Depress Fantasy

reparto pseudo-psicologico poco serio

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    CITAZIONE (Athan @ 22/5/2022, 15:27) 
    Essere pagato per fare nulla era intrigante nelle prime settimane, però ora ha iniziato a insinuarsi il pensiero del "cosa farò se dovessi cambiare azienda o se arrivasse del lavoro all'improvviso?": sulla carta ho mesi/anni di esperienza, ma in pratica ho fatto più o meno quanto uno stagista appena uscito dall'università.

    Allora cambia lavoro: subito. Se cominci a farti questa domanda ora non andrà meglio dopo. Hai la fortuna di fare uno dei lavori più richiesti al mondo in questo momento, in cui la domanda è ben superiore all'offerta. Ci sono tanti ambienti dove puoi lavorare mesi e accumulare un livello di esperienza pari ad anni passati in altre compagnie, specialmente fuori dall'Italia.

    Se mai ti andasse di parlarne di più in dettaglio scrivimi, seguo quello che scrivi da tanti anni ormai e mi spiace sentirti frustrato per il lavoro.

    CITAZIONE (Athan @ 22/5/2022, 15:27) 
    Per questo ho deciso di ridimensionarmi lasciando perdere l'AI, che in questi anni mi ha dato ben poche soddisfazioni, e spostandomi maggiormente verso la programmazione più classica dove c'è sempre bisogno di manovalanza, seppur mi piaccia meno.
    Praticamente sono finito nella situazione "Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neanche un giorno in tutta la tua vita... perché non avrai mai lavoro".

    Scusa se sono sincero ma se lavori nell'AI e non hai nulla da fare, il problema non sei tu ma vuol dire che lavori in un posto di merda. Ma al tempo stesso capisco che a volte uno si può sentire più come un'alchemista che un informatico in quel campo, perché i criteri per capire se qualcosa funziona o no sono molto più oscuri.

    Quello che ha (parzialmente) funzionato per me come via di mezzo è il mondo dell'ML Ops: è un buon modo di conciliare l'esplosizione al machine learning e al contempo recuperare pratiche più classiche del software engineering.
     
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    Trovo appagante provare a credere che felicità, malinconia e depressione dipendano quasi unicamente dalle sostanze che il nostro cervello fa o no schizzare e squirtare per il corpo, come se fosse il compleanno di Adriana Chechik. :ahse:
    Vorrei che il mio cervello schizzasse di più. :sperm: Come un qualsiasi verginello in un hentai, quando scopre che la sua amica d'infanzia tettona e tsundere lo brama intensamente, perché così comanda la trama.
     
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    Masticare cicche: una trovata semplice per mantenere attivo il cervello dopo una singola notte in bianco (non funziona in casi estremi).

    Dopo aver frequentato metà del corso IT di big G: vengo a sapere che la sua controfigura a forma di mela: sta offrendo un servizio simile di apprendimento ma basato "solo" sul proprio ecosistema; e forse potrò accantonare la carrellata fatto di Linux, Windows, Android, macchine virtuali, antivirus, mal di testa, e caffeina, soldi, sul lungo periodo ... :rovescio: davvero, troppe cose per un percorso io studio per cambiare mestiere/io lavoro a tempo pieno ... :tittomg:
     
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    Alla soglia dei miei 27 anni ho sferzato di botto, cambiando la mia vita. Da giovane mi sono diplomato al liceo scientifico e mi sono iscritto all'università. Mi portavo dentro una passione, quella per la cucina. Avrei voluto diplomarmi all'alberghiero ma i miei genitori non mi permisero di iscrivermi, sfruttando l'indecisione di un allora bambino. A 27 anni, appunto, ho deciso di mollare tutto e frequentare una scuola di cucina. Ora ho 30 anni e sono un cuoco da 3, ma nelle cucine vige una severa gerarchia dove l'ultimo arrivato conta 0. Lavoro molte più ore di quanto segnato nel contratto, lo stress è molto alto e la paga non è di certo da applausi. Sto pensando in questi giorni, soprattutto quando mi sdraio a letto di partire e cambiare paese visto che qui in Italia, questo lavoro è bistrattato malamente. Fino ad oggi avevo pensato di tornare in Scozia, ad Edimburgo dove ho vissuto per circa un anno tra il 2020 ed il 2021, ma è arrivata Brexit e quindi andare a lavorare lì è un po' un casino, a mo' di Australia. Stavo prendendo in considerazione l'Irlanda ma è davvero carissima. Stasera ho abbracciato l'idea di poter andare in Norvegia o in Svezia ed entrambe mi hanno restituito un tepore consolatorio. Dite che dovrei fidarmi del mio istinto?
     
