Posts written by Hina-Poppezinga

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    Kain si atteggiò come se non gliene fosse importato di tutto quel discorso, ma Nariko riuscì a notare la luce soddisfatta nei suoi occhi. Chiarissimo segno di quanto fosse orgoglioso, il che rafforzò la sua idea che forse quel drago nutriva interesse per Sheba, ma era troppo orgoglioso per ammetterlo perfino a se stesso. Vega sbuffò incrociando le braccia al petto e quando le ammonì ricordando a loro quanto era difficile trattare con demoni. Nariko allargò un ghigno inquietante, posando una mano sul fianco. Stava per rispondergli a tono, ma l'intervento di Endymion la bloccò sul nascere facendola sorridere. Lasciandola poco dopo perplessa quando invitò Vega a lasciare in pace Sheba se a lei piaceva prendere il seme di Kain. Rimase un momento sbigottita da quella affermazione. Da un lato capì che anche lui era abbastanza sveglio da leggere fra le righe, ma dall'altra era fin troppo maturo per uno della sua età. Non poteva farci niente, Nariko lo vedeva come un cucciolo, anche se gli mancava poco per superarla in altezza fisica. Tornò al suo ghignò inquietante, prima di rispondere a Vega alzando il naso per aria con fare orgoglioso.
    Non so come funzionava dalle tue parti, ma non è così, è fin troppo facile scendere a patti con i demoni, e di solito nascondono una fregatura. Ecco perché li dominiamo, per costringerli ad obbedirci ed evitare la fregatura! Affermò pensando per un solo momento che non sarebbe affatto male avere al guinzaglio un drago potente, se poi aveva natura demoniaca per le streghe veniva più facile agire sui loro circuiti energetici. Lei però lo pensò in modo totalmente smaliziato rispetto a Syndra. Ovviamente era consapevole che Kain anche nelle sue forme umane fosse attraente, ma ormai su di lei certe cose non attecchivano più. Si chiese se non fosse un difetto aver sviluppato un tale distacco dal fascino maschile. Ormai riusciva a pensare in modo lascivo solo sulle persone che voleva bene. I suoi pensieri vennero interrotti dai discorsi che fecero Endymion ed Iceringer, che le strapparono un sorriso per la gaffe ingenua del suo amato. Alla fine però Vega ne fu convinto, nominando Kain come "figlio del diavolo" che sul momento sembrò quasi un insulto educato. Nariko però ricollegò il fatto che Kain era stato presentato come il figlio di Satana in persona. Sì forse Vega non aveva tutti i torti a preoccuparsi per Sheba, non era di certo un soggetto tranquillo, ma Nariko più di tutti sapeva che il retaggio di sangue non definiva le persone, ma solo le loro scelte. E Kain dava l'idea di voler proprio andare contro tutto ciò che rappresentava Satana. Quindi il nemico del loro nemico potevano considerarlo un amico. Probabilmente era così che li vedeva Kain. Vega però borbottava ancora, probabilmente ferito nel suo orgoglio di paparino a cui tutti avevano disobbedito o lo avevano trattato come un Boomer.
    Non eri tu quello che parlava di seconda chance per tutti? La vecchiaia ti ha fatto male. Scherzò per alleggerire un pochino i toni, adesso che erano tutti insieme, Nariko si sentiva felice, aveva le persone più importanti della sua vita, lì vicino a lei e stavano tutti bene. L'unica nota un pochino stonata fu l'espressione incuriosita e vagamente preoccupata di Iceringer quando sentì "figlio del diavolo". Lui non c'era in effetti quando Naza aveva fatto le presentazioni, così pensò che era utile spiegarglielo.
    Dice così perché a quanto pare Kainhurst ha come uno dei genitori Satana in persona. Ce lo ha riferito il figlio di Traesto. Da ciò che ci ha detto e dal fatto che ci ha aiutati, ha fatto capire molto chiaramente che ha intenzione di andare contro Satana, non sopporta di avere il suo stesso sangue nelle vene. La naturalezza con cui ne parlava Nariko era disarmante, sembrava che stesse parlando di due conoscenti che avevano avuto dei trascorsi fra di loro. Ma infondo per chi era sempre immerso in un mondo di magie, non era strano parlarne.
    Cercate di non essere troppo duri con lui, per un drago è terribile essere di mezzo sangue, se poi si ci aggiunge un peso di tale portata, non deve essere facile per lui. Secondo me ha solo bisogno di amici che gli facciano capire che non tutto il mondo lo odia. Se lo conquistate, potrà essere un alleato molto potente, se lo respingete c'è il rischio che si lascia corrompere dall'oscurità del suo cuore, e fidatevi se vi dico che io so cosa significa. Io sono stata salvata da Syndra, grazie a lei ne sono uscita ed ho ritrovato me stessa. Forse Sheba potrà essere la "sua Syndra". Dopo quelle parole guardò verso la sua allieva prediletta sorridendogli con immenso affetto. Forse Nariko stava viaggiando troppo con la fantasia, ma aveva visto del buono in Kain.
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    Nefertiti si sentiva immersa in un sogno, quello che stava vivendo era così irreale, ma le sensazioni invece erano così reali. L'odore ed il sapore di quella verga davanti a lei. Le mani e le bocche che si erano accanite sul suo corpo sensibile. Aveva del timore dentro di lei, non era di certo abituata ad amoreggiare con più persone. Si sentiva impacciata, ma bastò quella piccola carezza fra i suoi capelli, percepire il desiderio di lui e poi la gelosia per non farsi assalire dalla paura. Esitò un momento, non aspettandosi di percepire un tale sentimento da parte del professore. Eppure lei sentiva che quei tre esseri che si stavano dedicando a lei erano sempre lui, erano la versione diversa di lui, in un certo senso le ricordò vagamente i videogame che permettevano di cambiare l'aspetto del personaggio usando contesti differenti. Non sapeva esattamente dove mettere le mani per prima, ma in quel frangente non le dispiaceva affatto sentirli totalmente devoti a lei. Era così bello averlo tutto per sé, sentirsi così desiderata da lui. Era troppo eccitata per fare dei ragionamenti sensati, ciò che riuscì a pensare piuttosto fu che aveva tutto quel ben di dio tutto per sé, e non doveva nemmeno avere paura di offendere qualcuno, poiché era sempre lui, e si stavano impegnando tutti per farla godere al meglio. Non si chiese cosa fosse quel fluido verdognolo, sentiva che era irresitibile e lo divorava, leccando quella verga che ,nonostante il colore fosse diverso, conservava tutte le caratteristiche del suo adorato professore. Sentiva provenire da quel cazzo qualcos'altro, molto più flebile dell'energia delle lanterne, qualcosa che però le era molto familiare ma che allo stesso tempo non riusciva a ricordare. Lo sentiva provenire anche dal Thresh "vivo". Solleticava qualcosa nel fondo della sua essenza che la invogliava ad assaporarne di più. Non poteva nemmeno immaginare che la forma dragonica in realtà era frutto di un incantesimo di umbra. Lo leccava avida, lo faceva scivolare in bocca, fino a sentire soffocarsi in profondità nella gola, lo faceva con calma, con perizia, come se si stesse studiando quel fallo magico oltre che goderselo. Il Thresh vivo le regalava brividi profondi, sentiva il suo calore molto più intenso, qualcosa che le faceva capire che era vivo, potente e ironicamente più spaventoso della versione zombie. Continuava a toccarlo, a carezzare la pelle bruna, quasi non riuscisse a credere che fosse così vigoroso. Mentre si gustava la verga del dragonico, sentì i piercing abbandonarla, i capezzoli le sembrarono così leggeri, bruciavano leggermente, e subito dopo una strana sensazione pervase quei punti sensibili, costringendola a fermarsi un momento per vedere che diamine stava succedendo. Fu una sensazione di piacere diversa dal calore della lingua o dai pizzichi delle dita, era molto più intenso, e le scappò un profondo gemito mentre con gli occhi strabuzzati per la sorpresa notò che le dita del professore si erano infilati in quei minuscoli fori, come se fossero stati capaci da sempre di potersi allargare in quel modo osceno e innaturale. Non trovò parole per rimproverarlo o per chiedergli come diamine avesse fatto. Le stille di piacere erano continue e le mandarono presto in tilt il cervello, senza contare che la sua fica era martellata da Thresh e continuava a farla godere da impazzire. Lui le fece presente che non era lui a controllare la volontà di quei "intrusi" che rispondevano unicamente al suo desiderio, come se il suo istinto li portasse a farli agire. Non credeva che fosse del tutto vero, non aveva pensato di volere delle dita dentro i suoi capezzoli, era un idea che nemmeno l'aveva sfiorata, poiché non pensava di poter fare una cosa simile. Come se non bastasse l'ultimo Thresh, quello spettrale le continuava a dare sensazioni impossibili da decifrare con la mente così ubriaca di piacere. I suoi gemiti si fecero sempre più acuti, sentiva che stava di nuovo per arrivare ad un orgasmo. Forse ne aveva avuto già altri più piccoli, non riusciva nemmeno a capirlo perché il piacere era davvero travolgente.
