Willy

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. goldendick
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Mi svegliai sperando di aver sognato.
    Ero a letto, ancora non ben sveglia. Guardai accanto. C’era
    Willy, mio figlio. Dormiva.
    Tutto quanto era accaduto la notte precedente, dunque, era
    realtà. Non un sogno. Avevo scopato con mio figlio. Davvero.
    Senza alcun dubbio. Proprio così!
    Rendendomi conto di ciò, sentii l’impellente necessità di
    raccogliere i miei pensieri, di riflettere, meditare. Non
    potevo restare a letto, dovevo alzarmi.
    Alla meno peggio mi detti una lavata, mi vestii, uscii da
    casa, andai sulla spiaggia, e mi misi a camminare, a piedi
    scalzi, lungo il limitare dove s’infrange la debole onda del
    mattino.
    Ero assalita da mille problemi, da infiniti dubbi.
    Avevo scopato con Willy!
    Camminai a lungo, fermandomi ogni tanto per concentrare meglio
    il pensiero.
    Dovevo pur giungere a una conclusione, e mi sembrava di averla
    presa.
    Sapevo cosa avrei detto a William. Mi avviai verso casa.
    La sua auto non era più nel parcheggio.
    Entrai in casa, sul tavolo dell’ingresso un foglio. Willy mi
    diceva che andava in città.
    Decisi di fare un bagno, rilassante, e rimasi a lungo nella
    vasca, seguitando a meditare. Chissà cosa pensava lui.
    Mi levai dalla vasca, mi asciugai accuratamente, mi vestii
    scegliendo con attenzione quanto andavo indossando. Mi recai
    in salotto, lo attesi.
    Finalmente, sentii il rumore dell’auto che aveva imboccato il
    vialetto. Si fermò. Rumore dello sportello che si richiudeva.
    William entrò a testa bassa, cercando di sfuggire il mio
    sguardo.
    Toccava a me cominciare.
    "William, dobbiamo parlare."
    La sua voce era bassa, imbarazzata, timida.
    "Mamma, sono spiacente per la notte scorsa. So che mi detesti…
    "
    "William..."
    "Sono andato in città e comprare un biglietto per tornare
    negli Stati…”
    "William..."
    "Lascio tutto qui. Casa e auto. A te!”
    "William, un momento, fammi parlare, ascolta… solo un minuto…”
    Sedette sul sofà. Fui io ad alzarmi. Passeggiavo nervosamente
    per la stanza.
    "Ho pensato molto alla notte scorsa. Cosa abbiamo fatto, cosa
    ci siamo detto.”
    Lui seguitava a guardare per terra.
    “Ascolta, Willy. Ho amato solo un uomo nella mia vita, l’uomo
    che mi ha amato e si è preso cura di me...”
    Mi fermai dinanzi a lui, lo fissai.
    “…sei tu!”
    Alzò la testa, mi guardò sbalordito.
    “Mamma…”
    “Aspetta che finisca, William… se vuoi, io sarò… sì Willy,
    sarò la tua donna…”
    “Sei sicura, mamma?”
    “Io si, devi decidere tu.”
    “Meraviglioso, mamma…”
    “Un momento, William. Tu non mi hai mai visto nuda. Potrebbe
    non piacerti il mio corpo.”
    “Ma cosa dici…”
    “Devi vederlo, William, prima di decidere. Adesso.”
    Lui era sempre seduto. Io di fronte a lui, in piedi.
    Sfilai il pullover e lo lasciai cadere sul pavimento.
    Indossavo un minuscolo reggiseno che copriva appena i
    capezzoli, e il bikini celava non completamente la mia
    ‘micetta’. Tirai l’estremità dei cordoncini che legavano i due
    indumenti: sulla schiena e sull’anca. Rimasi completamente
    nuda, le mie prosperose tettone, una 38D, al vento, con le
    areole che andavano scurendosi e i capezzoli irrigidendosi.
    William mi fissava.
    Mi domandavo se potesse accorgersi dell’umore che certamente
    era cosparso sulle labbra della mia vagina.
    Feci un passo verso lui. Si alzò.
    “Sei bellissima, mamma.”
    Ci abbracciammo stretti.
