Posts written by Elisewin†

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    Ti chiedo scusa, ma alla fine mi sono ritirata dal gioco :/ il resto lo spiegò via MP ^^"
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    non parliamo dei miei ritardi XD

    L'incanto era svanito e poco dopo la stassa figura di prima apparve. Liala rimase perplessa, ferma, con gli occhi fissi, ma non intimorita.
    Osservò ciò che fece la creatura insieme all'uomo che le era poco distante.
    "Era una consegna." Pensò volgendo gli occhi su una specie di valigetta da lavoro che la creatura gli aveva lanciato.
    Poi d'un tratto, dopo essersi scambiati qualche parola, la creatura si interessò a lei, riconoscendola come drago femmina.
    Liala storse il naso e fece qualche passo indietro in difesa.
    -Anche se fosse, cosa comporterebbe?- Chiese di rimando, digrignando i denti e facendo salire dalla gola un rauco grigno.
    Non avrebbe avuto problemi a trasformarsi se fosse stata costretta, ma avrebbe voluto evitarlo.
    Non le piaceva combattere con creature animali e poi, perché poco prima gli era apparso il miraggio di quella stessa creatura? Ma erano poi la stessa creatura?
    Liala guardò verso l'uomo.
    -Almeno ora sapete di aver sbagliato persona prima. Anzi ...- Disse volgendo uno sguardo fugace verso la creatura. -... avete sbagliato proprio essere vivente.- Terminò dando le spalle alla creatura dopo aver spostato una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
    Fece un lungo respiro. Quello non era un momento conveniente per nessuno dei tre per prendere battaglia.
    -Sarà meglio andare ...-
    Liala si avviò verso un vicolo lì vicino. Utile rimanere all'ombra e in luoghi dove quell'essere difficilmente li avrebbe potuti seguire.
    "Chissà cosa voleva da me. Sopratutto perché puntualizzare parte del mio lignaggio?" Si chiese la mora.
    C'era qualcosa che non andava e non era poi tanto convinta che quell'incontro fosse stato casuale.
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    Sono disponibile a fare qualche role un po osé, però cerco volti specifici, tipo Sebastian Michaelis, Gaspard ulliel, per altri potete contattarmi privatamente XD
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    Quella creatura continuò ad osservarla. C'era qual osa di strano in essa. Non sembrava reale. Era come fosse in trasparenza e più la ragazza la fissa più parve notare una certa dissolvenza.
    Ma quello bon era uno scherzo oculare, davvero la bestia si stava dissolvendo nel nulla.
    Ci volle qualche istante prima che si dissilvesse nel nulla e Liala si ritrovasse a fissare un punto vuoto davanti a sé.
    -ma cosa?- Sussurrò riprendendo contatto con la realtà.
    La giovane volse lo sguardo verso l'uomo al suo fianco per poi indietreggiare di qualche passo.
    "Eppure sembrava così reale ..." Si disse portando i suoi occhi in varie direzioni per capire cosa stesse accadendo.
    Qualcosa bon andava. Quella bestia uscita da quel libro era solo un:illusione, ma il tormento che si era portato dietro era reale.
    Che fosse opera di un'altra creatura?
    Le grida riempivano la strada in cui si trovava ma erano cosiwforti e di toni simili fra loro che parvero annullassi.
    Il vento aveva iniziato a soffiare più forte di prima, mimando un respiro veloce di una bestia enorme e innaturale.
    Qualcosa li stava raggiungendo e non doveva essere amichevole.
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    Juliette L. la Fayette
    Dragonica | 21 | [URL=]Abitazione[/URL] | Scheet