    la voce di Thresh continuava a cullarla a invitarla a rimanere vigile e chiedere.

    Aah sìì, tutto, tutti... di più... Non fu in grado di fare un discorso sensato, ma fece capire con i gesti che li voleva tutti su di sé, dentro di lei. Tornò a succhiare il cazzo del dragonico con parecchia più foga, tirando fuori la lingua come se avesse voluto assaporarlo totalmente con la bocca. Ancheggiava con i fianchi, così da sentire la cappella di Thresh spalmarsi contro il suo utero e darle perfino stille di dolore, raggiunse un orgasmo, tremando e sbavando in preda all'estasi. Eppure non fu appagante, non voleva fermarsi. La mano che palpava il petto del Thresh vivo si spostò sulla sua erezione, lo masturbava senza tanti complimenti, tastando anche i suoi testicoli con le dita di tanto in tanto. Abbandonò la verga del dragonico, annaspando aria, che faceva vibrare un vistoso filo di saliva che li univa ancora.
    Ti voglio, in tutti i miei buchi, scopami nel culo, nella figa, nella bocca, voglio sapere cosa si prova a diventare scema a suon del tuo cazzo. Dopo quelle parole tornò di nuovo a succhiare a masturbare con entrambe le mani con la bocca, con la sua carne. Sembrava un digiuno di mesi su una tavola imbandita di cibo. Non si stava vergognando di mostrarsi così piena di desiderio, così oscena per lui.
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    Nariko non perse il suo cipiglio severo, continuava a fulminare con lo sguardo i due come se fossero stati ragazzini delle medie che si stavano per azzuffare. Era ben consapevole che quei due erano potenti, ma sapeva anche che doveva abbassare la quantità di testosterone prima che avrebbero fatto qualche danno. Oltretutto Nariko confidava sul fatto che poteva maledirli con qualcosa di così fastidioso da far abbassare loro la cresta non per orgoglio o per forza, ma con semplici crampi allo stomaco che riusciva a sedare qualsiasi bestia, non li temeva affatto. Ascoltò la spiegazione di Vega, ma guardò anche la reazione di Kain che sembrò molto infastidito sentirsi chiamare "problema". Sembrò realizzare in quel momento che forse quel drago aveva interessi per la ragazza e non in senso negativo. Probabilmente avevano avuto trascorsi complicati. Se quel tipo avrebbe voluto farle del male, sarebbe già successo, non era di certo il tipo da trattenersi. Ascoltò ciò che si dicevano, notando che Iceringer la pensava in modo diverso da Vega. Evidentemente le esperienze di Vega lo avevano portato ad essere molto più cauto, infischiandosene di comportarsi bene, e di dire le cose come stavano senza sconti. Così Nariko si intromise con le braccia conserte per attirare lo sguardo di Vega su di sè.
    Non ti sembra scortese accusarlo di una cosa del genere dopo che ci ha aiutato a recuperare Endymion ed Iceringer? Se non ci fosse stato lui, le cose potevano mettersi molto male. Abbiamo un grosso debito con lui, quindi per favore smettila. Se voleva farle del male penso che l'avrebbe già divorata, non credi? E se fosse davvero così, Sheba ha mostrato di tenergli testa, altrimenti non saresti qui a difenderla. Dopo aver pronunciato le ultime parole, si voltò a guardare Kain incuriosita. Forse era interessato a lei proprio perché lo ha tenuto a cuccia? Motivo in più per sentirsi gelosa di questa misteriosa Sheba. Tornò poi a guardare Vega, e intuì che lui sapeva qualcosa che loro non sapevano, probabilmente nel suo mondo di origine le cose erano andate male con lui e si preoccupava che non accadesse di nuovo. Lo poteva capire, ma in quel momento non aveva senso aizzarsi contro le antipatie di un drago così pericoloso.
    Kainhurst ha visto quanto siamo uniti, non penso che farebbe una sciocchezza come quella di fare del male a Sheba e pensare di passarla liscia. Dopo quelle parole si voltò a guardare di nuovo Kain, dritto negli occhi, non lo accusava, ma dal suo sguardo fermo voleva dirgli che al momento avrebbe dato fiducia, ma che non avrebbe avuto pietà in caso Vega avesse avuto ragione.
    Hai la nostra gratitudine, e spero che possiamo considerarci alleati in futuro. Fece un piccolo inchino solenne, per mostrargli rispetto, dopotutto erano comunque di fronte ad un drago di alto lignaggio. Lo avrebbe lasciato andare tranquillamente, quando sarebbero rimasti da soli, abbozzò un ghigno divertito.
    Il mio sesto senso mi dice che non ha collaborato solo per un tornaconto personale. I draghi tengono al sicuro i loro tesori... Guardò verso Syndra chiedendosi se anche lei ci aveva visto qualcosa di particolare in quel battibecco.