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    CITAZIONE (Darenor @ 26/7/2022, 06:07) 
    Alla soglia dei miei 27 anni ho sferzato di botto, cambiando la mia vita. Da giovane mi sono diplomato al liceo scientifico e mi sono iscritto all'università. Mi portavo dentro una passione, quella per la cucina. Avrei voluto diplomarmi all'alberghiero ma i miei genitori non mi permisero di iscrivermi, sfruttando l'indecisione di un allora bambino. A 27 anni, appunto, ho deciso di mollare tutto e frequentare una scuola di cucina. Ora ho 30 anni e sono un cuoco da 3, ma nelle cucine vige una severa gerarchia dove l'ultimo arrivato conta 0. Lavoro molte più ore di quanto segnato nel contratto, lo stress è molto alto e la paga non è di certo da applausi. Sto pensando in questi giorni, soprattutto quando mi sdraio a letto di partire e cambiare paese visto che qui in Italia, questo lavoro è bistrattato malamente. Fino ad oggi avevo pensato di tornare in Scozia, ad Edimburgo dove ho vissuto per circa un anno tra il 2020 ed il 2021, ma è arrivata Brexit e quindi andare a lavorare lì è un po' un casino, a mo' di Australia. Stavo prendendo in considerazione l'Irlanda ma è davvero carissima. Stasera ho abbracciato l'idea di poter andare in Norvegia o in Svezia ed entrambe mi hanno restituito un tepore consolatorio. Dite che dovrei fidarmi del mio istinto?

    Si.

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    Non parlerò di politica, ma speravo davvero a delle elezioni a fine legislatura, a marzo. Così da passare l'autunno e l'inverno in pace(?).
    Fa caldo, siccità, tutto sta morendo.. E non lo reggo.. Le stronzate dei vecchi stronzi, le cazzate qualunquiste dei troppi parenti imbecilli, le puttanate che sento per strada da un qualsiasi idiota che ha sentito da un idiota più prolisso di lui qualche idiozia complottista o assurda.
    Abbondo di sarcasmo e difetto di empatia, perciò questa situazione mi rende il prossimo, l'uomo qualunque, più fastidioso di quanto già normalmente è.
     
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    In quest'ultima settimana ho avuto modo di tirare un po' le somme della mia vita ed il risultato non è affatto incoraggiante.
    Partirò dall'argomento che mi lascia più devastata: l'università. Ho appena concluso il secondo anno della facoltà di lettere e durante questo periodo non ho dato praticamente un solo esame oltre psicologia e vari parziali. Questo significa che dall'anno prossimo mi toglieranno la borsa di studio e non potrò più permettermi la retta, ma non mi importa perché ho deciso di fare la rinuncia. L'università mi ha delusa: avevo intrapreso il cammino con l'obbiettivo finale di diventare insegnante di letteratura italiana nei licei classici (quindi latino e greco) ed avevo programmato meticolosamente tutti gli esami facoltativi per terminare la magistrale con i cfu necessari all'abilitazione; invece all'inizio di quest'anno accademico sono cambiati diversi insegnamenti (non so perché) e quindi ho calcolato che dopo la magistrale avrei comunque dovuto fare un master per integrare i crediti mancanti, cosa che nelle altre università non accade. Dal canto suo l'uni si è giustificata dicendo che non per forza i laureati in lettere (anzi, in filologia) devono mirare all'insegnamento quindi non sta scritto da nessuna parte che il corso di studi debba per forza consentire l'acquisizione dei crediti necessari all'insegnamento.
    Inoltre la riforma della scuola che finora è uscita solo a metà e che potrebbe cambiare ancora nei prossimi anni mi sta facendo capire che questo paese non vuole dei nuovi insegnanti, anzi sembra che stiano facendo di tutto per rendere le cose sempre più astruse. Mi sento delusa e scoraggiata dal sistema.