    35mefqd
    La conversazione con l'uomo proseguì per poche altre battute. Furono poi interrotti dall'origine del trambusto avvertito in lontananza.
    La ragazza si guardò intorno, si alzò e puntò gli occhi dinanzi a lei.
    Rojack sembrava essere pronto a difenderla, ma lei non era una qualunque di cui occuparsi.
    Spostò le sue attenzioni sulla creatura che puntava i suoi lucenti occhi nei suoi azzurri.
    "Mi stabile forse cercando?- Pensò osservando la creatura.
    Quella bestia era uscita dal suo libro e lei era scappata per evitare che facesse danni. Dopotutto stavano in una specie di foresta, l'animale poteva anche prendere una strada diversa.
    Ma a quanto pare aveva seguito il suo odore.
    In un attimo la bestia chinò il muso verso Liala che all'apparenza parve non risentirne dell'imminente pericolo.
    -Mi sentì un po come bel film di Godzilla, quanto Tatopullos o come si chiama si ritrovò il lucertolone a due passi dal proprio naso.- Disse quasi per sdrammatizzare.
    La ragazza rimase ad osservare quegli occhi profonde come essi facevano coi suoi.
    Non avvertiva pericolo. Non si sentiva minacciata.
    -Cosa vuoi da me?- Chiese all'animale che neanche le ringhiava contro. Si limitava ad osservarla e basta.
    Era come se il tempo fra loro si fosse fermato e non esistesse più nulla oltre loro due.
    Le era venuta la strana idea di carezzare l'animale, ma non voleva spaventarlo.
    Forse Liala aveva sbagliato a lasciarlo da solo. In fondo agli occhi della bestia lei doveva apparire come un genitore visto che era la prima figura che aveva visto uscendo dal libro che poteva essere paragonato ad un uovo o un utero.

    « Non dovrei essere così spaventata nel mostrare le mie zanne.

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    Caroline A. Misaky
    Dougen Angelic | 24 | Abitazione | Scheet


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    Ci rimettemmo subito in cammino ed in poco tuo fummo a destinazione, ma non vi era nessuno.
    Sospiri seccata e poco dopo mi arrivo una telefonata.
    -Dimmi.- Rispose fredda.
    Di sicuro quel coglioni del mio management era nei paraggi se mi aveva chiamata appena arrivata alla fontana, ma decisi di far finta di nulla.
    -Come vuoi. Per me è uguale.-
    Atraccai senza salutare.
    Chiusi gli occhi per un attimo e feci un lungo respiro.
    -Dovrò tornare domani. Hanno levato le tende e rimandato tutto al giorno dopo.- Dissi a Dante.
    Se non altro almeno ora sapevo dove andare e sapevo che non era un imbroglio per fai fuori per qualche giorno
    Se anche lo fosse stato io avrei comunque lavorato e guadagnato qualcosa.
    Solo ora non sapevo che fare. Mi guardai intorno.
    Per come stava la situazione era bene trovare un luogo in cui alloggiare che fosse vicino al centro commerciale.

    Non temere. Anche io ci metto molto per rispondere per vari impegni nel real XD non ti fare problemi :)
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    Juliette L. la Fayette
    Dragonica | 21 | [URL=]Abitazione[/URL] | Scheet


    35mefqd
    Sembrava tutto tranquillo. La tensione pareva si stesse dissolvendo. Erano due sconosciuti che parlavano per puro caso in un bar per passare il tempo in attesa di qualcosa. E poco importava se ciò che si dicevano corrispondesse a verità o meno. Era probabile che dopo quella sera non si sarebbero più visti.
    -Rojack?- Ripeté a mo di domanda. -Siete straniero immagino.-
    Era del resto una domanda normale. Detta anche per evitare ulteriori domande su se stessa.
    Tuttavia, anche se tutto sembrava andare bene, la bestia dentro la donna aveva fiutato qualcosa. I suoi sensi si erano tesi. L'olfatto le portava un'odore acre e metallizzato, che un po le pungeva la punta del naso.
    L'udito l'avvertiva che qualcosa di molto rumorosa e stridulo si stava avvicinando.
    Improvvisamente l'aria pareva rarefatta.
    Ma nulla traspariva dal volto ridente e all'apparenza sereno della giovane che ben sosteneva il tono e lo sguardo di sfida dell'uomo.
    Più il tempo passava più le percezioni aumentavano e ciò che prima era solo un lieve campanello stava diventando come la sirena del treno che avverte del suo arrivo in stazione.
    Ed invero vi erano suoi di sirena, prima ancora indistinguibili, ma poi sempre più nitido e chiaro.
    "Che qualcuno abbia dc operato?" Sì chiese senza spostare lo sguardo da quello dell'uomo.
    Non poteva pensare ora ad una simile situazione. Doveva sembrare una normale ragazza seduta ad un bar.

    « Non dovrei essere così spaventata nel mostrare le mie zanne.

