Lo stanzino

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    Breve appunto: Ho deciso di scrivere questo racconto come parte centrale di un racconto, ho infatti lasciato il finale "aperto" ad un continuo. Essendo uno dei miei primi racconti non so se la storia piace, per questo mi aspetto dei pareri e commenti. Se qualcuno sarà interessato, ne posterò anche un continuo.

    Premessa: Il protagonista si chiama Oscar, 24 anni, vive da solo ed è single. Va in palestra 2 volte a settimana ed ha un bel fisico attraente. Lavora come Webdesigner.

    Mi svegliai. Non sapevo dov'ero. Ero svenuto e qualcuno mi aveva probabilmente portato via. Quel posto era buio, però potevo notare una luce fioca che faceva capolino da una finestra, inoltre era estate e dunque il clima lì dentro era molto caldo. Passai come minimo 5 minuti a cercare di capire dov'ero. Il mio unico punto di riferimento era quella finestra dal quale entrava una piccola luce, probabilmente era la luce del sole. Ma non potevo esserne così sicuro, non sapevo che ora era. Appena provai a muovermi sentii che le mie mani erano legate a qualcosa dietro di me, probabilmente era una barra di ferro. Ma non solo. Al collo avevo qualcosa, come un collare. Sotto di me c'era qualcosa di morbido. Ero sdraiato su un letto forse? Notai che ero completamente nudo. Poi sentii dei passi, cominciai a preoccuparmi: cosa potevo fare? Ero bloccato lì e non sapevo cosa mi stava succedendo. Mi volevano uccidere? Poi arrivò qualcuno e cominciò a dire qualcosa. Dalla voce, sembrava una donna giovane.
    "Finalmente ti sei svegliato", mi disse con tono malizioso.
    "Chi sei? Che cosa sta succedendo?" le domandai io istantaneamente. Non capivo bene da dove arrivava la voce.
    "Non ti preoccupare, lo scoprirai a tempo debito..." mi rispose.
    Sentii i suoi passi allontanarsi di nuovo. Cosa mi voleva fare? Perché ero nudo? Mi avrebbe torturato?
    Non volevo gridare. Avrei voluto farle mille domande ma avevo paura, magari se avessi gridato qualcuno mi avrebbe ucciso. Perciò preferii stare zitto. Rimasi solo per qualche minuto, finché non sentii di nuovo dei passi venire verso di me. Questa volta i passi erano più pesanti, più forti. Era ancora lei?
    Sentii un piccolo rumore, come quando si preme un interruttore. Una debolissima luce cominciò a illuminare la stanza.
    Potevo vedere a malapena quella persona. La parte 'visiva' della sua faccia era mascherata. Portava una di quelle comuni maschere da carnevale, che coprono gli occhi e il naso. I suoi capelli erano medio-lunghi, superavano di poco le spalle. Alla luce apparivano di un colore biondo scuro. Scendendo, portava un reggiseno nero. Appena vidi le sue tette rimasi stupito. Portava come minimo una quarta piena, le sue tette erano belle sode e il reggiseno stretto le metteva ancor più in risalto. La sua corporatura era abbastanza snella, aveva dei fianchi perfetti. Non portava niente, nell'intimo. Si poteva infatti notare la sua figa, depilata, priva di ogni singolo pelo. Poco più giù portava degli stivali con i tacchi molto alti, anch'essi di colore nero.
    Ma cosa mi voleva fare, dunque?
    Cominciò ad avvicinarsi a me. Io nel frattempo mi guardavo attorno un po' spaventato per vedere se c'erano altre persone attorno a noi. Non c'era nessuno. Era un piccolo stanzino con una finestra, molto piccolo. Poco più a destra del letto su quale ero sdraiato c'era una porta bianca, chissà dove conduceva. Notai inoltre che il letto era molto piccolo, era poco più largo di un letto a una piazza. Non c'era nient'altro in quella stanza. Niente di niente.
    Ora lei era lì, distante circa un metro e mezzo da me.
    "Mi chiamo Ellen", mi disse. Chissà se era davvero il suo vero nome, ma almeno ora sapevo sicuramente qualcosa di più su di lei.
    "Ti stiamo spiando da un po' di giorni, sappiamo molte cose di te. Chi sei, dove vivi, come e dove trascorri le giornate..."
    Parlò al plurale. Dunque non era sola? Cominciai a spaventarmi ancor di più.
    "Se è ciò che stai per chiedermi, siamo solo noi due adesso e non siamo nemmeno molto lontani da casa tua. Questo è tutto ciò che puoi sapere, per ora. Perciò tieni la bocca chiusa e fai come ti dico, se vuoi tornare a casa sano e salvo."
    La sua era una vera e propria minaccia. Ma almeno eravamo soli e la cosa mi tranquillizzò un po'. Sapere che non c'era nessun altro nascosto lì attorno da qualche parte, mi fece sentire meglio.
    Alzò uno dei suoi piedi e posò il suo tacco poco sotto al mio collo, facendo una leggera pressione, poi cominciò a farlo scivolare giù piano piano. Si fermò poco sopra al mio cazzo. Continuava a pressare e mi faceva male, ma non dissi niente e sofrii in silenzio, per la paura.