    Il lavoro. Attraverso la fortissima raccomandazione di una parente che stava per andare in pensione ho iniziato a lavorare in una piccola ditta a gestione familiare in un settore a me sconosciuto: l'edilizia. Sono entrata come segretaria ma in realtà mi occupo di praticamente ogni cosa, dal social media management e gestione del sito web alla parte contabile ed amministrativa passando per i rapporti con le pubbliche amministrazioni, le gare d'appalto, i fornitori ecc. in pratica faccio qualsiasi cosa che non sia andare sui cantieri / abitazioni a montare gli infissi ed impastare la calce.
    Il lavoro mi era stato presentato come facile e leggero ed effettivamente non è che mi spacco la schiena in fabbrica o nei campi, quindi mi sento anche in colpa a lamentarmene.
    Ho scoperto a mia spese che per questa persona il lavoro era "facile" perché, nel concreto, non faceva quasi niente: per anni non ha presentato dichiarazioni e modelli conformi (facendo ricevere un sacco di multe all'azienda), i fornitori venivano pagati in ritardo e un po' come capitava, la pagina social non è mai stata gestita ed il sito crashava in continuazione per ottimi motivi. In pratica il lato amministrativo è un disastro ma nessuno ha mai preso provvedimenti perché nel complesso la ditta fattura, il lavoro c'è e i familiari / proprietari sono troppo occupati nei lavori "sul campo" per dedicarsi a queste cose.
    La parte più rognosa è che ho un contratto part time da 24 ore (circa 750€ al mese) quando invece lavoro 34-36 ore settimanali. Mi capita di ricevere dei fuori busta (chiamiamole mance) da 50-100€ ma non c'è un criterio preciso e vanno un po' a sentimento. Inoltre questa parente si aspetta un grande riconoscimento da parte mia quando non ho il coraggio di dirle che il suo lavoro era "leggero" e "facile" perché in realtà lavorava poco e male, quindi mi tocca pure apparire sempre felice e sorridente per non fare la figura dell'ingrata.
    Soprattutto mi angoscia il fatto che non ho prospettive di avanzamento o carriera, il solo modo in cui potrei guadagnare di più sarebbe gettarmi sul lato "commerciale" dove mi spetterebbero delle provvigioni sui nuovi incarichi (un po' tipo agenti di commercio) ma sinceramente fare la PR non mi ha mai entusiasmato e tutte le esperienze che ho avuto in merito sono sempre finite male perché non sono affatto brava a parlare e ad invogliare all'acquisto. Mi mancano proprio quelle skills legate alla comunicazione persuasiva, per quanto io abbia letto qualche libro sull'argomento e cercato di imparare.
    Ora il lavoro non fa proprio schifo, anzi alcune parti mi piacciono molto, però sinceramente vivere con 800€ al mese per tutta la vita mi deprime.

    Inoltre ho delle esigenze economiche un po' particolari al momento e anche se i miei genitori mi aiutano molto (comunque vivo con loro quindi non ho il problema di affitto, spesa ecc.) mi sto ritrovando ad avere delle grosse spese da sostenere, un po' come se avessi dei familiari a carico. Queste esigenze mi spingono ad aver bisogno di un lavoro e pertanto, pur volendo, non posso sfanculare la ditta. Ci sono anche delle persone che si stanno aggrappando a me da un punto di vista morale e materiale quindi non è che faccio le mie 6-7 ore d'ufficio e poi posso rilassarmi, anzi emotivamente è quasi più "semplice" andare a lavoro che non vivere le restanti 17 ore.
    Purtroppo non posso sfanculare nemmeno queste persone perché tengo a loro e perché avrei bisogno di una vanga e di grossi appezzamenti di terreno per nascondere i corpi.

    Poi c'è il tema del futuro e del fatto che in realtà non ho ancora deciso cosa voglio fare della mia vita da un punto di vista professionale. Una cara amica (ma un po' carogna) mi dice che devo ancora decidere "cosa voglio fare da grande" e non trovo parole migliori per descrivere il concetto. Il problema è che sono in grado di fissare dei paletti molto vaghi (per esempio, so che voglio conseguire una laurea perché per me è un titolo importante) ma tolto l'insegnamento non so di preciso cosa vorrei fare. Anzi, a dire il vero ho fin troppe cose che vorrei fare e spesso mi immagino di poter diventare una latinista - grafologa - mediatrice familiare - avvocatessa specializzata in diritto di famiglia con master in gestione del minore (sì, tutto in un'unica persona).

