aveva mai provato in vita sua e che il suo cuoricino inesperto forse prendeva come l'inizio di un amore o comunque di un sentimento di reciproco affetto. Dopotutto quando è stata l'ultima volta che si era sentito amato e desiderato? Praticamente mai, se mettiamo da parte i suoi genitori che con la loro tragica morte lo hanno abbandonato troppo presto. Certo, lui era un Dio e un Dio basta a se stesso, ma era anche un ragazzino molto solo, senza parenti né amici e quest'ultima parte della sua natura non poteva vivere da sola, aveva necessariamente il bisogno che qualcuno gli stesse vicino e gli dimostrasse tutta la sua stima e affetto e questa persona poteva essere Tyrann.
    Certo, qualcuno potrebbe obiettare che sognare un simile rapporto con la persona che ti ha appena rinchiuso contro la tua volontà in un edificio per molestarti sessualmente non denota affatto un buon equilibrio psicologico nonché di una buona sanità mentale, ma su questo punto possiamo tranquillizzare i più dubbiosi: Alphonse non ha mai sofferto di simili problemi in tutta la sua vita.
    Adesso sei tu la chiacchierona: Smettila di blaterare cosa senza senso, che se mi fai stancare non ci sto niente a fermarmi!
    Replicò il bel piccino fingendosi il più possibile offeso anche se non può fare a meno di sorridere entusiasta di esser riuscito a interrompere il breve monologo della ragazza con la sua abilità nello stimolarle il suo dolce fiore rorido di desiderio. A dire il vero si stupì quando la giovane serrò le sue belle mani dalle lunghe dita affusolate sul suo sederino sodo e morbido allo stesso tempo, ma in nome di quella tanto decantata fiducia lo prese semplicemente come un gesto imputabile all'impazienza e al desiderio della donna che, come aveva dimostrato più volte, non sembrava essere tipo da attendere con pazienza qualcosa o chiedere per favore prima di prenderlo.
    Beh, a dire il vero avevo già notato che tu non fossi una semplice ragazza e... Ehi, cosa diavolo stai combinando? Cosa sono questi filamenti, cosa stai cercando di fare?? No!! Ti proibisco di toccarmi con... Con queste cose!
    Pigolò il povero Alphonse cercando di liberarsi da tutti quei foulard di oscurità che immobilizzavano il suo bel corpicino proprio sopra quello morbido e piacevole della ragazza, quando la consapevolezza del vero delle sue parole lo colpì come un fulmine a ciel sereno: In un primo momento, infatti, lui aveva creduto che la ragazza si stesse riferendo al suo membro, scomoda e imbarazzante presenza che lui aveva avuto modo di notare (Nonché di sentire) già da tempo, per questo gli stava rispondendo che ci aveva già fatto caso, invece la bella quanto astuta Tyrann stava alludendo alla sua reale natura che, con tutta probabilità, non era umana. Non che la cosa stupì particolarmente il giovane Alphonse (Lui era un Dio e poi buona parte degli abitanti di quel folle mondo avevano poteri e capacità particolari) ma di certo si offese nel venir immobilizzato dalla giovane donna: Le aveva, infatti, dimostrato sia a parole che con i fatti di star diventando lentamente consenziente alle sue molestie e lei cosa fa per rinsaldare la novella fiducia sorta nel suo animo? Gli blocca ogni possibilità di fuga e di resistenza! Allora poteva dirglielo anche prima che voleva farlo infuriare.
    Mio Me, certo che è importante! E' diventato importante da quando mi ahi immobilizzato con queste cose! Lasciami subito andare brutta... Brutta idiota, prima che io ti incenerisca con la sola forza del... Ah!
    Gemette forte quando la giovane prese in bocca la sua grossa virilità pulsante ed eretta, gemito a cui ne seguirono molti altri, sempre più imbarazzanti e osceni malgrado il piccolo Alphonse cercasse in ogni modo di trattenerli mordendosi le labbra con furia, deciso a non dare alcuna soddisfazione a quella insensibile senza cervello che aveva osato tradire la sua fiducia. Che poi non era soltanto una questione di fiducia ma anche di sicurezza: Se, infatti, era andata a immobilizzarlo questo significa che stava per fargli qualcosa che lei ritenevo lo avrebbe spaventato o comunque indotto a farlo scappare, quindi cosa diavolo aveva in mente quella pervertita? Inutile dire che Alphonse non aveva alcuna intenzione di scoprirlo.