    >.< schiedo scusa per l'immensa attesa ç.ç sono un caso disperato *piange*
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    Caroline A. Misaky
    Dougen Angelic | 24 | Abitazione | Scheet


    35mefqd
    Rimasi a bocca a perta davanti a quel luogo. Effettivamente così grande com'era non aveva bisogno di spiegazioni, eppure nessuno di quel posto pareva sapere dove indirizzarla. Forse per loro quel luogo era piccolo, ma da come parlava il suo accompagnatore non sembrava pensarla affatto così.
    -D'accordo.- Disse asserendo col capo.
    Il posto era davvero enorme e quindi mi avvicinai ancora di più al ragazzo. Ci mancava solo che nella fosse perdessi l'unica anima che si era offerta di aiutarmi e forse l'unica davvero in grado di aiutarmi.
    Ormai era pure sera, quindi ad una certa ora avrebbero chiuso e di certo era più che in ritardo. Anche trovando chi cercava, probabilmente sarebbe stato tutto rimandato al giorno dopo.
    A quel pensiero mi avviliii, ma non mi perdi d'animo. Volevo tornare a casa al pià presto. Ero troppo stanca.
    -Chi cerco dovrebbe stare proprio nei pressi della fontana centrale.- Dissi più a me stessa che al mio accompagnatore.
    In lontananza mi pareva di vederla quella fontana, ma non distinguevo bene se fosse una fontana o no, però stava al centro della piazza. Almeno quello sarebbe stato un buon punto di partenza.

    Figurati ^^ anzi, sei stato gentilissimo :) Scusa per l'attesa ^^ scusa anche per le risposte piccole, ma vado sempre di fretta in questo periodo :/
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    Juliette L. la Fayette
    Dragonica | 21 | [URL=]Abitazione[/URL] | Scheet


    35mefqd
    Quasi le andò di traverso il sorso, quando comprese l'errore fatto. Aveva dato per scontato che le fosse stato offerto. Si portò una mano alla fronte massaggiandosela. La vita che faceva le aveva forse fatto dare delle arie?
    -Perdonate. Non do mai nulla per scontato, ma stavolta a quanto pare si.- Rispose prendendo i soldi e dandoli alla cameriera che intanto aveva portato l'altro bicchiere all'uomo. Glieli diede prima che l'uomo potesse fare qualcosa.
    Non amava i debiti, sopratutto quelli nati per errore.
    -Come vuoi.- Disse marcando lievemente sull'ultima parola confidenziale. Era il minimo vista la gaffe appena fatta.
    Ora però che doveva fare? Aveva buttato fuori quelle frasi giusto per zittire il tipo, ma ora doveva farci una storia sopra. Beh ... lei di professione non scriveva forse? Quale buona occasione se non quella? Poteva costruirsi una vita doversa da quella che viveva e magari perdersi in dettagli confidenziali che tanto erano pure bugie.
    Almeno per un po, non avrebbe pensato a ciò che l'aveva portata a quel bar.
    -Beh ... diciamo che io le scrivo. Po c'è chi le canta, ma queste sono informazioni riservate. Spero capiate.- Rispose sorridendo. Tuttavia non le era sfuggito il fatto che l'uomo non avesse neanche minimamente dato peso alla sua ultima affermazione.
    Per scambiarla per qualcun'altro doveva trattarsi di qualcosa che scottava parecchio. Lei era solita stare nell'Ombra. Non era un volto noto. E poi ... i suoi attenggiamento avevano indotto a pensare che fosse colui o colei che egli cercasse.
    -Voi chi siete?- Chiese aggirando l'ostacolo. Sarebbe arrivata dove voleva lei per vie traverse.
    Certo non si aspettava che gli dicesse verità, ma manco lei del resto gliene avrebbe raccontate.
    Due perfetti sconosciuti che raccontavano di se con perfette storie inventate.
    Poteva essere la trama un suo nuovo scritto da pubblicare. Le ispirazioni venivano sempre in modo singolare.

    « Non dovrei essere così spaventata nel mostrare le mie zanne.