    Negli ultimi anni mi sono avvicinata al mondo dell'informatica ma anche lì non riesco a capire se si tratti di un hobby o di una vera passione.
    Ho finito (grazie ad una borsa di studio) l'ennesimo corso di formazione da "web developer" e sono stufa di questo oceano di corsetti da quattro soldi realizzati da centri di formazione di dubbia professionalità. Ci sono già cascata varie volte ed ho constatato come tutte queste "academy", "learning lab" ecc. che formano i "web developer del domani" in realtà finiscono solo col dare qualche nozione di HTML, CSS ed insegnare come fare i button animati con JS. Questo mi fa molto arrabbiare perché credo che JS abbia delle grandi potenzialità che vanno oltre le parti animate di un sito web ma non ho mai trovato un corso serio e professionale a riguardo (inoltre non potrei permettermelo). Alcuni miei amici che si stanno laureando in economia informatica (sì, una via di mezzo tra le due facoltà) mi hanno fatto vedere come hanno realizzato un software per la catalogazione dei libri condivisi tra più biblioteche in JS ed ho sbavato sul monitor.
    Tra l'altro ho frequentato dei corsi di ML ed AI (Udacity) ed ho capito che proprio non mi interessano come argomenti, anzi per essere precisi non mi interessa la loro applicazione alla guida automatica (che mi sembra una gran cazzata) quando c'è tutto il mondo dell'AI per la scrittura di testi che invece a quasi nessuno interessa.
    Similmente non ho alcun interesse nella realizzazione di app (Flutter, React ecc.) e così ho bruciato quelli che sono al momento i maggiori campi di interesse (e possibilità di lavoro) per l'informatica.
    Invece mi piace tantissimo realizzare siti web con Wordpress (no, non uso Elementor) ma sono una niubba per quanto riguarda PHP e gestione dei database perché mi son sempre mancate le basi.
    Sto pensando di iscrivermi alla facoltà di ingegneria informatica di un'università telematica perché tra lavoro ed altri cazzi non potrei frequentare un'università normale ed i miei si sono offerti di pagarmi la retta. Parlo di ingegneria informatica e non di informatica "pura" (o scienze informatiche) perché reputo che l'ingegneria informatica dia maggiori sbocchi per la magistrale.
    Penso che poter studiare in una vera università mi darà le basi solide di cui ho bisogno lato programmazione, quindi mi aiuterà a far sparire alcuni timori che ho (come il fatto che non conosco bene JS, PHP o la gestione di db) ma dall'altro lato non sono mai stata una cima in matematica e fisica (pur avendo fatto lo scientifico) e fare 12-18 cfu ciascuno mi spaventa parecchio.
     
