Venite bambini..

Per Chibino <3

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  1. Chibi kira.
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    Quando il nostro piccolo Alphonse sentì le belle labbra della sua splendida aguzzina prorompere in una risata assolutamente spontanea e genuina, non poté fare a meno di contrarre il suo bel visino in un graziosissimo broncetto adorabile quanto indignato, non molto dissimile da quello di un bambino offeso da un adulto che si ostinava a non prenderlo sul serio malgrado tutte le sue proteste.
    Broncio che si sciolse in una smorfia di puro piacere quando la giovane aggiunse un altro dito nel suo già oltremodo stretto e ancora intonso buchino, facendogli inarcare la schiena flessuosa dalla sorpresa e dal piacere assieme mentre dalle sue bella labbra piene sfuggiva un grazioso quanto soave gridolino appena soffocato dalla volontà del piccolo Dio, che per nessuna ragione al mondo voleva regalare a quella donna il piacere di sentirlo urlare dalla lussuria. Chiuse, dunque, con forza i bei occhioni cobalto che prima aveva sgranato dallo stupore e serrò spasmodicamente le labbra rosse come il corallo, nel tentativo in parte riuscito di imprigionare nella sua gola ogni suono che avrebbe potuto recare soddisfazione alla sua abile quanto bella sequestratrice.
    Solo in parte perché quando, appena un attimo dopo, la donna prese in bocca il suo grosso membro turgido non poté più frenare i mugolii di piacere e spalancò la boccuccia mentre suoni sempre più osceni e imbarazzanti ne fuggivano in massa. Superfluo indicare l'imbarazzo che tormentava l'anima e la mente del nostro adorato protagonista, diciamo soltanto che ringraziava tutti gli Dei suoi colleghi per il fatto che la bella Tyrann non potesse osservare l'espressione stravolta dal piacere del suo viso, tenera quanto terribilmente oscena e lussuriosa, con gli occhi resi liquidi dal desiderio, le dolci gote piacevolmente rosee come ciliege mature e le labbra dischiuse come rossi petali di un bocciolo appena fiorito che sembrava invitare, quasi supplicare, che la farfalla di turno ne suggesse il dolce nettare.
    Ma la donna che tanto stava sconvolgendo il suo piccolo animo, sebbene semplicemente splendida, non era affatto una farfalla, bensì un'aggraziata quanto vorace vedova nera, desiderosa di succhiar via dal suo corpicino ogni stilla d'energia vitale... E non solo quella, come ebbe modo di far intendere al nostro Dio preferito staccandosi un attimo, forse a malincuore, dalla sua erezione pulsante bisognosa d'attenzioni, dopo il piccolo sfogo del dolce Alphonse che, nel vano tentativo di liberarsi da quei molesti filamenti di oscurità, non aveva fatto altro che agitare il suo sodo e tondo sederino davanti agli occhi di quella pervertita consumata che, di certo, non aspettava nient'altro che un'occasione come quella per farlo imbarazzare ancor di più di quanto non avesse già fatto fino a un attimo prima.
    Ingordo un corno! Se hai tanta fame ti farò saziare di frustate sulla schiena, razza di una... Ah! N-no, c-che f-fai? N-non c-così... C-così forte, n-non c-così f-forte... Ah, mh! S-sei... I-io.. Ah...
    Pigolò il bel piccino sgranando i bei occhioni azzurri come cieli primaverili nel percepire le due abili dita della donna farsi strada sempre più in profondità dentro di sé, dentro quella parte tanto intima del suo delicato e sensibile corpicino che mai nessuno, prima di allora, aveva stimolato o toccato. Purtroppo la sorpresa e il piacere originato da quelle due dita oltre che dalla vorace quanto esperta bocca della sua sequestratrice fu così intenso da far spalancare la sua dolce boccuccia che, a causa della vicinanza con l'enorme membro della demone, finì per inglobare tra le sue dolci labbra vellutate il suo grosso glande, ritrovandosi in un istante totalmente piena di quella così grande, calda e pulsante presenza. Il solo pensiero che stesse succhiando la grossa verga eretta di quella diabolica donna lo fece imbarazzare oltre ogni dire, tanto che il suo visetto già rosso divenne quasi paonazzo per accogliere quell'enormità nella sua piccola e calda boccuccia ma tale sensazione non durò molto, poiché la demone presa dalla foga del piacere trasformò i filamenti in vere e proprie mani che costrinsero il piccolo Alphonse ad accogliere quell'enormità nella sua gola, tanto che non poté fare a meno di mugolare stupefatto quando sentì quel grosso e largo bastone di carne