Casa Stregata - Racconto a Bivi

Un avventura sconcia in una casa stregata. Affronta l'avventura interattiva

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    Allura, non sò se è possibile farlo, ma volevo iniziare un racconto a bivi. Ossia un racconto parziale, con alla fine due o più opzioni. A proseguire è quella che riceve più consensi tramite messaggio, fino al raggiungimento del Game Over, poi si torna indietro e si segue un altra strada e così via XP. Forse sono distratta io, ma non ho trovato divieti in merito, quindi procederei a postare qui la prima parte di un racconto a bivi che iniziai già in passato e che mi piacerebbe continuare poco a poco XP.
    Allora, io parto, se poi non è permesso questo tipo di racconto, cancello e lo posto fin dove era arrivato nella sua derivazione più lunga XP



    Il fine settimana si prospetta da brivido per Suzaka. Tutto perchè non sà tenere il naso fuori dalle discussioni altrui. Alcune amiche al lavoro quella mattina, stavano parlando della vecchia casa in periferia, quella che tutti in città asseriscono essere infestata. Discutevano su che tipo di fantasma la abitasse. E lei ovviamente non ha potuto fare a meno di intervenire, prendendosi gioco delle due, e rinfacciando loro che i fantasmi non esistono. La faccenda ha poi preso la piega di una sfida. Le due donne l'hanno sfidata a passarci dentro l'intero weekend, visto che secondo lei non c'era nulla da temere. E colta nell'orgolio, la ragazza non ha potuto rifiutare. E' così che adesso si trova in quell'angusta abitazione, simile alla casa della famiglia Addams. Certo, il timore provato inizialmente è presto scomparso quando si è resa conto che non solo l'elettricità, ma anche l'acqua corrente erano ancora allacciati alla casa. Perfino il gas funzionava, ed il frigo pareva presentare dei cibi freschi al suo interno. Si, non aveva alcun senso, ma invece di sentirsi inquieta per quelle scoperte, Suzaka riusciva solo a provare solievo. Quei due giorni sarebbero stati una passeggiata. Ora doveva solo mettersi comoda... Da dove iniziare però?


    Ispezionando la cucina. Lo stomaco le borbotta
    Avventurandosi al primo piano, dove c'è la camera da letto e il bagno
    Esplorando la casa in cerca di fantasmi. E quindi si parte dalla cantina!
     
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    I'm a h-ero.

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    Voto la cucina.
    Mi sento di evidenziare le opzioni tramite lettera o numero.
     
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    In cauda venenum

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    Mi incuriosisce.
    Voto anche io la cucina.
     
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    Scusate il ritardo, non ho avuto tempo di continuarla, ma adesso proseguo XP A furor di popolo la cucina!

    Sentendo un certo languorino, Suzaka pensa bene di sfruttare le riserve di cibo presenti nel frigo. Dopo aver controllato un paio di alimenti, nota che effettivamente nessuno di essi è scaduto. Con gli ingredienti presenti potrebbe prepararsi una Zuppa di Legumi abbondante, sfruttando la coppa di terracotta posta sui fornelli. Oppure cucinarsi quei bei salsicciotti e farsi un panino, con gli sfilatini apparentemente freschi posizionati nel paniere... Cosa dovrebbe preparare Suzaka?

    1) Zuppa di Fagioli
    2) Panino con Salsiccia

    Edited by Suzaka - 24/2/2020, 17:24
     
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    Stavolta la risposta giunge molto più rapida XP