    Fortunatamente quei gemiti tanto imbarazzanti finirono presto, ma non per merito di Alphonse bensì per volontà della stessa Tyrann che, come al solito, cercò di forzare la sua volontà inducendolo a fare quello a cui mai, in altre circostanze, avrebbe acconsentito.
    Ah... N-no, s-se t-tu p-pensi c-che i-io... I-io... Tocchi l-la t-tua s-schifosissima e-erezione s-sei a-anche più... Mh, s-svitata di quanto p-pensassi e... Aah! Mh...
    Pigolò con voce rotta dai spasmi di piacere il dolce piccino, mentre le sue dolci gote si facevano rubiconde dal piacere e uno dei foulard lo metteva "di fronte" alla lunga verga pulsante del demone, che sembrava essere sul punto di scoppiare tanto era larga e gonfia di desiderio.
    D-dove... D-dove s-stai a-andando? N-no! N-non l-lì, è-è c-così s-sporco... Ah, n-no, t-ti p-prego, n-non l-lì, n-non l-lì!
    Cinguettò a fatica il bel piccino, cercando in ogni modo di sottrarre il suo bel culetto alle attenzioni sempre più dannatamente piacevoli della bella Tyrann, ma ogni sforzo fu vano: I foulard d'oscurità erano troppo resistenti e l'unico risultato che ottenne il piccolo Alphonse fu quello agitare semplicemente il culetto davanti alla faccia della giovane che, se non fosse stato unito alle sue -flebili, oltretutto- richieste di esser lasciato in pace, sarebbe anche potuto sembrare un invito a tormentare ancor di più quella parte così sensibile del suo bel corpicino.
    All'improvvisò, però, la donna inserì un dito nel piccolo e vergine retto del piccolo Dio che, aprendo istintivamente la bocca per boccheggiare dalla sorpresa, finì per via della forte vicinanza per prendere in bocca parte del glande di quella mostruosità che si ergeva di fronte al suo bel visetto rosso solcato da lacrime di piacere. In un primo momento cercò di sputare via quel corpo estraneo, di allontanarsi da esso visto che gli provocava non pochi conati di vomito, ma dopo pochi istanti si abituò a quella presenza tanto invadente eppure così deliziosa e profumata: La sua piccola boccuccia era piena di quel gigantesco glande e la cosa che più spaventava il piccolo Alphonse era che ne voleva di più. Voleva prenderlo tutto, riempirsi la gola di quell'asta così straordinariamente lunga e larga come la rosea cappella gli riempiva la boccuccia, ma era difficile e lui non aveva mai fatto qualcosa del genere in vita sua. Cercò di andare avanti, di prenderlo tutto, ma più di un certo punto non riusciva ad arrivare, si stava quasi per arrendere quando gli venne un'idea: Usò i suoi poteri per far comparire all'interno della sua bocca i sottili filamenti con cui assimilava le sostanze che gli servivano per creare le sue creature, con questi piccoli tentacoli avvolse l'intera asta e prese così a stringerla e a succhiarla con forza, curioso di sapere se la bella Tyrann avesse trovato piacevole quella sua trovata. Anche perché, se lei usava i suoi poteri, nulla impediva che anche lui usasse i suoi: Dopotutto la consistenza di quei sottili tentacoli era liscia e vellutata, per niente viscida, oltre a essere molto calda e dalla consistenza lievemente bagnata, a Tyran gli sarebbe sembrato di essere già dentro il suo culetto caldo e stretto. Che cercasse così, di accontentare le perversioni della sua aguzzina così da evitare dolori futuri? Chi può dirlo, sta di fatto che quella stimolazione stesse incominciando a piacere anche a lui e la cosa lo spaventava. E parecchio, anche.
     
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    Che piccola preda enigmatica, gli aveva portato il fato quel giorno. Un attimo prima si contorceva nel piacere, e un attimo dopo si esibiva nell'intento di offenderlo con mille e uno insulti tra i più fantasiosi. Ma a lui poteva forse dispiacere? Quando mai! Anzi, lo fece ridacchiare come non mai, risata che fuoriuscì quasi come un suono soave da quelle labbra carnose che non ci pensarono neppure a staccarsi dal loro dolce e delizioso pasto. Bocconcino che continuarono ad assaporare con sempre maggior ingordigia e voglia, premurandosi di non lasciare un solo millimetro di carne privo d'attenzioni.
