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goldendick.
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Mi svegliai sperando di aver sognato.
Ero a letto, ancora non ben sveglia. Guardai accanto. C’era
Willy, mio figlio. Dormiva.
Tutto quanto era accaduto la notte precedente, dunque, era
realtà. Non un sogno. Avevo scopato con mio figlio. Davvero.
Senza alcun dubbio. Proprio così!
Rendendomi conto di ciò, sentii l’impellente necessità di
raccogliere i miei pensieri, di riflettere, meditare. Non
potevo restare a letto, dovevo alzarmi.
Alla meno peggio mi detti una lavata, mi vestii, uscii da
casa, andai sulla spiaggia, e mi misi a camminare, a piedi
scalzi, lungo il limitare dove s’infrange la debole onda del
mattino.
Ero assalita da mille problemi, da infiniti dubbi.
Avevo scopato con Willy!
Camminai a lungo, fermandomi ogni tanto per concentrare meglio
il pensiero.
Dovevo pur giungere a una conclusione, e mi sembrava di averla
presa.
Sapevo cosa avrei detto a William. Mi avviai verso casa.
La sua auto non era più nel parcheggio.
Entrai in casa, sul tavolo dell’ingresso un foglio. Willy mi
diceva che andava in città.
Decisi di fare un bagno, rilassante, e rimasi a lungo nella
vasca, seguitando a meditare. Chissà cosa pensava lui.
Mi levai dalla vasca, mi asciugai accuratamente, mi vestii
scegliendo con attenzione quanto andavo indossando. Mi recai
in salotto, lo attesi.
Finalmente, sentii il rumore dell’auto che aveva imboccato il
vialetto. Si fermò. Rumore dello sportello che si richiudeva.
William entrò a testa bassa, cercando di sfuggire il mio
sguardo.
Toccava a me cominciare.
"William, dobbiamo parlare."
La sua voce era bassa, imbarazzata, timida.
"Mamma, sono spiacente per la notte scorsa. So che mi detesti…
"
"William..."
"Sono andato in città e comprare un biglietto per tornare
negli Stati…”
"William..."
"Lascio tutto qui. Casa e auto. A te!”
"William, un momento, fammi parlare, ascolta… solo un minuto…”
Sedette sul sofà. Fui io ad alzarmi. Passeggiavo nervosamente
per la stanza.
"Ho pensato molto alla notte scorsa. Cosa abbiamo fatto, cosa
ci siamo detto.”
Lui seguitava a guardare per terra.
“Ascolta, Willy. Ho amato solo un uomo nella mia vita, l’uomo
che mi ha amato e si è preso cura di me...”
Mi fermai dinanzi a lui, lo fissai.
“…sei tu!”
Alzò la testa, mi guardò sbalordito.
“Mamma…”
“Aspetta che finisca, William… se vuoi, io sarò… sì Willy,
sarò la tua donna…”
“Sei sicura, mamma?”
“Io si, devi decidere tu.”
“Meraviglioso, mamma…”
“Un momento, William. Tu non mi hai mai visto nuda. Potrebbe
non piacerti il mio corpo.”
“Ma cosa dici…”
“Devi vederlo, William, prima di decidere. Adesso.”
Lui era sempre seduto. Io di fronte a lui, in piedi.
Sfilai il pullover e lo lasciai cadere sul pavimento.
Indossavo un minuscolo reggiseno che copriva appena i
capezzoli, e il bikini celava non completamente la mia
‘micetta’. Tirai l’estremità dei cordoncini che legavano i due
indumenti: sulla schiena e sull’anca. Rimasi completamente
nuda, le mie prosperose tettone, una 38D, al vento, con le
areole che andavano scurendosi e i capezzoli irrigidendosi.
William mi fissava.
Mi domandavo se potesse accorgersi dell’umore che certamente
era cosparso sulle labbra della mia vagina.
Feci un passo verso lui. Si alzò.
“Sei bellissima, mamma.”
Ci abbracciammo stretti.
“Ora tocca a te, Willy…”
Gli alzai la camicia e gliela tolsi, carezzai il suo petto, la
sua schiena. Slacciai la cintura dei pantaloni, allentai
l’elastico dei boxer. Giù tutto, per terra.