    Zuppa di Fagioli

    Il fascino rustico della pentola in terracotta ha la meglio. Suzaka prende quindi a preparare una zuppa di fagioli molto abbondante, volendo vedere quella bella terrina piena. In meno di mezzora, la sua cena è sul fuoco. Delle bolle pigre salgono a galla ed esplodono, mentre la zuppa si addensa in una crema biancastra. L'odorino inizia a diffondersi per la cuina, e la donna pregusta il pasto, quando dalla stanza accanto le pare di sentire un forte rumore. Come una sedia che viene trascinata sul pavimento. Perplessa ed un pò intimorita, si allontana dai fornelli, andando ad affacciarsi nel soggiorno buio. Aguzzando la vista al buio accende il lampadario e... non trova nulla. Sembra tutto in ordine. Con un pò di batticuore, la ragazza decide di indagare più a fondo, ispezionando a dovere la stanza, ma dopo 5 minuti non riesce a trovare cosa abbia causato il rumore. Incerta se esserne rassicurata o intimorità, torna quindi in cucina, ricordandosi infine della zuppa. "Cavolo!" Lasciata li a cuocere, un pò della sua cena ha iniziato a trabordare dalla terrina. Recuperando rapidamente delle presine, la ragazzia si affretta quindi a toglierla dal fuoco, posandola sul piatto. "Strano... ne ho fatta parecchia, ma non mi sembrava fosse tanta da tracimare..." Preso un cucchiaio, la giovane scuote il capo per scacciar via tutti quei pensieri assurdi. Forse i fantasmi potranno spostare le sedie, ma di certo non si mettono ad aggiungere ingredienti al cibo delle ragazze. Quasi ridacchiando al pensiero, prende quindi finalmente a mangiare, portando alla bocca un ampia boccata di zuppa. "Uhm... nonostante tutto è deliziosa... molto cremosa e giusta di sale..." Quindi un pensiero improvviso la colpisce. Lei non ha messo sale nella pentola. "Oh... strano..." Ancora pensierosa riprende a mangiare. E si, è decisamente buona, e ad ogni cucchiaiata il gusto migliora, ma non riesce a togliersi la sensazione che abbia un retrogusto in qualchemodo familiare. Un sapore che per qualche motivo la fa arrossire, spingendola a stringere le gambe, sculettando leggermente sulla sedia... Le ci vuole un poco per finire tutta la capiente terrina, e quando finalmente questa è vuota, lei al contrario si sente assolutamente piena. Le sembra inoltre di aver fatto qualcosa di segreto, proibito, ma non riesce a venir a capo di questa sensazione. Nemmeno quando mettendo a lavare la pentola, si specchia per un istante nella superficie lucida del lavello, notando di essersi sbrodolata un poco nel mangiare. L'immagine del suo volto sporco di crema bianca è molto suggestiva e sottilmente volgare, ma pur arrossendo, ancora non è sicura di cosa dovrebbe farle venire in mente. Adesso però è tempo di dedicarsi ad altro.

    1) Sistemare la stanza da letto per la notte
    2) Esplorare il giardino sul retro al chiar di luna
     
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    Esplorare il giardino sul retro al chiar di luna

    La porta per il giardino sul retro è proprio in cucina. Sentendosi ancora un pò piena, la donna si affaccia alla soglia e lascia che la porta le si richiuda alle spalle. Il retro della casa è un pò lugubre. L'erba è alta e secca, al punto che punzecchia un pò le gambe se ci si cammina in mezzo. Inoltre la staccionata è alta quasi due metri e impedisce la vista all'esterno, se non attraverso alcune fessure e buchi nelle assi di legno. C'è inoltre un dettaglio a cui Suzaka fa caso solo ora. Dal giardino sul retro non c'è modo di raggiungere quello sul fronte della casa. La staccionata infatti chiude il passaggio. L'unico modo è tramite la porta sul retro. Comodo per chi desidera privacy. Mentre lo stomaco le gorgoglia un poco, la ragazza riprende il suo esame del posto. Ormai è notte inoltrata, ma la luce della luna rende facile vedere, la dove la luce riesce a passare le fronde dei pochi alberi presenti e la staccionata. Un nuovo gorgoglio ed uno stimolo improvviso rendono però presto chiaro che non può soffermarsi oltre ad esplorare, le serve un bagno. A passo svelto si avvicina quindi alla porta d'ingresso, ma quando cerca di girare la maniglia sente uno scatto improvviso. Perplessa Suzaka prova a girare la maniglia, ma questa non ne vuole sapere di muoversi. In qualche modo è rimasta chiusa fuori. Eppure attraverso il vetro sulla porta non ha visto nessuno all'interno. Ancorga il gorgoglio. Stringendo un pò le natiche, la ragazza ora si affanna a cercare un altra via d'ingresso. Qualche passo verso la finestra, sperando di trovarla aperta, ma il gancio di chiusura misteriosamente cade a sigillarla proprio quando sta per tirarla sù. Le altre finestre risultano parimenti chiuse. Stringendo i denti si volge verso la staccionata. Potrebbe provare a scavalcarla per entrare dalla porta principale, ma con i crampi allo stomaco rischierebbe un incidente durante l'operazione. Oltre all'urgenza però, sente anche un altra strana sensazione. Un imbarazzo piacevole. Quello di chi è costretto a fare qualcosa di proibito. Sentendo molti dei suoi freni inibitori cedere, la ragazza si alza il bordo del vestito, legandolo in vita e scoprendo così le mutandine. Quindi abbassa anche queste, consapevole che le toccherà fare li in giardino ciò che non riesce più a trattenere. Ora deve solo decidere dove...

