18 anni e schiava

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  1. samurai_girl
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    Ciao a tutti/e, torno dopo una lunghissima assenza e sento il desiderio di condividere con voi un racconto suddiviso in brevi episodi che ho postato su un altro forum.
    Spero vi piaccia.
    La serie di episodi non si è ancora conclusa, ma non scrivo con una cadenza regolare, quindi non so se e quando aggiungerò altre puntate (dipenderà anche ovviamente dall'eventuale gradimento della serie)

    Buona lettura



    DICIOTTO ANNI E SCHIAVA

    Mi chiamo carlotta, ho 18 anni e sono una schiava.
    Questa nuova fase della mia vita è iniziata da quasi un anno e con il mio Padrone sto ancora compiendo il percorso di formazione che mi porterà a essere una vera schiava. Per ora sono solo una novizia.
    È sera tardi, o meglio notte inoltrata ormai, ma ho voglia di scrivere questo diario prima di mettermi a letto. Questa sera sono stata dal mio Padrone, sono fortunata perché lui è il mio vicino di casa quindi per noi è facile incontrarci e passare del tempo insieme. Lui è un uomo di 32 anni, single, con un buon lavoro, di bell’aspetto e dall’aria rassicurante. Il fidanzato che tutte le mamme vorrebbero per la loro figlia (magari non a 16 anni però). Però Lui è anche il mio Padrone e io gli sono grata per questo.
    Stasera i miei genitori non erano in casa così già da qualche giorno avevamo deciso che sarei andata da lui. Quella di oggi era una serata “partita”, una modalità che piace molto al mio Padrone. In tv gioca la sua squadra preferita, quindi lui si gode la partita mentre io lo servo. Appena arrivata nel suo appartamento mi ha fatta cambiare, aveva deciso che avrei indossato solo un paio di jeans che aveva comprato apposta per me. Niente maglietta, niente reggiseno, niente slip, niente calzini, solo un paio di jeans estremamente attillati in cui lui ha fatto dei tagli sul sedere e sulle cosce per mettere in mostra la mia carne. Quando sono comparsa vestita così davanti a lui mi ha fatto un sacco di complimenti. In effetti sono consapevole di essere una bella ragazza, magra, soda, formosa nei punti giusti, capelli biondi lunghi fino a metà schiena e occhi azzurri. L’unica cosa di me che non mi piace è il naso, un po’ troppo lungo e leggermente aquilino, lui dice che mi fa assomigliare a Paris Hilton, altri che mi da un aria severa o…da stronza. Lui è seduto sul divano mentre io mi avvicino a lui, so quello che devo fare, mi chino in avanti, ci baciamo sulle labbra e poi lui mi mette attorno al collo una cintura di cuoio e la stringe in modo da non farmi male ma che io possa avvertire bene la sua pressione sul collo. Inizia la partita, lui resta li sul divano e io in piedi accanto a lui. La parte rimanete della cintura mi penzola sul davanti come un guinzaglio. Ogni tanto lui lo afferra e lo tira leggermente per poi darmi degli ordini. Gli porto da bere, da mangiare. Lui stasera ha deciso che io devo bere molto spesso dei bei bicchieroni d’acqua. Quando si arrabbia perché la partita va male per la sua squadra mi strattona per il collare, mi fa cadere per terra davanti a lui e magari mi rifila qualche schiaffo in faccio o sul sedere. Non sono mai colpi troppo violenti, li sento scottare sulla pelle ma non lasciano segni. Quando è felice per il risultato mi chiede gentilmente di prendermi cura di Lui, io mi chino, gli sbottono i pantaloni e inizio a massaggiare, baciare , carezzare e leccare il suo pene. Lui si rilassa e si gode il mio lavoro ma so che non devo andare troppo oltre, non devo assolutamente farlo venire. Intanto continuo a bere acqua e dopo poco sento fortissimo lo stimolo della pipì. La partita è finita, ora Lui mi chiede di mettermi di fronte a lui, mi fa assumere delle posizioni per potermi guardare bene il seno nudo o il sedere compresso nei jeans. Io sono magra e ho un culetto piccolino, ma lui è riuscito a trovare un paio di jeans ancora più stretti, ho fatto fatica ad indossarli e adesso mi strizzano da morire. Per questo la mia pelle sporge fuori dai tagli e dai buchi che lui ha inciso sul sedere e sulle cosce dei pantaloni. Continuo a bere acqua e non riesco più a trattenerla, Lui se lo aspetta, mi chiede se mi scappa, io dico di sì, mi fa bere ancora e aspettare, intanto mi guarda muovermi e a tratti mi accarezza, poi mi ordina di lasciarla andare. Senza indugi e con un sospiro liberatorio mi urino addosso, sento il liquido caldo scendere dentro i pantaloni lungo le gambe e fuoriuscire a gocce da alcuni tagli sui jeans. Ai miei piedi si è formata una piccola pozza. Quando ho finito mi ordina di prende uno straccio e pulire. Mentre sono china sul pavimento ad asciugare Lui appoggia i piedi su di me come fossi un tavolino e mi dice che sono tutta sporca di piscio, che sono un vero disastro. Quando ho finito di pulire mi attira a se, infila le mani nei tagli dei jeans e tira con tutta la sua forza finché apre uno strappo tra le mie gambe. Mi accarezza il sesso, sente che sono bagnata non solo per l’urina ma anche per la mia eccitazione. Di colpo mi penetra con forza, rapidamente fino in fondo. Lui è sul divano e io a cavalcioni sopra di lui, mi fa saltare su e giù spingendo con il bacino e sollevandomi con le mani, ma dura poco. “Questa non è una posizione adatta a una schiava!” dice. Mi spinge via, mi fa cadere per terra, mi afferra per un piede e mi mette a quattro zampe. Con uno strappo secco allarga ancora di più il foro dei jeans. Ricomincia a penetrarmi e intanto mi sculaccia a mi stuzzica l’ano con un dito. Senza preavviso toglie il pene dalla mia vagina, è tutto bagnato dei miei umori, controlla con un dito che io sia pronta e poi inizia a penetrarmi l’ano. Mi dice che sono una brava novizia, che per ora il mio ano è il posto giusto in cui infilare il suo cazzo, spinge con foga finché non viene schizzando dentro il mio culetto il suo seme, poi si ritira soddisfatto. Io mi rialzo, devo pulire e sistemare la casa mentre sento un miscuglio di liquidi colarmi lungo le cosce. Lui mi guarda lavorare poi mi ordina di pulire il suo pene. Lo pulisco con la lingua ingoiando tutto mentre lui mi stringe e mi tira per il collare. Restiamo ancora un po’ così poi lui mi lascia libera di andare in bagno. Li mi lavo e mi rivesto, poi torno da lui. Parliamo delle mie sensazione e delle sue, di quello che ho provato. Lui è felice di sapere che ho avuto anch’io due orgasmi durante la serata, il primo dopo essermi urinata addosso e il secondo mentre mi penetrava. Ora lui è dolce, comprensivo, attento, mi avvolge con la sua esperienza e con il senso di sicurezza che mi da. Mi abbandono completamente alle sue parole. Mi da un paio dei suoi boxer puliti, per tre giorni dovrò indossare solo quelli come intimo, in ogni momento della mia giornata. La cosa mi eccita, so che non devo farmi scoprire da nessuno e voglio a tutti i costi esaudire la sua richiesta.
    Poi ci salutiamo, torno a casa e i miei non sono ancora rientrati, mi siedo alla scrivania della mia cameretta e scrivo questo diario.


    Diciotto anni e schiva 2

    Caro Diario,
    a volte mi sento quasi in dovere di giustificare quello che faccio, di pensare alle ragioni e ai sentimenti che mi spingono ad agire così. Non intendo giustificarmi con le altre persone, nessuno tranne il mio Padrone sa nulla di queste attività e non mi interessa che lo sappiano. Sento il bisogno di parlarne con me stessa, per capirmi e conoscermi meglio, come anche Lui mi ha suggerito.

    Nella vita di tutti i giorni non sono affatto sottomessa e remissiva, sono una ragazza popolare a scuola e tra le amiche, quasi una leader potrei dire. Sono molto corteggiata dai ragazzi e il fatto che io da circa un anno (quando ho iniziato la relazione col Padrone) respinga tutte le proposte che ricevo, non ha fatto altro che aumentare la mia aura di "bella e stronza". Nella vita di tutti i giorni non permetto a nessuno di mettermi i piedi in testa, non sono di certo umile a volte passo per arrogante.
    Tutto questo svanisce col mio Padrone. Mi piace abbandonarmi completamente Lui, farmi avvolgere dalla sua aura, dalla sua forza e decisione. Più sono arrogante col resto del mondo più mi piace essere sottomessa e umiliata da Lui.
    Questo il mio Padrone lo sa e lo incoraggia in continuazione. Mi ha severamente vietato di avere rapporti con altri uomini ma non faccio fatica a rispettare questo compito. Lo faccio con piacere, non potrei mai immaginarmi con un altro.
    Come mi aveva ordinato ho girato per tre giorni sempre con i suoi boxer addosso. Solitamente mi cambio tutti i giorni per sentirmi sempre pulita, ma con il suo intimo non mi sentivo sporca. Mi eccitava la sensazione di quel tessuto sulla pelle. Passati i tre giorni mi ha convovata. Era pomeriggio, avevamo poco tempo. Mi ha fatto togliere i vestiti tranne i boxer, mi ha messo il collare ed è rimasto a guardarmi per un po'. Mi ha fatto domande su com'era andata in quei tre giorni, sulle mie sensazioni, poi mi ha chiesto di toglierli, appallottolarli e infilarmeli in bocca. Sentivo il mio odere e il mio sapore. Mi ha fatta inginocchiare e mi ha chiesto di adorare il suo pene con la bocca. Non potevo prenderlo in bocca o leccarlo visto che avevo i suoi boxer a riempirla, così ho strusicato la faccia e le labbra sulla sua asta. I nostri odori si mescolavano in modo inebriante. Non so dove ho sbagliato ma evidentemente Lui non è rimasto soddisfatto quindi ha deciso di punirmi. Mi ha strattonata per il guinzaglio poi con un'altra cintura mi ha colpito ripetutamente il sedere. Come sempre non colpi troppo forti ma sufficienti ad arrossarmi e farmi scottare la pelle.
    Mi ha fatta rivestire rubandomi però gli slip, il nuovo ordine era che per tre giorni sarei dovuta stare sempre senza intimo.