    Era così affamato che senza apparente sforzo alcuno arrivò persino a ingoiare tutta quella deliziosa carne sino alla gola, mentre le dita umide all'interno dello stretto culetto di Alphonse diventavano due, sempre delicate ma ben più impazienti di procurare delle grida al piccolino, che certo non sarebbe potuto rimanere indifferente dinanzi a una stimolazione così profonda e abile.

    Lo lasciò parlare, lasciò che si sfogasse per tutto il tempo necessario, che lo insultasse come meglio credeva, che si illudesse di poterlo tangere in qualche modo, magari illudendosi persino di poterlo far desistere dall'averlo... questo almeno finché non lo sentì e vide agitare le sue tonde natiche morbide davanti alla sua faccia, a quel punto ogni parvenza di controllo cessò di esistere e Tyrann si sentì del tutto in diritto di chiarire le sue intenzioni e i suoi pensieri.
    Sporco, dici? Io vedo solo un meraviglioso bocconcino da gustare sino a sentirsi completamente sazi... e a tal proposito dovrei avvisarti: sono sempre stato un ingordo.
    Tutto ciò mentre le sue dita si muovevano con ancora più decisione dentro di lui, premendo in particolare su quella punto sensibile che poteva dirsi equivalere al punto G femminile, andando con la mano libera a massaggiare le gonadi gonfie, con ancora tanto succoso nettare da dare. Infine, una volta concluso di parlare con la sua voce ipnotica, le labbra morbide e carnose si fiondarono di nuovo in tutto quel ben di Dio, prendendo nuovamente a leccare e succhiare, stavolta se possibile con ancor maggiore intensità.
    E all'ingordigia del demone si aggiunsero poi mugolii quando finalmente la bocca del piccolo Alphonse tacque per finire là dove lui la voleva, mentre il suo bacino in modo del tutto inconscio cominciava a muoversi lievemente in su, ritmicamente, come se lo stesse penetrando altrove come già desiderava di fare.
    A quel punto persino un demone come lui non riuscì a trattenersi oltre: i foulard che si occupavano di trattenere il piccolo (e soprattutto la sua nuca) mutarono in due mani che lo costrinsero a prendere quanta più carne poteva, accogliendola sin dentro la sua gola per infine gustarsi tutto il nettare che aveva atteso fin troppo per uscire.
    Senza rendersene conto, più continuò a venire più la sua performance si fece irresistibile, tanto che il piccolo avrebbe dovuto star attento a non farsi distrarre se non voleva venire di nuovo, in modo incredibilmente più intenso.

    Sorridente, ansante, ma comunque ben lontano dal sentirsi soddisfatto, alla fine Tyrann si sarebbe staccato da quella carne succosa, il membro ancora duro come il marmo ma sporco comunque di liquido candido (segno indiscutibile che fosse davvero venuto) e con la voce rotta dal godimento, avrebbe lasciato solo a quel punto la povera testolina del suo amante così da poter udire tutti i suoi insulti, il suo ansare, e la sua voce balbettante.
    Sei fantastico piccolino... E' stato bellissimo, non è vero? Ma... non sono ancora soddisfatto, vieni qui.
    Dopo quelle parole Alphonse si sarebbe sentito sollevare dal corpo di Tyrann da tutti quei finalmente d'oscurità per infine venir voltato, voltato col viso all'altezza di quello del demone che per l'occasione si sarebbe messo in una posizione oscena e, conoscendolo, totalmente inaspettata: le gambe piegate e spalancate, il bacino lievemente alzato così da mostrare tutte le sue intimità (quella maschile, quella femminile colma d'umori e infine quella posteriore) con le mani poste ad allargare oscenamente le sue natiche tonde e il viso a fissare il piccolo dio come volesse invitarlo a scegliere quale più preferiva.
    A quel punto, e solo a quel punto, con un sorriso osceno sul volto, Tyrann avrebbe fatto ritirare l'oscurità quanto bastava perché tornasse ad essere solamente un'aura intorno al suo corpo, fissando il piccolo con gli occhi dorati e ipnotici, e chiedendo, in modo subdolo e furbesco: Vuoi andare via, dolcezza?
    Era libero, poteva staccarsi da lei e fuggire adesso... ma la vera domanda che aveva voluto porgli era: aveva davvero voglia di farlo?
     
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  9. Chibi kira.