    Finalmente riesco a rispondere >.< schiedo scusa per l'immensa attesa ç.ç
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    scusa il ritardo, non mi era arrivata la notifica di risposta >.>

    Caroline A. Misaky
    Dougen Angelic | 24 | Abitazione | Scheet


    35mefqd
    Aveva voglia di parlare il ragazzo, come del resto chiunque lo avrebbe fatto, indipendentemente dalle intenzioni inconsce dentro di se.
    Sinceramente io non sapevo che fare. Ero abituata ada avere a che fare con la gente, ma da sola era tutta un'altra cosa. Non avevo paura, questo era ovvio. Potevo stendere un essere umano in poco tempo, ma volevo evitare di mostrarmi per ciò che cerco di nascondere che sono.
    -Io come puoi immaginare sono italiano. Per l'esattezza sono nato a Firenze e studio all'università "la Sapienza".
    Ora sono in pausa dallo studio siccome ho appena dato gli esami e passerò i prossimi giorni qui in ferie.-

    Era uno studente? Quindi poco più piccolo o coetaneo a me. L'essere poi uno studioso di certo non l oavrebbe fatto un criminale, ma anche se lo fosse stato, di certo non si sarebbe esposto con lei. Quindi poteva rilassarsi per così dire.
    -Tu invece dal nome sembri essere Inglese? Sei qui in italia per lavoro se non ho capito male...-
    -Si, sono qui per lavoro. Dovrei fare uno shooting e poi tornare subito a casa.-
    Volutamente evitai di confermare o negare la mia provenienza. Gli avevo detto solo il mio nome, quindi non poteva capire che fossi Coreana visto che il mio cognome è Misaky. Invero i miei sono stati molto furbi a darmi, non uno, ma due nomi appartenenti a due nazionalità diverse. Caroline che è tipicamente inglese e Anastasia che è tipicamente italiano.
    Su questo punto io li dovevo ringraziare molto. All'occorrenza potevo usarli a mio piacimento, anche se preferivo usare più Caroline che Anastasia, che era più inusuale rispetto al primo nome che portavo.
    Ci trovammo a passare per un sottopassaggio molto spazioso e abbastanza illuminato essendo breve ed oltre potei nontare le luci di quello che sembrava una zona commerciale.
    Quindi forse il tizio aveva ragione ed io finalmente avrei potuto lavorare e tornare a casa.
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    scusa il ritardo, non mi era arrivata la notifica di risposta >.>

    Caroline A. Misaky
    Dougen Angelic | 24 | Abitazione | Scheet


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    Seguii i movimenti del ragazzo e in poco tempo stavamo già per strada. Avremmo dovuto fare un tratto a piedi. A quanto sembrava il luogo dove dovevo recarmi era nelle vicinanzi.
    Chissà perché allora nessuno sapeva dove fosse ...
    -Bene. Ora che ci siamo avviati possiamo parlare tranquillamente. Prima di tutto mi presento.
    Io mi chiamo Gribaudi Dante. Ma naturalmente puoi chiamarmi Dante. Altrimenti non avrebbe senso il fatto che puoi darmi del tu!-

    Anche se in ritardo il tipo si era accorto della gaffe che aveva fatto. Allora non era un uso normale il fatto di darsi del tu senza essersi prima presentati. Era come quelle cose che accadevano a volte: comitive di giovani passavano il tmepo a parlare e solo quando si separavano facevano le presentazioni.
    D'accordo il coinvolgimento del momento, ma certe cose sono le basi della civilizzazione umana, no?
    Comunque almeno ora sapevo come si chiamava, o come si faceva chiamare, il tizio che mi accompagnava.
    -Mi chiamo Caroline.- Risposi sorridendo appena.
    Non vedevo l'ora di arrivare sul sett e fare quelle cavolo di foto. Non ero manco arrivata e già ero stanchissima.
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    scusa il ritardo, non mi era arrivata la notifica di risposta >.>