    Non so dire perchè tutto questo mi piaccia, non ho parole per esprimerlo. Ti basti sapere caro Diario che a volte, quando sono nella mia cameretta da sola, sento il bisogno del collare, quindi tolgo dal cassetto una cintura e la indosso come Lui mi ha insegnato, e stringo fino a soddisfare la mia voglia.


    Diciotto anni e schiava 3

    Caro Diario,
    qualche giorno fa ero inginocchiata davanti a Lui mentre era seduto sul divano, la mia testa tra le sue gambe. Ero vestita solo del mio collare: la cintura che il mio Padrone mi stringe intorno al collo. Mi aveva ordinato di fargli un pompino e mi stavo impegnando il più possibile per soddisfarlo. Ad un tratto lui prese qualcosa in mano, era un pennarello rosso, lo stappo e lo usò per scrivermi qualcosa in fronte. Io ovviamente non mi opposi e continuai il mio lavoro. Ero curiosa di sapere cosa aveva scritto e infatti Lui prese un piccolo specchio che aveva preparato sul divano e senza dire una parola me lo mise danvanti agli occhi. Mi eccitava vedere il mio volto così da vicino, con la bocca a forma di "O" per avvolgere il suo pene, gli occhi sgranati e...la scritta "CAGNA" sulla fronte. Lui mi chiese se mi piacesse e io, senza fermarmi annuii.
    Mi ordinò di mettermi giù a quattro zampe e iniziò a penetrarmi da dietro, con una mano stringeva e attorcigliava i miei capelli lunghi, tirandoli e costingendomi a inarcare la schiena e tirare la testa all'indietro.
    "Cosa vuoi che ti scriva su questa bella schiena?" mi chiese.
    "Che sono la tua schiava!"
    Sentivo la punta del pennarello scorrere lungo la schiena mentre formava le lettere.
    "E poi?"
    Rimasi un attimo in silenzio, ero ottenebrata dal piacere della sua penetrazione e da quel nuovo gioco, non sapevo cosa rispondere.
    "Forza...sei una schiava...sei una cagna...cos'altro posso scrivere?"
    Capivo dove voleva arrivare e questo mi eccitò ancora di più.
    "Scrivi che sono la tua Troia!"
    Lui rise, continuava a penetrarmi con vigore mentre scriveva sulla mia schiena.
    "E qui su questo bel culetto cosa scrivo?"
    Stavo godendo, facevo fatica a pensare in modo lucido.
    "P-puttana?"
    "No..troppo banale...meglio VACCA!"
    Il pennarello si mosse sulle mie natiche. La cosa stava eccitando molto anche lui, mi prese per il collare e mi tirò su con la schiena diritta, mi mise il pennarello in mano.
    "Scrivi qualcosa sul tuo seno!"
    Stavo per venire, la mia mano si muoveva incerta e tremante, la parola "CESSO" sul mio seno era tutta sbavata.
    "Brava piccola!"
    Si riprese il pennarello e, con fare incerto pure lui, mi disegnò un cazzo stilizzato sul ventre. Era enorme, da sotto il seno fino all'inguine.
    Fatto questo venne dentro di me, la cosa lo aveva eccitato molto e per me era lo stesso.
    Finito il rapporto mi lasciò libera di lavarmi, ci misi un bel po' a cancellare tutte quelle scritte poi tornai da lui.
    Mi esaminò per bene e disse che la scritta "VACCA" sulle natiche ancora si vedeva leggermente. Allora mi diede un nuovo compito. Ripassò quella scritta con il grosso pennarello rosso e mi ordinò di non cancellarla per una settimana.

    Caro diario è stata una settimana di puro piacere, sentivo quelle lettere sempre presenti calde e pulsanti sulla mia pelle ovunque io fossi. Durante gli allenamenti di pallavolo è stato difficile nasconderla nello spogliatoio ma la fatica fu ripagata dall'ecitazione che mi dava sapre che lei, la scritta, era sempre li anche se io non la vedevo, nacosta sotto i jeans, le gonne e i pantaloncini sportivi. Tra poco andrò da lui e sarò fiera di mostrargliela ancora bella rossa e viva sulla mia pelle.


    Diciotto anni e schiava 4

    Caro Diario,
    Il Padrone era molto soddisfatto di me! Quando mi ha ordinato di abbassare i jeans e mostragli il sedere è stato felicissimo di vedere ancora la scritta sulle mie natiche. Così come lui me l’aveva fatta. Ha voluto gli raccontassi com’era andata e gli ho parlato delle difficoltà di tenerla nascosta in palestra alle mie compagne di squadra, ma anche del piacere che mi dava sentirla sulla pelle ogni momento del giorno e della notte, era come se la sua mano fosse sempre su di me.
    Poi abbiamo fatto l’amore. Lo scrivo così perché abbiamo fatto sesso come due amanti, non come Padrone e schiava. È una cosa che abbiamo fatto raramente e mi piace sempre moltissimo. Penso fosse una sorta di premio e devo ammettere che me lo sono goduto fino in fondo. È stato lungo e appagante. Poi mi ha rimandata a casa senza chiedermi altro, dicendomi solo che ora ero pronta per un salto di qualità e che la prossima volta avremmo fatto qualcosa di nuovo e di importante. Non vedo l’ora di scoprirlo e raccontartelo!