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    Ho appena finito di leggere il tuo messaggio e credo di poter sapere esattamente come ti senta, per questo sto rispondendo. Abbiamo avuto un percorso simile. Anche io ho frequentato il liceo scientifico. Anche io ho lavorato in una ditta di famiglia. Anche io ho frequentato l'università e l'ho abbandonata al secondo anno e, devo dirti che anche io mi sono ritrovato su una zattera fatiscente in quello che è l'oceano della vita.
    Ti racconterò brevemente osa è accaduto a me. Uscendo dalle medie avrei voluto fare due lavori, il cuoco o il veterinario. I miei genitori pressarono OVVIAMENTE per la carriera veterinaria così mi iscrissi al liceo, che finii per forza. Una volta uscito da lì mi iscrissi all'università, iscrivendomi al corso scienza forestali e ambientali, alla facoltà di scienze mm.ff.nn.
    Poi cambiai, trasferendomi al corso di agroingegneria dove arrivai al secondo anno e poi mi bloccai, sommerso da materie orribili come analisi 1 e 2, fisica e altra roba super pallosa 😂 da lì andai a lavorare nella ditta di famiglia, svegliandomi alle 2 del mattino e rimanendo fuori fino alle 14, facendo il ragioniere. Più passava il tempo più mi rendevo conto che qualcosa non andasse per il verso giusto. Che qualcosa da dentro bussava, e lo faceva sempre più spesso e sempre più violentemente. Alla fine, come te, avevo molti momenti di riflessione che mi logoravano ogni volta di più. La domanda tra me ed il mio cervello era sempre la stessa: dove stiamo andando a parare? Cosa stiamo facendo della nostra vita?
    Decisi così di cambiare aria, lasciare l'università e cambiare paese, prima della Brexit atterrai in Scozia, ad Edimburgo a casa di un amico. Trovai lavoro poco dopo, e vissi li per un anno, tornai dopo il grande lockdown e li, arrivò il momento di pensare seriamente a cosa volessi fare. Decisi di investire i soldi risparmiati in Scozia per iscrivermi ad una scuola di cucina e da lì, qualcosa è cambiato, in meglio per fortuna. Ho seguito la mia aspirazione, e sono come rinato. Adesso lavoro anche 14 ore al giorno ma esco da lavoro quasi sempre col sorriso. Lavoro stancante si, ma appagante da morire.
    Per farla breve visto che mi sono dilungato taaaanto, l'unico consiglio che ti posso dare è: BUTTATI. Non conta in cosa, segui il tuo istinto e la tua inclinazione personale 3 buttati. Avere paura di gettarsi nel vuoto è normale, ma dovrebbe farti più paura lo stare ferma in un punto morto che non ha sbocchi e che ti fa fossilizzare senza che te ne renda conto.
    Prova a seguire qualche lezione nel tuo ateneo, tanto sono pubbliche (sempre che si sia tornati alla normalità dopo la situazione covid e che le lezioni non si svolgano in DAD), così puoi avere un'infarinatura generale di cosa si faccia e come. Per esperienza la retta dell'università telematica è una bella batosta e se non sei più che sicura ti direi di riflettere per bene, soprattutto perché come hai scritto sarebbero soldi dei tuoi genitori, non vorrei che aggiungessi sensi di colpa dovuti al discorso che magari poi non ti piaccia il corso di studi.
    Per tornare al discorso retribuzione nell'azienda di famiglia, posso dirti che 750€ sono davvero pochini per qualsiasi esigenza anche medio-bassa che sia. Quindi il mio consiglio finale è: osa.
    Alla fine non stai rinunciando ad un trono dorato, quindi a parer mio, non puoi che migliorare il tuo status. In bocca a lupo per tutto Princess, ad maiora! 💪🏻
     
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    CITAZIONE (Princess Twilight @ 3/8/2022, 20:35) 
    In quest'ultima settimana [...]

    Mi spiace molto per la tua situazione Princess, anch'io ci sono passata perché tre anni fa ho interrotto i miei studi senza sapere bene cos'altro fare.
    Da quando ero piccola ho sempre avuto il sogno di fare il medico. Purtroppo, dopo anni di università, il sogno si è infranto contro un muro di inefficienza del sistema e di mia frustrazione e infelicità totale nel seguire una strada che avevo idealizzato.
    Ammetto di aver accettato il primo lavoro che mi è capitato: sono andata a fare raccolte fondi per Telethon. Da qualche parte dovevo pur iniziare. Il lavoro era difficile, stavo in mezzo alla strada a fermare le persone sotto il sole, la pioggia, la neve, e dovevo sempre essere sorridente. Incredibile ma vero, quel lavoro mi ha trasmesso talmente tanta positività da cambiarmi la vita. Ho imparato che lamentarsi non serve a nulla, che il mio umore era direttamente correlato ai pensieri positivi o negativi che sceglievo di coltivare, e soprattutto che il mondo è pieno di persone buone, generose, e che ognuna di queste porta nel cuore un trauma. Ma soprattutto ho capito che, da persona timida e introversa quale sono sempre stata, forzarmi a parlare con le persone mi faceva bene, mi rendeva più intraprendente.
    A quel punto ho pensato: vuoi migliorare le tue skills relazionali, ok. Oltre alla medicina ti piace la tecnologia, ma fai schifo in matematica, quindi studiare informatica è fuori discussione. Perché non candidarti come figura Sales in ambito informatico?
    Ho venduto hardware per un anno, ora sono passata a Google Cloud. Ho trovato un'azienda di persone amichevoli, con grandi valori di inclusività, mi danno molta fiducia e mi permettono di crescere. Sono felicissima e non tornerei mai indietro.