Tornammo ad abbracciarci. Le mammelle premevano sul suo torace
e il suo sesso sul mio grembo.
Gli posi le mani sulle spalle e lo feci sedere in poltrona. Mi
inginocchiai di fronte a lui. Il suo fallo era fieramente
eretto.
“E’ splendido, Willy, bellissimo, imponente. Non riesco a
credere che io sia stata capace di ospitarlo in me, così
maestoso e possente.”
Lo carezzai lentamente, dolcemente, delicatamente. Poi mi
chinai, tirai fuori la lingua, e cominciai a lambire la parte
inferiore del glande.
“Mamma….”
Mormorò William.
Io continuai a leccare su e giù, rivestendolo della mia
saliva, poi lo accolsi tra le labbra e cominciai a succhiare…
Lui cominciò ad ansare, a muovere il bacino, la mia testa gli
andava incontro, si allontanava, tornava ad andargli incontro…
Respirava sempre più forte, aveva messo le mani sulla mia
testa e la guidava nei movimenti. Sentivo che stava
raggiungendo il piacere ed ero decisa di assaporare il suo
seme per cui seguitavo, sempre più freneticamente…
“Ohhhhh, mamma, ooooooh… sto per ….”
Accolsi il caldo tepore della sua voluttà e lo deglutii
golosamente, avidamente.
Ansava ancora, aveva la testa rovesciata sullo schienale, gli
occhi chiusi. Poi, sollevò il capo, aprì gli occhi, mi guardò,
con infinita dolcezza.
“Meraviglioso, mamma, incredibile…”
Gli sorrisi, soddisfatta, contenta, eccitata.
Mi levai su, lentamente, mi misi a cavallo delle sue gambe,
gli cinsi il collo e lo strinsi in un lungo bacio
appassionato. Le lingue si cercavano e si intrecciavano, si
carezzavano.
Mi scostai un po’ da lui. Le tette erano lì, sotto i suoi
occhi. Con un dito cominciò a percorrere le mie areole.
“Come sono grandi, belle, eccitanti, mamma.”
Le sue dita, ora, strizzavano teneramente i capezzoli che
erano turgidi e desiderosi di quelle coccole.
“E stato bellissimo, l’altra notte, quando hai succhiato I
miei capezzoli.”
Lo provocavo.
Lui, invece, mi prese in braccio e si avviò verso la camera da
letto.
“Mamma, ti leccherò e ti succhierò fino a farti impazzire. Le
tette bellissime e la tua micetta, fino a quello che sarà un
indimenticabile orgasmo…!”
Lo stavo già raggiungendo, a quelle parole.
Eccitata gli chiesi perché voleva ‘mangiare’ la mia micetta.
“Perché mi piace… e a te?”
“Si tesoro, si, mi piace … nessuno lo aveva fatto prima… si,
amore, divora la ‘micetta’ della tua mamma…”
Willy mi poggiò sul letto e mi venne vicino. Ero supina, coi
capezzoli eretti,. Non perse tempo, si chino su me e mise la
sua bocca calda sui miei capezzoli. Quando la sua lingua umida
li lambì mi sembrava sprofondare nel piacere.
“E’ bellissimo, Willy, bellissimo… ooooooh!”
Mentre succhiava un capezzolo e titillava l’altro, scese con
la mano libera alla mia ‘micetta’. Ne sentì l’umidità. Le sue
dita s’introdussero in me, raccolsero i miei succhi, li
cosparsero su un capezzolo e lui succhiò. La mano era tornata
giù, tra le grandi labbra, e vellicava il clitoride. Era più
di quanto potessi resistere.
“Oh, Willy, sto venendo….”
La ‘micetta’ sembrava impazzita e sentivo colare la linfa del
piacere. Era sorprendente come godessi al semplice succhiare
dei capezzoli…
William ritirò le dita dal mio clitoride e sedette fissandomi.
Vibravo ancora, per l’orgasmo, e respiravo affannosamente,
mentre guardavo lui seduto in fondo al letto. Chiusi gli occhi
e cercavo di rilassarmi… fu allora che sentii qualcosa premere
tra le mie gambe. Aprii gli occhi: era la testa di Willy, e
lui baciava teneramente la mia cosina. Si staccò solo un
momento.