    Lo spostò poi, e lo mise di nuovo a terra. Cominciò ad avvicinare piano piano il suo viso al mio. Non potevo fare altro che fissarla nei suoi movimenti e ogni tanto dare un'occhiata al suo corpo, era impossibile non guardarlo nemmeno per un secondo.
    Arrivò davanti a me e posò la sua bocca sulla mia, chiusa. Mi diede un piccolo bacio sulle labra, poi fece un piccolo sorrisino. Si spostò lentamente verso il mio collo e cominciò a leccarmi il collo, fino ad arrivare a succhiarmelo piano piano. I suoi denti premevano sopra al mio collo e faceva anche un po' male, ma la cosa mi piaceva, per cui non badai più di tanto al dolore che mi stava causando. I secondi passavano lentamente e lei continuava a premere sul mio collo con i suoi denti, a tirare la mia pelle dentro alla sua bocca. Poi cominciò a lasciare andare la presa delicatamente, ma non si staccò. Ricominciò a leccare, e tenendo la lingua posata sul mio corpo scendeva piano piano. La sua lingua sfiorò il mio capezzolo e ciò mi fece eccitare leggermente. Continuava a scendere, tenendo la sua lingua attaccata a me, fino ad arrivare al pube. Cominciò a baciarmi, a darmi dei piccoli baci, a posare le sue labbra sul mio pube. Poi cominciò a darmi dei baci più forti, leccandomi. La cosa stava iniziando a farmi eccitare davvero e il mio cazzo stava cominciando a crescere lentamente. Se si fosse trattato di un'occasione diversa non avrebbe impiegato così tanto tempo, ma a causa della paura e di tutti gli altri problemi, l'eccitamento era l'ultima cosa a cui potevo pensare, all'inizio.
    Si accorse che qualcosa poco più sotto del suo viso stava crescendo, per cui smise di baciarmi appassionatamente come stava facendo. Fissò il mio pene per 10 secondi e la cosa mi mise un po' in imbarazzo, poi posò una delle sue mani sulla mia guancia. Mi fece una piccola carezza, poi la fece scendere giù, fino a sotto al mio collo. Posò le sue unghie sul mio petto e cominciò a premere fortemente, fino a strisciare giù fino a sotto al mio ombelico.
    "Perché?" le domandai.
    "Zitto." mi rispose semplicemente lei.
    Mi aveva fatto molto male e non ne capivo il motivo.
    Riprese a fissare il mio pene, poi posò la sua lingua proprio sopra la mia cappella. Ero confuso dalla situazione: mi faceva del male, ma allo stesso tempo voleva farmi provare piacere. O magari voleva solo illudermi.
    Fece scivolare la sua lingua su e giù per la mia cappella per due, tre volte, poi si avvicinò un altro po' e cominciò a farla roteare attorno ad essa, con dei movimenti molto lenti.
    Lo alzò poi con la mano sinistra, tenendolo in alto, come sospeso. Avvicinò la sua bocca alle mie palle e vi posò sopra la lingua. Faceva dei piccoli movimenti da destra verso sinistra e da sinistra verso destra, strisciando la sua lingua sulle mie palle. Poi iniziò anche a succhiarle. La cosa mi piaceva molto. Le succhiava forte, a volte piano, le tirava dentro alla sua bocca e le leccava.
    Poco dopo fece salire dolcemente la sua lingua, per arrivare di nuovo fino alla cappella. Mentre la sua lingua veniva su, lasciava una piccola scia di saliva sopra al mio pene. Lo impugnò poi con la mano sinistra e cosparse la saliva tutta attorno ad esso e cominciò a masturbarmi piano piano. Nel frattempo aggiungeva dei piccoli movimenti anche con la bocca, lo prendeva dentro con delicatezza, per poi farlo tornare a uscire, ed alternava questo movimento al movimento della sua mano che si muoveva con destrezza sul mio cazzo.
    Ormai non ce la facevo più. Stavo per venire, e per evitare problemi glie lo dissi.
    "Ehm... sto per venire..." accennai, con un tono di voce basso.
    "Va tutto bene, vieni pure" mi rispose lei.
    Ma come? Tutto qua? Tutto questo grande casino, solo per questo? Ora però non avevo tempo per pensare a questo.
    La sua mano si muoveva abilmente ed aumentò la velocità di movimento, facendo lo stesso anche con la bocca.
    In pochissimi secondi venni. La sua mano che si muoveva sul mio cazzo, la sua bocca che prendeva dentro di essa tutto lo sperma. Ingoiò tutto, poi si alzò in piedi.
    "E ora cosa fai?" le chiesi.
    "Lo scoprirai a breve, mio caro..." mi accennò, prima di lasciare la stanza.
    Mi lasciò lì, legato. Al di fuori della porta sentii un'altra porta chiudersi, alla quale si aggiunse un'altra, forse altre 2 voci.
    Era arrivata altra gente? Cos'altro avevano intenzione di farmi, questa volta?
    Poi qualcuno aprì nuovamente la porta, ma questa volta non era... Hellen. Intravidi infatti un vestito di colore rosso e una piccola ciocca di capelli neri, abbastanza lunghi anch'essi. Chi era adesso? Ero spaventato, chissà cosa mi aspettava...