    Caro Diario,
    l’esperienza di oggi è stata fortissima, ancora non riesco a fare ordine nella mia testa e a capire le mie sensazioni, spero mi aiuterai tu. Mi tremano ancora le mani e vorrei riversare qui il fiume di pensieri che ho ora in testa ma per farti capire devo stare calma e partire dall’inizio.
    Sapendo che ero libera e senza i miei in casa mi ha convocata qualche giorno fa per stasera. Poco prima dell’orario stabilito mi ha scritto un messaggio dicendo di portare la mia divisa della squadra di pallavolo.
    Sono arrivata da Lui puntualissima e mi ha subito chiesto di cambiarmi, così ho indossato le scarpe da ginnastica, i calzettoni alti fino al ginocchio, ginocchiere, shorts corti e aderenti di colore grigio e la canotta rossa senza maniche e con il mio numero 1 sopra. Poi ho legato i capelli coda come faccio quando gioco. Lui mi ha detto che ero uno splendore poi ha spiegato cosa sarebbe successo:
    “Questa sera non starai con me ma con un altro Padrone, una persona molto importante per me che mi ha insegnato molto! Io non sarò nella stanza ma ti vedrò e sentirò in ogni momento. Questo passaggio è molto importante per te, capisco che possa spaventarti ma sono sicuro che andrà tutto bene, sei una novizia davvero promettente e oggi diventerai qualcosa di più, che ti avvicinerà ad essere una vera schiava!”
    Detto questo mi ha fatta inginocchiare per terra con la fronte sul pavimento e mi ha detto di aspettare e non fare nulla. Ero davvero agitata e spaventata, da più di un anno non avevo rapporti con altri uomini e prima di lui erano solo stati ragazzi della mia età, mai con uno sconosciuto! Senza di lui poi mi sentivo persa e abbandonata, avevo PAURA! Delle porte si aprirono e si chiusero e dopo qualche istante sentii dei passi avvicinarsi. Mi tremavano le ginocchi ma in quella posizione non potevo vedere nulla. Cercavo di farmi forza, sapevo che questa era una prova importante e non volevo deludere il mio Padrone. I passi erano leggeri, la persona mi stava girando intorno come una tigre che studia la sua preda ormai senza scampo. La cosa durò per un periodo che mi sembrò eterno, sudavo per l’agitazione e a un tratto la curiosità e l’ansia furono più forti di me. Alzai leggermente la testa per vedere almeno i piedi della persona che avevo vicino ma il mio movimento fu subito individuato e sentii un piede che mi bloccava la testa schiacciandomi a terra con forza. Non disse una parola poi tolse il piede e ricominciò il suo giro. Un istante dopo un dolore lancinante mi strappò un grido. Qualcosa mi aveva colpito sul sedere. La sferzata era stata data con forza, il mio Padrone non mi aveva mai colpita così. Fu un singolo colpo dato probabilmente con una cinghia o una frusta. Gli occhi mi si riempirono di lacrime e mi forzai per trattenere il dolore. La persona si fermò dietro di me, strinsi i denti in attesa di un secondo colpo che però non venne. Delle mani mi abbassarono i pantaloncini a gli slip, chiusi gli occhi, ma a toccarmi non fu la frusta. Delle labbra iniziarono a baciarmi e leccarmi il sesso, prima con delicatezza, poi con passione sempre crescente. Anche questa era una pratica a cui non ero molto abituata, Lui non me lo faceva quasi mai. Fui sorpresa dal tocca deciso ma delicato, mi lascia sfuggire dei gemiti e dei gridolini. Il dolore alle natiche lasciò il posto al piacere. Ero quasi giunta all’orgasmo quando le labbra si allontanarono e finalmente sentii la sua voce.
    “Il tuo Padrone hai ragione, sei una cagnetta viziata e maleducata!”
    Rimasi gelata…era la voce di una donna.
    “Credi di saper resistere al dolore ma è con il piacere che si ottengono le cose con te, e questo non va bene. Alza la testa!”
    Era seduta sul divano di fronte a me completamente nuda, una donna tra i 40 e i 50, fisico magro e atletico, capelli rossi mossi, labbra carnose e seno abbondante, appena un po’ pesante sul petto. Il suo volto era severe ma quasi privo di espressione.
    “Ti ho dato del piacere che non ti peritavi, prima di iniziare me lo devi restituire.”
    Allargò le gambe mostrando la sua intimità completamente depilata.
    Sapevo che non dovevo indugiare e aspettare altri ordini, avrei fatto sfigurare il mio padrone, ma non avevo mai avuto nessun tipo di attrazione o rapporto con persone del mio stesso sesso, ero bloccata. Lei teneva in mano un frustino di cuoio come quelli che si usano in equitazione, con un movimento del polso lo usò per indicarsi la vagina, un Padrone non accetta di dover ripetere due volte lo stesso ordine, e Lei lo stava facendo, non avevo scelta. Muovendomi a carponi mi avvicinai, chiusi gli occhi e iniziai a baciare la sua intimità. Provavo repulsione ma cercai di non pensarci. Il Padrone, e anche i ragazzi con cui ero stata prima di Lui, dicevano che ero brava a fare i pompini, provai a immaginare che fosse la stessa cosa. Usai le labbra e la lingua pensando a come Lei aveva dato piacere a me pochi istanti prima.
    “Sei un vero disastro…molto bene! Questo conferma che non hai nessuna attrazione per le donne, il tuo Padrone aveva ragione!”
    Mentre continuavo il mio lavoro lei mi batteva dei colpi sulla testa e sulla schiena col frustino, colpi leggeri, quasi annoiati.
    “Lui mi ha parlato molto di te e io ti ho osservata nelle ultime settimane. Nella vita di tutti i giorni sei orgogliosa e forte, ammirata dalle compagne, desiderata dai ragazzi, popolare a scuola. Ma più sei leader tra i tuoi coetanei più ti piace farti umiliare e strapazzare dal tuo Padrone. Questo ti eccita, ti fa godere come una cagna in calore, ma questo non è un comportamento da schiava….è un comportamento da troia! Tutto quello che fai con lui lo fai per il TUO piacere! Questo può andare bene all’inizio ma ora deve cambiare. Sai perché ha chiamato me e non un uomo? Perché se anche ti avesse messo di fronte un sessantenne schifoso e flaccido tu ti saresti eccitata a prenderlo in culo da lui, tanto sei vacca! Ora vediamo come te la cavi con me!”
    Mi spinse indietro e mi colpì con un calcio per farmi cadere a terra, mi afferrò per i capelli alla partenza della coda e mi tirò in piedi. Mi spinse verso un termosifone stretto e alto fin quasi al soffitto, li erano già posizionate 4 paia di manette. Mi legò polsi e caviglie, faccia al muro con le braccia in alto e le gambe divaricate, ora le davo le spalle ma giravo il collo per vedere cosa stava per farmi. Il frustino mi colpì il sedere con forza e questa volta non si fermò a un solo colpo. Urlai di dolore e dopo tre quattro colpi non riuscii a trattenere le lacrime.
    Lei rideva
    “ Che disastro, sei proprio patetica, una ragazzina viziata che non sa sopportare un minimo di dolore! Guardati, sei li che frigni per dei colpetti da nulla…stai tranquilla, nemmeno ti uscirà del sangue…avrai il popò un po’ arrossato per qualche giorno ma mi dicono che sei brava a nasconderlo!”
    Mi colpì ancora, strinsi i denti ma non riuscivo a trattenere le lacrime i singhiozzi. Sentivo dolore ma forse a farmi più male era la paura, l’umiliazione e l’angoscia che sentivo. Col mio Padrone non avevo provato nulla di tutto questo.
    Le gambe mi tremavano e stavano per cedermi, quando finalmente si fermò e mi liberò dalle manette mi affloscia per terra come un pupazzo vuoto. Lei era vicinissima, mi prese di nuovo per i capelli e mi spinse la faccia contro la sua vagina, era calda e umida. Mi spingeva con forza e quasi non riuscivo a respirare.
    “Lecca questa, schifosa che non sei altro, siete tutte uguali voi ragazzine di oggi, vi credete delle fighe, delle vere donne disinibite, ma siete solo delle puttanelle di merda buone a nulla!”
    Facevo quello che mi diceva, per paura di ciò che poteva farmi, cercavo di leccare come mi aveva ordinato ma riuscivo a malapena a prendere fiato. Tirai un sospiro di sollievo quando mi spinse via.
    “Ora allagami le chiappe e leccami il buco del culo”.
    Si girò dandomi le spalle, ora non mi stava forzando in nessun modo, potevo allontanarmi, scappare, forse non me lo avrebbe impedito, ma avevo paura. Paura di lei e della sua brutalità? Certo, ma in fondo sapevo che se avessi opposto un forte rifiuto la cosa sarebbe finita li senza conseguenze. Avevo paura di deludere il mio Padrone! Sapevo che mi stava guardando e probabilmente lo spettacolo che stavo dando non lo compiaceva per nulla. Ricacciai indietro le lacrime e singhiozzi, mi asciugai gli occhi e feci quello che mi aveva ordinato. Non avevo mai leccato un ano e nessuno lo aveva fatto con me. Sentivo dei sapori intensi che non riuscivo a descrivere, ebbi un conato di vomito ma mi ripresi subito e continuai. Sentivo il sedere che mi bruciava ancora sul punto in cui mi aveva colpita, mi resi conto che indossavo ancora la divisa di pallavolo con il numero 1 che spetta alla capitana della squadra. Cosa avrebbero pensato le mie compagne se mi avessero vista ora?
    Dopo un po’ si allontanò da me.
    “Fai schifo, non vali un minuto del tempo che ho sprecato con te! Dirò al tuo Padrone che ti tenga pure come cagna da monta per farsi delle belle scopate, ma se pensa di fare di te una vera schiva si sbagli di grosso. Ora vattene, non voglio che ti veda così, fai solo schifo!”
    Rimasi accasciata sul pavimento con la lacrime che ricominciarono a scorrere, non avevo la forza di alzarmi.
    Lei urlò piena di rabbia
    “VATTENE CAZZO!!! NON SAI UBBIDIRE NEMMENO A QUESTO?!?!?”
    Mi alzai di scatto e scappai fuori da casa sua. Quando fui sul pianerottolo mi accorsi di avere ancora i pantaloncini e gli slip abbassati. Li tirai su e corsi a casa così com’ero, vestita come se dovessi giocare una partita.
    E sono ancora vestita così, non ho nemmeno recuperato i vestiti che avevo quando sono andata da lui. Sono ancora sconvolta e non riesco a stare seduta normalmente tanto mi fa male il sedere.
    Cosa penserà il Padrone? È questo però il pensiero che mi da più dolore di qualsiasi altra cosa. Che ne sarò di me caro Diario?


    Diciotto anni e schiva 5

    Caro Diario,
    dopo l’altra sera ero sconvolta, quindi quando Lui mi ha chiamata il giorno dopo per andare a casa sua mi sono precipitata in preda all’ansia. Appena entrata mi ha stretta forte a se e ha cominciato a riempirmi di complimenti.
    Cerco di spiegarti quello che mi ha detto ma non è facile visto che ero confusa e frastornata. Praticamente quella di ieri sera era un prova per vedere se io davvero ero portata e avevo passione per la sottomissione o se invece, come tante ragazze inesperte della mia età, amavo solo fare sesso estremo e perverso.
    Il Padrone mi ha detto che la mia prova sarebbe stata superata anche se mi fossi fermata fin da subito, dimostrando però che mi dispiaceva non ubbidire agli ordini e magari manifestando il desiderio di rifarmi ubbidendo in altro modo. Invece io ho tenuto testa a quella pazza di Roberta (così mi ha detto che si chiama) fino alla fine, fino a quando neppure lei sapeva più come farmi cedere! La stessa donna ha ammesso che mai aveva trovato una novizia così caparbia come me. Insomma, io ancora non capisco bene le mie sensazioni dell’altra sera, nonostante le rassicurazioni del Padrone ancora mi sento un po’ giù per quello che è successo, è stata un esperienza dura ma sono contenta che lui la giudichi positiva.
    Mi ha detto che ora mi aspetta un’altra prova, meno severa ma importante, ha detto che servirà per scoprire se sono orgogliosa di essere una schiava. Mi ha detto di dire ai miei che questo fine settimana vado via con delle amiche, staremo via un weekend io e Lui ma ancora non so dove e a fare cosa.
    Sono un po’ spaventata ma anche molto eccitata!

