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Kemondori.
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Premetto che sono consapevole del fatto che non sono la stessa cosa, quindi non azzannatemi, voglio solo soffermarmi sull'idea generale.
Se il paese presenta una modesta disuguaglianza sociale, portando quindi alla presenza di: persone che soffrono per la propria miseria, persone che se la cavano, e persone che se la spassano. E' corretto portare tutti allo stesso grado, impedendo così ai primi di soffrire e garantendo il "diritto alla felicità", anche utilizzando la forza? O è meglio lasciare la bella vita ai fortunati e ai furbi?
Personalmente penso che si dovrebbe fissare un massimo/minimo reddito o una massima/minima paga, in modo da valorizzare anche il merito; la sua assenza renderebbe per me il lavoro troppo passivo.
Eludendo le difficoltà internazionali, sareste favorevoli, contrari, favorevoli senza dispostismo o altro? (non uso un sondaggio perché preferisco sentir parlare)SPOILER (click to view)Se pure questa è già stata fatta mi sparo, ho setacciato tutta la categoria. -
Gryver.
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è un discorso utopico, anche facendolo ci sarà comunque gente che stà male e gente che stà bene
se vuoi la luce devi accettare anche l'ombra
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Kemondori.
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è un discorso utopico, anche facendolo ci sarà comunque gente che stà male e gente che stà bene
se vuoi la luce devi accettare anche l'ombra
Il discorso però si concentra sul fatto che si risolverebbe almeno l'infelicità derivata da un disagio economico. Non sapere come mantenere la casa, i figli, mangiare ecc...
A meno che tu intenda che anche applicandolo non sarebbe sufficiente per eliminare i disagi economici (o almeno in gran parte).
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Per me è una follia, la proprietà privata è un diritto irrinunciabile. . -
Gryver.
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La felicità non si fà con i soldi
il discorso che stai facendo tu l'hanno fatto nell'unione sovietica, andavi nei negozi e potevi prendere quello che ti dicevano loro, nessuno moriva di fame nè ingrassava, e dimmi, erano felici?. -
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veramente nell'urss morivano in parecchi e non c'era nulla a che fare col comunismo . -
Gryver.
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non volevo rovinargli il gioco ma ci hai pensato tu gevà...
ah...
vedi, quella è una prova dei risultati della tua teoria. -
Kemondori.
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La felicità non si fà con i soldi
il discorso che stai facendo tu l'hanno fatto nell'unione sovietica, andavi nei negozi e potevi prendere quello che ti dicevano loro, nessuno moriva di fame nè ingrassava, e dimmi, erano felici?
Non si fa solo con i soldi e questo è certo.
Ma avere un reddito medio è necessario per sopravvivere e raggiungere la felicità.
I soldi in quantita' modesta servono, non vedo dove sia il dubbio.
Dubito che se vai da un precario dicendogli: "vabbè non hai soldi, puoi essere felice in altri modi" sia molto ottimista.Per me è una follia, la proprietà privata è un diritto irrinunciabile.
In effetti è un punto dolente, dell'alternativa "livellatoria" che avevo proposto che ne pensi invece?. -
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Per me non bisogna portare tutti allo stesso livello ma garantire a tutti le stesse opportunità . -
Kemondori.
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Per me non bisogna portare tutti allo stesso livello ma garantire a tutti le stesse opportunità
Mmm, ma come penseresti di applicarlo? La cosa mi sembra vaga, ma magari mi sbaglio. Come fai a garantire delle opportunità lavorative a tutti?. -
Joey'.
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il discorso che stai facendo tu l'hanno fatto nell'unione sovietica, andavi nei negozi e potevi prendere quello che ti dicevano loro, nessuno moriva di fame nè ingrassava, e dimmi, erano felici?
Prego?
Il Comunismo é un utopia. Non esiste che un medico guadagni come un operaio in fabbrica. E' stata una delle più grandi criminalità della storia, con oltre 100 milioni di morti. Non mi dilungo sul resto. Mi faccio bastare questo.
Saluti.. -
Gryver.
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Continuo a ribadirlo, ci saranno sempre diuguaglianze
redditi uguali porteranno a meno iniziativa alle produzioni, a prodotti scadenti e all'abbassamento della qualità media della vita
sono tutte utopie che non si possono applicare perchè l'uomo non è un numero, l'uomo è dannatamente cattivo
se ci pensi la cosa più giusta sarebbe l'anarchia, senza soldi e senza stato, ma, essendo l'uomo il pezzo debole di questo ssistema non si può attuare.. -
Kemondori.