    1) Al centro del giardino, dove l'erba è bassa, ma in piena luce lunare
    2) Al buio della staccionata, dove non si vede nulla
     
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    Al centro del giardino, dove l'erba è bassa, ma in piena luce lunare

    Camminando in modo impacciato, per via delle mutandine alle caviglie, la ragazza raggiunge il centro del giardino, dove l'erba pungente è meno alta, ed acquattandosi sulle gambe piegate, si volge a fissare la casa, mentre con un mugolio chiude gli occhi e si sforza. Arrossata per lo sforzo, diviene del tutto rossa quando quello che riesce ad ottenere è solo una rumorosissima uscita d'aria dal popò. Comprensibile con tutti i fagioli mangiati. La sensazione per quanto imbarazzante le risulta anche piacevole però. Nuovamente si sforza, e nuovamente rumori volgare fuoriescono da lei. Solo che stavolta sente oltre alle pernacchie anche delle voci. Vengono da oltre la staccionata. Dei ragazzini stanno urlando divertiti. "Hey ragazzi! Venite a vedere! Qui c'è una sporcacciona con il culetto di fuori che fà le puzze alla luna!" "Hahaha ma che ti inventi... O caspita è vero! Ma cosa fà?!" "Guardala! Avevo sentito dire che questa casa è infestata dai fantasmi, ma da come ulula a me sembra più la tana di una puzzola mannara!" Le risate fioccavano, mentre sempre più occhi spuntavano dai fori e dalle fessure della palizzata. Il volto di Suzaka ormai era porpora per la vergogna, ma anche per il piacere. Il misto di umiliazione, esibizionismo e della sensazione data dalle puzzette, la stava portando oltre ogni soglia del piacere. Per fortuna quei ragazzi non potevano vederle il volto, perchè avrebbero notato gli occhi rivolti al cielo in una smorfia. Stava avendo un orgasmo. Nelle convulsioni del piacere, le parve perfino di vedere altri volti che la fissavano. Volti trasparenti che sbirciavano dalle vetrate della casa...

    L'umiliazione fù tale, che Suza decise di non restare oltre li. La sfida con le amiche era persa, così come la sua dignità. Ma l'esperienza l'aveva marchiata. Ormai non poteva più fare a meno di provare piacere nell'emettere aria.

    FINALE: Puzzola Mannara - Orgasmo da imbarazzo
     
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    Mi han chiesto di riprendere la storia dall'inizio, e ho deciso di ripartire dal primo bivio, proseguendo il secondo percorso con più voti XP ecco qui quindi la Cantina!



    Esplorando la casa in cerca di fantasmi. E quindi si parte dalla cantina!