    Caroline A. Misaky
    Dougen Angelic | 24 | Abitazione | Scheet


    35mefqd
    Ci dovevamo dare del tu senza neanche esserci presentati? Bah ... non mi restava che assecondare il ragazzo ed entrare in casa.
    Doveva prepararsi quindi era meglio mettersi in un angolo ad aspettare. Andai spedita dentro a quello che sembrava il salotto e mi sedetti sul divano con la schiana dritta gambe ben chiuse e volto fisso davanti a me.
    Potevo sembrare un manichino, ma sapevo che con gli sconosciuti era meglio non creare equivoci e già i suoi vestiti lo erano fin troppo.
    Restai ferma con la mente completamente svuotata. Era inutile pensare in quel momento. Ormai era fatta, doveva solo stare attenta al tizio che si era offerto di farle da guida.
    L'mabiente della casetta non era nente male. Doveva trattarsi di un ragazzo coi soldi, forse che studiava ancora. Fors eera anche il classico figlio di papà, ma non mi andava di avanzare giudizi affrettati.
    Di certo aveva un viso troppo piccolo per la sua età. Forse per via dell'assenza di barba in volto.
    -Spero di non averci impiegato troppo. Se ti va bene possiamo andare.-
    Non ci mise molto al dire il vero. Mi alzai e gli sorrisi educatamente.
    -Fammi pure strada.- Risposi ocn gentilezza.
    Era una situazione singolare. Forse avrei dovuto chiamare un taxi e fammi guidare da lui, ma conoscevo storie pessime sui taxi più di un tizio che incontravo in uno chalet fuori zona.
    Sospirai per riordinare le idee.
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    Chiedo scusa ^^ Non sapevo se potevo farlo XD
    per il potere se mi viene l'ispirazione ovviamente mi farò avanti e sarei il primo a saperlo ^^


    Caroline A. Misaky
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    Detta così la storia non doveva essere stata tanto interessante, ma la cosa mi andò bene così. Sinceramente non volevo risultare molto appetibile. Se potevo raggiungere il mio scopo in modo semplice, bene. Sennò ... pazienza. Ormai mi ero abituata a quel mio problema. Qualsiasi cosa facessi non c'era verso di liberarmi da quel sigillo. Speravo ormai di incappare nella soluzione.
    -Mi chiamo Edward...-
    Volsi gli occhi all'uomo e feci un cenno col capo in segno di saluto, che doveva essere un 'piacere di conoscerti'. Non mi veniva molto la voglia di parlare in quel momento. Ancora una volta una spiacevole sensazione mi avvolse, ma non ci diedi peso.
    -Davvero non ti capisco... Mi chiedi di toglierti un sigillo e tutto quello che hai da dirmi è questo? Di storie come la tua ne esistono a centinaia, ma che dico... A migliaia. Davvero c'è stato qualcuno che si è fatto tutti questi problemi e lo sforzo d'imprimere un sigillo sul tuo corpo? Sai quanta energia serve per fare una roba del genere? I tuoi avrebbero fatto prima a non riconoscerti al momento della nascita e sbatterti in qualche orfanotrofio...
    Mi limitai a fare spallucce con le braccia conserte al seno. NOn stavo nella testa dei miei genitori e di certo non ero in grado di leggergli nella mente, quindi quella storia striminzita era tutto ciò di cui disponevo e volevo far trapelare.
    -Tieni questo...
    Edward mi passo un foglietto da visita su cui c'era un nome di una società che non mi era nuova.
    Avevo scartato più volte quell'opzione, ma ancora una volta essa mi si presentò davanti come unica soluzione ai miei problemi.
    Sospirai rassegnata, iniziando davvero a pensare che l'Umbrella potesse aiutarmi, ma già sapevo che quel passo avrebbe portato tante conseguenze negative che forse non sarei riuscita ad affrontare.
    -Qui potranno aiutarti, digli che ti mando io. Se non ti serve altro io andrei.-
    -Certo! Non voglio abusare troppo della tua gentilezza.- Risposi scarna.
    Sinceramente non sapevo co'saltro dire, cosa fare. Avevo perso il filo della situazione di punto in bianco e ripercorrere passo passo tutti gli eventi accaduti in quella serata mi appesantivano la testa.
    C'era qualcosa che mi intorpidiva. Forse la febbre era risalita e non mi andava di risvenire, quindi era meglio avviarsi verso casa.
    -Credo di avere abbastanza forse per tornare a casa mia. Compermesso.-
    Veloce andai verso l'uscio della porta. Avrei dovuto forse aspettare che egli mi salutasse? E come avrei dovuto rispondergli? Un ciao o alla prossima?
    Troppe domande, troppi pensieri. Se voleva qualcosa mi avrebbe inseguita, ma forse anche lui non vedeva l'ora di andarsene per la sua strada.
    In men che non si dica mi ritrovai di nuovo sul marciapiede e al freddo. Faceva davvero freddo e dovevo tornare a casa o rischiavo l'ipotermia.
    Eppure quel freddo e quell'incontrom i pareva innaturali. Nella mano ancora quel biglietto che un'improvvisa folata di vento mi portò via.
    Che anche quello fosse un segno? Cercai di prenderlo, ma un vento ocntrario me lo rispedì dritto sulla faccia, facendomi starnutire.
    Misi il biglietto in tasca e mi diressi verso casa.