    “Ora tocca a te, Willy…”
    Gli alzai la camicia e gliela tolsi, carezzai il suo petto, la
    sua schiena. Slacciai la cintura dei pantaloni, allentai
    l’elastico dei boxer. Giù tutto, per terra.
    Tornammo ad abbracciarci. Le mammelle premevano sul suo torace
    e il suo sesso sul mio grembo.
    Gli posi le mani sulle spalle e lo feci sedere in poltrona. Mi
    inginocchiai di fronte a lui. Il suo fallo era fieramente
    eretto.
    “E’ splendido, Willy, bellissimo, imponente. Non riesco a
    credere che io sia stata capace di ospitarlo in me, così
    maestoso e possente.”
    Lo carezzai lentamente, dolcemente, delicatamente. Poi mi
    chinai, tirai fuori la lingua, e cominciai a lambire la parte
    inferiore del glande.
    “Mamma….”
    Mormorò William.
    Io continuai a leccare su e giù, rivestendolo della mia
    saliva, poi lo accolsi tra le labbra e cominciai a succhiare…
    Lui cominciò ad ansare, a muovere il bacino, la mia testa gli
    andava incontro, si allontanava, tornava ad andargli incontro…
    Respirava sempre più forte, aveva messo le mani sulla mia
    testa e la guidava nei movimenti. Sentivo che stava
    raggiungendo il piacere ed ero decisa di assaporare il suo
    seme per cui seguitavo, sempre più freneticamente…
    “Ohhhhh, mamma, ooooooh… sto per ….”
    Accolsi il caldo tepore della sua voluttà e lo deglutii
    golosamente, avidamente.
    Ansava ancora, aveva la testa rovesciata sullo schienale, gli
    occhi chiusi. Poi, sollevò il capo, aprì gli occhi, mi guardò,
    con infinita dolcezza.
    “Meraviglioso, mamma, incredibile…”
    Gli sorrisi, soddisfatta, contenta, eccitata.
    Mi levai su, lentamente, mi misi a cavallo delle sue gambe,
    gli cinsi il collo e lo strinsi in un lungo bacio
    appassionato. Le lingue si cercavano e si intrecciavano, si
    carezzavano.
    Mi scostai un po’ da lui. Le tette erano lì, sotto i suoi
    occhi. Con un dito cominciò a percorrere le mie areole.
    “Come sono grandi, belle, eccitanti, mamma.”
    Le sue dita, ora, strizzavano teneramente i capezzoli che
    erano turgidi e desiderosi di quelle coccole.
    “E stato bellissimo, l’altra notte, quando hai succhiato I
    miei capezzoli.”
    Lo provocavo.
    Lui, invece, mi prese in braccio e si avviò verso la camera da
    letto.
    “Mamma, ti leccherò e ti succhierò fino a farti impazzire. Le
    tette bellissime e la tua micetta, fino a quello che sarà un
    indimenticabile orgasmo…!”
    Lo stavo già raggiungendo, a quelle parole.
    Eccitata gli chiesi perché voleva ‘mangiare’ la mia micetta.
    “Perché mi piace… e a te?”
    “Si tesoro, si, mi piace … nessuno lo aveva fatto prima… si,
    amore, divora la ‘micetta’ della tua mamma…”
    Willy mi poggiò sul letto e mi venne vicino. Ero supina, coi
    capezzoli eretti,. Non perse tempo, si chino su me e mise la
    sua bocca calda sui miei capezzoli. Quando la sua lingua umida
    li lambì mi sembrava sprofondare nel piacere.
    “E’ bellissimo, Willy, bellissimo… ooooooh!”
    Mentre succhiava un capezzolo e titillava l’altro, scese con
    la mano libera alla mia ‘micetta’. Ne sentì l’umidità. Le sue
    dita s’introdussero in me, raccolsero i miei succhi, li
    cosparsero su un capezzolo e lui succhiò. La mano era tornata
    giù, tra le grandi labbra, e vellicava il clitoride. Era più
    di quanto potessi resistere.
    “Oh, Willy, sto venendo….”
    La ‘micetta’ sembrava impazzita e sentivo colare la linfa del
    piacere. Era sorprendente come godessi al semplice succhiare
    dei capezzoli…
    William ritirò le dita dal mio clitoride e sedette fissandomi.