    Quelle credulone delle colleghe erano convinte vi fossero dei fantasmi? Bhè, lei avrebbe provato il contrario! Per lo scopo si era portata dietro uno smartphone con fotocamera. Preso dal suo bagaglio, si avventurò quindi in uno dei più tipici rifugi di fantasmi... la cantina. La porta, nemmeno a farlo a posta, scrichiolò nell'aprirsi, così come i gradini di legno, manmano che Suzaka si avventurava nell'oscurità. Era buio pesto in effetti, ma lo smartphone faceva anche da torcetta, permettendole di orientarsi. "Wow..." sospirò, constatando quanto era amplio quel sotterraneo. Di sicuro si allargava ben oltre i confini della casa in superficie. Era anche freddo. O almeno lei attribuiva a quello i brividi gelidi che le scendevano lungo la schiena. Polvere e ragnatele erano ovunque. Sui vecchi mobili, sulle scaffalature e su vecchi elettrodomestici. Fermandosi un istante, la donna restò in ascolto. C'era un rumore di acqua che gocciola oltre la soglia alla sua sinistra. A destra invece una porta chiusa.

    Dove andare ora?

    1) Ispeziona la soglia a sinistra per scoprire cosa goccila
    2) Apri la porta a destra per scoprire cosa nasconde
    3) Espora le scaffalature impolverate
     
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    Ispeziona la soglia a sinistra per scoprire cosa goccila

    La soglia a sinistra la condusse in un corridoio buio. Alla fine di queste un altra scalinata, giusto pochi gradini stavolta. Li scese senza fare troppa attenzione e questo le costò uno scivolone sulla vecchia pietra umidà. Per un istante pensò di atterrare sul duro pavimento impolverato, ma invece fù accolta da dell'acqua gelida. La stanza infatti sembrava allagata. Un acqua nera e maleodorante che arrivava quasi al ginocchio. E considerato che la donna ora era gattoni, questo comportava l'essersi appena inzuppata da capo a piedi. Alzandosi scossa dal gelo e dalla sorpresa, Suzaka si annusò, venendo colta da una forte zaffata di acqua stagnante. Aveva bisogno di una doccia, ma i vestiti sarebbero rimasti rancidi. Guardandosi intorno notò una lucetta in un angolo della stanza. Per sua fortuna il cellulare era sopravvissuto al bagno, e potè utilizzarlo per illuminare quella che era una vecchia lavatrice, posta di fronte ad una asciugatrice. La flebile luce proveniva proprio da uno dei tasti d'accensione, segno che l'apparecchio forse funzionava ancora. Non volendo restare con abiti puzzolenti per tutto il giorno seguende, la donna decise di dar loro una lavata. In un primo momento provò imbarazzo nello spogliarsi in uno scantinato sconosciuto, per mettere nella lavatrice i suoi abiti, ma poi si ricordò che in effetti quella casa era disabitata da anni, e non c'era nessuno che potesse vederla. Ridacchiando della sua stessa vergogna, posò il cellulare sull'asciugatrice, in piedi in maniera tale che il fascio di luce del flash continuasse ad illuminarla, e si tolse il completo, inserendolo nel cestello di carico. Quindi lasciando anche l'ultima traccia di futile pudore, si sfilò anche la biancheria, poenendola insieme al restò. Quindi, rimasta completamente nuda, avviò il ciclo breve di lavaggio. Il fascio di luce del cellulare lampeggiò per un istante, ma un secondo solo, tornando presto ad illuminarla in maniera fissa, quindi lei non se ne preoccupò. Al contrario, quasi non ci fece caso, quando al riaccendersi della luce notò un elettrodomestico sulla lavatrice, che inizialmente non aveva notato. Un Phon. Solo a quel punto si rese effettivamente conto di quanto quel posto fosse freddo ed umido. Non a caso i suoi capezzoli svettavano rigidi nell'aria gelida. Dopo aver verificato che l'apparecchio funzionasse, decise quindi di utilizzarlo per scaldarsi un poco, in attesa che la lavatrice finisse il suo ciclo. Lo accese e direzionò prima il getto d'aria calda sui capelli. Questi si asciugarono molto in fretta, ed ella potè passare al resto del corpo, quasi tremante. In primis il petto, dove l'aria bollente le sollecitò i seni, dando una piacevole e maliziosa sensazione. Il phon restò un pò più del necessario in quel punto, soffiando vento caldo sui capezzoli, che restarono ritti, nonostante il gelo fosse ormai scomparso, ed anzi la donna stesse perfino sudando un poco. Nuovamente la luce tremolò, e le parve di sentire un rumore molto lieve. Quindi si asciugò lo stomaco, una questione di pochi secondi. Venne il momento dell'inguine. Il getto puntato su quell'aria bollente le mandò ondate di piacere, e la fece sentire ancor più indecente. Avvicinò il phon, desiderosa di scottarsi un poco la cosina. Ed in effetti è quello che successe, quando un paio di peli pubici si bruciarono, arricciandosi e mandandole altre sensazioni miste di dolore e piacere. Un nuovo tremolio nella luce, ma lei non vi fece caso, troppo presa a mugugnare, mentre allargando le gambe si puntava il getto sul clitoride.