    Clicca qua per raggiungere il secondo Capitolo.

    Edited by ~ Robby - 22/11/2011, 02:29
     
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    il continuo è doveroso direi !
     
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    CITAZIONE (oneshotonedead @ 16/11/2011, 17:37) 
    il continuo è doveroso direi !

    Dici? *_*
    Ma la storia, com'è?
     
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  4. xXRebornXx
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    bella storia intrigante! ti sei fermato sul più bello >_> voglio sapere chi sono <-<
     
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    CITAZIONE (xXRebornXx @ 16/11/2011, 20:34) 
    bella storia intrigante! ti sei fermato sul più bello >_> voglio sapere chi sono <-<

    Sono felice ti piaccia!
    Penso proprio che il continuo lo scriverò presto allora, prima di domenica dovrei averlo pronto :)
     
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    CITAZIONE (~ Robby @ 16/11/2011, 19:50) 
    CITAZIONE (oneshotonedead @ 16/11/2011, 17:37) 
    il continuo è doveroso direi !

    Dici? *_*
    Ma la storia, com'è?

    molto bello,sai rendere l'atmosfera in maniera eccellente :fifi: :fifi:
     
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    Grazie!
     
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  8. Heart[Shaped]Box.
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    leggendo il tuo racconto ho notato che spesso e volentieri, si ripete la descrizione di questo luogo, il che lo trovo non necessario, poiché il contesto dell'atto in se è esplicitamente più importante, così come l'uso delle stesse parole, e dei stessi verbi.
    esempio:
    - cominciare .
    - leccare .

    però il susseguirsi degl'avvenimenti, rende il flusso della storia intrigante.
    vorrei che continuassi, hai istigato la mia curiosità nel leggerti.
     
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    CITAZIONE (Heart[Shaped]Box. @ 21/11/2011, 11:58) 
    leggendo il tuo racconto ho notato che spesso e volentieri, si ripete la descrizione di questo luogo, il che lo trovo non necessario, poiché il contesto dell'atto in se è esplicitamente più importante, così come l'uso delle stesse parole, e dei stessi verbi.
    esempio:
    - cominciare .
    - leccare .

    però il susseguirsi degl'avvenimenti, rende il flusso della storia intrigante.
    vorrei che continuassi, hai istigato la mia curiosità nel leggerti.

    Mi ha detto anche un amico che sono ripetitivo, soprattutto con le parole, infatti sto cercando di perdere questo vizio, se così si può chiamare.
    Felice che ti sia piaciuto comunque, sto facendo una piccola scaletta per postare il topic con la seconda parte, penso che sarà online nel giro di poche ore direi.
     
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  10. Heart[Shaped]Box.
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    CITAZIONE
    Mi ha detto anche un amico che sono ripetitivo, soprattutto con le parole, infatti sto cercando di perdere questo vizio, se così si può chiamare.
    Felice che ti sia piaciuto comunque, sto facendo una piccola scaletta per postare il topic con la seconda parte, penso che sarà online nel giro di poche ore direi.

    attenderò .
     
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    Secondo capitolo, spero sia di vostro gradimento quanto lo è stato questo.
     
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10 replies since 16/11/2011, 02:45   2320 views
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