“Te l’ho detto, mamma, che te l’avrei mangiata!”
Non immaginavo che potessi godere ancora così presto, di
nuovo.
La lingua di Willy carezzava la mia micetta, ne raccoglieva
gli umori. Partiva dal fondo, vicino al buchetto, e giungeva
al clitoride. Su e giù. Poi l’infilava nella vagina, più che
poteva, lambendone le pareti, girandola e rigirandola, ed io
cercavo di stringerla, in me. Ora stava lambendo il clitoride…
“Mio dio, Willy, è fantastico…”
Spalancai le cosce al massimo, inarcai il bacino, la sua
faccia era schiacciata sulla mia cosina, e sentivo
l’avvicinarsi di un nuovo orgasmo…
“Bellissimo, amore, bellissimo… sì… così… così…”
Willy introdusse due dita in me e strofinava….
“Dai Willy, dai…”
Premevo il mio sesso al suo viso.
“Oh, William…. Sto venendo di nuovo…. Godo…. Godo… stai
facendo godere la tua mamma che…. Ecco… ecco…. Vengoooooo”
Non capivo più nulla, ero in estasi, respiravo a fatica.
Riuscii, molto lentamente, a riavermi.
William s’era sollevato.
Le sue belle mani avevano afferrato le tette, le impastavano,
delicatamente, e il suo viso era tra esse. Lo voltava,
baciando ora una ora l’altra, leccandole, succhiando i
capezzoli.
“Ti piacciono le mie tette, Willy?”
“Moltissimo mamma, mi piace suggere queste meravigliose
tette.”
“Vieni qui, dammi un bacio.”
William scivolò su me, le nostre labbra si unirono, le lingue
si cercarono… Io sentivo il suo fallo elevarsi sempre più e
strusciare sulla mia micetta umida. Non avevo mai tanto
desiderato essere posseduta. Non potevo attendere. Volevo
sentire ogni centimetro del suo sesso… Dilatai le gambe, e
restituii, impaziente, quel suo continuo strusciare…
Lo guardai fissamente negli occhi. Sentivo le mie nari
fremere. Era anche difficile parlare.
“Ti prego, William, scopami… metti il tuo splendo uccello
nella mia cosina… l’altra notte ero tua madre… non sapevo cosa
volevo e cosa facevo… adesso sono la tua donna…. La tua donna…
voglio che tu mi scopi con tutto il tuo fallo!
La ‘micetta’ sembrava impazzita e sentivo colare la linfa del
piacere. Era sorprendente come godessi ancora al solo
succhiare dei capezzoli…
William ritirò le dita dal mio clitoride e sedette fissandomi.
Il mio orgasmo esplose come un terremoto. Intrecciai le mie
gambe sulla sua schiena e lo strinsi per sentirlo ancora più
profondamente. Una sensazione indescrivibile. Il fallo
palpitante di mio figlio era stretto nel profondo del mio
grembo. E non volevo che quanto stavo provando avesse fine.
Il suo seme e la mia linfa, voluttuosamente insieme,
cominciarono a stillare da me, colando tra le natiche, verso
il sedere, spandendosi, tiepidi, sul buchetto che palpitò.
William rotolò su un fianco, trascinandomi con lui. Le mie
gambe lo stringevano sempre, e giacemmo così, col suo fallo
sempre sprofondato in me. Ci baciavamo, raggianti, consci che
ora non eravamo più solamente madre e figlio, ma anche amanti
innamorati.
Compresi, in quel momento, che volevo, e avevo sempre voluto,
essere soprattutto la ‘donna’ di mio figlio, e che nessuna
madre può desiderare di più che essere la ‘donna’ della sua
creatura.
Gli sussurrai all’orecchio, in un sospiro.
"Spero che la nostra luna di miele duri per sempre!"
William sorrise.
“Non so perché non debba essere così. Tu sei la più bella
sposa del mondo!”
Ci addormentammo, ognuno tra le braccia dell’altro.
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IoMammataEto'o.
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Propongo la sedia elettrica a sti tipi ... . -
metal amon.
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SPOILER (click to view)Propongo la sedia eletrica a sti tipi ...
se nn ti piace fai ameno di commentare. -
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secondo me è gran bello invece:) . -
metal amon.
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quoto con Koning .