    Caro Diario,
    il weekend è passato ed è stato fantastico! Il Padrone era molto felice e pure io lo sono. O scoperto che in certi casi mi piace dichiarare al mondo il mio essere schiava e farmi guardare per questo.
    Ma andiamo in ordine: siamo partiti la mattina di sabato in auto e li Lui mi ha spiegato il piano. Saremo andati in Svizzera in una SPA di lusso dove aveva prenotato due stanze. Avremmo finto di non conoscerci e io sarei dovuta stare tutto il giorno nel grande centro benessere dell’Hotel.
    In queste SPA di stile “nordico” bisogna stare rigorosamente nudi all’interno e gli spazi sono misti per uomini o donne. Ci si copre solo con un asciugamano negli spostamenti tra una stanza e una vasca e l’altra. Di solito le persone sono molto moderate e discrete, io però avrei dovuto mettere ben in mostra il mio fisico, senza esagerare ovviamente e apparire volgare.
    Siamo arrivati, mi sono sistemata in stanza e così ho fatto. Nel centro benessere c’era molta gente di tutte le età, ma io ero sicuramente la più giovane. Giravo senza mai coprirmi con l’asciugamano e notavo che gli sguardi maschili non potevano fare a meno di notarmi. Il Padrone era li, anche lui mi guardava ma fingevamo di non conoscerci. Ho passato un bel pomeriggio rilassante stando sempre attenta a rendermi sexy ed attraente agli uomini ma fingendo disinvoltura. A fine giornata mi sono vestita con un abito da sera datomi dal Padrone e mi sono recata la bar. Come previsto li qualche uomo ha provato ad approcciarmi, Lui mi aveva detto di dare un po’ di corda ma poi di deluderli ovviamente tutti. Così ho fatto e alla fine sono andata sola al ristorante per la cena. Durante il pasto, in mezzo alla sala gremita di clienti dell’Hotel, è arrivato Lui a sedersi al mio tavolo. Abbiamo conversato fingendo ancora di non conoscerci poi, su suo invito, sono salita nella sua stanza.
    Li abbiamo iniziato a fere sesso, lui mi ha ordinato di non trattenermi, di urlare più che potevo per far sentire a tutti il mio piacere. Non ho fatto fatica a ubbidire a questo ordine, quando provo piacere mi viene naturale gemere e a volte urlare, solo su suo ordine mi ero sempre trattenuta. Lui era particolarmente focoso quella sera e mi ha posseduta in tutti i modi che posso immaginare mentre io urlavo a squarciagola. A un tratto mi ha legata al letto e ha estratto il frustino di Roberta. Io ero a pancia sotto e lui ha iniziato a colpirmi il sedere con più forza del solito ma senza esagerare. Dopo mezzanotte abbiamo sentito qualcuno battere alla parete ma lo abbiamo ignorato. Qualche minuto dopo è suonato il telefono della stanza. Lui ha sollevato la cornetta e me l’ha appoggiata alla faccia perché rispondessi io. Mentre un imbarazzato addetto dello staff mi pregava di fare meno rumore e non disturbare gli altri ospiti il Padrone mi penetrava di nuovo con forza e energia strappandomi gemiti e mugolii che si alternavano alle mie parole di scusa dette al telefono.
    La mattina dopo sono entrata nuovamente nel centro benessere, Lui non c’era ma a ricordarmi la sua presenza mi aveva lasciato un nastrino di cuoi che dovevo tenere legato al collo come un piccolo collare e delle vistose strisce rosse sul sedere dovute alla frusta.
    Ho esibito questi due segni con orgoglio e ho ricavato piacere dagli sguardi di chi li fissava. C’era disapprovazione, stupore, scandalo, ma anche ammirazione, desiderio e invidia.
    Ora siamo tornati a casa, siamo entrambi felicissimi, e io mi sento orgogliosa di essere la sua schiava.


    Diciotto anni e schiava 6

    Caro Diario,
    oggi il Padrone mi ha fatto provare un nuovo tipo di tortura, è stato fantastico e terribile. Sì lo so che uso spesso questa definizione ma è quella che descrive meglio quello che sto provando.
    Oggi sono andata da Lui nel pomeriggio, mi aveva chiesto di acconciarmi i capelli in una lunga treccia che mi scendesse tra le scapole. Arrivata in casa sua mi ha fatta spogliare e indossare solo i jeans strettissimi che gli piacciono tanto e mi ha messo attorno al collo la cintura come collare. Mentre se ne stava sul divano mi ha ordinato di pulire e sistemare la casa che in effetti era un po’ incasinata. Ogni volta che gli passavo al fianco mi dava una forte sculacciata sul sedere, dicendo che il mio culo era adorabile, bellissimo e tutto da schiaffeggiare. Finiti i lavori mi ha portato in camera sua, mi sono sdraiata sul letto e mi ha legato i polsi e le caviglie con dei nastri, in modo da avere la gambe larghe e le braccia aperte sopra la testa. Piano piano ha iniziato a toccarmi tra le gambe con un solletico delicato mentre mi riempiva ancora di complimenti per la mia bellezza, la mia pelle, le mie forme. Il suo tocco è diventato sempre più intenso e io ho cominciato ad eccitarmi. Mi ha abbassato i jeans e ha iniziato a toccarmi e penetrarmi con le dita finché mi ha fatta venire per la prima volta. A quel punto ha tirato fuori dal cassetto un coso enorme, di forma fallica e con la punta tonta che ha iniziato a vibrare. Non avevo mai usato un oggetto di questo tipo e quella testa vibrante sulla mia vagina mi ha strappato diversi gemiti. Quel tocco era estremamente piacevole e Lui lo muoveva con abilità. Sono venuta ancora e da li ho smesso di tenere il conto. A un certo punto ha iniziato a penetrarmi di nuovo con un vibratore, io allargavo e stringevo le gambe tirando i legacci con forza, mi contorcevo per il piacere e ho cominciato a gemere a fare dei gridolini. Lui si divertiva molto e mi diceva cose tipo:
    “Senti come grida questa cagnetta…dovresti vederla ora la tua faccia da stronza tutta contorta per il piacere…”
    La cosa durava un sacco e io sono venuta diverse volte, avevo la testa tra le nuvole, sconvolta dal piacere a mi ricordo le cose successe come in sogno quindi non lamentarti se il racconto ora è confuso. A un tratto Lui era sopra di me, in ginocchio, era nudo e mi puntava il pene verso la faccia mentre se lo menava. Avevo ancora il vibratore dentro.
    “Dai cagnetta, chiedimi di venirti in faccia!”
    Io ovviamente ho ubbidito e un attimo dopo ho sentito i suoi schizzi caldi sul viso e sul collo.
    “Pensa se le tue amiche di scuola ti vedessero ora, le tue compagne di squadra, i ragazzi che ti vengono dietro…tutta sporca!”
    Sentivo le gocce del suo seme che mi scendevano lungo le guance e il mento mentre Lui era di nuovo alle prese col vibratore spingendomelo dentro e facendomi urlare.
    “Senti come grugnisce questa scrofa?!? M ti senti? Ti dimeni come un verme.”
    Non capivo più niente, ne stava usando due di quei cosi, uno dentro di me e uno che appoggiava sui miei punti più sensibili.
    “Senti come gode…ti farò impazzire finché non mi chiederai di smettere.”
    Non so dire per quanto andò avanti, io godevo e urlavo, sudavo come una pazza e mi sentivo fradicia tra le gambe, Lui si impegnava al massimo con quegli oggetti di piacere.
    Ad un tratto era di nuovo sopra di me, il pene di nuovo duro. Me lo infilò tra le tette e, stringendole una contro l’altra iniziò a strofinarsi il cazzo.
    “Che tettone sode e belle che hai…meglio approfittarne ora che sei giovane e sono belle alte…ora te le scopo per bene, senti che dure che sono!”
    Un attimo dopo mi schizzò di nuovo sul collo e sul seno, in viso avevo ancora le gocce della volta prima che colavano.
    “Sei proprio un disastro ma non te ne frega un cazzo vero? Stai godendo come un pazza!”
    Godevo si era vero ma la mia vagina era ora così sensibile che tutti quegli stimoli mei facevano quasi male.
    Continuò così per un eternità, a un certo punto io inizia a implorarlo di smetterla, mi faceva male e ormai il piacere era diventato dolore, ma Lui non smise…finché io fui esausta. Alla fine non so se sono svenuta o mi sono solo addormentata sfinita. Mi sono risvegliata che era ormai sera, ancora legata nel suo letto, ancora sporca dei suoi e dei miei liquidi. Lui era in piedi davanti a me, perfettamente vestito.
    “Sei fantastica mia piccola schiavetta, sei perfetta e…lascia che te lo dica: TI AMO.”
    Ecco, ora capirai perché sono sconvolta e felice!