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    Quando il nostro piccolo Alphonse sentì le belle labbra della sua splendida aguzzina prorompere in una risata assolutamente spontanea e genuina, non poté fare a meno di contrarre il suo bel visino in un graziosissimo broncetto adorabile quanto indignato, non molto dissimile da quello di un bambino offeso da un adulto che si ostinava a non prenderlo sul serio malgrado tutte le sue proteste.
    Broncio che si sciolse in una smorfia di puro piacere quando la giovane aggiunse un altro dito nel suo già oltremodo stretto e ancora intonso buchino, facendogli inarcare la schiena flessuosa dalla sorpresa e dal piacere assieme mentre dalle sue bella labbra piene sfuggiva un grazioso quanto soave gridolino appena soffocato dalla volontà del piccolo Dio, che per nessuna ragione al mondo voleva regalare a quella donna il piacere di sentirlo urlare dalla lussuria. Chiuse, dunque, con forza i bei occhioni cobalto che prima aveva sgranato dallo stupore e serrò spasmodicamente le labbra rosse come il corallo, nel tentativo in parte riuscito di imprigionare nella sua gola ogni suono che avrebbe potuto recare soddisfazione alla sua abile quanto bella sequestratrice.
    Solo in parte perché quando, appena un attimo dopo, la donna prese in bocca il suo grosso membro turgido non poté più frenare i mugolii di piacere e spalancò la boccuccia mentre suoni sempre più osceni e imbarazzanti ne fuggivano in massa. Superfluo indicare l'imbarazzo che tormentava l'anima e la mente del nostro adorato protagonista, diciamo soltanto che ringraziava tutti gli Dei suoi colleghi per il fatto che la bella Tyrann non potesse osservare l'espressione stravolta dal piacere del suo viso, tenera quanto terribilmente oscena e lussuriosa, con gli occhi resi liquidi dal desiderio, le dolci gote piacevolmente rosee come ciliege mature e le labbra dischiuse come rossi petali di un bocciolo appena fiorito che sembrava invitare, quasi supplicare, che la farfalla di turno ne suggesse il dolce nettare.
    Ma la donna che tanto stava sconvolgendo il suo piccolo animo, sebbene semplicemente splendida, non era affatto una farfalla, bensì un'aggraziata quanto vorace vedova nera, desiderosa di succhiar via dal suo corpicino ogni stilla d'energia vitale... E non solo quella, come ebbe modo di far intendere al nostro Dio preferito staccandosi un attimo, forse a malincuore, dalla sua erezione pulsante bisognosa d'attenzioni, dopo il piccolo sfogo del dolce Alphonse che, nel vano tentativo di liberarsi da quei molesti filamenti di oscurità, non aveva fatto altro che agitare il suo sodo e tondo sederino davanti agli occhi di quella pervertita consumata che, di certo, non aspettava nient'altro che un'occasione come quella per farlo imbarazzare ancor di più di quanto non avesse già fatto fino a un attimo prima.
    Ingordo un corno! Se hai tanta fame ti farò saziare di frustate sulla schiena, razza di una... Ah! N-no, c-che f-fai? N-non c-così... C-così forte, n-non c-così f-forte... Ah, mh! S-sei... I-io.. Ah...
    Pigolò il bel piccino sgranando i bei occhioni azzurri come cieli primaverili nel percepire le due abili dita della donna farsi strada sempre più in profondità dentro di sé, dentro quella parte tanto intima del suo delicato e sensibile corpicino che mai nessuno, prima di allora, aveva stimolato o toccato. Purtroppo la sorpresa e il piacere originato da quelle due dita oltre che dalla vorace quanto esperta bocca della sua sequestratrice fu così intenso da far spalancare la sua dolce boccuccia che, a causa della vicinanza con l'enorme membro della demone, finì per inglobare tra le sue dolci labbra vellutate il suo grosso glande, ritrovandosi in un istante totalmente piena di quella così grande, calda e pulsante presenza. Il solo pensiero che stesse succhiando la grossa verga eretta di quella diabolica donna lo fece imbarazzare oltre ogni dire, tanto che il suo visetto già rosso divenne quasi paonazzo per accogliere quell'enormità nella sua piccola e calda boccuccia ma tale sensazione non durò molto, poiché la demone presa dalla foga del piacere trasformò i filamenti in vere e proprie mani che costrinsero il piccolo Alphonse ad accogliere quell'enormità nella sua gola, tanto che non poté fare a meno di mugolare stupefatto quando sentì quel grosso e largo bastone di carne pulsante farsi strada dentro la sua gola e per qualche istante dovette combattere contro il riflesso spontaneo del vomito, che rapidamente prese il posto a una sensazione di pienezza quasi piacevole, come poteva ben testimoniare il suo membro sempre più duro e pulsante, anche per merito delle attenzioni sempre più intense che Tyrann gli stava donando. Anzi, per quasi un attimo cedette alla tentazione di succhiare e leccare con timida dolcezza quella mostruosità di carne e sangue che tanto lo aveva spaventato all'inizio e che adesso lo attirava come una falena con la fiamma di una candela, stupendosi nell'intimità della sua anima che in lui potesse attecchire un desiderio tanto perverso e, in un certo qual senso, "sbagliato" eppure la semplice sensazione di calore e pienezza che gli dava quella grossa verga faceva pulsare quasi dolorosamente il suo di membro e per quanto grande fosse l'imbarazzo, la rabbia che provava verso quella donna che lo aveva trattenuto e molestato contro il suo volere non poté fare a meno di notare, malgrado si opponesse con tutte le sue forze a un simile sentimento, che c'era una parte del suo essere a cui quel trattamento stava piacendo e non poco. Non che avrebbe mai dato a Tyrann la soddisfazione di sentirselo dire, beninteso.