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il discorso che stai facendo tu l'hanno fatto nell'unione sovietica, andavi nei negozi e potevi prendere quello che ti dicevano loro, nessuno moriva di fame nè ingrassava, e dimmi, erano felici?
Prego?
Il Comunismo é un utopia. Non esiste che un medico guadagni come un operaio in fabbrica. E' stata una delle più grandi criminalità della storia, con oltre 100 milioni di morti. Non mi dilungo sul resto. Mi faccio bastare questo.
Saluti.
Non ho parlato solo del comunismo, ho solo esposto un problema che il comunismo e il soclialismo volevano risolvere. L'alternativa del livellamento che ho citato garantiva la presenza di un merito moderato. Non hai qualcosa da proporre?Continuo a ribadirlo, ci saranno sempre diuguaglianze
redditi uguali porteranno a meno iniziativa alle produzioni, a prodotti scadenti e all'abbassamento della qualità media della vita
sono tutte utopie che non si possono applicare perchè l'uomo non è un numero, l'uomo è dannatamente cattivo
se ci pensi la cosa più giusta sarebbe l'anarchia, senza soldi e senza stato, ma, essendo l'uomo il pezzo debole di questo ssistema non si può attuare.
Può darsi che sia vero che si rammolisca l'ambito lavorativo, ma non si può mai sapere, si può trovare entusiasmo anche nel fare qualcosa bene, potresti non ricevere soldi ma onore.
Meglio che comunque chiarisca la mia posizione visto che sembrate un pochettino ostili: io ho un opinione molto variabile e mi piace discutere su questi argomenti, l'idea che avevo proposto mi sembrava (idealmente) buona, tutto qui. Non sto dicendo di andare ad allearci coi cinesi o cose del genere.. -
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Secondo me il problema di fondo dell'economia, sia italiana che globale, è il profitto divinizzato. Il capitalismo ha mortificato l'uomo in ragione del denaro, il comunismo di rovescio ha creato un supercapitalismo di stato mortificando l'uomo in ragione di una collettivizzazione forzata. La soluzione, secondo me, deve essere intermedia: non abolire la proprietà privata, ma indirizzarla al bene comune. Usare la ricchezza come mezzo sociale e non come fine.
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Joey'.
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Ti ho risposto nella prima parte della mia frase. Credo che il mio pensiero si possa intuire. La seconda parte era una mia riflessione personale. E continuo: SPOILER (click to view)Dappertutto vi sono politici che rubano o gente che si dovrebbe occupare dei problemi della gente che si fanno i soldi per conto loro. Come vi sono gente povera e gente ricca. Mettere tutti sullo stesso piano e dire che più niente di quello che hai è tuo ma é di tutti è impensabile. E' inutile dire, guarda li quello sporco ricco che fa il bagno nei soldi o guarda tal altro che muore di fame, meriterebbe una vita migliore. Come non esiste essere invidiosi della vita altrui. Ognuno si accontenti della vita che ha, senza andare a sbattere troppo su queste questioni. La povertà esiste ed è sempre esistita. Non si risolve. In Russia, come a Cuba o in Cina, la gente si era messa tutta sullo stesso piano ma i potenti che stavano allo stato non erano al loro livello. Lenin si faceva il bagno nei soldi, come il "simbolo della rivoluzione" (criminale) Che Guerava si faceva le ville. Prendendo come esempio la politica odierna: Si dice che é corrotta, che i politici pensano a loro stessi. E' vero. Ma sono esseri umani. Voi al loro posto non fareste lo stesso? Molti di voi si, come altri non lo farebbero. E infatti non tutta la politica é un marciume, dipende dalle persone stesse.
In conclusione, tornando al menù principale:CITAZIONEE' corretto portare tutti allo stesso grado, impedendo così ai primi di soffrire e garantendo il "diritto alla felicità", anche utilizzando la forza? O è meglio lasciare la bella vita ai fortunati e ai furbi?
No perché è pura utopia. E la prova della caduta del regime Comunista è la prova di come viveva la gente sotto questo sistema, ripeto, criminale. Un medico deve avere il diritto di guadagnare più di un operaio. Deve avere la libertà di avere un proprio spazio privato (Esempio). Purtroppo oggi giorno vi sono persone che sventolano bandiere e dicono frasi fatte di determinati partiti senza conoscerne realmente il significato anche perché non lo hanno mai vissuto.
Saluti.