    Diciotto anni e schiava 7


    Caro Diario,
    torno a scrivere dopo un po’ di tempo per raccontarti una cosa davvero speciale. Nel corso della mia relazione con il Padrone abbiamo passato molto tempo a parlare di noi, del sesso secondo noi e dei nostri sogni e desideri. Io mi sono sempre aperta sinceramente a Lui, senza paura di essere criticata e giudicata. Volevo cheLui esplorasse i miei pensieri e, se possibile, che mi guidasse nel mio percorso. Non pensavo però che questi discorsi avrebbero portato al regalo che Lui ha voluto farmi per Capodanno.
    Mi aveva detto che dovevo tenermi libera per l’ultimo dell’anno e così ho fatto. Alle 8 di sera mi sono presentata da lui con addosso il vestito elegante che mi aveva comprato: abito lungo fino al ginocchio di un colore argentato, lucente, spalle scoperte e scollatura generosa. Tra i seni mi pendeva un pendaglio azzurro che aveva scelto per abbinarlo col colore dei miei occhi, mentre i capelli era trattenuti in una lunga coda. Trucco leggero e scarpe col tacco alto. Lui mi sorrise compiaciuto, mi disse che ero più bella che mai e mi lusingò molto con le sue parole. Non sapevo cosa dovevo aspettarmi ma mi affidai completamente alla sua guida, come sempre. Ammetto però che immaginavo saremo rimasti in casa, invece lui mi accompagno alla sua auto e mi fece salire. “Andiamo da amici.” Disse.
    E così fu. Dopo poco eravamo in un bell’appartamento in città, con altre 10/15 persone tra i 28 e i 40 anni, quasi tutte coppie belle ed eleganti, come lo eravamo noi. Iniziammo a cenare e tutti furono molto gentili con me, evidentemente erano amici del mio Padrone e trattavano me come se fossi la sua compagna. Tutto procedette nel modo più classico che puoi immaginare, tra brindisi e chiacchiere, fino alla mezzanotte. Li ci fu il tradizionale conto alla rovescia, gli auguri, poi il padrone di casa disse: “Benvenuti alla nostra prima orgia del 2017!”
    Io mi bloccai in attesa di vedere cosa sarebbe successo…era una battuta di spirito? No, non lo era!
    Gioiosamente tutti iniziarono a spogliarsi e a spogliare gli altri, senza riguardo per il proprio partner. Pure io venni avvicinata da un ragazzo che con molta delicatezza, ma anche decisione, iniziò ad accarezzarmi e ad abbassarmi le spalline del vestito.
    In passato avevo confessato a Lui che uno dei miei sogni erotici era quello di partecipare a un orgia, ma non credevo che lo avrei mai realizzato, nemmeno sapevo se davvero volevo andare fino in fondo, ma in quel momento decisi che lo volevo, e mi lascia guidare, ancora una volta.
    Non posso entrare nei dettagli di quello che successe dopo perché tutto mi appariva confuso, io mi sentivo come ubriaca anche se avevo bevuto pochissimo. Attorno a me c’erano grovigli di uomini e donne completamente nudi che si possedevano a vicenda senza vincoli e restrizioni. Sentivo l’odore della pelle sudata, la mia e quella degli altri, mescolarsi con l’odore e i suoni del piacere. Due donne davano piacere a un solo uomo alla mia destra, mentre alla mia sinistra una donna era penetrata contemporaneamente da tre uomini. Io non so dirti a quanti e a quali uomini mi sono unita, ricordo solo un momento però, che è stampato nella mia mente come una fotografia o un fermo-immagine. Ero a gattoni per terra, dietro di me qualcuno mi penetrava con vigore e passione, i miei seni dondolavano per le spinte e io gemevo a bocca aperta guardando fisso davanti a me. Guardavo Lui che a sua volta stava scopando una tizia mora, la prendeva in modo lento e sinuoso, ma senza darle un attimo di tregua. Anche Lui mi guardava e mentre i nostri corpi si univano ad altri i nostri sguardi erano inseparabili. In quel momento mi sentivo più unita a Lui che al tipo che era dentro di me e scommetto che per il Padrone era lo stesso. I nostri occhi si scambiavano messaggi che valevano più di mille parole e li ho capito che Lui era tutto per me e la mia devozione a lui era una forma di amore speciale che non avevo mai nemmeno concepito.
    A un tratto qualcosa si frappose tra noi, il corpo di un uomo nudo che, forse attratto dalla mia bocca spalancata, decise di far incontrare il suo pene con la mia gola. Quando se ne andò, lasciandomi in bocca il sapore del suo sperma, il Padrone non era più difronte a me, lo cercai con lo sguardo ma non lo vidi, mi alzai in piedi ma presto il gorgo del piacere mi risucchiò di nuovo senza che potessi opporre resistenza.
    Non arrabbiarti caro Diario ma per oggi il racconto finisce qui, voglio sorvolare su tutti i dettagli ma sono certa che li puoi immaginare anche da te. Ti dico solo che è stata una serata splendida, non solo perché ho esaudito uno dei miei sogni erotici, ma soprattutto perché penso di aver reso ancora più forte e saldo il mio legame col Padrone…in un modo che non avrei mai immaginato.


    continua...

    Edited by samurai_girl - 13/1/2017, 13:30
     
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    Mi piace molto lo stile narrativo che hai adottato, sopratutto per il fatto che lei si rivolga al suo diario come se fosse un suo vecchio amico
     
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  3. samurai_girl
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    grazie, sono contenta che sia piaciuto ;)
     
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    Beh ovviamente adesso aspettiamo il continuo :)
     
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    ci sto già lavorando ;)
     
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    Ma è bellissimo! :omg:
    Mi è piaciuto molto il gioco delle scritte. :oml:
     
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    CITAZIONE (Penthotal Fiabeschi @ 14/1/2017, 00:54) 
    Ma è bellissimo! :omg:
    Mi è piaciuto molto il gioco delle scritte. :oml:

    grazie sei gentilissimo :lacri: :lacri: :lacri:
     
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  8. samurai_girl
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    ecco un nuovo capitolo ;)

    Diciotto anni e schiava 8

    Caro Diario,
    piano piano mi stanno tornando in mente i dettagli della notte di capodanno. Ora mi sembra di riviverli come se fossero parte di un film, ma assieme ai ricordi mi tornano anche le sensazioni e le emozioni. Voglio raccontarti di più per imprimere meglio nella mia memoria quelle ore e non scordarle mai.
    Come ti ho detto il primo ragazzo che si avvicinò a me iniziò delicatamente a spogliarmi, era un bel tipo di 25-30 anni che durante la cena era seduto di fronte a me e faceva coppia con una ragazza molto appariscente: capelli rossi naturali e occhi verdi, di qualche anno più grande di me.
    Mi spogliava abbracciandomi da dietro, sentivo la pressione del suo pene eretto sulla schiena. Inizialmente rimasi ferma, non sapevo come dovevo comportarmi, cercai Lui con lo sguardo e vidi che mi stava osservando. Era in piedi fermo come una statua, ancora completamente vestito, solo che la ragazza rossa era inginocchiata davanti a lui ed estraeva il suo pene dai pantaloni senza nemmeno abbassarli. Lui mi sorrise e fece un cenno di assenso con la testa, voleva che io mi lasciassi andare. Nel frattempo il ragazzo aveva fatto scivolare a terra il mio vestito e tolto il reggiseno, le sue mani mi accarezzavano il sedere e piano piano facevano scivolare il basso gli slip. La rossa aveva cominciato a darsi da fare e ingoiava con voracità il pene del mio Padrone. Fui scossa da un fremito di gelosia, ma vidi che il Suo sguardo era ancora su di me e il suo sorriso mi rassicurò. La mano del ragazzo raggiunse il mio sesso e lo trovò già umido, iniziò a penetrarmi con un dito mentre mi piegava la testa all’indietro per baciarmi.
    Persi così il contatto visivo col Padrone e decisi che se Lui mi aveva portata li non era di certo perché io mi facessi scrupoli o problemi che avrebbero rovinato l’esperienza a entrambi. Mi girai staccandomi dal ragazzo, gli diedi una spinta brusca sul petto facendolo cadere all’indietro seduto su un divano. Salii sopra di lui e abbassandomi mi lascia penetrare. Ero emozionata e accaldata, farlo con un uomo diverso dal Padrone era un esperienza a cui forse non ero ancora del tutto pronta, mi sentivo come una vergine alla sua prima volta. Il ragazzo strinse le mie natiche tra le mani e iniziò a massaggiarle e allargarle, io saltellavo sopra di lui con foga e ardore lasciandomi sfuggire gemiti e gridolini. Il ragazzo rise, la mia ingordigia gli appariva evidentemente ridicola e ingenua. Davo le spalle alla stanza e non potevo vedere cosa stava succedendo agli altri, mi arrivavano solo suoni e voci che contribuivano alla mia eccitazione euforica. Stavo quasi per venire quando lui, senza preavviso mi spinse di lato facendomi cadere scomposta sul divano. Si alzò e si allontanò senza voltarsi, nessuno dei due era venuto e capii che mi stavo proprio comportando come una novellina incapace di gustarsi un piacere lento ed intenso. Non ebbi però il tempo di ragionare, sdraiata così a gambe larghe sul divano fui subito preda di un altro uomo che calò su di me penetrandomi con un movimento fluido. Il suo pene era decisamente più grosso di quello del ragazzo, e anche del Padrone, ci misi un po’ ad abituarmi ma poi l’orgasmo arrivò quasi subito. Lui non ci diede peso e continuò a spingere gemendo come un toro sopra di me. Sbircia da sotto il suo braccio, il campo visivo era limitato, ma vidi nuovamente il Padrone. Era sdraiato a terra, la padrona di casa, una bella donna mora tra i 40 e i 50, si agitava sopra di lui facendosi penetrare mentre i suoi seni pesanti danzavano un ritmo quasi ipnotico. Non riconobbi subito il Padrone perché la rossa era comodamente seduta sul suo viso, Lui le leccava con impeto il sesso e lei stringeva i pugni miagolando come una gatta. Una nuova ondata di gelosia mi colpì, con me non aveva mai fatto una cosa simile! Reagii di impulso e, mentre il toro ancora mi pompava con forza, afferrai il pene di un uomo che stava passando li di. Stupito dal gesto inaspettato lo sentii protestare per la mia foga ma le sue parole divennero gemiti di piacere quando tirai il suo pene fino alla mia bocca e inizia a succhiarlo.
    I due vennero quasi contemporaneamente, quello nella mia vagina indossava un preservativo mentre l’altro mi inondò la bocca col suo seme. Li spinsi via entrambi e mi alza in piedi , trovandomi vicina a un tipo che stava sbattendo una ragazza sul muro penetrandola da dietro. Afferrai la nuca dell’uomo girandogli il volto verso di me e lo bacia con passione utilizzando le labbra, la lingua e i denti. La cosa però non durò molto, qualcuno che non vidi mai in faccia mi afferrò per i fianchi tirandomi indietro e facendomi mettere per terra a quattro zampe, iniziò a possedermi e fu in quel momento che vidi di nuovo il Padrone, così come ti ho raccontato nella pagina scorsa.
    Piano piano alcuni uomini, ma soprattutto donne, iniziarono a ritirarsi dall’orgia mettendosi ai bordi della stanza a bere, chiacchierare e guardare gli altri. Sul finale diversi uomini mi presero di mira e mi ritrovai sdraiata per terra schiacciata dal peso dei loro corpi. Uno mi penetrava tenendomi le mani sulle ginocchia per allargarmi le gambe il più possibile, uno era chino sopra il mio volto e spingendosi il cazzo all’ingiù me lo infilava in gola più che poteva. A destra e a sinistra avevo due uomini che non vedevo ma nella mie mani stringevo i loro peni umidi e ormai non più durissimi. Le mani di qualcuno se la prendevano con le mie tette stringendole, pizzicandole e schiaffeggiandole.
    Tutto finì in un lago di sperma e poco dopo mi ritrovai nel bagno intenta a lavarmelo via per quanto possibile. Assieme a me c’era la ragazza dai capelli rossi, mi sorrideva e tentava di ripulirsi i capelli da alcuni grossi schizzi che ormai si erano seccati. Nonstante i suoi sorrisi io non riuscii a mostrarmi amichevole con lei. Me la vedevo ancora mentre godeva sul corpo del mio Padrone e questo mi causava una repulsione nei suoi confronti. Era Suo lo sperma che si stava togliendo? Quando godeva Lui penetrandola o leccandogliela? La guardavo storto mentre eravamo davanti allo specchio, una a fianco all’altra, ancora completamente nude. Una riga orizzontale di sperma le partiva da una guancia e raggiungeva l’altra attraversandole il naso punteggiato di lentiggini. Mi ricordava i segni che si fanno i giocatori di football americano o certi indigeni. Io però non ero da meno, grossi rivoli densi mi colavano sul collo e dal seno scendevano sul ventre. Qualcuno mi aveva schizzato anche sul sedere e sui piedi. Fortunatamente però i miei capelli era in uno stato migliore dei suoi.
    Mi ritrovai di nuovo in compagnia del Padrone solo quando fu ora di tornare a casa, nel viaggio in auto non dicemmo quasi nulla ma prima di lasciarci ci salutammo con un lungo e appassionato bacio. Sui nostri corpi si sentivano ancora gli odori di tutte le persone che avevamo incrociato quella sera.
     