    L'orgasmo di quest'ultimo, comunque, giunse inaspettato e un vero e proprio torrente di denso, vischioso e bollente seme bianco gli riempì la bocca e l'esofago, dandogli quasi l'impressione che lo stesse ustionando, tanto era caldo e rovente nella sua gola, riempiendogli quasi totalmente il pancino e facendogli strabuzzare gli occhioni per lo sforzo di accogliere dentro di sé un piacere tanto abbondante e copioso. Eppure, malgrado sentisse il dovere di trovare assolutamente disgustoso quel seme che mai e poi mai avrebbe pensato di bere, neanche nei suoi sogni più perversi, non poté fare a meno di trovarlo terribilmente delizioso, addirittura più buono dell'ambrosia divina e per un attimo si sentì ingordo e inebriato come una baccante invasata dal Dio Dioniso in persona, tanto da succhiare con maggiore intensità quell'enormità che aveva smesso di pulsare nella sua gola, pur mantenendosi ancora dura come il marmo, nel vano tentativo di suggerne ancora il piacere che aveva appena finito di distillare solo per lui.
    La consapevolezza di questo gesto lo colpì come un fulmine a ciel sereno e il malsano piacere che ricavò da questo dissidio interiore tra ciò che provava e ciò che avrebbe voluto provare lo fece venire nella splendida bocca della sua bella sequestratrice con un gemito di piacere soffocato da quell'ingombrante presenza che riempiva la sua gola.
    Quando, finalmente, il demone si staccò da lui, togliendogli dalla boccuccia il suo grosso membro ancora perfettamente eretto, non poté trattenere un moto d'insoddisfazione e per un attimo allungò il visetto graziosamente rosso e stravolto dal piacere nel vano tentativo di riprendere tra le sue labbra quella così invitante virilità, prima che riuscisse a capire realmente cosa stava facendo e a sottrarsi dalla folle malia che lo aveva invasato per un momento.
    Che tutti i Diavoli degli Inferi ti riempiano le ossa di zolfo! No che non è stato bello, come hai osato farmi fare qualcosa di così... Così osceno? Sei davvero una pervertita svitata! E adesso cosa stai facendo? Lasciami subito andare, maledetta, prima che... Che... M-ma c-che f-fai?
    Balbettò stupito, dopo che aveva fatto di tutto per ridarsi un contegno e riprendere un minimo di dignità, arrossendo come un papavero nell'osservare colmo di sorpresa la posizione perversa e semplicemente oscena assunta dalla bella donna, con cui metteva in mostra le sue intimità eccitate.
    I-io... N-non... N-no, n-non v-voglio a-andare v-via m-ma... N-non s-so c-che f-fare e-e t-tu... T-tu s-sei c-così b-bella e i-io... S-sei u-una s-stupida, e-ecco!
    Proruppe il piccino senza darsi pena di dare un senso intellegibile alle sue parole che sgorgarono improvvisamente dalle sue dolci labbra come un torrente in piena, mentre nascondeva il visetto rosso e imbarazzato tra le manine nivee e socchiudeva gli occhioni per non dover guardare quel diavolo tentatore che sembrava poter mettere a nudo la sua anima candida e scorgervi tutte le macchie che stavano iniziando a ricoprirla.
     
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