    "Mhmmm! Così! Adesso non hai più freddo vero porcellina? Però guardati, dovresti asciugarti ma sei tutta umidiccia. E adesso tocca al popò..."

    Sussurrato questo, con voce dispettosa, serrò di nuovo le gambe e si inclino lievemente in avanti, esponendo i glutei sodi, e portando il phon ad irrorarli con aria bollente. Ben presto le guanciotte posteriori le divennero rosse, mentre la luce dal cellulare continuava a lampeggiare per pochi istanti, ma con maggiore insistenza.

    "Oh! Come scotta! Ho il culetto tutto rovente. Mh! Voglio di più!"

    Sospirando finalmente tornò a spalancare le gambe, in una posa volgare che metteva in bella vista il buchetto, dove venne puntato ora il getto dell'elettrodomestico.

    "WHA! BRUCIA!"

    Appena pochi secondi prima che il calore si dimostri essere troppo, ed il phon venga spento. Senza il rumore causato da questo, la donna, man mano che si calmava dalle ondate di dolore e piacere, potè finalmente notare quello strano suono. Sembravano una serie di "Click" e provenivano dal cellulare, ogni volta che la luce di questo veniva a mancare per una frazione di secondo. Ancora frustrata dalla mancato orgasmo, Suzaka si avvicinò al suo apparecchio, comprendendo solo ora che osservava da vicino il fenomeno, cosa stava succedendo. Il cellulare le stava scattando delle foto! Forse era andato in corto per via del bagno di poco prima. Allarmata la ragazza si affrettò a prenderlo, allontanando così l'obbiettivo dalle sue nudità. In effetti nella galleria c'erano numerosissime foto di lei durante tutta quella indecente asciugatura, e perfino dei video. Ma la parte peggiore era il wifi. Era in funzione. In qualche strano modo, il suo smartphone si era connesso ad una rete che non ci sarebbe dovuta essere, e a giudicare dal traffico dati, stava uplodando qualcosa in internet. Nel panico più totale, l'impiegata si mise a smanettare tra le pagine web, per capire dove stava caricando quelle immagini, ed impallidì quando si rese conto che molte delle foto erano state caricate sul suo profilo facebook. In nessuna era mostrata anche la sua faccia, ma questo non le rendeva meno umilianti. A peggiorare la situazione, quelle in cui si vedeva il viso ed i video, erano stati caricati su un forum a tema erotico, con un link alla sua pagina facebook. Alcuni pervertiti avevano già iniziato a commentare sul suo diario, facendo insinuazioni e lasciando intendere che avrebbero potuto caricare altre immagini incriminanti. I messaggi privati che le erano arrivati nel frattempo rendevano chiaro cosa volevano queste persone per non mettere in opera la minaccia velata. Le chiedevano di filmari mentre faceva cose ancora più zozze e di postare il tutto sul forum. In caso contrario avrebbero pubblicato i video e le foto in cui la si riconosceva chiaramente.


    Cosa fare ora?

    1) Cede alla minaccia, e si presta alle perversioni di quei maniaci
    2) Rifiuta, certa che nessuno farebbe mai una cosa tanto malvagia
     
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  10. FAkod
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    1) Cede alla minaccia, e si presta alle perversioni di quei maniaci
     
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    1) Cede alla minaccia, e si presta alle perversioni di quei maniaci
     
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    Cedo alla minaccia e mi presto alle perversioni dei maniaci.
     
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