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    Molto bello quest'ultimo capitolo. Togliendo la bravura con cui sei riuscita a descrivere tutte le scene (rimanendo sempre molto descrittiva e senza mai annoiare) la parte che mi è piaciuta di più è quella di lei nel bagno che per l'ennesima volta ribadisce di essere molto gelosa di lui. Veramente complimenti ;)
     
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  10. samurai_girl
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    grazie, diciamo che quello sarà lo spunto per il prossimo capitolo ;)
     
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  11. samurai_girl
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    Parte 9

    Caro Diario,
    nei giorni scorsi ho ripensato molto a quello che è successo la notte di capodanno, come ti ho detto ho la convinzione che il mio rapporto col Padrone sia cresciuto e si sia approfondito. La mia iniziale gelosia è stata cancellata dal suo sguardo che mi ha fatto capire una cosa importante: anche se in quel momento i nostri corpi si stavano unendo a quelli di altre persone eravamo solo noi due a contare davvero, gli altri erano come pedine sulla scacchiera del nostro gioco, comparse in un film dove i protagonisti siamo noi.
    Eppure avevo ancora una sensazione di fastidio in fondo allo stomaco, ci ho pensato parecchio e finalmente ho capito di cosa si tratta. Non mi dava fastidio il piacere che Lui ricavava dalle altre donne, e nemmeno quello che loro ricevevano da Lui, a infastidirmi era il godimento che ne aveva ricavato quella ragazza dai capelli rossi. Quando erano assieme il suo volto trasmetteva qualcosa di più di semplice godimento carnale, il suo piacere andava oltre l’orgasmo. Il viso di lei, dai tratti dolci, il sorriso ampio e solare mostrava un estasi superiore mentre Lui la leccava o la penetrava. Ecco cosa mi dava fastidio, il fatto che un’altra ragazza traesse quel piacere speciale da lui e solo da Lui. In realtà non potevo essere certa che lei godesse così solo con Lui, ma i suoi occhi, i suoi gemiti, la sue espressione…avevano qualcosa di speciale, che non mi piaceva affatto.
    Quante volte erano stati assieme? Che alchimia c’era tra loro? Non posso saperlo e per questo il pensiero mi tormenta. Quanto odio quella stronza dai capelli rossi! Con la sua aria da ragazza simpatica e solare, e quanto odio il modo con cui mi ha sorriso e parlato nel bagno…come se fossimo amiche…come se…condividessimo qualcosa!