    La morale secondo me è: non aver paura di cambiare. Adesso fai un lavoro che non ti soddisfa troppo, ma già hai fatto un passo ENORME rinunciando a una strada che ti stava stretta. Sei stata super coraggiosa. Non fermarti, continua a cercare. Hai il culo parato con la casa, qualcosina già guadagni e questo fa CV. Nel frattempo sei libera di cercare altro! Sistema bene il tuo profilo Linkedin, fatti una rete di contatti, e soprattutto leggi tutte le offerte di lavoro che puoi. Magari fra 3 settimane leggerai la descrizione di un lavoro e penserai "Beh... questo mi piacerebbe proprio!", e allora saprai che cosa vuoi fare per adesso.
    Datti dei piccoli obiettivi. Non pensare subito a cosa vuoi fare per il resto della vita, pensa a cosa ti potrebbe piacere ora e a come le competenze che acquisirai ti faranno crescere.

    Dai che ce la fai. :cuor:
     
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    CITAZIONE (Princess Twilight @ 3/8/2022, 20:35) 
    Mi mancano proprio quelle skills legate alla comunicazione persuasiva, per quanto io abbia letto qualche libro sull'argomento e cercato di imparare.
    Ora il lavoro non fa proprio schifo, anzi alcune parti mi piacciono molto, però sinceramente vivere con 800€ al mese per tutta la vita mi deprime.

    Inoltre ho delle esigenze economiche un po' particolari al momento e anche se i miei genitori mi aiutano molto (comunque vivo con loro quindi non ho il problema di affitto, spesa ecc.) mi sto ritrovando ad avere delle grosse spese da sostenere, un po' come se avessi dei familiari a carico. Queste esigenze mi spingono ad aver bisogno di un lavoro e pertanto, pur volendo, non posso sfanculare la ditta. Ci sono anche delle persone che si stanno aggrappando a me da un punto di vista morale e materiale quindi non è che faccio le mie 6-7 ore d'ufficio e poi posso rilassarmi, anzi emotivamente è quasi più "semplice" andare a lavoro che non vivere le restanti 17 ore.

    Poi c'è il tema del futuro e del fatto che in realtà non ho ancora deciso cosa voglio fare della mia vita da un punto di vista professionale. Una cara amica (ma un po' carogna) mi dice che devo ancora decidere "cosa voglio fare da grande" e non trovo parole migliori per descrivere il concetto. Il problema è che sono in grado di fissare dei paletti molto vaghi (per esempio, so che voglio conseguire una laurea perché per me è un titolo importante) ma tolto l'insegnamento non so di preciso cosa vorrei fare. Anzi, a dire il vero ho fin troppe cose che vorrei fare e spesso mi immagino di poter diventare una latinista - grafologa - mediatrice familiare - avvocatessa specializzata in diritto di famiglia con master in gestione del minore (sì, tutto in un'unica persona).

    L'università diventa più stimolante se sei una persona votata alla ricerca e allo sviluppo; dovresti/potresti essere una punta del cerchio del progresso.
    Lavora nell'ombra di una persona che stimi e che vorresti diventare. Non dare per scontato l'esperienza che stai accumulando, facendo altri lavori, come nel campo dell'edilizia, e l'informatica: potrebbero esserti d'aiuto.

    Più avanti, dovrai scegliere se mantenere una posizione di leadership, o da dipendente. Cerca di capire a fondo la tua persona.
    Se hai bisogno dei consigli, chiedi direttamente a degli esperti in base alla loro professione; preoccupati in modo sincero; fai le domande giuste; ricerca gli strumenti per risolvere i "problemi".
     
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    Quando ho del sonno arretrato riesco a percepire meglio gli aspetti negativi della vita, perché sono più tendente al malessere in quel momento; ci sono così abituato, allo stare male, che quando le cose iniziano ad andare meglio mi preoccupo di qualcosa che deve andare sicuramente storto. So che c'è una scienza dietro ogni cosa, penso io.
     
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    Anche da ubriaco, parlo molto meno rispetto a qualche anno fa. :zizi:
     