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    Elise si sentiva osservata, ma non provava imbarazzo o timore di essere giudicata una pervertita, blasfema. Ciò a cui stava pensando in quel momento era che Berith si eccitava a guardarla, che gli piaceva vederla mentre gli dava piacere. Essendo così eccitata la donna si sentiva spronata a fare del suo meglio, guardando di tanto in tanto negli occhi il suo curioso amante. Non poteva negare a se stessa che si stava divertendo, che si beava di tutte le reazioni di Berith. Vederlo a pancia all'aria lo faceva sembrare quasi vulnerabile, e lei si accanì su quell'erezione passionale. Succhiava la punta e la faceva scorrere in bocca in profondità mentre con i seni lo massaggiava e lo stritolava, giocando con la morbidezza del suo seno in netto contrasto con la sua verga d'acciaio bollente. Mugugnò sorpresa quando si sentì afferrare sui glutei ma poco dopo si ritrovò a ridacchiare complice. Tornò però di nuovo a sfregarsi oscenamente contro la sua coda e a dare piacere al suo compagno. Adorava sentirlo pulsare sempre più forte, era così maledettamente arrapante per lei sapere di fargli un effetto del genere. Quando lo sentì venire, inizialmente pensò di lasciarlo andare, pensando ingenuamente che avesse bisogno di liberarsi, ma la "mano" che si posò sui suoi capelli che con fare gentile la tratteneva, la aiutò a scivolare nella lussuria più sfrenata, lasciandolo scivolare in gola come se avesse voluto divorarlo. In quel modo la punta che apriva il suo esofago la aiutò ad ingerire il seme e quelle uova semisolide. Stranamente lo trovò molto piacevole, li sentiva che scivolavano lungo l'esofago, che la scaldavano e le riempivano la pancia. Si poteva vedere chiaramente la gola gonfia e il passaggio di quelle uova fino a sparire oltre la sua gola. Si sentì scaldare, ebbe la sensazione che il suo fisico si stesse accendendo di una nuova e intensa energia. Il guaio fu che ingerire quella roba invece di calmarla la rese ancora più affamata. Aveva praticamente inzuppato la coda del kaiju con i suoi succhi femminili, sentiva di volerne ancora. Pian piano quando percepì che era rimasto solo seme liquido, lo lasciò scivolare infuori, ripulendolo con la lingua degli ultimi residui. Quando si sarebbe resa conto che era ancora duro, Elise gattono su di lui, si mise a cavalcioni contro l'erezione e tornò a sfregarsi contro di essa, fino a sentire la clitoride bruciare. Ansava pesantemente, sapeva che a quell'ora doveva sentirsi esausta, ma la voglia di continuare era così forte che le sembrava di aver recuperato tutte le forze con quella piccola pausa in cui si era dedicata solo a lui.
    Non so che mi succede, ma... ti voglio ancora... ti voglio ancora dentro di me. Si piegò in avanti dopo quelle parole, sdraiandosi sul corpo della belva mentre con il bacino tornava a posizionarsi in modo tale che la punta le premesse contro le labbra vaginali. La sfregò contro di lei, per trovare la posizione esatta con cui farlo scivolare dentro. Ancora una volta fu invasa da brividi intensissimi mentre lo sentiva farsi largo nelle sue carni, togliendole di nuovo il respiro, mentre il piacere le annebbiava totalmente la mente.
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    CITAZIONE (Black_Flame @ 15/4/2024, 21:57) 
    CITAZIONE
    Grado missione richiesta: B X
    Generi da evitare: scat / pegging / pissing / guro / enigmi
    Target: Pro
    Stelle:
    Link ultima missione svolta: ///
    Link degli ultimi combattimenti: ///
    Nome: Kaiden Black
    Livello: 1
    Energia: Newbie
    Abilità Fisiche: Gigas 3 / Match 3 / Shell 3 / Jumper 2 / Sense 3 / Strike 3 / Vision 3 / Energy 3 / Charge 3
    Livello del Potere: 1
    Tecniche Personali: Marchio / Impatto oscuro / Stretta tenebrosa / Marchio remoto / Frusta del buio
    Tecniche Arte magica: Ninjutsu #2 / Rinjutsu #1 - #2 / Geomanzia #1 - #5 - #6 - #8
    Armi & Equipaggiamento: Dragon Claws

    Per entrare nelle Streghe di Umbra e per acquisire un extra personalizzato da 1.0

    Perdonami, ma dovresti incollarci anche l'extra che vuoi ottenere.
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    Nefertiti non era ancora in grado, o forse era meglio dire che non aveva ancora la totale consapevolezza di poter usare il potere delle lanterne in modo diverso da quello dei cristalli. Dopotutto era passata da essere totalmente inerme, con l'unica facoltà di guarire velocemente in modo impressionante, a quello di poter combattere, di poter usare quei strani cristalli per difendere se e proteggere i suoi amici. Non ne era ancora poi così esperta nell'uso, lo stava imparando ad usare pian piano. Non immaginava minimamente che in quella stanza le cose potevano prendere vita, a partire dai suoi sentimenti. Era totalmente presa dal voler sentire Thresh su di sé, gli infilava la lingua in bocca passionale, poi succhiava quella sua avidamente, gli strizzava le mani contro il suo seno. Spingeva i fianchi contro di lui, spalmando le natiche contro i suoi fianchi, premendo le spalle contro i suoi pettorali. Non si rese nemmeno conto che le fiamme delle lanterne avevano avvolto il letto e li avevano circondati. Nefertiti era certa che riusciva a sentirsi in quel modo solo con lui, quando si univano nella carne crogiolandosi nei loro sentimenti. Ed era tutto così maledettamente irresistibile, delizioso, l'energia del non morto la inebriava, accendeva i suo circuiti energetici e magici, si sentiva potente, imbattibile. Si lasciò trascinare da quelle sensazioni, come se fosse stata catturata dalla corrente di un fiume potente, ma che la cullava la faceva stare così maledettamente bene. I suoi sensi tornarono più vigili quando si sentì afferrare da una mano esterna. Ad un primo impatto quasi sospirò poiché aveva voluto altre mani di Thresh su di lei, ma la ragione la portò a pensare che Thresh ne aveva solo due, e che entrambe erano su di lei. Così si staccò dal bacio di Thresh, con un espressione ubriaca di piacere e potere. Confusa guardò le mani che la afferravano, e non capì subito cosa stava succedendo, si allarmò per un momento quando sentì anche Thresh irrigidirsi e mettersi in guardia. Poco dopo però iniziò a capire, e lo capì anche Thresh che sorridendo le ricordò che avrebbe dovuto stare attenta a ciò che desiderava. Nefertiti battè le palpebre incredula, e anche un poco confusa dal fatto che era consapevole che i desideri non erano controllabili, o meglio potevi evitare di realizzarli, ma non potevi impedirti di sentirli.