    Caro Diario,
    evidentemente la sera di capodanno non era un capitolo chiuso solo per me! Stasera il Padrone mi ha chiesto di andare da lui, io ovviamente ho ubbidito ma sono rimasta sconvolto quando ho scoperto la sorpresa che mi attendeva! In casa con lui c’era anche la coppia della cena, il bel ragazzo che per primo mi aveva posseduta e la tipa rossa. Il Padrone me li ha presentati come Enrico ed Evelyn, fidanzati e suoi cari amici. Evelyn mi ha abbracciata e baciata sulle guance con spontaneità e cordialità, proprio come si fa tra amiche. In quel momento mi sono accorta che è un po’ più bassa di me e per raggiungermi si è dovuta alzare sulle punte. Una ragazza carina, lo devo ammettere, grandi occhi verdi, lentiggini, pelle chiara, fisico morbido ma mai in eccesso, lineamenti dolci. Le conosco le ragazze così, sono quelle che diventano subito amiche di tutti, con cui i ragazzi sono pronti a confidare anche il loro più intimo segreto perché ti fanno sentire subito a tuo agio. Tutto il contrario di me che ho un fisico più magro, lineamenti affilati e sottili e, come dicono in tanti, lo sguardo da stronza.
    E il quel momento devo averlo proprio sfoderato quello sguardo perché il Padrone è subito intervenuto dicendo che non dovevo preoccuparmi, che li aveva invitati perché Enrico era rimasto molto colpito da me e pensava si potesse divertirsi un po’ assieme, visto che pure io avevo dimostrata una certa “simpatia” per lui. Mi accarezzava sulla testa come se fossi una cagnolina da tranquillizzare, mi disse anche che Evelyn non era li per scopare con lui perché non voleva che io mi ingelosissi ancora.
    Le sue parole mi tranquillizzarono e fui costretta ad ammettere con me stessa che un secondo round con Enrico sotto la guida del Padrone non mi dispiaceva. Una certa soddisfazione veniva anche dal fatto che avrei scopato col ragazzo di Evelyn sotto i suoi occhi, mentre lei questa volta non mi avrebbe restituito il “favore” con il mio Lui.
    Il Padrone mi fece inginocchiare sul tappeto mentre i suoi ospiti si sedevano sul divano. Tirò fuori il suo uccello e io iniziai a prendermene cura con la solita passione e dedizione. Evelyn ed Enrico intanto ci guardavano, toccandosi a vicenda. Ad un tratto Lui mi condusse verso il divano e mi mise la testa tra le gambe di Enrico, il suo pene era uscito dai pantaloni e, senza aspettare l’ordine, lo presi in bocca. Il Padrone mi aveva insegnato quanto fosse importante cercare il contatto visivo mentre si faceva un pompino e io automaticamente cercai gli occhi di Enrico. Un attimo dopo però il mio sguardo si spostò verso quello della ragazza seduta accanto a lui. Lei mi stava aspettando e i miei occhi si incrociarono subito coi suoi. Da quel momento, per tutto il tempo del pompino, non riuscii più a liberarmi da quello sguardo magnetico, che reagiva a ogni mio movimento della bocca come se stessi dando piacere a lei invece che al suo fidanzato. Il Padrone intanto aveva iniziato a possedermi da dietro mentre col pollice mi massaggiava l’ano, evidentemente me lo stava preparando. Prima che Enrico potesse venire il Padrone mi tirò all’indietro allontanandomi da lui, passo il suo cazzo dalla vagina al culo mentre Evelyn, che intanto si era spogliata, andava a sedersi sopra il pene del suo ragazzo ancora bagnato dalla mia saliva. Io ero ancora a quattro zampe sul tappeto, il mio volto era quasi appoggiato alle ginocchia di Enrico, quindi a poca distanza dal sedere di Evelyn che ora andava su e giù lungo l’asta che la penetrava. È incredibile cosa si nota in momenti come questo, quando la mente è parzialmente ottenebrata dal piacere: Evelyn aveva le lentiggini persino sulle natiche, sparpagliate qua e la, mentre una striscia di questi puntini le attraversava la schiena da destra a sinistra propri sopra il sedere. Oltre ai rumori potevo sentire distintamente gli odori del loro sesso. Il Padrone venne sulla mia schiena sporcandomela, poi invitò Enrico a prendere il suo posto. Avevo l’ano ben dilatato e lui mi penetrò con facilità mentre la sua ragazza restava seduta sul divano a guardarci. Il Padrone si sedette vicino a lei ma tra i due non c’era contatto, sembravano due normali amici intenti a guardare un interessante programma TV. Io ebbi il mio orgasmo e anche Enrico venne copiosamente dentro il mio culo. Provai una certa soddisfazione, avevo goduto guardando in faccia Evelyn mentre il suo ragazzo mi riempiva il sedere di sperma. Il Padrone però non era ancora soddisfatto, mi fece sdraiare sul tappeto e mi ricoprì con il suo peso mentre tornava a penetrarmi la fighetta. Vidi che intanto Evelyn stava leccando il pene di Enrico, poteva sentire il sapore del mio culo? Beh cazzi suoi! Se le piaceva star a guardare mentre il suo tipo mi inculava che facesse pure, l’importante per me era non vedere più quella sua stupida faccia in estasi per il cazzo del mio Padrone. I due ragazzi vennero di nuovo quasi contemporaneamente. Il Padrone puntò il suo cazzo verso il mio viso e un fiotto abbondante mi colpì proprio tra naso e occhi. Altri schizzi mi raggiunsero la bocca, il mento e il seno. Anche Enrico venne sul viso lentigginoso della rossa con dei bei goccioloni densi.
    Ci mandarono a ripulirci e di nuovo mi ritrovai nel bagno assieme a quella stronza. Qui caro Diario inizia la parte più strana della serata (tutto il resto ormai è normale per noi eh !?!) spero di riuscire a descrivertela in modo chiaro ma è difficile.
    Entrambe eravamo di fronte allo specchio con un ciuffo di carta igienica in mano, io stavo per iniziare a pulirmi il viso che era stato colpito da un getto particolarmente abbondante, lei invece iniziò dal seno. Era più piccolo del mio anche se io avevo un torace più magro e slanciato del suo.
    Lei continuava a chiacchierare; chiacchiere euforiche e rumorose. Diceva quanto le era piaciuto, quanto era felice di averci conosciuti e bla bla bla. Io rimanevo in silenzio e, nonostante i miei sforzi, mi accorsi che sul viso avevo proprio quella che gli altri definivano “la mia espressione da stronza”. A un tratto Evelyn fermò il suo fiume di parole insulse, si girò verso di me e mi guardò con aria seria. Mi fermai anch’io e, presa alla sprovvista mi girai a guardarla.
    “Non devi essere gelosa del tuo Padrone, tu sei speciale per lui e io di certo non voglio prendere il tuo posto…questa sera infatti non sono qui per lui…”.
    Si fermò, poi tornando al tono di voce allegro disse: “Oh, aspetta, sei tutta sporca anche sulla schiena, lascia che ti aiuti…”.
    Si posizionò dietro di me, potevo vederle nella specchio, con una mano prese della carta e iniziò a pulirmi li dove il Padrone mi aveva schizzata. Piano piano scendeva, il suo tocco era morbido e delicato. Mi pulì le natiche e l’interno delle cosce bagnate dallo sperma del suo ragazzo che gocciolava fuori dal mio culo. Si stava trattenendo troppo, ed usava anche l’altra mano, senza carta. Qualcosa non andava, mi irrigidii. Lei se ne accorse e fu pronta a reagire, lasciò cadere la carta e mi abbracciò stretta da dietro all’altezza della vita. Sentivo la sua guancia tra le mie scapole, i capezzoli che premevano sulla mia schiena e il suo ventre caldo a contatto con le mie natiche.
    “Sei così bella…voglio toccarti e…”
    Non la lasciai finire, ero schiacciata tra lei e il lavandino ma riuscii a girarmi sgusciando via dal suo abbraccio. La colpii con violenza, quando la mia amano aperta toccò la sua guancia lo schiocco forte spaventò anche me. Fece un passo indietro e subito si coprì la guancia arrossata con le mani.
    “Perché sei così cattiva…mi piaci…”
    Non volevo che parlasse, non volevo starla a sentire, ma quella sua espressione da cucciolo maltrattato mi fece subito sentire in colpa. L’avevo colpita troppo duramente e me ne pentii subito. Alzai una mano verso la sua guancia, la presi per un polso per allontanare la sua mano e vedere il punto dove l’avevo ferita. Lei approfittò di questa mia apertura e si gettò letteralmente tra le mie braccia, non potevo arretrare, si spinse verso l’alto e le nostre labbra si toccarono. Era dalla prima media che non ricevevo un bacio così: labbra serrate ma tremanti per l’emozione, sentivo il calore della sue pelle su tutto il corpo. Non sapevo come fare, da una parte volevo spingerla via e magari colpirla di nuovo, dall’altra provavo tenerezza per quei suoi gesti quasi infantili e dolci. Si staccò da me, ero determinata a dirle di farsi da parte e lasciarmi in pace ma lei mi anticipò di nuovo.
    “Sai che… hai proprio una faccia da stronza?”
    Aveva recuperato il sorriso, ma non mi stava deridendo o prendendo in giro. Non mi ero nemmeno accorta che la sua mano intanto era scivolata tra le mie cosce e mi accarezzava dandomi dei brividi. Quel suo viso dolce, il sorriso solare, i luminosi occhi verdi, le lentiggini sulle guance arrossate bagnate ancora di sperma…caro Diario, non so perché tra tutte le possibili reazioni che mi si accalcavano in mente ho fatto proprio così, non chiedermelo perché non so spiegartelo. Ho afferrato con forza i suoi capelli dietro la nuca e l’ho tirata verso di me. Questa volta il nostro bacio fu diverso, non più quello di due adolescenti alle prime cotte, ma nemmeno come quelli che mi dava il Padrone, era diverso anche da quelli spudorati e osceni di Roberta. Il nostro fu un bacio alla pari, non c’era Padrone e schiava, vittima o carnefice, solo puro desiderio. Anche la mia mano finì tra le sue cosce, era calda e umida, la penetrai subito. Il bacio non si fermò, aprii la bocca in modo che i suoi gemiti di piacere potessero entrambi direttamente dentro e salirmi al cervello, lei faceva lo stesso con me gustandosi i miei ansiti. Venne quasi subito e fu bellissimo sentire il suo orgasmo così da vicino. Sul volto aveva quell’espressione di pura estasi che le avevo visto a capodanno. Sentii un’onda di eccitazione salirmi alla testa come una scossa elettrica. Mi misi a sedere sul bordo del mobile del bagno, ora ero in una posizione ancora più elevata rispetto a lei. Evelyn non se lo fece nemmeno dire, si inginocchiò davanti a me e iniziò a leccarmi tra le gambe. Non feci nulla per trattenere le grida, tanto fuori avevano sicuramente già capito cosa stava succedendo nel bagno. Le accarezzavo la testa con…non so come altro dirlo caro Diario, con amore! I nostri sguardi si incrociavano e io mi perdevo i quei grandi occhi verdi. Il mio orgasmo le arrivò dritto in bocca con violenza, lei non si ritrasse continuando a stimolarmi fino all’ultimo. Scivolai giù dal mobile e la caddi addosso, ci ritrovammo sul pavimento freddo del bagno, abbracciate come le due metà perfette delle stesso intero. I nostri corpi, così uguali ma diversi, si incastravano alla perfezione. Ci baciammo e ci accarezzammo ancora, con tenerezza fino alla fine.
    Quando uscimmo il Padrone ed Enrico fecero finta di nulla, era ovvio che avevano capito tutto, ma non dissero niente anche se sembravano compiaciuti.
    Caro Diario, non so cosa mi stia succedendo, non mi sono mai ritenuta bisex e l’esperienza con Roberta fu un trauma. Ora però, con Evelyn, tutto è diverso. Cosa provo? Beh, attrazione fisica di sicuro, e questo si è capito, ma oltre a questo? Nemmeno la conosco, non so nulla di lei, fino a poche ore fa la odiavo! Non so cosa dirti, probabilmente ne parlerò col Padrone, ma sento che con lei mi sta succedendo qualcosa di nuovo, di mai sperimentato prima.
    Appena ci saranno novità verrò subito a raccontartele!
     
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    Molto bello!
     
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  13. samurai_girl
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    grazie :)
     
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  14. samurai_girl
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    Parte 10

    Caro Diario,
    ho parlato col Padrone di quello che è successo tra me e Evelyn. La sua reazione mi ha stupita, o sarebbe meglio dire la sua NON reazione! Mi ha ascoltata con attenzione mentre gli descrivevo quello che era successo e le sensazioni che avevo provato. Alla fine del racconto però non sembrava mostrare nessuna reazione, ha solo detto che ci avrebbe pensato e che era contento che gli avessi raccontato tutto.
    Da un lato sembrava conoscesse già quello che gli stavo descrivendo, e non mi stupirebbe per nulla, fin da subito avevo immaginato che fosse stato lui a organizzare tutto e a spingermi proprio li dove sono arrivata in quel bagno. Però mi sarei aspettata un minimo di compiacimento da parte sua, invece sembrava leggermente contrariato. Non so cosa dire, questa sera vado di nuovo da lui, spero di capire qualcosa di più e spero di non aver fatto nulla di sbagliato.