    Vibravo ancora, per l’orgasmo, e respiravo affannosamente,
    mentre guardavo lui seduto in fondo al letto. Chiusi gli occhi
    e cercavo di rilassarmi… fu allora che sentii qualcosa premere
    tra le mie gambe. Aprii gli occhi: era la testa di Willy, e
    lui baciava teneramente la mia cosina. Si staccò solo un
    momento.
    “Te l’ho detto, mamma, che te l’avrei mangiata!”
    Non immaginavo che potessi godere ancora così presto, di
    nuovo.
    La lingua di Willy carezzava la mia micetta, ne raccoglieva
    gli umori. Partiva dal fondo, vicino al buchetto, e giungeva
    al clitoride. Su e giù. Poi l’infilava nella vagina, più che
    poteva, lambendone le pareti, girandola e rigirandola, ed io
    cercavo di stringerla, in me. Ora stava lambendo il clitoride…
    “Mio dio, Willy, è fantastico…”
    Spalancai le cosce al massimo, inarcai il bacino, la sua
    faccia era schiacciata sulla mia cosina, e sentivo
    l’avvicinarsi di un nuovo orgasmo…
    “Bellissimo, amore, bellissimo… sì… così… così…”
    Willy introdusse due dita in me e strofinava….
    “Dai Willy, dai…”
    Premevo il mio sesso al suo viso.
    “Oh, William…. Sto venendo di nuovo…. Godo…. Godo… stai
    facendo godere la tua mamma che…. Ecco… ecco…. Vengoooooo”
    Non capivo più nulla, ero in estasi, respiravo a fatica.
    Riuscii, molto lentamente, a riavermi.
    William s’era sollevato.
    Le sue belle mani avevano afferrato le tette, le impastavano,
    delicatamente, e il suo viso era tra esse. Lo voltava,
    baciando ora una ora l’altra, leccandole, succhiando i
    capezzoli.
    “Ti piacciono le mie tette, Willy?”
    “Moltissimo mamma, mi piace suggere queste meravigliose
    tette.”
    “Vieni qui, dammi un bacio.”
    William scivolò su me, le nostre labbra si unirono, le lingue
    si cercarono… Io sentivo il suo fallo elevarsi sempre più e
    strusciare sulla mia micetta umida. Non avevo mai tanto
    desiderato essere posseduta. Non potevo attendere. Volevo
    sentire ogni centimetro del suo sesso… Dilatai le gambe, e
    restituii, impaziente, quel suo continuo strusciare…
    Lo guardai fissamente negli occhi. Sentivo le mie nari
    fremere. Era anche difficile parlare.
    “Ti prego, William, scopami… metti il tuo splendo uccello
    nella mia cosina… l’altra notte ero tua madre… non sapevo cosa
    volevo e cosa facevo… adesso sono la tua donna…. La tua donna…
    voglio che tu mi scopi con tutto il tuo fallo!
    La ‘micetta’ sembrava impazzita e sentivo colare la linfa del
    piacere. Era sorprendente come godessi ancora al solo
    succhiare dei capezzoli…
    William ritirò le dita dal mio clitoride e sedette fissandomi.
    Il mio orgasmo esplose come un terremoto. Intrecciai le mie
    gambe sulla sua schiena e lo strinsi per sentirlo ancora più
    profondamente. Una sensazione indescrivibile. Il fallo
    palpitante di mio figlio era stretto nel profondo del mio
    grembo. E non volevo che quanto stavo provando avesse fine.
    Il suo seme e la mia linfa, voluttuosamente insieme,
    cominciarono a stillare da me, colando tra le natiche, verso
    il sedere, spandendosi, tiepidi, sul buchetto che palpitò.
    William rotolò su un fianco, trascinandomi con lui. Le mie
    gambe lo stringevano sempre, e giacemmo così, col suo fallo
    sempre sprofondato in me. Ci baciavamo, raggianti, consci che
    ora non eravamo più solamente madre e figlio, ma anche amanti
    innamorati.
    Compresi, in quel momento, che volevo, e avevo sempre voluto,
    essere soprattutto la ‘donna’ di mio figlio, e che nessuna
    madre può desiderare di più che essere la ‘donna’ della sua
    creatura.
    Gli sussurrai all’orecchio, in un sospiro.
    "Spero che la nostra luna di miele duri per sempre!"
    William sorrise.
    “Non so perché non debba essere così. Tu sei la più bella
    sposa del mondo!”
    Ci addormentammo, ognuno tra le braccia dell’altro.
     
    .
  2. IoMammataEto'o
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Propongo la sedia elettrica a sti tipi ...
     
    .
  3. metal amon
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    SPOILER (click to view)
    Propongo la sedia eletrica a sti tipi ...

    se nn ti piace fai ameno di commentare
     
    .
  4.     Top   Dislike
     
    .
    AVATAR_DEFAULT

    Lurker Member

    Group
    Member
    Posts
    49

    Status
    OFFLINE
    secondo me è gran bello invece:)
     
    .
  5. metal amon
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    quoto con Koning
     
    .
4 replies since 9/10/2009, 08:51   1132 views
  Share  
.
Top