    Che succede? Esclamò confusa, con la voce ansante per via del fatto che era ancora unita nella carne al suo professore. C'erano altri uomini, e scrutandoli meglio Nefertiti si accorse che erano identici a Thresh, o meglio sembravano altre versioni di lui, come se si fossero materializzati davanti a lei alcuni dei professori di mondi paralleli: uno in cui era una sorta di dragonico, uno spettrale ed uno che sembrava vivo. Li fissò per un momento incredula, aggrottando la fronte perplessa nello scoprire che da vivo, Thresh aveva avuto i capelli rosso ramati, e la pelle scura, più simile alla sua. Per un momento pensò che stesse avendo le allucinazioni, ma sentiva distintamente le loro mani su di sé. Riconobbe in loro lo stesso sguardo e lo stesso sorriso del suo amato professore, non c'era alcun dubbio quelli erano tutti Thresh, ed erano in 4 adesso su di lei. Sudò freddo: trovava complicato e difficile gestire il piacere che provava con uno solo, che sarebbe successo con tre versioni diverse in più? Lui sembrava entusiasta, lei invece iniziava a preoccuparsi. Le morirono le parole in gola, non sapeva che dire, da come aveva parlato Thresh sembrava quasi che fosse stata colpa sua, ed in parte si rendeva conto che non era una cosa detta così tanto per. Ricordava distintamente il desiderio di avere più Thresh per lei. Non pensava però che si sarebbe realizzato seriamente. Bloccata in quel limbo di pensieri confusi, Thresh la tirò su esponendola agli altri, facendola arrossire vistosamente.
    Aa..aah aspetta... Balbettò timorosa, ma le furono addosso in pochissimi secondi. La versione spettrale si dedicò subito alle parti più sensibili del suo corpo, massaggiandola e facendola tremare già da subito, le sembrava assurdo che uno spettro riuscisse a rendere il suo tocco più profondo e misterioso di un normalissimo tocco fisico. Che cos'era? La versione viva invece si accanì sui seni, facendola rabbrividire di altro piacere. Thresh poteva sentire distintamente le carni di Nefertiti stringersi in spasmi continui. Era sicura che non era un sogno, anche se per un momento aveva pensato che fosse svenuta durante il sesso e stesse sognando quella assurdità. No, riusciva a sentirli distintamente su di lei, e la cosa più strana era che percepiva che non erano estranei, tutti loro emanavano la stessa energia, la stessa presenza di Thresh. Ed erano lì tutti per lei. Lo capì dal fatto che la terza versione, quella dragonica le piazzò davanti alle labbra la sua enorme verga, senza forzarla, tentandola invece come se quello fosse un delizioso frutto esotico che doveva solo decidere di cogliere. A quel punto Nefertiti era troppo ubriaca di sensazioni per poter ragionare lucidamente. Si lasciò andare, tirò fuori la lingua e saggiò quella verga enorme, piazzò una mano sul pettorale della versione rossa, stringendolo quasi avesse voluto sincerarsi che fosse tutto vero. L'altra mano invece la portò sulla nuca del Thresh "originale" incoraggiandolo ad andare avanti. Mugugnava di piacere, e si lasciò andare immergendosi totalmente nell'estasi di quei corpi. Ad un certo punto non capì più chi stava toccando, o cosa stava leccando e baciando, se lo stava godendo, come la più laida delle pervertite. Non poteva farne a meno, tutto quel ben di dio era lì per lei, ed era un sacrilegio ignorarli.
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    Quando Nariko notò che Endymion cercò risposte negli occhi di Iceringer, le si strinse il cuore. Era evidente che per lui Vega era sempre stato un punto di riferimento. Lei non ci aveva creduto, ed invece quella famiglia sarebbe andata alla grande. Iceringer non sembrò preoccupato, anzi le dava l'idea che avesse già messo in conto molto tempo prima che prima o poi ci avrebbe perso un pezzo del suo corpo. Ovviamente per lui quell'ostacolo non sarebbe bastato per impedirgli di raggiungere i suoi scopi, di fare ciò che aveva sempre fatto. Sembrò perfino aver superato la sua gelosia nei confronti di se stesso più vecchio. Ed era una cosa assurda pensarlo, poiché a livello teorico non lo avevano mai tradito, perché era pur sempre lui. Ed era curioso pensare che l'unico uomo al mondo che avrebbe potuto far perdere la testa a Nariko, era sempre Iceringer e nessun altro. Doveva essere strano da morire per Iceringer interagire con un se stesso del futuro adesso che ne aveva la certezza. Endymion interruppe i suoi pensieri dicendo che non era ancora passato a trovarlo, facendogli credere che fosse arrabbiato con lui. Nariko gli carezzò una spalla con affetto, ma non disse nulla poiché in effetti non conosceva ancora bene le dinamiche fra "padre e figlio", chissà magari usava i sensi di colpa per dargli una lezione? Iceringer però intervenne dicendo loro che sicuramente non si stava riposando come avrebbe dovuto e che sapeva dove potesse essere.
    Lo seguirono tutti, notando che Iceringer era cresciuto parecchio negli ultimi tempi, poiché riusciva a seguire tracce energetiche con la stessa efficacia con cui lo facevano le streghe. Quando arrivarono a destinazione trovarono Kain e Vega che parlavano fra di loro. Kain in particolare disse qualcosa di inquietante, che preso senza contesto non le fu del tutto chiaro. Avevano parlato del vecchio "Palazzo" e per un momento Nariko intuì che non si trattava di un luogo ma di una persona, che in molti conoscevano per fama. Nariko pensò che sicuramente Vega avrebbe potuto chiarire vari punti di quella conversazione ascoltata per caso, non si preoccupò quindi di intrufolarsi nella loro conversazione. Nariko si avvicinò con calma a loro, e drizzò le orecchie quando notò che Vega stava prendendo le difese di una ragazza, notò che tuttavia il drago accolse la sfida, quasi non avesse visto l'ora. Era ovvio che non gli avrebbe detto di sì, è un drago, loro mangiavano orgoglio per colazione, che si aspettava? Riuscì però ad intuire che il drago aveva avuto a che fare con Sheba e le aveva dato fastidio. Però perché intervenire così? Da quando Vega aveva deciso di infischiarsene con la prima regola che si erano dati, ovvero quella di non interferire con le dinamiche di quella realtà? La situazione a quanto pare era più seria di quanto non sembrasse visto dall'esterno. Notando che le cose si stavano scaldando, Nariko si fece avanti, con passo severo, tipico di una presidente di istituto. Piazzò una mano fra loro due, prima che scontrassero i petti uno contro l'altro come due scimmioni pronti ad azzuffarsi, li guardò parecchio severa.

    Ehi! Non ne avete abbastanza di mazzate? Ma poi... chi è Sheba? si voltò a guardare Vega fulminandolo con uno sguardo intenso, ricolmo di gelosia. Guardò anche Iceringer con aria interrogativa ma severa. Doveva essere speciale se aveva attirato l'interesse di quel drago così forte ed orgoglioso, e reso Vega così diretto e minaccioso.