    Caro Diario,
    la mente del Padrone mi stupisce sempre di più! Sembra in grado di leggere e manipolare ogni mio pensiero e sensazione, con Lui mi sento come dentro un film la cui trama è già scritta…da Lui ovviamente. Sembra intuire in anticipo ogni mia reazione e io, passo dopo passo, inevitabilmente percorro il sentiero che lui ha tracciato senza nemmeno accorgermene. E questo lo adoro!
    L’esperienza di stasera è stata particolarmente forte, più a livello mentale che fisico…oddio, anche a livello fisico non è stata proprio una cosa da nulla, ma vabbè, lascia che ti racconti tutto dall’inizio e poi ti farai la tua idea.
    Sono andata da Lui e la serata è iniziata in modo “classico”, il Padrone sembrava quasi svogliato. Dopo avermi spogliata e avermi messo il collare si è seduto sul divano e mi ha ordinato di prenderlo in bocca. Non era duro e c’è voluto un po’ prima che lo diventasse, io mi sono impegnata al massimo usando tutti i piccoli trucchetti con lingua e denti che ho imparato con Lui. Ad un tratto, dopo aver raggiunto la piena erezione, mi ha messo una mano sulla testa, come se accarezzasse un cucciolo e ha detto:
    -Sai che sei proprio brava! Anche Evelyn è brava a succhiare e leccare…lo sai pure tu ora…-
    Inutile negare che questo riferimento alla rossa mi colpì fortemente, risvegliando in me la gelosia e pure un po’ di senso di colpa per quello che è successo nel bagno.
    Il rapporto è continuato in modo tranquillo, senza eccessi, mi ha fatta salire sopra di lui per penetrarmi, e anche li, nel momento in cui stavo iniziando a godere ha detto:
    -Che bella fighetta calda e stretta che hai…quella di Evelyn è più larga, ma si bagna in modo ridicolo dopo un secondo!-
    Io non rispondevo, non avevo nulla da dire e Lui non mi aveva chiesto di parlare. Dentro di me però bollivo di rabbia. Quei paragoni mi mandavano in bestia, lo faceva per punirmi del fatto che avevo avuto un rapporto con lei senza un suo ordine?
    Mi fece chinare a quattro zampe e, dopo avermelo preparato, iniziò un rapporto anale. Io stringevo i denti non tanto per il fastidio, ma nell’attesa di sentire se quelle sue frasi terribile sarebbe continuate. Così fu:
    -Sai, quando lo metto nel culo a Evelyn lei miagola come un gattino…le piace proprio!-
    E ancora:
    -Tu hai un culetto perfetto, da vera pallavolista, sodo e duro come il marmo…però mi piace come ondeggiano le chiappe di Evelyn quando glielo spingo dentro forte!-
    Lui non poteva vedermi ma delle lacrime mi rigavano le guance. Perché mi faceva questo? L’altra volta era sembrato capire la mia gelosia e pareva che non volesse far nulla per alimentarla, anzi. Ora invece continuava a parlare di lei, la odiavo più che mai.
    Venne dentro di me e mi accorsi subito che il suo getto era fiacco e scarso. Lo conoscevo bene, c’era una sola spiegazione a questo: era già venuto da poco. Non era mai successo prima, la cosa mi preoccupava e mi raggelava.
    Si sedette di nuovo sul divano e mi ordinò di pulirglielo con la bocca, mentre eseguivo l’incarico con massimo impegno sapevo che altre frasi feroci mi attendevano.
    -La odi vero? Sei gelosa e ti senti in competizione con lei! Però questo non ti ha impedito di spassartela qui nel mio bagno. Non ti preoccupare però, non sono arrabbiato, ma sono cose che devi imparare a gestire e a superare, e stasera faremo il primo passo…vieni pure Evelyn!-
    Il suo tono era calmo, mi aveva quasi tranquillizzata, fino alle ultime parole. Sentendo la porta della stanza aprirsi non ho resistito e mi sono girata di scatto. Evelyn era li, quasi completamente nuda. Indossava solo un piccolo collarino nero e…un oggetto che non avevo mai visto dal vivo. Legata in vita aveva una specie di cintura che le passava anche tra le gambe come un perizoma. Sulla parte davanti, in corrispondenza del suo sesso, pendeva un enorme fallo nero di gomma. Sul corpo di Evelyn, chiazzato di lentiggini, c’erano numero gocce e rivoli lucidi, non potevo avere dubbi sulla loro natura, erano gli schizzi del mio Padrone.
    -Vieni Evelyn, questa piccola troia bionda e arrogante è tutta tua!-
    Mi girai di nuovo verso il Padrone, non dissi nulla ma la supplica era evidente nei miei occhi, Lui mi accarezzò il viso con delicatezza e mi sorrise. Evelyn intanto si era inginocchiata dietro di me che era a gattoni sul tappeto, senza troppe cerimonie mi afferrò con una mano i capelli e mi tirò la testa all’indietro facendomi urlare, mentre con l’altra mano mi infilava nella figa quel coso di gomma.
    Tutto avvenne in un silenzio quasi irreale, rotto solo dai rumori viscidi del colpi con cui la rossa mi penetrava. Io stringevo i denti e guardavo il Padrone con le lacrime agli occhi, Lui era impassibile e ci fissava mentre giocherellava col suo pene. Evelyn non diceva nulla, spingeva con forza e con ritmo sostenuto, ogni tanto la sua mano libera mi schiaffeggiava il sedere mentre con l’altra continuava a tenermi i capelli come se fossero le redini di un cavallo durante un rodeo. Dopo lo choc iniziale il mio corpo iniziò a reagire e ondate di piacere mi fecero gemere e tremare leggermente. Il mio Padrone si masturbava a pochi centimetri dal mio volto, io strinsi e denti e tentai di trattenere l’orgasmo che mi stava partendo.
    -Dai Evelyn, fai venire questa troia, vedo che il tuo cazzo le piace proprio…sono quasi geloso!-
    Pronunciò le ultime parole con tono divertito e un po’ cattivo, io urlai di nuovo e mi lascia travolgere dall’orgasmo, in quello stesso istante lui mi schizzò qualche goccia di seme in faccia.
    Mi sentivo umiliata come non lo ero mai stata prima, quella stronza di Evelyn era li, si era scopata il Padrone prima di me e ora mi fotteva come una troia facendomi pure godere! La odiavo come non mai, avrei voluto farle male, prenderla a schiaffi e sfogare su di lei la mia frustrazione. Questo ovviamente Lui lo sapeva!
    Evelyn fece scivolare fuori dal mio corpo quel fallo gommoso e si rimise in piedi alle mie spalle. Il Padrone sorrideva:
    -Bene, molto bene! Ora Evelyn togliti quel coso…sono certo che questa biondina ha voglia di restituirti il “favore”.-
    Lo guardai negli occhi, lui annui con la testa e mi indicò la cintura che ora era per terra ai piedi di Evelyn. Non so cosa mi prese, la rabbia ebbe il sopravvento su di me, scattai come una vipera. Indossai quello strumento e mi ritrovai in piedi di fronte alla rossa, era più bassa di me e mi piaceva guardarla dall’alto in basso mentre tra di noi dondolava quel coso nero ed enorme. La presi per il collo stringendo leggermente e la spinsi all’indietro fino a farle sbattere la schiena contro il muro. Con le mie ginocchia spinsi tra le sue cosce per farle allargare le gambe. Mi abbassai leggermente finché la punta del fallo fu nella posizione giusta poi, aiutandomi con la mano libera, la penetrai fino in fondo in un solo colpo. Spingevo con forza, con rabbia, lei strabuzzò gli occhi e urlò. C’era piacere nel suo urlo, ma anche dolore. Mi piaceva. Mi rimisi di nuovo diritta usando la mia altezza per costringerla ad alzarsi sulle punte, la stavo praticamente inchiodando al muro. Con una mano le stringevo ancora il collo mentre con l’altra le artigliavo con forza un seno, volevo farle male. Ad ogni mia spinta qualcosa sull’interno della cintura mi stimolava nei punti giusti, anch’io stavo godendo. Le sue urla però erano sempre più di piacere e quando vidi che i suoi occhi si annebbiavano per l’orgasmo in arrivo le spuntai addosso in pieno volto. Non mi ero nemmeno accorta che il Padrone si era alzato ed era dietro di me, mi allargò le natiche e mi penetrò scostando il laccio della cintura. Anche Lui lo fece senza troppi complimenti, spingeva forte dento il mio culo e io trasmettevo quella forza a Evelyn che era schiacciata contro il muro. La prima a venire fu la rossa, io la seguii quasi subito, e un attimo dopo il Padrone venne di nuovo nel mio sedere.
    Ci separammo, tutti e tre ansimanti e distrutti. Lui fece un cenno ed Evelyn si ritirò nell’altra stanza.
    -Spero tu abbia imparato la lezione!-
    Poi mi baciò con passione e trasporto.
     
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    In cauda venenum

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    Penso che questo capitolo sia diventato il mio preferito. :asd:
    Grazie! Scrivi davvero bene.
     
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