pulsante farsi strada dentro la sua gola e per qualche istante dovette combattere contro il riflesso spontaneo del vomito, che rapidamente prese il posto a una sensazione di pienezza quasi piacevole, come poteva ben testimoniare il suo membro sempre più duro e pulsante, anche per merito delle attenzioni sempre più intense che Tyrann gli stava donando. Anzi, per quasi un attimo cedette alla tentazione di succhiare e leccare con timida dolcezza quella mostruosità di carne e sangue che tanto lo aveva spaventato all'inizio e che adesso lo attirava come una falena con la fiamma di una candela, stupendosi nell'intimità della sua anima che in lui potesse attecchire un desiderio tanto perverso e, in un certo qual senso, "sbagliato" eppure la semplice sensazione di calore e pienezza che gli dava quella grossa verga faceva pulsare quasi dolorosamente il suo di membro e per quanto grande fosse l'imbarazzo, la rabbia che provava verso quella donna che lo aveva trattenuto e molestato contro il suo volere non poté fare a meno di notare, malgrado si opponesse con tutte le sue forze a un simile sentimento, che c'era una parte del suo essere a cui quel trattamento stava piacendo e non poco. Non che avrebbe mai dato a Tyrann la soddisfazione di sentirselo dire, beninteso.
    L'orgasmo di quest'ultimo, comunque, giunse inaspettato e un vero e proprio torrente di denso, vischioso e bollente seme bianco gli riempì la bocca e l'esofago, dandogli quasi l'impressione che lo stesse ustionando, tanto era caldo e rovente nella sua gola, riempiendogli quasi totalmente il pancino e facendogli strabuzzare gli occhioni per lo sforzo di accogliere dentro di sé un piacere tanto abbondante e copioso. Eppure, malgrado sentisse il dovere di trovare assolutamente disgustoso quel seme che mai e poi mai avrebbe pensato di bere, neanche nei suoi sogni più perversi, non poté fare a meno di trovarlo terribilmente delizioso, addirittura più buono dell'ambrosia divina e per un attimo si sentì ingordo e inebriato come una baccante invasata dal Dio Dioniso in persona, tanto da succhiare con maggiore intensità quell'enormità che aveva smesso di pulsare nella sua gola, pur mantenendosi ancora dura come il marmo, nel vano tentativo di suggerne ancora il piacere che aveva appena finito di distillare solo per lui.
    La consapevolezza di questo gesto lo colpì come un fulmine a ciel sereno e il malsano piacere che ricavò da questo dissidio interiore tra ciò che provava e ciò che avrebbe voluto provare lo fece venire nella splendida bocca della sua bella sequestratrice con un gemito di piacere soffocato da quell'ingombrante presenza che riempiva la sua gola.
    Quando, finalmente, il demone si staccò da lui, togliendogli dalla boccuccia il suo grosso membro ancora perfettamente eretto, non poté trattenere un moto d'insoddisfazione e per un attimo allungò il visetto graziosamente rosso e stravolto dal piacere nel vano tentativo di riprendere tra le sue labbra quella così invitante virilità, prima che riuscisse a capire realmente cosa stava facendo e a sottrarsi dalla folle malia che lo aveva invasato per un momento.
    Che tutti i Diavoli degli Inferi ti riempiano le ossa di zolfo! No che non è stato bello, come hai osato farmi fare qualcosa di così... Così osceno? Sei davvero una pervertita svitata! E adesso cosa stai facendo? Lasciami subito andare, maledetta, prima che... Che... M-ma c-che f-fai?
    Balbettò stupito, dopo che aveva fatto di tutto per ridarsi un contegno e riprendere un minimo di dignità, arrossendo come un papavero nell'osservare colmo di sorpresa la posizione perversa e semplicemente oscena assunta dalla bella donna, con cui metteva in mostra le sue intimità eccitate.
    I-io... N-non... N-no, n-non v-voglio a-andare v-via m-ma... N-non s-so c-che f-fare e-e t-tu... T-tu s-sei c-così b-bella e i-io... S-sei u-una s-stupida, e-ecco!
    Proruppe il piccino senza darsi pena di dare un senso intellegibile alle sue parole che sgorgarono improvvisamente dalle sue dolci labbra come un torrente in piena, mentre nascondeva il visetto rosso e imbarazzato tra le manine nivee e socchiudeva gli occhioni per non dover guardare quel diavolo tentatore che sembrava poter mettere a nudo la sua anima candida e scorgervi tutte le macchie che stavano iniziando a ricoprirla.
     
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23 replies since 29/3/2013, 16:10   559 views
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