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    Nefertiti non riusciva a crederci, le parole di Thresh la eccitavano da impazzire, le davano appagamento, ma allo stesso tempo sconforto, come poteva capire se erano vere? Come poteva essere che lui la amasse? Lei era una mocciosa in confronto a lui, mancava di esperienza anche sentimentalmente, come poteva essersi innamorato di lei? Le sembrava impossibile assurdo. Cosa poteva offrire lei ad un uomo così potente, così enigmatico? Sapeva che aveva avuto mille donne, e non poteva credere che lei fra tutte lo aveva colpito nel cuore. Perché? Perché lei? Perché pensare di essere amata da lui la rendeva così immensamente felice, ma allo stesso tempo ne aveva paura? Il suo cuore batteva all'impazzata, le mancava il respiro per il piacere che divenne via via più intenso. Le chiese se pensasse che fossero false, le chiese di ascoltarlo ancora, e subito dopo sentì la sua lingua bollente contro il suo viso, mentre raccoglieva quella lacrima salmastra che le rigava il viso. La sua voce rotta dal piacere, appassionata la eccitava. Non si scostò da lui, anzi quando lo sentì con la lingua sul viso si premette contro di lui, quasi come un gattino in cerca di coccole. Thresh non le aveva mai mentito, piuttosto era sempre stato così fastidiosamente diretto e crudelmente sincero. Le aveva detto cose che lei non aveva mai osato pensare. Quindi era vero? La amava? Non gli fece nemmeno finire di parlare, che la bocca di Nefertiti si fiondò contro quella di Thresh, infilandogli la lingua in bocca, fin da subito passionale. Ansando e soffocando i gemiti direttamente nella bocca del suo amante. Lo assecondava nei movimenti, spingendosi contro di lui quando spingeva e ritirandosi quando lui si ritirava, così da rendere l'amplesso molto più violento e deciso. Ogni volta che affondava, Nefertiti tremava in tutto il corpo. Si beò di lui, chiuse gli occhi per sentire i suoi gemiti, per percepire il suo corpo di acciaio che la premeva contro il materasso, la lingua che le scivolava in bocca, il suo odore, ed ovviamente il suo enorme cazzo che sembrava volesse impalarla. Non le serviva cercare sensazioni forti che le avrebbe dato il dolore, non le serviva mettere alla prova i suoi limiti. Ciò che voleva in quel momento era solo lui, sentirlo vicino, sentirlo sincero. Di tanto in tanto metteva in tensione i muscoli pelvici, così che oltre alle contrazioni naturali della sua cervice, lo stringeva con più forza, quasi avesse voluto mungerlo dentro di lei. Gli afferrò la mano che prima le stringeva il seno, per invitarlo a massaggiarla, a stuzzicarla ad afferrarla il più possibile. Desiderava che avesse altre braccia con cui afferrarla, altri peni con cui penetrarla e farla sentire totalmente avvolta da lui.
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    Nefertiti era stata forse troppo confidente a dirgli che "non funzionava in quel modo", come se avesse già vissuto tante storie d'amore. In realtà ciò che la spinse a dirlo era il ricordo di Torben, il suo falso affetto verso di lei, guidato unicamente dalla sua brama di ottenere il potere di Nefertiti, di ottenere chissà cos'altro da lei. Non poteva sopportare che si ripetesse la stessa storia: parole vuote, false che le avevano detto quanto fosse speciale, quanto fosse unica. L'aveva illusa che la trattava bene perché credeva in lei, perché poteva migliorare il mondo grazie al su potere, ci aveva creduto, poi però il suo cuore venne ferito nel modo più crudele possibile. Anche con Thresh stavano accadendo le stesse, cose, con la differenza che per il momento non le aveva chiesto nulla di lei, se non crescere e diventare forte. La risposta immediata che le diede la fece innervosire, era proprio ciò che aveva cercato di dire lei: come poteva essere sincero se stava scopando, se si stava facendo influenzare dal piacere? Se aveva dei dubbi non doveva dirlo con leggerezza.
    E' quello che ti ho detto, scemo! Rispose di getto, non riuscendo a nascondere quella vena di rabbia nella voce: non voleva sentirselo dire solo perché lo stava facendo godere, perché gli piaceva quello che toccava e le faceva. Digrignò i denti mentre la cappella iniziò a farsi strada in lei, ancora una volta la sua purezza fece da ostacolo. Nefertiti però era troppo eccitata, e non fu difficile accogliere la punta dentro di lei. Espirò pesantemente, mentre lui continuò a penetrarla e le disse quelle parole che le suonarono strane, irritanti.
    Che me ne faccio? Rantolò con la voce distorta dal piacere e dal dolore di quella prima penetrazione che le rubò per l'ennesima volta la verginità. Avrebbe voluto dirgli che tante cose senza valore lo sarebbero rimaste anche se li ammassava insieme. Era proprio il concetto che iniziava con qualcosa senza valore che la irritava, se quelle parole erano false, erano vuote non le voleva. Non riuscì a dirlo, si sentì soverchiare totalmente dal corpo mastodontico del professore. La mente si svuotò per un momento, mentre il piacere le toglieva il respiro. La lingua sul collo le diede ulteriori brividi di piacere, il calore del suo fiato sull'orecchio le ubriacò i sensi. Infine sentì quelle parole, dalla sua voce calda, passionale che le fecero mancare un battito.Thresh riuscì a sentire chiaramente la sua cervice stringersi, contorcersi attorno al suo membro, mentre lei esalava un gemito più stridulo. Fu una bellissima sensazione, ma quando si ricordò che le aveva detto che erano prive di valore, che non sapeva se fossero vere, le fece venire di nuovo una rabbia dirompente in corpo.
    Non farlo! Gemette, poi digrignò i denti mentre sentiva gli occhi pizzicarle e bruciarle, facendosi lucidi, stava per cedere di nuovo ai suoi sentimenti.
    Non le voglio!... non voglio che sia falso... Una di quelle calde lacrime le rigò il viso. Perché si rese conto che desiderava davvero quei sentimenti per lei, ma allo stesso tempo non credeva di esserne all'altezza, non credeva che meritasse tanto, non perché avesse fatto qualcosa di sbagliato, ma semplicemente perché era cresciuta senza, e si convinse che quella fosse la realtà. Ed era buffo perché lei invece sentiva sentimenti forti per lui, per Artù, per i suoi amici.
    Se hai dei dubbi non dirmelo, se sono parole false mi fanno schifo! Non dava per scontato che fossero false, ma continuava a dare il beneficio del dubbio perché ci sperava, perché il suo cuore desiderava che fossero vere ed intense come aveva sempre voluto.