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    Oggi ho incrociato per strada una giovane coppietta (avranno avuto 14-15 anni) e lei teneva in mano una rosa che molto probabilmente le aveva portato lui.
    La vista del fiore mi ha sbloccato il ricordo di un episodio - più amaro che doloroso - accadutomi qualche anno fa: mi stavo frequentando con una ragazza da pochissimo tempo ed avevamo il nostro primo "appuntamento" (cioè un'uscita noi due sole). Con mia grandissima sorpresa, al momento di incontrarci, lei mi portò un bellissimo mazzo di fiori. Ricordo che la cosa mi commosse tantissimo, non solo per la bellezza della composizione quanto per il gesto che mi fece sentire una vera principessa. Infatti non solo piansi quando lei mi regalò i fiori ma piansi anche una settimana dopo quando, nonostante i miei sforzi di far sopravvivere i boccioli, fui costretta a buttarli perché si erano seccati.
    Qualche tempo dopo, sapendo quando le piacessero i girasoli (intanto ci frequentavamo assiduamente ed eravamo praticamente una coppia fissa), riuscii a comprarne uno che feci mettere al centro di un piccolo bouquet decorato con lunghe foglie e rametti. Nel complesso il mazzetto era piuttosto carino, con questo girasole tutto luminoso e tipo dei ramoscelli con delle piccole bacche che lo adornavano.
    Glielo portai mentre eravamo in giro con alcuni amici ed amiche, lei mi ringraziò ma da come si comportò per il resto del pomeriggio mi fu ben chiaro che qualcosa non andasse. In privato mi spiegò che quel gesto l'aveva colpita ma non come pensavo, anzi mi rimproverò del fatto di forzarle troppo la mano comportandomi da maschiaccio perché le avevo portato un fiore quando - a suo dire - era lei a sentirsi la figura dominante della coppia. Non apprezzava in pratica che cercassi di prendere il suo posto da tomboy trattandola come una ragazzina, anzi si sentiva sminuita dal mio regalo.
    Questo suo ragionamento mi ferì molto, soprattutto perché nella nostra coppia non avevo mai immaginato che una delle due "facesse l'uomo" ed anzi quello che cercavo era un rapporto quanto più possibile paritario dove ciascuna fosse libera di essere "sé stessa".
    Inutile dire che ci lasciamo poco dopo e che da allora nessuna mi ha più regalato dei fiori
     
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    A 15 anni usavo gli alcolici per combattere l'insonnia.
    Adesso se bevo non riesco a dormire.
     
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    CITAZIONE (Princess Twilight @ 3/8/2022, 19:35) 
    [...]

    Mi ricollego a questo ultimo post per aggiornarvi un po' sulla situazione ed anche per sfogarmi.
    Il lavoro prosegue, male ma almeno prosegue, anche se ogni giorno in cui mi siedo a questa sedia mi sembra di ingoiare qualche chiodo. Purtroppo, a quanto pare, sono fin troppo brava in quello che faccio e da quando sono arrivata la mole di lavoro è parecchio aumentata per merito di alcune situazioni che ho saputo risolvere velocemente (appalti che non venivano dati perché si litigava per inezie e procedure operative che ho reso più snelle e quindi più veloci). Ovviamente il mio aiuto non è stato in alcun modo riconosciuto ma non mi aspettavo il contrario. Praticamente si sono solo meravigliati di come "per magia" operazioni che prima venivano svolte in 2-3 settimane improvvisamente venivano espletate in 3-4 giorni, questo non per vantarmi ma per farvi capire quanto poco (e male) si lavori.
    Il problema principale che è sorto da questo mio essere "brava" e che mi è stato scaricato addosso ancora più lavoro "dall'amministrazione", ovvero la capa ha smesso di fare anche quel poco che già faceva. Ad esempio durante queste feste il boss ha pensato bene di andarsene in crociera 3 settimane senza curarsi di sistemare le proprie faccende in sospeso (accordi da firmare, clienti da vedere e patti da stipulare) perché tanto c'ero io in ufficio ad occuparmi di tutto.
    Fisicamente mi sento provata, anche perché non sembra esserci più alcun confine tra vita privata e professionale ed oltre che all'attività di famiglia mi stanno chiedendo di occuparmi (durante l'orario di lavoro) di questioni personali come compilare la modulistica per la scuola dei figli, fare commissioni ecc.
    Ci sono altre due persone a lavoro che in teoria dovrebbero occuparsi degli aspetti "commerciali" (quelli per cui vi dicevo che non sono portata) ma in realtà da un mese a questa parte non fanno più niente: all'inizio ero io a prendere il primo contatto con dei potenziali clienti, poi loro li ricontattavano e li incontravano per proporre i servizi dell'azienda, invece adesso hanno addossato a me sia il compito del contatto che dell'appuntamento "commerciale". Ovviamente non riesco a riportare i loro stessi risultati ma a loro non sembra importare. Per me significa solo più lavoro e maggiori frustrazioni.
    Qualche giorno fa il boss mi ha proposto il passaggio al tempo indeterminato con le stesse condizioni contrattuali di adesso: part time da 24 ore settimanali quando invece ne lavoro tranquillamente 38 ed io ho rifiutato ma so benissimo che non si arriverà mai ad un compromesso ragionevole che mi veda retribuita per le ore di lavoro che effettivamente faccio (e che mi garantirebbero circa 1200-1300 al mese rispetto agli 800 che prendo adesso). Questo mi fa rabbia perché dietro al suo rifiuto di pagarmi quanto merito adduce sempre la scusa del costo dei dipendenti ma io so benissimo (facendo io i conti) quanto guadagna l'impresa e so anche che potrebbe benissimo permetterselo ma sono troppo codarda per affrontarlo di petto.
    Quindi tra tre mesi, quando scadrà il mio contratto, molto probabilmente me ne andrò e questo mi fa sentire malissimo perché ho davvero tanto bisogno di lavorare (in realtà ho bisogno di soldi più che di lavorare)