    « Sii carina con chi è sopra di te e alla prima occasione uccidilo.

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    scusa il ritardo, non mi era arrivata la notifica di risposta >.>

    Caroline A. Misaky
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    35mefqd
    Fortunatamente pareva che avessi trovato chi poteva aiutarmi. Almeno ci speravo, visto che ora come ora avrei dovuto fidarmi di un perfetto sconosciuto.
    Non avevo alternative, quindi dovevo adeguarmi a quella situazione e fare la cosa migliore che mi riuscisse, ovvero sorridere.
    E' così feci per dimostrarmi la mia graditudine nell'essersi messo a mia disposizione.
    -La ringrazio davvero per la disponibilità e spero di non arrecarle ulteriori disturbi.- Risposi con educazione tenendo le mani chiuse verso il basso e facendo un piccolo inchino col capo.
    Una prassi normale per quelli da cui provenivo, ma chissà se quel tipo lo avrebbe capito.
    Sembrava un tipo di pche parole o che ne avesse così tante da dire da non sapere da dove iniziare.
    Certo mi parve strano che guarda caso lui stesse già per andare in quel posto dove dovevo andare io, ma finché si limitava a ciò non mi preoccupavo. Anzi, forse era meglio, perché temevo che anche sapendo la giusta ubicazione avrei potuto perdermi.
    -Prendetevi pure il tempo che vi occorre.- Aggiunsi allontanandomi di qualche passo. Di certo i fotografi avrebbero dovuto aspettare molto di più se non avessi trovato quel ragazzo e di certo era colpa loro se mi trovavo in quella situazione. Senza contare che le 'star' tendono a farsi attendere, quindi non facevo nulla di male. Almeno paradossalmente.
    Feci un lungo sospiro e raccolsi i pensieri guardando la strada. Mi chiedevo quanto tempo ci avrei messo per arrivare a destinazione e quanto sarebbe durato il servizio fotografico.
    "Dopo questa, riposo per un mese." Mi dissi decisa nell'intento.
    Quello era stato un periodo molto frenetico e molte mie energie se ne erano andate prima del dovuto ed avevo bisogno di un po di tempo per me.
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    Caroline A. Misaky
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    Bussai a quella porta e mi rispose un ragazzo, forse un universitario. Doveva avere quasi o poco più della mia età.
    Sfoggiai un sorriso delicato e gentile, giusto per accattivarmelo un pò e non farmi sbattere la port ain faccia in un attimo.
    Purtroppo ero stata costretta a bussare ad una abitazione, visto che nei paraggi non avevo visto nè bar nè tanti passanti inclini a rivolgermi la parola. Forse per il mio modo di vestire potevo aver dato un impressione sbagliata.
    -Salve. Volevo solo chiedere un informazione.- Dissi con un tono squillante, ma non alto. -Dovrei presenziare a breve ad un servizio fotografico. Purtroppo mi hanno detto solo che si tratta del centro commerciale più grande della zona al cui centro vi è una fontana..
    Cercai di scandeire bene le parole in italiano, così da evitare di dovermi ripetere. Non mi andava di sembrare più strna di quanto lo fossi già. Non ero della zona, quindi era meglio non farsi vedere come una sprovveduta.
    Rimasi davanti alla porta a fissare quel ragazzo. Non osai sbirciare oltre le sue spalle per non sembrare maleducata, anche se la curiosità ci stava.
    Quell'abitazione in quel posto era molto singolare. Si trattava di un villino a due piani, ma il primo piano stava sotto la strada ed il secondo si affacciava su di essa, quasi fosse stata scavata apposta lì dentro. Forse era un bunger? Era un ipotesi da scartare perché era troppo fine ed 'aperta' per poterlo essere.
    Però dovevo ammettere che era carina e dava un senso di protezione e pace.
116 replies since 16/11/2014
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