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    Sentirlo venire assieme a lei, per Nefertiti fu ancora più erotico e coinvolgente. Alle pulsazioni della sua clitoride, si aggiunsero anche quelli del suo amante che la portarono ad ansimare in modo stridulo tutto il suo piacere. Non si aspettava effettivamente di sentirlo venire con lei in quel modo, le aveva mostrato più volte che servivano stimolazioni molto profonde, spesso dolorose per farlo venire, ma a quanto pare non disdegnava il piacere "normale". Fu quasi rilassante per certi punti di vista, ma non per questo meno gradite. Nemmeno Nefertiti si sentiva appagata o stanca, avevano tutta la notte a loro disposizione e la ragazza non ci avrebbe rinunciato. Così il bacio divenne sempre meno coinvolto fino ad un piccolo bacio prima di separarsi e guardarsi negli occhi, con la saliva che univa ancora le loro bocche. Non ebbe nemmeno il tempo di riprendere un momento le facoltà mentali, sentiva ancora la vagina urlarle nel cervello le sensazioni fisiche, e subito dopo si sentì sballottata in aria nemmeno fosse senza peso. Riprese un minimo di senno quando il suo volto fu premuto contro il materasso, e si chiese come ci fosse finita in quella posizione in così poco tempo. Espirò pesantemente quando percepì di nuovo la verga del professore poggiarsi fra le sue natiche, sentiva di aver bisogno di nuovo di una penetrazione, era stato bello prima, ma il suo corpo stava chiedendo di più. Si allarmò un momento quando sentì di nuovo una catena avvolgersi attorno alla sua gola. Portò la mano su di essa, pronta ad allargarla perché non voleva di nuovo strozzarsi mentre scopava, si accorse però che non stava stringendo, e che l'unica cosa che stava facendo era impedirle di allontanarsi troppo da lui. La mano di Thresh le sembrò enorme in quel momento, le afferrò un seno quasi fosse stato un piccolo frutto per lui. Gemette quando le strizzò i capezzoli con forza, facendoglieli sanguinare. Il suo bacino si sollevò leggermente, per sentire con più decisione il cazzo del professore contro di lei. Si lasciò sedurre dalle sue parole. Era troppo ubriaca di piacere e di voglia per poter continuare a mostrarsi aggressiva, ma questo non significava che si era totalmente sciolta fra le sue mani. Tremava ogni volta che la punta si poggiava contro le sue burrose carni vaginali, e lei in risposta si sollevava un altro pochino come se volesse agevolare la penetrazione.
    Perché? Lo dici anche quando non lo pensi davvero? Gli rispose ansante, anche un pizzico contrariata, che significava che era una delle poche? Quante erano queste "poche" a cui aveva detto quelle belle parole? Anche se Thresh aveva detto "la prima dopo tanto tempo", la gelosia non gliele fece soppesare nel modo giusto quelle parole. Oltretutto lei glielo aveva già detto una volta, ma lui mai. Sì forse desiderava sentirselo dire, ma in quel momento, le sembrò quasi falso, le sembrò forzato.
    No, se è così, quelle parole non hanno valore mentre scopi. Devi essere tu a volermele dire, non io a chiedertelo. Non è così che funziona! Se c'era una cosa su cui Nefertiti non scherzava mai erano i sentimenti. Non avrebbe mai chiesto di dirglielo, perché sarebbero suonate false, perché avrebbero avuto un valore del tutto diverso e quindi perdevano l'intensità di un tale gesto. Non avrebbe mai pregato per una cosa del genere, con nessuno. Perché sapeva che non poteva chiederlo, che non poteva prenderselo con la forza. Doveva lasciare che crescesse. Nefertiti allungò una mano sotto di sé e quando lui puntò di nuovo il suo membro contro le sue labbra vaginali, lei gli afferrò l'erezione per impedirgli di sgusciare di nuovo via, e si spinse contro di lui, iniziando a farsi penetrare.
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    Maledizione, era convinta di aver colpito un punto dolente di Thresh, ed invece era tornato a sorridere sornione al suo imbarazzo. Aumentandolo ancora quando le chiese perché mai non doveva parlare di Artù, dichiarandole che non aveva intenzione di rubarla a lui, quasi come se fosse stata una specie di proprietà. Non era affatto così semplice e Thresh sembrò capirlo.
    No scemo, non voglio pensare a lui! Gli rispose di nuovo di getto, smorzando la voce con un piccolo gemito alla fine quando lo sentì pulsare più forte contro le sue carni. Riprese a masturbarsi contro di lui, mentre lui ancora una volta dava voce a quei pensieri che Nefertiti non osava ammettere ad alta voce. Era vero, lo voleva tutto per sé, per una notte per sentirlo davvero suo, anche se era per poche ore. Se glielo aveva chiesto era perché infondo al suo cuore sapeva che era una richiesta importante. Poiché lei stessa non aveva mai dormito davvero vicino a qualcuno. Anche Artù la lasciava andare la notte, perché Nefertiti era sempre stata come un animale selvatico che aveva bisogno di sentirsi sola ed al sicuro per poter riposare. Quelle volte che era stata con Artù e lui si era addormentato sul suo letto, lo aveva vegliato la notte, facendo piccoli pisolini, e svegliandosi continuamente per un istinto di "pericolo" che in realtà non c'era. Aveva provato sentimenti profondi quella volta. Ma Thresh, lui non aveva mai avuto nemmeno l'onore di svenire al suo fianco su un letto. Inconsciamente, sperava di poter suscitare in lui gli stessi sentimenti che aveva provato lei quando aveva passato la notte con Artù.
    E' vero, ti voglio tutto per me, quindi non parlare di nessuno. Voglio che pensi solo a me, ed io penserò solo a te. Questa notte voglio te, e te soltanto anche nella mia mente. Ancora un'altra egoistica ma romantica richiesta. Nefertiti non si fece tentare a lungo dal viso vicino del suo adorato professore. Azzerò le distanze e lo baciò con passione trascinante, mentre con il bacino aumentò il ritmo e la forza con cui si muoveva contro di lui. Non lo aveva dentro, ma era quasi come scopare, la sua clitoride veniva continuamente torturata da quelle forme oscene. I suoi fluidi femminili lo inzuppavano, e rendeva ogni movimento sempre più piacevole. Le sue labbra vaginali erano dilatate dalla voglia, la cappella di Thresh si strizzava fra le sue natiche ad ogni movimento. Mugugnava eccitata, sempre più preda del piacere, non si era mai masturbata in quel modo osceno con nessuno, e adesso lo faceva con lui. Un piccolo intermezzo fra una sessione di sesso selvaggio e l'altro che non le dispiaceva affatto. Thresh avrebbe capito che si stava avvicinando ad un orgasmo poiché la presa sulle spalle del professore si fece più forte, e la pressione delle sue labbra vaginali così forti che poteva sentire chiaramente la clitoride pulsare contro di lui. Sembrava quasi che volesse farsi penetrare andando contro le leggi della fisica. Quello era meglio di qualsiasi cuscino, meglio di qualsiasi vibratore avesse mai provato. Gemeva nella bocca di Thresh senza ritegno e poi si lasciò andare ad un delizioso orgasmo.