    In questo scenario si è aperto un piccolo spiraglio, ovvero la possibilità per me di sostenere l'esame da mediatrice del credito ed affiancare al lavoro da dipendente quello da consulente mutui a partita IVA. Per me significherebbe continuare a lavorare in questo ambiente tossico e, oltre ad organizzare le ristrutturazioni degli immobili, proporre ai nostri clienti mutui e prestiti per pagare i lavori che vanno fatti. Mi è già parso di capire che si tratta di un lavoro più commerciale che "tecnico" (come io speravo) ma mi permetterebbe di arrotondare un po' restando sempre all'interno dell'azienda. Sono spaventata da questa idea perché già vedo quanto il mio lavoro sia aumentato da quando i titolari si appoggiano esclusivamente su di me, quindi temo che non avrei il tempo materiale di gestire questo side job. Inoltre si tratterebbe di studiare argomenti completamente nuovi per me ed ho paura che finisca come l'ennesimo progetto iniziato ma mai portato a termine. Il boss ha messo bene in chiaro che se voglio farlo, quindi permettere alla sua ditta di offrire questo servizio, lui è d'accordo ma non intende pagarmi né l'esame né il corso di formazione, perché sarebbe qualcosa che poi porterebbe soldi anche a me. Quindi dovrei anticiparmi da sola le spese, studiare, sostenere l'esame e poi aprirmi la partita IVA e quindi proporre i miei servizi di prestiti, mutui ecc. nella sua azienda.
    Ciò che mi attrae è l'idea che, se come progetto va in porto, potrei staccarmi dall'attività e lavorare da sola a partita IVA ma mi sono resa conto che l'esame ha lo stesso costo di un'annualità di Coursera Plus (una piattaforma per la formazione digitale dove sono presenti certificazioni Google, Meta ed IBM) quindi mi ritrovo a pensare che, se comunque devo aprirmi la partita IVA, tanto vale farlo come web designer (cioè quello che sento essere il mio lavoro) che non facendo qualcosa che non mi piace e non conosco. Però dicono anche che come mediatrice del credito si guadagni un bel po' ed effettivamente per i siti web non è che mi abbiano mai pagato tanto.

    Il mio attuale dilemma, come avrete intuito, è capire se lanciarmi in questa nuova avventura o se focalizzarmi sull'incrementare le mie skills in un settore che già conosco e che mi piace.
     
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    Arciduca von Mangaka

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    Negli ultimi anni sto notando come i social, purtroppo l'unico strumento che uso per interagire per piacere con delle persone, stiano andando a scatafascio.
    Così su due piedi non posso dire che non mi dispiaccia perché sono (stati?) comunque un posto in cui buttare lì qualche commento sull'ultima serie vista o sull'ultimo gioco giocato, magari a volte trovavo qualcuno con interessi in comune che rispondeva pure. Però in fin dei conti con quante persone conosciute sui social sono riuscito a portare avanti una corrispondenza al di fuori di essi in tutti questi anni? Con nessuna.
    Di solito mi dicevo "Massì dai, mi impegnerò maggiormente. Inoltre più gente se ne va e più facile sarà interagire con chi rimane lol", però ultimamente penso che dovrei semplicemente arrendermi e restare un anonimo navigatore della rete, senza pretese di conoscere persone nuove.
     
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