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    Elise notò che sentiva l'istinto di accoppiarsi farsi più forte. I feromoni del Kaiju erano potenti, solo quando sarebbe stata a mente fresca avrebbe capito che era in balia dei suoi impulsi più bassi. In quel momento le sembrava di poter fare sesso per giorni di fila senza mai perdere l'eccitazione. I suoni gutturali del Kaiju non la spaventavano, avevano un suono molto diverso di quando invece attaccava, lo ricordava benissimo quando l'aveva salvata da quei farabutti che stavano per rovinare la sua vita. Era davvero strano per lei, ma istintivamente riusciva a riconoscere la differenza, ad un orecchio poco allenato non sarebbe stato chiaro, ma per lei quei versi erano gemiti di piacere che la rendevano felice, perché significava che stava facendo bene. Sentirlo reagire bene quando infilava la lingua dentro il suo membro la rendeva felice. Lo aveva sempre visto così fermo e inossidabile come una montagna, invece fra le sue mani lo vedeva fremere e sbavare. Una sensazione che alimentava tantissimo la sua eccitazione. Iniziava a desiderare sentirlo molto di più su di lei, al punto che avvicinava il suo corpo contro quelle erezione mastodontica sempre di più, fino a sentire quel calore irresistibile premersi contro il suo petto. Si schiacciava contro l'erezione, così che la base di esso finisse fra i suoi seni, era così fradicio di presperma che per lei fu un piacere iniziare a premergli addosso i seni quando faceva uscire una sferetta, accanendosi di nuovo con la bocca su di lui quando ne veniva liberato. Elise pian piano che andavano avanti si fece sempre più pressante, al punto che dolcemente lo invitò a sdraiarsi sulla schiena così che lei potesse dedicarsi a ciò che stava facendo comodamente. Si piazzò fra le sue zampe inferiori, e senza tanti complimenti, intrappolò l'erezione fra i seni iniziando una deliziosa spagnola che accompagnò con la bocca. Era così grosso e lungo che riusciva a farlo senza problemi. Lo succhiava sulla punta mentre con i seni lo massaggiava, deliziandosi anche della sensazione dei testicoli che si premevano sotto i suoi seni. In quella posizione si accorse solo in seguito che si era praticamente seduta sulla coda del kaiju e quando sentì la sua vulva premersi contro di essa, ansò pesantemente, poiché si accorse di essere parecchio affamata sessualmente. Era sensibilissima, la clitoride era gonfia, ed i loro umori impedivano qualsiasi tipo di attrito fastidioso. Elise iniziò a muoversi con tutto il corpo, stringendo le mani attorno ai suoi seni per sentire la sua verga scivolare fra le sue mammelle. Il suo bacino invece si muoveva sulla coda di Berith, masturbandosi su di lui come se fosse stata una adolescente che si masturbava contro il cuscino. Che le stava succedendo? Si stava dando piacere con ogni parte del corpo del Kaiju, lo stava praticamente masturbando con i suoi seni, e si deliziava dei versi che riusciva a strappargli. Le uova presto non furono più una cosa strana per lei, si abituò alle sue forme, lo leccava, lo succhiava, lo masturbava e mugugnava sempre più vogliosa. Tutto ciò che c'era di pragmatico sparì totalmente dalla mente di Elise, diventando puro istinto, pura lussuria. Forse si sarebbe vergognata tantissimo con se stessa per come si stava comportando, ma in quel momento tutto ciò che voleva era sentirlo con il suo corpo, bearsi del suo calore, del suo odore, del suo sapore. Voleva farlo suo in tutti i sensi.
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    Nariko ridacchiò divertita quando Syndra si fiondò su entrambi per abbracciarli stretti. Il sorriso le morì in gola quando Syndra affermò che le anziane del clan si tenevano stretti i figli rari di umbra. Non avrebbe mai permesso a loro di mettere le mani sul ragazzo. Sarebbe stato davvero complicato spiegare chi fosse e da dove arrivava. Non ci aveva proprio pensato quando era andata a salvarlo. Alla fine però si disse che sicuramente le avrebbero dato retta per una buona volta, visto che i loro obbiettivi erano cambiati nel tempo. Nariko al contrario di Syndra aveva più e più volte contemplato il fatto che il figlio che avrebbe dovuto mettere al mondo avrebbe avuto il sangue dei Poltergheist. Se aveva indugiato prima di prendere la decisione finale era proprio per quel motivo. Poi però aveva creduto che non avrebbe saputo amarlo nel modo giusto, proprio perché avrebbe avuto la faccia del padre, che nemmeno Syndra ed Iceringer avrebbero potuto accettarlo davvero. Invece adesso che lo aveva davanti, notava che aveva i suoi stessi occhi, che aveva molto di lei, e quel poco che vedeva di Gil era stato riscritto con un altro tipo di affetto che Nariko non credeva nemmeno di poter provare in vita sua. Solo dopo aver saputo chi fosse quel ragazzino aveva pensato ad una possibilità che non era riuscita a mettere in conto: ovvero che siccome Iceringer non poteva fare figli, allora avrebbero potuto "adottare" quel bambino che infondo alla fine dei conti era innocente. Il ragazzo infondo voleva molto bene ad Iceringer e lo si capiva dal fatto che aveva sempre tenuto un incantesimo che lo facesse somigliare a lui. Un fatto così tenero che le fece stringere il cuore. Si voltò a guardare Iceringer, e quando incontrava i suoi occhi dolci, capì che le sarebbe stato vicina, che non avrebbe più dovuto temere di perderlo ancora. A pensare a Vega, capì che avrebbe voluto bene a quel ragazzo come se fosse stato suo figlio davvero. In verità Nariko non voleva assolutamente far sapere ai Poltergheist ci fosse un altro erede. Non avrebbe permesso loro di educarlo a modo loro o di prendere qualsiasi tipo di decisione per lui. Voleva che Endymion fosse sempre libero di scegliere cosa voleva fare e dove voleva stare. Ebbe un attimo di realizzazione diversa da Syndra, ovvero che stava già iniziando come una madre, e le sembrò la cosa più difficile del mondo, anche più delle arti magiche proibite.
    Dopo le varie coccole, Endymion volle far presente al gruppo e soprattutto ad Iceringer che purtroppo le sue speranze sarebbero state vane, che la semplice medicina non avrebbe potuto risolvere il suo problema. Sembrava aver capito affondo il problema di Iceringer, ancora prima che avessero avuto modo di esaminarlo a dovere. Si sorprese poi nello scoprire che era stato Lotor a rivelarglielo. Endymion era stato in gamba a capire il meccanismo, ma Lotor come faceva a conoscerlo? Prima di lasciarsi andare ai sospetti però notò che Iceringer rimase imbambolato perso nei suoi pensieri. Probabilmente stava pensando a cosa avevano fatto poco prima, in cui aveva usato un braccio "magico" che andava effettivamente contro ciò che era appena stato dichiarato.

    Sono sicura che ci siano incantesimi adatti che possono aiutarti Ice, devo solo fare una piccola ricerca. In un certo senso volle rassicurarlo, se erano riusciti a suon di sesso a fargli spuntare un braccio colmo di potere, con della magia vera potevano raggiungere altri limiti. Lotor era stato pessimista, ma era evidente che sapeva qualcosa che loro ignoravano. Forse grazie a Rakhna. A quel punto Nariko si ricordò che lì all'appello mancava ancora qualcuno. Guardò Endymion negli occhi con fare tranquillo.
    Sai come sta Vega? Non l'ho visto, durante la battaglia gli avevano tirato un brutto scherzo, sei riuscito a parlarci? Lo osservò attentamente, per poter capire se dopo tutto quel casino fossero riusciti a fare pace, o se gli stava ancora tenendo il broncio. Chissà probabilmente era Vega stesso che voleva evitare tutti perché non si era sentito all'altezza della situazione o chissà magari pensava di aver sbagliato tutto.
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    Nefertiti non si aspettò di vedere Thresh ridere, gli aveva detto quella frase per provocarlo e lui invece si era divertito. Provò comunque a giustificarsi, facendo sorgere un ghigno malefico sul volto di Nefertiti. Quindi in un certo senso ci teneva alla sua figura virile. Lo lasciò parlare mentre le diceva cosa gli piaceva davvero, ovvero dare piacere e vedere le reazioni della sua amante.
    Ti preoccupa cosa penso? Credevo fossi a posto con la tua sessualità. Affermò dispettosamente, ma molto divertita. Certo sapeva benissimo che provocarlo poteva farla pentire, Thresh non ci andava mai piano con lei, ma allo stesso tempo il senso di pericolo la eccitava. Probabilmente non sarebbe stata capace di farlo con qualcun altro, perché di lui si fidava ciecamente. Ovviamente Nefertiti intuiva che Thresh avesse un modo tutto suo di vedere le cose, e che infondo per lui il concetto di piacere non era affatto semplice. Probabilmente non si masturbava mai perché lo trovava insoddisfacente, riusciva a immaginarselo che si masturbava solo in un contesto in cui sapeva di essere guardato. Cosa che le confermò anche lui con le sue parole. Aveva idee e supposizioni, ma la verità era che Nefertiti non lo conosceva ancora così bene e probabilmente era consapevole del fatto che quell'uomo era un mistero troppo profondo per poterlo svelare con poco. Lo stesso però valeva al contrario poiché Nefertiti stessa ancora non conosceva così bene se stessa, dato che era comunque giovane.
    Il sorriso smargiasso di Nefertiti iniziò a scemare sempre di più in un espressione imbarazzata, man mano che Thresh le spiegava cosa in realtà piaceva, anche a lei. E capì che era vero, che ciò che le piaceva quando Thresh la "torturava" durante il sesso, era capire dove arrivavano i suoi limiti, ecco perché non gli aveva mai detto di fermarsi. Non volle però mostrarsi vulnerabile, per via di quella testardaggine a voler competere con lui. Fingendo che non avesse indovinato del tutto la situazione.

    F-forse... Si rese conto subito che aveva avuto un minimo di incertezza nella sua voce e serrò le labbra, abbassando lo sguardo, ammirando il fisico del suo adorato professore che si muoveva sotto di lei. Non aveva mai smesso di provare piacere e di muoversi su di lui. Le piaceva chiacchierare e nel frattempo dedicarsi uno all'altro in modo molto fisico. Ansava, le sue carni diventavano sempre più fradice, producendo suoni osceni ad ogni movimento del loro bacino. Era come quando si masturbava con un cuscino, ma farlo contro il cazzo di Thresh era cento volte più piacevole. Il discorso di Thresh prese una piega del tutto diversa quando iniziò a dirle che aveva capito che a lei piaceva trasformare i ragazzi nelle sue troiette. Venne presa alla sprovvista perché in realtà Nefertiti non aveva avuto altri uomini all'infuori di Thresh e Artù, quindi inizialmente lo guardò negli occhi, sostenendo quella provocazione, poi però il suo volto esplose di imbarazzo, arrossendo fin dietro le orecchie. Non riuscì a fare a meno di immaginarsi Artù nudo che si muoveva su di lei, che le chiedeva di più. Bellissimo come sapeva essere lui, in modo molto diverso da Thresh, ma che comunque eccitava tantissimo la ragazza. Uno spasmo delle sue carni le fece pulsare la clitoride più forte contro il ventre del professore. Erano a strettissimo contatto, e quella verga enorme le faceva praticamente da perverso sellino. Arrossì tantissimo perché era vero che le piaceva tantissimo vedere Artù che godeva, che le chiedeva di più.
    Che idiozie dici? Non ho nessun interesse a peggare il mio ragazzo con un dildo! Disse in un impulso che non riuscì a frenare. Si imbarazzò ancora di più e non seppe che altro aggiungere ed ancora una volta impulsivamente lo rimproverò:
    Smettila di parlare di Artù quando siamo soli! Anche se Nefertiti provava sentimenti complicatissimi per Thresh, si sentiva comunque in colpa per Artù, lui probabilmente avrebbe capito, ma alla fine dei conti stava passando la notte con Thresh e non con lui.
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    Nella sua ingenuità, Nefertiti non credeva di aver fatto una richiesta così importante. L'aveva valutata principalmente sul valore affettivo, lei non aveva mai avuto modo di andare di notte nella stanza da letto dei genitori e chiedere loro se potesse dormire insieme a loro perché aveva avuto un incubo. Neanche sapeva che fosse una abitudine comune, vederli nei film era quasi scontato, ma quando lo sentì raccontare quasi per caso anche da Artù, le era venuta la curiosità. Aveva già provato a dormire con Artù, ma ciò che provava standogli vicina era quella di sentirsi una sorta di Chioccia, che voleva proteggerlo e tenerselo al petto al sicuro. Con Thresh invece cosa avrebbe provato? Ne era mortalmente curiosa. Ridacchiò divertita quando lui si oppose dicendole che era una richiesta irragionevole, dato che a lui piaceva molto il dramma. Sentì le punte del collare di Thresh pungolarle la gola quando lo baciava, e sebbene un normale pensiero doveva essere che servivano a tenerla lontana, lei pensò invece che erano quasi una sfida al suo amore, alla sua voglia di sentire la sua bocca contro la sua, e non si sarebbe spaventata nel sentirsi pungere. Intanto la verga del professore aumentò la velocità con cui si sfregava contro di lei, riaccendendola di un piacere crescente. Quasi non le sarebbe dispiaciuto masturbarsi in quel modo ancora un poco. Strillò con la bocca piena alle pacche sul sedere, la pelle le bruciava, e anche se sapeva che non lo faceva con estrema violenza, aveva comunque la mano pesante. Quando le loro labbra si separarono, Nefertiti era già languida, ed i suoi occhi mostravano il piacere che provava per quello sfregamento osceno fra le loro carni. Ciò che le disse la colse di sorpresa, facendole aggrottare la fronte perplessa: no, non le piaceva farsi trattare male.
    No, in realtà mi fai incazzare. Non sono una di quelle pervertite che pensi tu. Protestò, quasi avesse avuto fretta di fargli capire che non era la sua sgualdrinella, ma in effetti si ritrovò a pensarci: l'aveva eccitata sentirsi soffocare? Non riusciva a capirlo del tutto, l'orgasmo era stato intenso, ma non era sicura che gli avrebbe chiesto di farlo di nuovo. C'era troppo in ballo che ancora non capiva bene.
    Però mi è piaciuto vederti scioglierti quando ti ho stuzzicato in punti poco virili. Ghignò divertita, ma fu sincera. Era stato una scoperta per lei, e pensare che magari le altre non glielo facevano mai la eccitava, perché le faceva credere che fosse una cosa speciale, che si era presa. Ovvio sapeva che sicuramente aveva già provato quel tipo di cose, altrimenti avrebbe avuto una reazione molto diversa. Però era stato molto appagante vederlo sforzarsi con tutto se stesso per non mostrarle quanto stava godendo in realtà. Probabilmente erano molto più simili di quanto non si fosse mai aspettata.
14037 replies since 3/5/2009
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